Divorzi: E' la donna a chiedere il divorzio

Una delle cause principali delle separazioni è il tradimento. La fine della coppia comporta spese elevate, senso di smarrimento e grandi danni all’equilibrio dei figli. Quali sono le cause principali che portano al divorzio?

Abbiamo provato a domandarlo ad alcuni avvocati divorzisti che operano nel comune di Modugno, e che nel corso degli ultimi anni hanno potuto toccare con mano le realtà umane che stanno alla base dei dati numerici. Per ragioni comprensibili gli intervistati hanno preferito mantenere l’anonimato, ma grazie alla loro testimonianza è stato possibile ricostruire un quadro d’insieme più chiaro ed esaustivo di qualsiasi cifra. In primo luogo, l’esperienza dei professionisti ci insegna che quando si parla di coppie divorziate non ci si riferisce ad alcuna fascia particolare della popolazione.

A separarsi sono gli abbienti e gli indigenti, i partner giovani e quelli maturi, i neosposi di ritorno dal viaggio di nozze e le coppie d’argento. Dal punto di vista demografico non esiste nulla che accomuni le coppie di modugnesi separatesi negli ultimi anni, se non un unico dato: è quasi sempre la donna a chiedere il divorzio. Per quanto riguarda invece le cause che spingono le persone a presentare ricorso di separazione, è possibile ricondurle a quattro aree tematiche. Potrà sembrare scontato, ma ad oggi la principale causa di rottura continua ad essere il tradimento; ad essere cambiate sono le modalità e le ragioni che spingono le persone a tradire.

Si vive più a lungo, si è più attenti alla salute e all’aspetto, si è bombardati da messaggi che inneggiano ad una giovinezza perenne e al diritto di goderne: a trenta come a cinquant’anni l’edonismo fa da padrone, a discapito di qualsiasi senso di responsabilità. Se questo non bastasse, al moderno (e alla moderna) Narciso non è più necessario uscire di casa per imbattersi in tentazioni: basta connettersi ad una chat o ad un social network per costruire dei flirt ‘virtuali’, con la possibilità di trasformarli in tradimenti reali.

La Guardia di Finanza apre fascicolo sugli atti dei Servizi Sociali di Modugno

 

La Guardia di Finanza sequestra i fascicoli dei contributi sociali. Sotto accusa la procedura per l’assegnazione dei fondi per la prima dote e l’assegno di cura per le fasce deboli.

La magistratura apre un’inchiesta sugli atti dei servizi sociali. La spinosa e logorante questione dell’assegno di cura e prima dote sembra finalmente giungere ad un epilogo almeno per quanto concerne il campo teorico, perché nell’aspetto prettamente pratico potrebbero esserci dei risvolti poco edificanti conducenti a sanzioni anche di natura penale per truffa o tentata truffa, nei confronti di coloro che hanno dichiarato il falso pur di accaparrarsi quel mezzo di sostentamento a discapito di chi versava e versa tutt’ora in condizioni di tutt’altro agio e per cui quella fonte di introito era ed è di vitale importanza.

Comunque senza addentrarci in merito e pronunciare divini giudizi sarà la guardia di finanza e la magistratura a fare il suo corso e vigilare con la massima trasparenza sulla veridicità delle istanze presentate. E’ questa la sostanza del pensiero di Ernesto Chiarantoni dirigente dell’ufficio di piano a seguito dell’ondata di protesta scaturita dal malcontento generato l’indomani l’approvazione dell’elenco dei beneficiari dei contributi previsti dalle azioni regionali “Prima dote” e “Assegno di cura” deliberato in data 2 febbraio 2010 dal Coordinamento Istituzionale dell’Ambito sociale n.10 composto dai comuni di Modugno, Bitetto e Bitritto.

Ma andiamo a ritroso. La data del 16 aprile 2007 sancì il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione ai due distinti avvisi pubblici emanati dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Modugno. Successivamente alla redazione della graduatorie provvisorie stilate dalla Società Archita Srl (società esterna affidataria del servizio di istruttoria) furono presentati alcuni ricorsi che indussero l’allora responsabile dell’ufficio di piano dottor Vincenzo Zanzarella, nominato dallo stesso Coordinamento Istituzionale responsabile del procedimento, alla revisione generale della graduatoria valutando i ricorsi pervenuti e i precedenti punteggi attribuiti.

Ernesto Chiarantoni subentrato in seguito a tale vicenda non fece altro che prendere atto della graduatoria dichiarando esplicitamente di non aver alcun potere di manomettere i risultati di un responso ufficiale pur conoscendo personalmente casi di persone che sicuramente sarebbero dovute risultare tra i beneficiari dell’assegno in questione (è il caso della signora Posa avente a carico un figlio con la massima percentuale di invalidità tanto per citare un caso), ma purtroppo alcuni errori nella compilazione della domanda o la mancata documentazione non più integrabile o modificabile scaduti i termini del bando, hanno portato il soggetto lontano dal punteggio che avrebbe potuto portare a beneficiare del sostentamento economico o addirittura visto escluso dagli aventi diritto.

Un team per curare gli animali

L’ambulatorio veterinario è accreditato al Ce.Le.Ma.Sche ed è tra i pochi in provincia. Richiamo alle vaccinazioni, sopratutto per la Leishmaniosi diffusa a Modugno.

