Sostegno al reddito, lavoro e dignità della persona – partono i cantieri di cittadinanza

DSCN5027Occupazione di lavoro per sette cittadini modugnesi che da lunedì 22 febbraio saranno impiegati nella realizzazione del progetto “CuriAMO Modugno”. Venti i cittadini coinvolti in tutto il territorio dell’ambito BA10 (comprende i comuni di Bitetto e Bitritto).

Il Comune di Modugno a capo di uno dei primi ambiti in Puglia a dare effettivo avvio alle attività.
Il Sindaco Magrone: “Iniziativa molto positiva perché prevede un contributo non passivo: si assicura reddito ai cittadini più bisognosi e il Comune ne riceve in cambio attività di lavoro e collaborazione di utilità sociale. Cantieri di cittadinanza è uno strumento che responsabilizza e restituisce dignità alle persone socialmente fragili”.

Ambito Territoriale BA 10, Modugno-Bitetto-Bitritto – Partono ufficialmente i Cantieri di Cittadinanza, strumento regionale messo a punto per contrastare gli effetti perduranti della crisi economica favorendo il reinserimento sociolavorativo dei  disoccupati di lunga durata, giovani e soggetti svantaggiati nell’accesso al mercato del lavoro. Coinvolgono 20 cittadini dell’Ambito Territoriale BA10 (l’organismo politico-istituzionale mediante il quale i tre Comuni, Modugno capofila, gestiscono in forma associata il Piano Sociale di Zona) in attività di vario tipo, all’interno del progetto “Curi-Amo l’Ambito”. I cittadini presteranno la loro attività per 5 ore al giorno per 5 giorni lavorativi a settimana, per 6 mesi. Il Cantiere nel quale saranno impiegati i cittadini di Modugno è denominato “CuriAMO Modugno”, e si occuperà di migliorare la fruizione di alcune strutture pubbliche, come il Cimitero, il Centro Anziani e la Biblioteca del Comune di Modugno, anche con l’estensione oraria di apertura dei servizi. Le attività includeranno inoltre piccole opere di manutenzione del verde pubblico e di cura dell’arredo urbano. Tre tutor (dipendenti comunali) supervisioneranno le loro attività.
L’assessore ai servizi sociali del Comune di Modugno, Rosa Scardigno, presidente delegato del Coordinamento Istituzionale dell’Ambito Ba10, dice: “Prendersi cura del proprio territorio è un dovere nonché un bisogno condiviso e assume tanto più valore quando nasce dalla collaborazione tra amministratori, uffici e cittadini. Con questa finalità sono stati pensati i progetti “Curi-Amo l’Ambito” e “Curi-Amo Modugno”, che vedranno all’opera, al momento, 20 cittadini del nostro Ambito, in condizioni di disagio sociale e ulteriormente provati da un lungo stato di disoccupazione. Si tratta di un progetto innovativo, caratterizzato da un’istruttoria complessa, molto ben gestito dall’Ufficio di Piano, un lavoro svolto in collaborazione con i Servizi Sociali dei Comuni nonché con il Centro per l’Impiego, tanto che il nostro è stato individuato tra gli Ambiti territoriali “virtuosi” durante l’ultima Cabina di Regia Regionale. I progetti valorizzano l’educazione al rispetto del patrimonio pubblico, nonché la sensibilizzazione al verde, a beni e servizi comuni. Tra gli obiettivi formativi per i destinatari, la riduzione del rischio di marginalità sociale ed economica, e lo sviluppo della consapevolezza di essere parte attiva della comunità. Seguiremo lo svolgimento delle attività con attenzione a partecipazione nell’attesa della nuova misura del Reddito di Dignità”.
I partecipanti ai Cantieri di cittadinanza vi sono stati ammessi con selezione – avvenuta a seguito di avviso pubblico – tra i cittadini residenti a Modugno, Bitritto e Bitetto, inoccupati/disoccupati da almeno 12 mesi e con situazione economica ISEE inferiore ad euro 3.000. Le istanze dichiarate ammesse a beneficio economico – in relazione all’ordine temporale di arrivo delle domande e al limite massimo delle risorse messe a disposizione dalla Regione Puglia (59.600 euro) – sono state 20, di cui sette cittadini residenti nel Comune di Modugno. Questi 20 cittadini, i quali percepiranno un rimborso massimo 500 euro mensili, svolgeranno le attività previste dal Cantiere per un lasso temporale di sei mesi. Resta a carico degli enti promotori e utilizzatori dei cantieri di cittadinanza la spesa per il trattamento previdenziale, assistenziale e assicurativo. Attualmente sono circa 62 le domande ipoteticamente dichiarabili ammesse, ma che al momento si trovano “in lista d’attesa” a causa della mancanza di fondi.

