Lacalamita trionfa nella mostra organizzata dall'Autorità Portuale di Genova

L’arte del ferro in mostra a Dubai. Le sue opere sono state esposte in mostre internazionali tra cui Tokyo e Berlino. Carpentiere per mestiere ed artista per passione, il modugnese Tommaso Lacalamita è un vulcano di idee e progetti che spaziano tra complementi d’arredo, sculture ed installazioni.

Conoscitore ed estimatore dello stile post-duchampiano di Maurizio Cattelan, Lacalamita condivide con l’artista padovano la tematica comunicativa della creazione. Le sue opere, realizzate con materiali di riciclo quali rottami industriali, plastica, ferro e vetro, sono infatti caratterizzate da un’attenta scelta del titolo, che deve essere in grado di veicolare un preciso significato.

Si pensi ad esempio alla sua “Erogazione continua”, scultura vincitrice del Premio Autorità Portuale di Genova, monito esplicito all’inarrestabile mercato del carburante. Le opere di Lacalamita nascono da un’idea, si concretizzano attraverso un’attenta ricerca dei materiali, ed infine passano al vaglio del titolo, per il quale può essere necessario anche un quarto del tempo complessivo. Da sempre attratto dalla manualità e dalla personalizzazione degli oggetti quotidiani, Tommaso ha mosso i primi passi nel mondo della creatività nell’ambito del design, partecipando a prestigiose fiere internazionali a Tokyo e a Dubai con i propri complementi d’arredo, pezzi unici e ricercati.

Proprio grazie al contatto con diverse realtà ed espressioni artistiche Lacalamita ha iniziato ad avvertire la necessità di ampliare i propri orizzonti creativi, ed ha cominciato ad avvalersi del proprio laboratorio professionale per sperimentare, utilizzare gli strumenti in modo improprio, sconfinare nel terreno della scultura e dell’installazione. Ha iniziato a partecipare a concorsi locali e nazionali, combattendo contro le difficoltà e i pregiudizi che caratterizzano il percorso di un artista autodidatta, facendo anche un’incursione nel campo della fotografia con “Game over”, presentata al Terna Prize 01.

“Il nostro titolo non è in vendita e il gruppo è compatto”

Ambiziosi progetti per orientare la società a importanti traguardi. Concluso un campionato e fatte le dovute analisi sulla stagione appena trascorsa sia dal punto di vista squisitamente tecnico-tattico che di bilanci, arriva il tempo in cui l’organizzazione per mettere solide basi nell’allestimento di una nuova squadra pronta per il successivo anno la fa da padrone.

Questo iter che accade in tutte o quasi le compagini sportive caratterizza anche la vita societaria dell’ A.S.D. Sporting Modugno FC. La società biancoazzurra dopo aver condotto uno strepitoso campionato di serie B 2009-2010 impensabile per una neo-promossa che aveva come obiettivo una salvezza da conquistare a denti stretti (la realtà infatti è stata ben diversa), attraverso le parole dell’autorevole figura di Sifanno Michele vuole ringraziare tutti coloro che hanno contribuito per l’illustre stagione, mister Di Cosmo in primis che con la sua esperienza ha condotto davvero con sapere tattico i ragazzi attraverso i tortuosi sentieri del campionato di serie B.

“A questo punto è doveroso aprire una parentesi concernente il mister perché la sua preparazione ad ampio raggio non ha avuto e non ha davvero limiti: ottimo nella comunicazione, abile nel motivare, maestro nel gestire anche momenti particolari e delicati, insomma un encomiabile condottiero che ha saputo trarre il meglio da tutti gli elementi della rosa e nelle più disparate situazioni. Ringraziamenti che rivolgiamo anche ai ragazzi come capitan Gravina, Oreste, Colaianni, Loseto, gli argentini Paglia, Marengo e Marra, i portieri Sasso e Imperatore, insomma davvero tutti senza tralasciare nessuno e senza dimenticare, ma anzi rimarcare l’entusiasmo degli under 21 aggregati alla prima squadra che ha portato quel quid in più utile al conseguimento degli obiettivi stagionali.

