Fine mandato: cosa ci lascia in eredità il Sindaco Rana

Si avvia a conclusione il secondo mandato del Sindaco Rana. È doveroso rendere omaggio alla persona che per 10 anni, ininterrottamente, ha rivestito la carica di primo cittadino di Modugno. Governare per tanto tempo una città come la nostra, richiede abilità che 10 anni fa, dopo la vittoria al ballottaggio contro il candidato di centro destra, pochi gli riconoscevano. Molti sono contenti per averlo intuito in anticipo e molti altri si rammaricano di averlo capito in ritardo, ma l’abilità con la quale il Dott. Giuseppe Rana ha saputo districarsi fra le insidie delle varie maggioranze che nel tempo lo hanno appoggiato, rimarrà certamente nella storia modugnese.
Cosa ci lascia il Sindaco Rana? Poco, molto poco, secondo l’opinione comune; del resto con l’incessante ricambio sia delle maggioranze che degli assessori che ne erano l’espressione, non è stato possibile dare continuità e concretezza alle numerose iniziative intraprese. Luci ed ombre quindi su questi dieci anni di amministrazione Rana. Di certo fra le cose positive lasciate ai modugnesi vi è la comprensione dei meccanismi tramite i quali si diventa politici di primo piano. Auguri quindi al Dottor Rana di un futuro altrettanto lungo sui banchi della Provincia di Bari. A Bari.

L'inceneritore come unico rimedio all'emergenza rifiuti?

Emergenza rifiuti, discariche vicine al collasso: l’inceneritore è l’unica soluzione possibile? Secondo i dati della relazione di Città Plurale, la termovalorizzazione è la procedura di smaltimento più costosa per amministrazioni e cittadini.

Tre le ultime dichiarazioni dell’assessore provinciale all’ambiente, Giovanni Barchetti, durante la conferenza stampa tenutasi in data 21 settembre nella sede della Provincia di Bari alla presenza dei presidenti delle provincie di Bari e BAT, Francesco Schittulli e Francesco Ventola, emerge con forza la considerazione secondo la quale la realizzazione dell’inceneritore della società Ecoenergia, che dovrebbe interessare il territorio modugnese, è da ritenersi necessario al fine di fronteggiare l’emergenza rifiuti che caratterizzerebbe il nostro territorio e che potrebbe esplodere da un momento all’altro trasformando la Terra di Bari in una Campania bis. La criticità della situazione sarebbe da attribuire alle discariche del nostro territorio ormai piene.

Attualmente risulta essere in esercizio soltanto quella di Giovinazzo, esaurita dallo scorso anno, ma ancora attiva grazie ad un ampliamento in senso orizzontale. Quest’estate anche la discarica di Conversano si è esaurita e, su richiesta del presidente della Regione Vendola, la Provincia ha autorizzato un sopralzo di 50 centimetri per fronteggiare l’emergenza. Ovviamente tale misura è da ritenersi provvisoria se si considera che tra poco tempo la discarica di Conversano sarà nuovamente piena e presto sarà chiusa per effetto dell’ultima sentenza del Tar Puglia che ha accolto il ricorso del Comune di Conversano, annullando di fatto sia l’ordinanza regionale di proroga dell’esercizio, sia quella provinciale per la sopraelevazione della montagna artificiale di rifiuti, già alta 10 metri.

Una possibile soluzione sarebbe quella di trasferire i rifiuti fuori provincia, ma i comuni hanno fatto sapere che non sono in grado di fronteggiare i costi conseguenti al trasporto dei rifiuti. La soluzione della Provincia? Arginare l’emergenza autorizzando la realizzazione dell’inceneritore, in quanto “indispensabile a chiudere il ciclo dei rifiuti”.

