Gianluca Longo: tornato al calcio giocato dopo la vittoria sul cancro

Gianluca Longo: «sono tornato a giocare per passione e per testimoniare la mia vera vittoria». A 9 anni nelle giovanili del Bari e da questa stagione riparte dall’Eccellenza marchigiana.

Il gioco del calcio è una passione per la stragrande maggioranza degli abitanti del globo terraqueo, esserne poi un protagonista è un sogno per molti bambini che come Oliver Hutton hanno sempre considerato quell’innocua sfera a scacchi esagonali bianchi e neri o colorata che sia, un vero e proprio compagno di giochi. Tale premessa fa da prologo e da sfondo alla storia di Gianluca Longo nato a Modugno il 10 aprile 1991, il quale ha coltivato con estrema cura e dedizione il suo sogno, fino a farlo sbocciare all’età di nove anni in una meravigliosa realtà.

 

“Ho dato i miei primi calci nella squadra locale del Balsignano all’età di 5 anni, prima che qualcosa di straordinario stesse accadendo alla mia vita: l’ingresso nell’ AS Bari. Sono entrato a farne parte nell’anno 2000. Calcisticamente sono cresciuto sotto la guida di Giovanni Caffaro e Lorenzo Catalano figlio del più noto Biagio, famosa bandiera biancorossa. Quel periodo e il successivo è stato fondamentale e decisivo per me, perché non solo ha permesso una mia crescita calcistica e professionale da un punto di vista squisitamente tecnico-tattico, ma ha contribuito ad una maturazione “precoce” anche sotto il profilo umano in cui i meticolosi addetti al settore giovanile ti insegnavano e premevano per l’educazione e il rispetto altrui. 

Tra i meravigliosi anni in maglia biancorossa annovero con enorme piacere ed entusiasmo l’anno 2006 dove sotto la conduzione tecnica di mister Catalano raggiungemmo la finalissima dei giovanissimi nazionali disputata in quel di Perugia, persa poi ai calci di rigore contro l’Inter di Santon, Destro e Obi, dopo uno splendido campionato, caratterizzato da un girone dominato e vinto con quattro giornate d’anticipo, in cui indescrivibile fu la gioia della vittoria nei due derby contro il Lecce, uno dei quali concluso con un perentorio 0-3 tra le mura salentine. Inoltre la convocazione per uno stage con la nazionale under 16 a Converciano, esperienza condivisa con Petrucci (Manchester United), Sala (Chelsea), Moscatiello (Cesena), Ragatzu (Cagliari) per citarne solo alcuni di ragazzi di belle speranze fu l’apice di un’annata fantastica. Nemmeno nel mio miglior immaginario potevo realizzare un disegno così idilliaco, la realtà superava di gran lunga ciò che avevo sempre sognato.

L’anno successivo, giocai con un anno di anticipo la categoria Allievi Nazionali sotto la guida di mister De Trizio, senza mai e sottolineo mai immaginare che il 1 aprile 2007 sarebbe stata l’ultima mia partita con i galletti (Bari – Potenza). Potremmo da adesso in poi iniziare un altro articolo con tutt’altra tipologia di discorsi e argomentazioni. Un elemento improvviso e inaspettato senza chiedere alcun permesso entrò prepotentemente nella mia vita caratterizzando non solo la mia storia, ma quella di tutte le persone, parenti ed amici che ruotavano e si intersecavano perfettamente come un ingranaggio ben oliato, all’interno della mia vita. Quell’ospite sinistro si presentò con un nome ben preciso: Linfoma di Hodgkin. Scoprii la mia malattia nel mese di giugno di quello stesso anno, dopo la biopsia del linfonodo “sospetto” nato durante una bronchite.

 

Effettuai subito sei cicli di chemio, ovvero dodici sedute intervallate tra loro da un lasso temporale di quattordici giorni, per una durata complessiva che andava dal mese di giugno a quello di dicembre dell’anno 2007. Dopo i primi due cicli la malattia era scomparsa e gli esami diagnostici Tac e Pet (Tomografia a emissioni di positroni) erano sempre negativi. Ma quando la situazione sembrava procedere nel verso giusto, ecco la sorpresa: marzo 2008, dopo soli tre mesi una recidiva della malattia bussò nuovamente alla mia porta e questa volta in maniera molto più energica. Altre terapie, ma questa volta più forti e con tempi molto più lunghi caratterizzarono quel periodo. Ho effettuato 4 cicli di chemioterapia ad alte dosi con ricovero di una settimana circa per poi arrivare all’autotrapianto delle mie cellule staminali a settembre 2008, con una degenza di tre mesi a casa isolato da tutti, per poi concludere tra dicembre e gennaio con ben ventidue sedute di radioterapia.