COMUNICATO SEGRETERIA SINDACO MAGRONE

La mensa di Mamma Rosina chiude

La mensa per i più bisognosi sta per chiudere. Perché? Il motivo è che la comunità modugnese non se ne cura o comunque sono in pochi ad avere la premura di donare qualcosa. L’amministrazione della città è sorda e cieca, non ha mai messo in agenda  una visita alla mensa, per conoscerla o giusto per capire. I politici in campagna elettorale sia di destra, centro e sinistra si sono fatti vedere (della serie non si butta via mai niente) affermando ogni volta “Se vinciamo!?! Ci penso io ai bisognosi della mia città, manco la bocca devi aprire”.  Continua a leggere

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Modugno, casale di Balsignano

 
 

balsCon la conclusione del restauro recuperato al patrimonio storico e culturale di Modugno un bene di altissimo valore

Dopo una complessa vicenda proprietaria e burocratica durata più di trent’anni, è finalmente nella disponibilità del Comune di Modugno una eccezionale testimonianza di costruzione medievale, il casale fortificato di Balsignano.
Già nel 1994-1995, l’allora parlamentare, Nicola Magrone, attualmente Sindaco della città, riuscì ad ottenere che il complesso monumentale fosse acquisito al patrimonio dello Stato con l’impegno dello Stato a cederlo al Comune una volta che il bene fosse stato restaurato. Associazioni del territorio e studiosi, a cominciare da Raffaele Macina, hanno contribuito nel tempo, attraverso un lavoro di ricerca storica, a promuovere la conoscenza e quindi la valorizzazione del sito di Balsignano.
bals3Oggi, terminati i lavori di restauro affidati alla Soprintendenza, un bene con origini collocate tra X e XI secolo, la cui grande rilevanza culturale storica e archeologica è stata riconosciuta a livello ministeriale, viene consegnato al Comune pronto per essere fruito dal pubblico.
Il Sindaco Magrone ha verificato ieri sul posto l’ultimazione del recupero: “L’impegno dell’amministrazione è adesso rivolto ad assicurare le migliori soluzioni circa la gestione e la sicurezza del sito”.

Il Comune è tornato in possesso di un pezzo fondamentale del patrimonio storico e culturale di Modugno e di una delle più rare e preziose testimonianze di insediamento altomedievale di tutta la Terra di Bari. È stato infatti riconsegnato lo scorso 15 febbraio al Comune di Modugno il casale fortificato di Balsignano completamente restaurato. Nel sopralluogo conclusivo presso il complesso monumentale anche noto come castello di Balsignano, il Sindaco di Modugno, Nicola Magrone, e l’assessore ai Beni Culturali, William Formicola, hanno potuto verificare la conclusione dell’intervento di recupero, accompagnati dall’architetto Maria Rosaria De Palo, della Soprintendenza Archeologica di Puglia, e dall’architetto Emilia Pellegrino, dirigente della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Provincia di Bari e Foggia, la quale ha curato la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva del restauro e diretto i lavori, l’esecuzione e il collaudo delle opere.
I principali interventi di restauro sono consistiti in scavi che hanno consentito il completo recupero delle cinte murarie originarie esterne e interne (vere e proprie fortificazioni che costituivano il sistema difensivo dei primi villaggi medievali). Scavi che, ricchi di testimonianze dei vari insediamenti, costituiscono ora, a tutti gli effetti, il Parco Archeologico di Balsignano. Altri lavori di restauro hanno riguardato le due chiese del complesso (S. Felice e S. Maria di Costantinopoli) e hanno portato al recupero degli affreschi della scuola senese emersi al loro interno.
Il progetto di “completamento del restauro” è stato approvato definitivamente dall’amministrazione Magrone nel settembre 2013: il costo complessivo è stato di 1.450.000 euro, finanziato per 1.100.000 euro con fondi comunitari PO FESR 2007/2013 e per 340.000 euro con fondi del bilancio comunale di Modugno. Una parte dei lavori è stata, inoltre, finanziata dal Provveditorato delle Opere Pubbliche.
bals1“È già a buon punto – dice il Sindaco Magrone la soluzione del più immediato problema  che ci si è posto davanti con la riconsegna e cioè un adeguato sistema di sicurezza che tenga il Casale di Balsignano al riparo da incursioni vandaliche. Contestualmente, sono allo studio dell’amministrazione comunale le modalità di gestione più idonee al sito. Come ho già avuto occasione di dire, per una effettiva valorizzazione di Balsignano, siamo consapevoli della necessità di coinvolgere le migliori competenze del territorio”.
“Per la piena fruibilità al pubblico dell’insediamento – aggiunge l’assessore Formicolaoltre ad alcune rifiniture e messe a punto di cui si farà carico il Comune, riteniamo indispensabile l’individuazione e la sistemazione di un’area parcheggio. Stiamo già verificando la disponibilità dei proprietari delle aree limitrofe a cedere eventualmente terreni circostanti a Balsignano.”