“La menzogna – come dichiarato dal dottor Agostino Di Ciaula, membro dell’associazione di cittadinanza attiva Città Plurale – è che nella maggior parte dei casi quel ciclo non si è mai neanche aperto. La legge (D.Lgs. 22 del 5 Febbraio 1997) prevede l’utilizzo degli inceneritori solo se inseriti alla fine di un percorso che inizi con una valida raccolta differenziata, nel rispetto delle percentuali previste. Ad Acerra, come a Conversano ed in buona parte della nazione, la percentuale di raccolta differenziata non raggiunge il limite minimo imposto dalla legge, essendo vergognosamente bassa. E la cosa tragica è che dove vengono costruiti inceneritori (come Brescia), la differenziata non interessa più a nessuno, perché si hanno altri obiettivi da raggiungere, non certo riguardanti il bene comune”.

“È inoltre opportuna una domanda – prosegue Di Ciaula – considerata la legge, se negli inceneritori dovrebbe essere bruciato solo ciò che rimane dopo una adeguata raccolta differenziata, il cosiddetto CDR (combustibile da rifiuto), cosa ci bruceranno per renderli economicamente vantaggiosi? Potremmo chiederlo agli abitanti di Colleferro, che sarebbero lieti di spiegarci perché il loro inceneritore è stato sequestrato. Ad Acerra sono stati più furbi, prevedendo per decreto di bruciare anche rifiuti indifferenziati, con enormi e pesanti potenziali ricadute sui livelli di inquinanto della zona. Accadrebbe la stessa cosa per Conversano?”.

Cavallino Hotel casa di cura all'avanguardia

La Casa Protetta e Comunità Socio Riabilitativa “Cavallino Hotel”, nasce da un preciso impegno sociale in favore della Terra di Bari e in particolare nel territorio di Modugno. La dedizione professionale verso il fenomeno sociale della “Terza Età” e delle disabilità in genere, ha consentito l’affermazione sul territorio di una struttura che può vantare standard qualitativi di considerevole livello.

“L’obiettivo principale del nostro progetto è stato la realizzazione di una struttura a misura d’uomo, che rispettasse in pieno le esigenze e la dignità di Ospiti e Operatori, in grado di offrire una globalità di servizi che mirano a superare le aspettative del territorio e del suo stato sociale”, spiega il dr. Antonio Perruggini, 43 anni, direttore della Residenza Protetta. Perruggini ha un’esperienza ventennale nel settore che cura da molti anni avendo collaborato con importanti gruppi imprenditoriali della sanità e dei Servizi Sociali del territorio barese. Gli abbiamo fatto qualche domanda.

Direttore, quali sono le caratteristiche della residenza Cavallino Hotel?
La Casa Protetta, Casa per la Vita e Comunità socio Riabilitativa “Cavallino Hotel” intende offrire ai suoi Ospiti sia la serenità del soggiorno sia la soddisfazione delle proprie passioni e dei propri hobbies strettamente personali e slegati dal continuo pensiero riguardante il proprio stato di salute, sociale o psicologico  favorendo l’attuazione di un percorso di vita attivo che cura prevalentemente persone anziane che assiste professionalmente persone che preferiscono condurre una vita serena e autonoma condividendo i protocolli socio educativi indicati dalla struttura. In questo settore ospitiamo altresì persone non autosufficienti che necessitano di assistenza continua e altamente professionale e che sono affette da patologie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson, Sla, Scerosi Multipla, ecc. naturalmente anche per questi particolari ospiti sono previsti percorsi mirati al mantenimento delle capacità residue sia motorie che neurologiche.

Ma vi sono anche altri nuclei?                                                                                                                                                                                   Sì. Il nuovo nucleo che riguarda la Comunità Socio Riabilitativa, godrà di un convenzionamento con la Asl Bari ed è in grado di ospitate e assistere professionalmente i disabili giovani che hanno meno di 64 anni. La Asl interviene anche per l’assistenza che riserviamo a coloro che hanno una patologia psichiatrica stabilizzata. In questa ottica abbiamo realizzato anche un nucleo denominato Casa per la Vita che appunto si impegna affinché questi ospiti, che spesso non hanno un legame familiare stabile o sereno, vengano assistiti e tutelati nella loro dignità e quindi seguiti socialmente in modo professionale.