Terminata la stagione è tempo quindi di prepararci alla prossima, in cui si prevedono grosse novità che ci auguriamo possano far fare quel salto di qualità alla nostra società che credo sia a livello di calcio a 5 una delle migliori del sud Italia. Nel campionato appena trascorso ci sono stati alcuni intoppi causati dal venir meno di liquidità legata ad un’importante sponsorizzazione, piccolo incidente che ha creato in alcuni calciatori malumori e mancanza di fiducia nelle potenzialità societarie convergenti nelle promesse date per quanto riguarda i vari pagamenti.

Stesse persone che però hanno dovuto ricredersi e rivedere le proprie posizioni in quanto abbiamo portato a termine tutti i nostri impegni elargendo il pattuito fino all’ultimo centesimo. La nostra società quindi non è affatto in discussione e il nostro titolo non è assolutamente in vendita come erroneamente si vocifera negli ambienti calcettistici, anzi con Pino Germinario i cui pensieri sono in simbiosi con i miei, stiamo rifondando una società che vedrà davvero la compagine modugnese protagonista di progetti molto ambiziosi grazie all’ingresso di imprenditori locali e non che porteranno ad un non indifferente irrobustimento della società, anche perché dopo tanti anni di sacrifici, sei per l’esattezza è davvero impensabile e improponibile una soluzione disfattista.

Le priorità del consigliere Longo in ambito regionale e locale

“Starò dalla parte di chi vorrà lavorare per la Puglia e per la città di Modugno”. “Lavoro e turismo. Di questo ha bisogno la Puglia prima di ogni altra cosa”. Così il consigliere regionale dell’Udc, Peppino Longo (modugnese doc) a quasi due mesi dalla sua elezione. Longo porterà in Consiglio regionale le ragioni della sua città (“il mio cuore è per Modugno”) ma non solo.

Eletto con 13.388 voti, di cui “solo” 3.972 nella sua Modugno, è il primo degli eletti per il suo partito, l’Udc, e l’ottavo in assoluto in tutta la Regione. “Un consigliere regionale non può – ha sottolineato – pensare solo agli interessi della sua città, ma deve pensare al bene di tutta la provincia che rappresenta e che l’ha votato e naturalmente al bene dell’intera regione”. Ma in fondo a Modugno non serve più di quello che occorre al resto dei pugliesi: un lavoro per i giovani. Ed è proprio da questo obiettivo che parte la progettazione dell’Udc pugliese ed in particolare di Peppino Longo.

Proposto dallo stesso governatore Vendola come presidente della Settima Commissione consiliare (quella che si occupa di Statuto e legge elettorale) e in lizza per la vicepresidenza del Consiglio regionale, Longo è già al lavoro per mettere nero su bianco un paio di proposte concrete. “Innanzitutto dobbiamo cercare di sfruttare al massimo i 3 anni che ci restano per usufruire dei fondi europei” ha insistito.

Nel 2013 infatti la Puglia uscirà dalle regioni cosiddette “Obiettivo 1” dell’Ue e non avrà più diritto ai finanziamenti per le aree disagiate. “Fondi che, se ben utilizzati – ha spiegato Longo – potrebbero dare un impulso importantissimo allo sviluppo della nostra terra”. E’ per questo che tra le prime azioni concrete che Longo promuoverà quale consigliere regionale, ci sarà un progetto da presentare alla Regione perché venga finanziato con fondi Ue, che coinvolga i modugnesi e che, se approvato, aiuti la nostra città a crescere e svilupparsi.

“Un progetto – ha sottolineato Longo – diretto ai giovani e del quale proprio i giovani modugnesi, magari quelli che ancora non hanno trovato un lavoro, siano protagonisti attivi”. Ma l’Udc non è minoranza in Consiglio regionale? “Non siamo nella maggioranza – ci ha in effetti confermato Longo – ma vicini al centrosinistra. Faremo un’opposizione costruttiva.

Indagini della procura per truffa alle assicurazioni

A Modugno per alcuni avvocati locali 15 casi incriminati. Nell’ultimo periodo non solo non ci sono nuove denuncie, ma sono state ritirate alcune vecchie richieste di risarcimento danni. Ci sarebbero anche modugnesi “furbetti” tra gli indagati nel fascicolo d’inchiesta della Procura di Bari su presunti risarcimenti per false cadute.