Questo è stato il momento più delicato e duro della mia vita, soprattutto a causa delle innumerevoli sofferenze provate, ma è stato anche il periodo di un mio cambiamento come persona e a questo punto come piccolo uomo e quella maturazione precoce che il calcio sin da piccolo mi aveva imposto mi chiedeva ancora altre prove. Tre anni di lotta per sconfiggere il “Mostro”, le chemio, la pena che ha lacerato la mia pelle e la mia anima. Improvvisamente cambiò tutto. Se penso a quando tutto è iniziato, dal momento in cui ho conosciuto il Male, all’immane senso di impotenza che ho provato.

Errata corrige sulle origini dei Maglietti

Per dovere di cronaca ci preme fare alcune precisazioni a proposito dell’articolo da noi pubblicato nel numero di maggio sulla storia della macelleria, anzi delle macellerie Maglietti. Innanzitutto sul nome della famiglia. Non deriverebbe dal cognome di chi adottò il piccolo Nicola, ma Maglietti sarebbe stato un cognome attribuito al bimbo dalla sacra rota prima ancora che venisse adottato.

Come dire che i Maglietti sono cominciati con lui. La prima macelleria aperta a Modugno dal capostipite della famiglia, Nicola appunto, era in via Squadrilla 6, nel centro storico, dove molti anni dopo cominciò l’avventura di macellaio del nipote, ancora un Nicola Maglietti, che ha poi aperto in via Conte Stella, ancora in attività. Dopo quella di via Squadrilla, Nicola aprì altre due macellerie, entrambe in via XX Settembre e il figlio Rocco una in via Piave.

Alla scoperta dei siti archeologici presenti a Modugno

Città Aperte 2010’: Riscopriamo i tesori nascosti della nostra città. Settembre modugnese ricco di eventi. Visite guidate ai più importanti monumenti storico-artistici di Modugno. Era il settembre del 1998 quando la determinazione di volenterosi cittadini, molti dei quali appartenenti all’ UPSA-Confartgianato, si concretizzò con la nascita della Pro Loco Modugno.

L’allora neo associazione si apprestava dunque a compiere i primi passi verso la sua “missione” di sensibilizzazione culturale e sociale che nel corso della sua decennale vita la vide ed è tuttora protagonista nell’ organizzazione della maggior parte delle manifestazioni a carattere intellettuale, culinario e di svago tutte atte alla promozione del territorio di competenza. Quindi tenendo fede al suo “mandato”, anche quest’anno con il Patrocinio del Comune di Modugno e in collaborazione con diverse associazioni offre ai cittadini locali e non, una vasta gamma di appuntamenti che caratterizzeranno il mese di settembre.

Le iniziative sono state inserite nel programma del cartellone degli eventi “Arte in testa”, predisposto dall’Assessorato alla Cultura e rientrano nei festeggiamenti in onore di San Rocco e San Nicola da Tolentino, che culminano nelle celebrazioni religiose del 24, 25, 26 e 27 settembre. Inoltre nell’ambito del progetto “Città aperte 2010 – IV edizione – Riscopriamo i tesori nascosti di Modugno” dal 14 luglio al 27 settembre, patrocinato dalla APT di Bari e dalla Regione Puglia, in collaborazione con l’Archeoclub sede di Modugno, continuano le visite guidate turistiche alle più significative testimonianze del patrimonio storico-artistico locale, seguendo un calendario di aperture prefissato.

Mercoledì 15 settembre dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – Riapre il Casale fortificato di Balsignano. Venerdì 17 settembre dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – Visite alla Chiesa SS.ma Maria Annunziata. Sabato 18 settembre dalle ore 20.00 alle ore 24.00 – la V edizione di “Notte a Modugno, storia, arte e sapori del paese”. Nel dettaglio, alle ore 20.00 – Chiostro Palazzo S. Croce (municipio): esibizione delle più famose arie di musica lirica con la soprano Claudia e Mirella Leone. Alle ore 22.00 – Visite guidate al centro storico in collaborazione con l’Archeoclub. Alle ore 24.00 – Degustazione di prodotti tipici in collaborazione con esercenti locali.

Domenica 19 settembre raccolta di firme per la tutela del patrimonio immateriale, “Tuteliamo la nostra storia”. Giovedì 23 settembre dalle ore 18.30 alle ore 20.30 – Apertura del Palazzo Pascale – Scarli dove alle ore 21.00 a cura dell’Argonavis ci sarà l’interessante mostra fotografica “I Castelli in mostra”, Volume d’arte “Bel Medioevo di Puglia”. L’apertura del Palazzo Pascale -Scarli riguarderà anche i giorni successivi fino a Lunedì 27 settembre, dalle ore 18.30 alle ore 20.30.

Strisce pedonali in via d’estinzione sulle strade del q.re Cecilia

 

Il caso della signora Grimaldi: investita da un’auto ad un incrocio ha rischiato di avere torto. In Zona Cecilia scompaiono le strisce pedonali. Indis­pensabili per i pedoni e anche per gli automobil­isti, questi semplici segni sull’asfalto servono a salvare la vita di coloro che, temerariamente, ten­tano di attraversare quei pericolosi fiumi di mac­chine che sono le strade.

