Il costo elevato delle nuove abitazioni a Modugno è fuori mercato

Modugno risulta essere il secondo comune più ricco in puglia dopo le Isole Tremiti. Chi non può comprare casa va in affitto, spendendo non meno 700 euro per una casa di 90 mq. Casa dolce casa: ma quanto costi?

Modugno, si sa, è una piazza costosa. I prezzi degli immobili sono piuttosto alti rispetto agli altri comuni dell’entroterra barese. Ma è pur vero che Modugno gode di una posizione strategica, a due passi dalla città e dalla zona industriale. Eppure, nonostante questo, quello di Modugno è stato sempre un mercato immobiliare frizzante. Certo la crisi ha fatto la sua parte anche in questo settore.

Dopo un blocco quasi totale nel 2008, i prezzi sono diminuiti e a metà del 2009 il mercato ha cominciato una lenta ripresa. Adesso i prezzi medi d’acquisto di una casa a Modugno, sul nuovo, vanno dai 2.300 ai 3.000 euro a metro quadro (la variazione dipende dal quartiere). L’usato costa molto meno ma ci sono da tener presenti eventuali lavori di ristrutturazione. Stando ai dati ufficiali, Modugno è il secondo comune in Puglia per reddito pro capite dopo le Tremiti, grazie proprio alla zona industriale alle fiorenti attività artigianali diffuse sul territorio.

La ripresa degli ultimi mesi è sicuramente legata all’abbassamento dei tassi d’interesse dei mutui anche se i tempi di vendita di un immobile si sono notevolmente allungati rispetto al passato. Oggi, per vendere una casa, un’agenzia immobiliare tarda per lo meno 6 mesi. Prima il nuovo si vendeva sulla carta, quando ancora il cantiere era in costruzione. Oggi, a immobile finito, ci sono ancora unità da piazzare. C’è da registrare, comunque, la corsa agli affitti soprattutto per le giovani coppie e colori i quali arrivano dall’hinterland barese.

In cerca di consensi per una poltrona in Consiglio Regionale

 

E’ partita la competizione elettorale in cui si confronteranno Vendola, Palese e la Polibortone. In città la politica locale è già in fermento per sostenere i candidati di partito. Che confusione. E’ la solita storia che si ripete.

Nomi variabili (neppure troppo), anni che passano, problemi che restano e candidature che incombono. Sono le elezioni. I 3×6 super colorati e “sorridenti” già coronano le nostre strade. E sino a fine di marzo ne vedremo sicuramente delle belle. Una campagna elettorale accesissima quella appena cominciata.

Ma soprattutto speriamo chiarificatrice della gran confusione pre-candidature. Walzer di nomi che hanno solo contribuito ad alimentare la sfiducia nei confronti dei protagonisti della politica e della politica stessa. Dopo le tanto attese primarie del centrosinistra in cui ha (stra) vinto Nichi Vendola sul suo avversario Francesco Boccia con il 73% delle preferenze (Modugno in linea con la media regionale: 1.100 voti per Vendola, 300 per Boccia), è cominciato poi il “lotto” dei nomi per il candidato del centrodestra (finalmente tutti o quasi d’accordo sul salentino Rocco Palese) e la più volte annunciata e poi smentita alleanza con i partiti di centro (candidata presidente Adriana Poli Bortone di “Io Sud” sostenuta dall’Udc di Casini).

Nomi e accordi che tutti dicono non essere importanti rispetto ai programmi, ma sui programmi ancora troppo poco è stato detto. Sui nomi invece, si è fantasticato, ragionato, calcolato; un esercizio di politica a cui si sono allenati anche gli stessi elettori. Il centrosinistra si è “divertito” con le possibili candidature alle primarie. Il Pd aveva fatto scendere in campo addirittura il sindaco di Bari, Michele Emiliano, fino alla scelta (perdente) di Francesco Boccia (già sconfitto da Nichi Vendola nelle stesse primarie per la medesima candidatura a presidente della Regione nel 2005).

Molti vorrebbero la riapertura del centro di prima accoglienza 'Fratello Sole'

In ricordo della comunità di recupero “Fratello Sole”, chiusa qualche anno fa. Fino a qualche anno fa Modugno godeva dell’importante sostegno sociale del centro di prima accoglienza “Fratello Sole”.