Con attenzione al tempo libero, dunque.
Certo, anche in questo caso abbiamo messo l’Ospite al primo posto, cercando di individuare molteplici soluzioni fuori dagli standards comuni di accoglienza, che sono presenti in forma generale. Ci sono tante opportunità per i nostri Ospiti per poter trascorrere momenti di serenità. Solo per fare un esempio, voglio ricordare il successo riscosso dalle Olimpiadi del Nonno, che hanno visto la partecipazione e l’entusiasmo del famoso campione olimpico Pietro Mennea, che ha seguito tutto il progetto con grande passione e umanità. I nonni si sono divertiti tantissimo”.

Su quali principi basate il vostro lavoro?
Bisogna premettere che i fenomeni della “Terza Età” e delle Disabilità in genere, sono dei grandi problemi della società. Per questo occorre favorire l’attuazione di un percorso di vita attivo. Il problema primario è la valorizzazione delle persone. Bisogna far sì che la ricchezza umana e spirituale e l’esperienza accumulate nel corso di una vita intera non vadano disperse.

Come raggiungete questo obiettivo?
Per raggiungere lo scopo è necessario anzitutto che l’ospite stesso prenda coscienza delle possibilità che ha a sua disposizione, e in questo noi della Cavallino Hotel vogliamo sentirci protagonisti. Ogni collaboratore della “Cavallino Hotel” si sente protagonista della serenità dei nostri Ospiti a cui riserviamo affetto e considerazione”. Naturalmente dedichiamo particolare attenzione alla salute dei nostri Ospiti grazie alla presenza quotidiana del medico, dell’infermiere, della farmacista, pronti ad assicurare le giuste terapie individualizzate. Inoltre vi è l’aspetto del grande confort assicurato nella struttura, ove gli spazi adeguati e finemente arredati, consentono la realizzazione di un posto elegante e adeguatamente pronto a alleviare le difficoltà dei propri ospiti.

Michele Piccirillo: il Gentlemen del Ring

Il “Paradiso” di Michele Piccirillo: dalle vittorie sul ring alle sue tazzine di caffè. L’ex pugile di Modugno si racconta dietro il bancone del suo nuovo bar.Il ‘Gentlemen del ring’, il De la Hoya italiano, il detentore del record di 50 vittorie, 5 sconfitte e un no-contest, a quattro anni era un bambino basso e sovrappeso.

E’ difficile immaginare il pugile modugnese. Michele Piccirillo all’epoca del suo esordio, difficile scorgere nel campione l’ombra del piccolo esordiente che varcò l’atrio della sua prima palestra a Giovinazzo, accompagnato dal padre nonché primo maestro Scipione. Quella del piccolo Michele con qualche chilo di troppo è poco più che un’istantanea, un’immagine a cui nel giro di qualche mese si sovrappone quella della prima vittoria a livello nazionale dilettanti.

A quel primo risultato seguì l’inizio di una carriera inarrestabile costellata da enormi soddisfazioni e grandi sacrifici. Dai 5 anni in poi Michele inizia a viaggiare da solo per partecipare alle gare, a 8 anni trascorre lunghi periodi a Perugia per la nazionale, e a 14 vi si trasferisce grazie al proprio sponsor. Il 1992, oltre ad essere per lui l’anno dei quarti di finale alle Olimpiadi, è anche l’anno dell’esordio nei professionisti, categoria welter. Sono tanti gli incontri rimasti nella memoria degli amanti del pugilato: la vittoria ai campionati europei del ’97 contro McCreesh, il conseguimento del titolo mondiale dei pesi welter (W.B.U.) ottenuto nel’98 con la vittoria contro Delan, gli incontri che lo hanno visto mantenere il titolo contro Duran, Acuna, Crucce e Murray, il match del 2002 con Cory Spink che lo portò a vincere il titolo internazionale I.B.F..