Invisibili o, a volte, da interpretare. Sbiadite, prive di contorni. È un fenomeno comune, pur­troppo, in molte zone del quartiere Cecilia. Soprat­tutto in incroci perico­losi come quello di via Molise o di via Lom­bardia. Nell’intento di favorire la circolazione e snellire il traffico, cos­truendo una rotonda e aree spartitraffico di una strada, come quella di via Molise, che corrisponde all’arteria principale che collega la zona Modugno all’Ospedale San Paolo, ci si è dimenticati di ri­calcare le strisce pedon­ali che, già prima della messa in opera dei lavori sulla strada, assolvevano egregiamente il loro com­pito.

“La situazione in via Lombardia è ancora più grave – afferma Giuseppe Loiacono, un residente della zona Cecilia che vive sul territorio da più di 20 anni – soprattutto perché in zona c’è un asilo ed io, quando vado a prendere mio nipote, non mi sento tranquillo”. Ma il problema delle strisce pedonali fantasma risale a tempi remoti. “Sono cinque anni che il Co­mune di Modugno non rifà le strisce pedonali – testimonia il consigliere circoscrizionale Vito Ca­mastra – Forse si dovreb­be pensare maggiormente a ciò che è necessario per i cittadini e lasciare da parte il superfluo”.

Il problema non è da sot­tovalutare. La pericolosità di strisce pedonali sbia­dite può essere testimo­niata dalla signora Rosa Grimaldi che, proprio in una di queste strade, ha rischiato di essere investita. “Stavo attra­versando sulle strisce pedonali – ha commen­tato la signora Rosa – quando una macchina, non rispettando lo stop, mi ha quasi travolta. “Sono caduta riportando delle lesioni non gravi al ginocchio. Ho cercato di fare causa al proprietario della macchina – ha ag­giunto la signora ancora spaventata – ma il mio avvocato mi ha detto di lasciare perdere perché se le strisce pedonali non erano visibili il con­ducente avrebbe potuto anche vincere la causa”. In definitiva un prob­lema semplice con una facile soluzione: un po’ di pittura bianca e la sicurezza potrebbe es­sere ristabilita.

9° Memorial Saverio Stramaglia: trionfa ancora l’amicizia e il ricordo di un Amico

9° Memorial Stramaglia

9° Memorial Stramaglia

La finale si disputerà il 30 luglio al centro sportivo Oratorio. “Con un calcio ad un pallone, il ricordo: un’emozione». Recita così la locandina del memorial Saverio Stramaglia giunto alla nona edizione.

Espressione che racchiude in sé tutto l’affetto che si prova in questi giorni varcando la soglia del “Centro Sportivo Oratorio” dove incrociare occhi e sguardi di amici e parenti giunti per onorarne il ricordo è davvero un’emozione unica ai limiti della commozione.

Saverio nasce il 5 giugno del 1979 e vive tra l’amore dei suoi cari e dei suoi amici mettendo subito in evidenza le sue innate qualità caratteriali quali l’umiltà, la semplicità, la dedizione verso la famiglia, punto cardine della sua vita, e la gioia nel condividere momenti indelebili con le persone a lui vicine. E come accade da ben nove anni, lo spirito di amicizia e fratellanza che accompagna questo memorial ritorna e si esplica all’interno del “rettangolo verde” tanto amato e calpestato dal nostro generoso e adorabile amico.

Era il 30 agosto del 2001 quando nei pressi di Barletta un cedimento strutturale di un carrello elevatore tolse la vita al 22enne e con sé tutte le pregevoli qualità, compresa la grande passione per il suo lavoro. Ma una cosa la morte non riuscì a sottrarre, il grande affetto, emozione e ricordo di questo meraviglioso ragazzo che resterà per sempre nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e che tocca l’apice nel meeting sportivo organizzato in suo onore.

Ogni anno dal 2002 a questa parte si svolge in estate presso gli impianti sportivi locali (prime edizioni svolte presso i campi “Balsignano” poi al centro della città di Modugno presso il “Centro Sportivo Oratorio”), grazie all’encomiabile dedizione del cugino Pino Maurelli in qualità di organizzatore, con il prezioso aiuto di amici e parenti, sotto l’attento paterno e materno benestare dei coniugi Stramaglia, Angelo e Anna e dei fratelli Vincenzo e Fabio sempre presenti durante il torneo. Infatti come ricordare al meglio l’esistenza breve, ma davvero intensa di un ragazzo che del calcio aveva fatto una delle sue ragioni di vita (U.S. Modugno e Pro Inter furono le squadre giovanili che lo videro protagonista), se non attraverso un memorial a lui dedicato?