Una comunità di recupero per ex tossicodipendenti gestita da tre suore stimmatine, suor Enza, suor Pierina e suor Flora. Una casa che costituiva un punto di riferimento per i ragazzi e una sicurezza per le loro famiglie. Ha chiuso quando due delle tre suore si sono ammalate. Una quindicina i volontari che frequentavano il centro. “Io facevo visita ai ragazzi una volta alla settimana – ci ha detto Luciana Viola, volontaria per tre anni – leggevo loro brani di Sepulveda,De Mello e altri, e poi riflettevamo insieme sui valori della vita.

Ciascuno si immedesimava nei personaggi delle storie in base alle proprie esperienze e sofferenze. Erano ragazzi molto provati e con tanto bisogno di aiuto”. Una decina, in alcuni periodi anche di più, poi smistati nelle varie comunità del territorio. Eppure Modugno di un centro come quello ne avrebbe ancora tanto bisogno.

Angiuli responsabile ADMO:"il numero dei donatori è insufficiente"

Da sette anni attiva sul territorio per sostenere i malati di leucemia. E’ la sezione modugnese dell’Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo). Partiti nel 2003 con 60 donatori, oggi la banca dati ne conta oltre 200, “ma siamo ancora troppo pochi – spiega il responsabile Massimo Angiuli -. Non ci possiamo fermare perché i malati di leucemia aumentano e l’80% dei ricoveri ha bisogno di trapianto”.

Del direttivo dell’Admo di Modugno fanno parte 15 persone e altri 40 oltre a essere donatori, collaborano come volontari agli ormai consolidati appuntamenti che l’Admo organizza durante l’anno, dal galà di solidarietà nell’estate modugnese, al concerto di Natale, dal trofeo di Sant’Antonio tra forze dell’ordine e volontari, alla festa di carnevale per i più piccoli con spettacoli di burattini nelle scuole. E poi ancora la befana, la “Rosa per la vita” in occasione della festa della mamma.

 

Nuovi progetti in aiuto delle fasce più deboli avviati dai Servizi Sociali

Il comune di Modugno è impegnato in azioni sociali con il supporto delle associazioni presenti nel territorio con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione in soccorso delle fasce sociali più deboli.

Giovanni Paolo II insegna: “esiste,certo, una netta differenza tra il ricorso alla droga ed il ricorso all’alcool: mentre infatti un uso moderato di questo come bevanda non urta contro divieti morali, ed è da condannare soltanto l’abuso, il drogarsi, al contrario, è sempre illecito, perché comporta una rinuncia ingiustificata ed irrazionale a pensare, volere e agire come persone libere. Non si può parlare della libertà di drogarsi né del diritto alla droga, perché l’essere umano non ha il diritto di danneggiare se stesso”. 

La colta e profonda citazione ce l’ha ricordata l’assessore modugnese ai servizi sociali Lucia Blasi, a cui abbiamo chiesto, in quanto responsabile del settore, un commento al problema droga nel nostro comune. Progetti sulle tossicodipendenze sono appunto nei buoni propositi dell’amministrazione comunale e in particolare dell’assessorato ai servizi sociali. “La droga – è il pensiero di Lucia Blasi – danneggia immediatamente e poi progressivamente la coscienza e la capacità di adempiere ai doveri di solidarietà.

Noi assistiamo all’estrema contraddizione di una cultura giuridica che, in nome della solidarietà, impone al privato l’uso del casco e della cintura di sicurezza e in nome della libertà dimentica la solidarietà invocata e propone la liberalizzazione della droga. E’ necessario rafforzare gli interventi istituzionali di lotta alla droga in sinergia con altre istituzioni pubbliche, coinvolgendo anche gli organismi associativi, le scuole e tutti coloro che quotidianamente abbiano a che fare con il mondo della droga, a partire dai medici, dalle comunità terapeutiche, forze dell’ordine e, soprattutto, le famiglie, che per prime vivono la tragedia della tossicodipendenza, esaminando, oltre gli effetti dell’uso delle droghe, anche le cause che determinano l’assunzione di queste sostanze.