A partire dallo scorso dicembre gli amanti degli animali hanno un nuovo punto di riferimento a Modugno: da quattro mesi è infatti operativo l’ambulatorio veterinario associato di via S. Lucia, all’interno del quale un team di chirurghi ed anestesisti è disponibile per visitare e curare i piccoli animali, e per fornire utili consigli ai loro proprietari. Attivo ad orario continuato (9:00 – 20:00), l’ambulatorio del dott. Grimaldi e delle dott.sse Bartoli e Montanaro è dotato di una stanza per le visite, di una stanza destinata al soggiorno degli animali, di una moderna sala operatoria e di una sala radiologica ad alta frequenza attrezzata per lo sviluppo digitale, che permette di ottenere con meno scatti (e quindi meno stress per l’animale) immagini più mirate. Specializzato nella chirurgia, il personale offre una gamma di servizi che spazia dalla vaccinazione agli esami di routine, ma propone anche un check-up generale della durata di un’ora ed un servizio di day-hospital per animali che abbiano appena subito un intervento o che presentino particolari patologie. Segnaliamo inoltre come l’ambulatorio sia uno dei pochi centri Ce.Le.Ma.Sche accreditati della provincia: al suo interno è dunque possibile ottenere per il proprio cane la certificazione ufficiale che attesti l’assenza di patologie scheletriche congenite (come la displasia dell’anca), utile soprattutto per gli esemplari da riproduzione. Chiamati a dare qualche consiglio ai proprietari di animali, i dottori ricordano di non trascurare la profilassi iniziale e il richiamo delle vaccinazioni, soprattutto per la Leishmaniosi tanto diffusa a Modugno, di presentarsi per l’inserimento del microchip di riconoscimento (obbligatorio per legge) entro 30 giorni dall’adozione,e soprattutto di non aspettare troppo a contattare il veterinario: l’attesa, oltre a comportare maggiori sofferenze per l’animale, può portare alla necessità di un costoso intervento chirurgico laddove sarebbe stata sufficiente una terapia medica.

Il ricordo di Don Marotta vive ancora nei modugnesi

Al servizio della comunità cristiana. Don Vito Marotta è stato ordinato presbitero il 17 ottobre 1985. Prima vice parroco alla parrocchia “Sant’Agostino” di Modugno, dal 1991 al 2008 è stato parroco alle parrocchie “Salvatore” e di “San Giorgio” di Bari-Loseto.

Da ottobre 2008 è parroco nella parrocchia di “Santa Maria di Costantinopoli” di Bitritto. Vicario zonale del X° Vicariato, incaricato regionale per la Conferenza episcopale pugliese delle Comunicazioni Sociali, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Bari-Bitonto. Giornalista, presidente regionale dell’ Unione Cattolica Stampa Italiana.

Peppino Longo rappresenterà Modugno in Consiglio regionale

Uno di loro ce l’ha fatta.Il primo eletto nel suo partito ed uno dei primi a livello nazionale. Peppino Longo leader dell’Udc a Bari, siede in via Capruzzi. Rappresenterà in Consiglio Regionale le istanze dei modugnesi.  Eletto con 13.388 voti, di cui 3.972 nella sua città, è il primo degli eletti per il suo partito, l’Udc, e l’ottavo in assoluto in tutta la Regione.

E’ stato superato solo da Massimo Cassano del Pdl (con 18.692 voti), Nicola Canonico del Pd (16.680 voti, il più suffragato del centrosinistra), l’assessore ai Trasporti uscente Mario Loizzo (16.521), l’attuale segretario regionale del Pd Sergio Blasi (15.102 voti), Michele Pelillo, assessore regionale al Bilancio uscente (eletto con 15.072), Giacomo Olivieri dell’Idv (14.695 preferenze) e l’assessore ai Trasporti del Comune di Bari Antonio Decaro (14.190).

Su alcuni quotidiani locali, nei giorni immediatamente successivi alle elezioni, è stato addirittura inserito in una “top ten” dei consiglieri regionali più votati. Ma oltre a “Giuseppe Longo detto Peppino” erano candidati alle regionali del 28 e 29 marzo scorsi anche altri 3 modugnesi. Non lascerà però il Consiglio comunale di Modugno il capogruppo del Pdl Enzo Romito, votato da 1.634 pugliesi (di cui 1.033 modugnesi). Nulla di fatto anche per Veronica Converso, la 30enne candidata con “La Puglia Prima di Tutto”, votata da 161 persone (79 a Modugno). Infine, ma non ultimo, Giancarlo Ragnini, candidato di “Federazione Sinistra e Verdi”, che ha guadagnato 402 voti (288 di elettori modugnesi). Il suo partito, non avendo raggiunto lo sbarramento del 4%, non avrà neppure un rappresentante in Consiglio regionale.

La lunga notte degli scrutini è stata vissuta a Modugno nelle sedi dei partiti e soprattutto nelle scuole della città, in giro per le sezioni nel tentativo di carpire prima degli altri, e soprattutto senza attendere i dati ufficiali della Prefettura di Bari, gli esiti del voto. Per alcuni l’attesa è durata fino alle 6 del mattino. Quando ormai a metà serata, piazza Prefettura esplodeva di applausi e bandiere (prevalentemente rosse) in omaggio al rieletto presidente della Regione Puglia (il terlizzese Nichi Vendola ha tenuto il suo discorso quando erano ufficiali i dati di sole 2096 sezioni scrutinate su 4003), i partiti ancora palpitavano per i nomi dei consiglieri eletti.