E’ difficile per Piccirillo scegliere il match più importante: ogni incontro mondiale ed europeo è costellato da aneddoti ed insegnamenti, così come ogni sconfitta ha portato con sé utili indicazioni per migliorarsi. Pur avendo viaggiato molto ed essendosi adattato ad altri stili di vita, il pugile ha trovato naturale rientrare a Modugno – dove ora gestisce il Caffè Paradiso nell’omonima via, ritrovando quella realtà in cui ha sempre fatto ritorno, ogni due o tre mesi, anche all’apice della carriera. Nel corso degli anni il ‘gentleman’ italiano ha tuttavia dovuto constatare la profonda differenza che intercorre tra la concezione nostrana del pugilato e quella, molto più radicale, che si respira in America.

Se infatti negli USA il mondo dello sport occupa una posizione centrale nella società, in Italia il successo e l’adesione al pugilato non sono sopravvissuti al raggiungimento di un certo benessere: fino a 6 o 7 anni fa era ancora possibile imbattersi in giovani italiani alle prese con i guantoni, mentre oggi non ci sono più ragazzi disposti a sacrificarsi tanto, a sottoporsi a due allenamenti al giorno, a seguire una dieta rigida, a rinunciare a feste e riposo, a correre sotto la pioggia e la neve senza mollare. Secondo Piccirillo il pugilato è figlio del bisogno, della brama, del rigore: si nutre di uno spirito di dedizione e sacrificio fortunatamente sconosciuto alle nuove generazioni.

A Modugno a lezione di politica

A lezione di ideali e vivere civico. Può ancora oggi la politica interessare da vicino i cittadini, impegnare, creare passioni e riunire uomini e ideali?

La risposta sembra essere affermativa se il significato di questo impegno è la gratuità. Servire gli altri, politica come servizio e carità: queste sono le parole che riassumono il senso della scuola di politica, giunta al secondo anno, organizzata dall’osservatorio socio-politico interparrocchiale e dalle ACLI di Modugno con la collaborazione dell’Associazione Cercasi Un Fine guidata da don Rocco D’Ambrosio. Gli incontri, a cadenza quindicinale, si svolgeranno nel convento dei frati Cappuccini, l’ex sede della parrocchia Immacolata e comprenderanno l’intervento di un relatore per l’esposizione del tema dell’incontro e una successiva suddivisione dei presenti in laboratori per svolgere lavori di gruppo, di approfondimento o esercizio sul tema proposto.

La quota d’iscrizione è di 50 euro per l’intero programma, 25 euro per disoccupati e studenti. Il percorso di studio sarà basato sull’apprendimento dei ruoli e delle tecniche dell’amministrazione locale. Incominciando da un approfondimento sulla storia e sui contenuti delle autonomie locali, si tenterà di riscoprire il valore della “cittadinanza attiva”: un “diritto” di cittadinanza che, a ben guardare, va di pari passo con un più corretto “dovere” di cittadinanza che fa tutti responsabili, in diverso ordine e grado, del vivere comune.

Chiariti i fondamenti, si passerà dunque al concreto studio della legislazione che regola le attività di un Comune, di una Provincia e di una Regione. Il corso inoltre sarà arricchito da quattro appuntamenti che si terranno ad Acquaviva che vedranno la plenaria dei partecipanti a tutte le scuole organizzate sul territorio regionale in cui il prezioso contributo di esperti porterà degli approfondimenti sul pensiero di don Milani (da cui prende ispirazione la scuola), sulla cittadinanza attiva, sul rapporto politica e comunicazione e infine sul contributo che una piena consapevolezza dell’unità del paese può dare alla costruzione dell’unità dell’Europa.