bals2SCHEDA
Il complesso di Balsignano costituisce una rara testimonianza degli insediamenti fortificati che in età medievale caratterizzavano il paesaggio rurale della Terra di Bari.
Sorge in un sito di notevole bellezza, in posizione dominante sul ciglio della lama Balsignano. diramazione della lama Lamasinata, a ridosso di un quadrivio formato da due importanti direttrici viarie, di antica origine.
Dell’insediamento sono superstiti due cinte murarie (una esterna che lo perimetra interamente e una interna che ne racchiude il nucleo centrale), la chiesa di S. Maria, il Castello e la chiesa di S. Felice. Quest’ultima, periferica rispetto al nucleo centrale, rappresenta uno dei più mirabili esempi di architettura a cupola pugliese del XIII secolo.
Le prime notizie storiche riguardanti il casale fortificato di Balsignano risalgono al 962. Nel 988 fu distrutto dai Saraceni durante le loro azioni in Terra di Bari. Venne ricostruito e, nel 1092, donato all’abbazia benedettina di Aversa; dal XIII secolo fu posseduto da diversi feudatari: la popolazione, alla fine del 1200, era stimata intorno alle 300 unità. E’ probabile che la distruzione del borgo sia avvenuta nei primi decenni del XVI secolo durante le guerre fra Francesi e Spagnoli.
Il complesso versava in totale abbandono, quando nel 1989 furono avviati, da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, interventi di consolidamento strutturale e di restauro. Interventi di recupero sono seguiti, a più riprese, sino ad oggi.
Contestuale ai vari interventi di recupero che negli anni hanno interessato i diversi settori del casale, l’indagine di scavo diretta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici che ha consentito di delineare le diverse fasi di vita dell’insediamento.
Ulteriori notizie disponibili nella scheda su Balsignano nel sito della Direzione Generale per le Antichità:
http://www.archeologia.beniculturali.it/index.php?it/142/scavi/scaviarcheologici_4e048966cfa3a/166

COMUNICATO SEGRETERIA SINDACO MAGRONE

Cosa è meglio per un bambino?

bimboNon si è trovata in natura una specie in cui non esista il comportamento omosessuale, eccetto in quelle che non hanno rapporti sessuali come l’echinoidea (riccio di mare) e gli afidi. Inoltre, parte del mondo animale è ermafrodita, letteralmente bisessuale. Per loro l’omosessualità non è un problema. Petter Bøckman, il consulente scientifico della mostra Against Nature specula che la reale portata del fenomeno possa essere molto più ampia di quanto riconosciuto correntemente. Allora se questo cosi detto “fenomeno” è presente in natura, e gli esseri umani fanno parte dello stesso ecosistema presente sul pianeta non si comprende perché debba essere esente da tali fenomeni. Quindi non si riesce a capire, per quale motivazione codesti “esemplari” siano discriminati e messi alla gogna, considerati persino esseri “diversi” che optano per un comportamento “culturalmente” fuori dalla “normalità”. Sorge il dubbio che sia solo una questione di parole e concetti legati ad esse, a creare tutto questo scompiglio. Una non conoscenza dell’immaginario collettivo che per distrazione e anche spesso per ignoranza, non si documenta e dà tutto per scontato. La Fallaci quando affermava che non è d’accordo con l’uso politico dei cosiddetti “diversi” aveva e ha pienamente ragione. Per cui vengono usati per fare propaganda politica fine a se stessa, inoltre gli “esemplari diversi” di cui la politica nostrana se ne occupa non superano le cinquecentomila unità (comunque un congruo numero di voti certi che si portano a casa i nostri politici). Questo aspetto del “fenomeno” si complica quando si parla della “stepchild adoption” ovvero adozione da parte di due persone dello stesso sesso. O della cura del compagno o della compagna quando uno dei due si ammala. O della divisione dei beni in caso di morte. O della educazione che codeste persone dello stesso sesso possono impartire ai loro figli, come se avere una tendenza sessuale “diversa” automaticamente rende queste persone “moralmente” non adatte ad educare nel bene e nell’onestà. O nel uso di un “utero in affitto” per soddisfare il desiderio di genitorialità. I dubbi che sorgono sono tanti. Però nessuno si sofferma a considerare il punto di vista dei minori coinvolti laddove le unioni civili sono legge da anni. Se in queste nazioni ci sono stati casi in cui questi minori sono cresciuti male, deviati o non hanno ricevuto amore abbastanza da renderli uomini o donne degne, oneste e capaci. Non lo sapremo mai, perché il punto cruciale di tutto questo polverone in auge ora non tiene conto della cosa più importante: un bambino ha bisogno di un contesto “amoroso” in cui crescere indipendentemente da chi questo amore glie lo elargisce. Assolutamente meglio un bambino in un contesto pieno di amore anche se non etero piuttosto che abbandonato in un orfanatrofio o peggio ancora in un contesto etero in cui lo si sfrutta, lo si maltratta, lo si uccide, lo si vende. Meditiamo, con calma ma meditiamo.