L’ipotesi accusatoria a carico di decine di persone è associazione per delinquere finalizzata a truffa e falso. Quello che emerge dalle indagini della polizia giudiziaria guidata dal vicequestore Pietro Battipede, è che in una trentina di casi pedoni distratti avrebbero denunciato falsi incidenti sulle strade di Modugno, dovuti a marciapiedi sconnessi e buche. Più di 400 i casi su cui si stanno concentrando gli accertamenti degli investigatori, un centinaio quelli già accertati tra Bari, Bitonto e Modugno.

La truffa è quantificabile in 500mila euro, se si considera che le richieste risarcitorie per i “danni provocati dai dissesti della pubblica via sono di importo pari o inferiore a 5mila euro. Solo a Modugno il Comune potrebbe aver subito un danno di quasi 150mila euro, ma da palazzo di città non c’è stata nessuna denuncia. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2007-2009.

Nel fascicolo della pm Angela Morea, si ipotizzano reati a carico dei denuncianti, degli avvocati che ne hanno curato le pratiche e le richieste di risarcimento, dei medici curanti che ne hanno firmato i certificati attestanti i presunti danni fisici dovuti alle cadute. Nell’indagine sono emersi nominativi ricorrenti “con allarmante frequenza – scrive la Pg – tra danneggiati e testimoni oculari, non di rado con scambi di ruoli tra loro (spesso, cioè, i primi figurano quali testi nei sinistri occorsi a chi aveva già rilascia to dichiarazioni testimoniali in loro favore)”.

L’inchiesta mira ad accertare anche il ruolo delle assicurazioni, che potrebbero risultare compiacenti nell’associazione ipotizzata. Nella sola città di Bari, dove il fenomeno è stato denunciato dall’ufficio del direttore generale del Comune, sono stati accertati 57 casi e su un’altra ventina sono in corso verifiche. Cinque gli studi legali coinvolti. Altri 15 casi a Modugno con un solo studio “incriminato”, del quale però non è noto il nome. A Bitonto sono una quarantina, assistiti dallo stesso avvocato.

Cultura Rom tra arte, musica e folklore

Spesse volte il mondo degli zingari è considerato distorto e di cui spesso sono vittime. “I loro lavori esprimono un sentimento di rivincita, sono una forma di terapia”. E’ quello che Timea Junghaus, curatrice della prima mostra dedicata all’arte contemporanea rom alla 52esima biennale di Venezia (nel 2007), ha detto a proposito dei quadri degli artisti rom.

Soprattutto nel periodo romantico c’e stata una grande valorizzazione della cultura e della musica degli zingari, ma ai rom non è mai stato riconosciuto questo merito. Da sempre svincolati dai parametri di vita dei gagé (come loro chiamano i non zingari), vivono l’arte come espressione profonda della propria esistenza. Riflette per questo lo stato d’animo di un popolo che ha fatto della precarietà l’emblema del proprio virtuosismo artistico. Un popolo, quello zingaro, caratterizzato dal suo destino, dal suo fatalismo atroce, da quel suo girovagare, da quel ricominciare sempre daccapo.

Anche i rom bosniaci che vivono a Modugno conservano nel proprio bagaglio culturale un’arte antica. I capifamiglia della nostra comunità rom discendono infatti da “maestri” della lavorazione di alcuni metalli (ferro e rame per fare solo alcuni esempi) utilizzati per costruire vari utensili da cucina e oggetti artistici come piccole sculture e quadri. Alcuni di loro hanno ereditato questa abilità – “arte” e sanno farlo molto bene. “Sanno chi sono, la loro identità è ben manifesta a sé e agli altri e punto di forza è l’autostima di gruppo, la capacità di adattamento all’ambiente circostante – ribadisce la docente Maria Liberio – e paradossalmente poiché stanziali sono meno tollerati”.

I nostri rom bosniaci sono giunti in Italia in seguito all’emigrazione degli anni 90’ come risposta (con la fuga) alla pulizia etnica degli estremisti serbi e croati. Le famiglie rom che vivono a Modugno e che sono ormai stanziali, posso essere definite “nomadi sedentarizzati”. I rapporti fra i rom e la società circostante sono sempre stati difficili con punte di conflittualità a volte esasperate. È certo che all’assimilazione forzata i rom hanno risposto con l’autoemarginazione e la clandestinità. Nonostante sei secoli di convivenza cosa conosciamo realmente della cultura rom? Sicuramente poco, per non dir nulla. Il mondo rom è filtrato solo attraverso gli stereotipi negativi con distorsioni dannosissime, di cui i rom spessissimo restano vittime.