Modugno sotto la lente di ingrandimento della DIA

 

I traffici illeciti si spostano in provincia: a Modugno i referenti di tre clan baresi. Sfogliando la sezione pugliese della relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre 2009, pubblicata qualche settimana fa, sorprende l’esplicito riferimento a Modugno nella divisione dei clan sul territorio per la spartizione e il controllo dei traffici illeciti.

Nella mappatura che la Dia fa della criminalità in provincia di Bari, a Modugno viene dedicata una sezione relativa alle ramificazioni dei clan Mercante-Diomede, Capriati e Parisi, questo “mediante il gruppo – scrive la Dia – Rutigliano-De Vito”. Nel descrivere “la pressione esercitata dagli schieramenti mafiosi nei quartieri di Bari che si diffonde nei territori della provincia limitrofa”, gli investigatori antimafia individuano “profili di fluidità e poliedricità criminale.

Le espressioni delittuose – è scritto nella relazione – localmente dirette dai referenti di zona che assicurano il collegamento con i vertici dei sodalizi, sono favorite dalla contiguità esistente tra il capoluogo e i comuni della provincia. I comuni delle zone di confine tra più province subiscono poi l’influenza di più poli criminali”, ma non è il nostro caso. Questo invece accade, per esempio, “nell’area del sud-est barese adiacente alla provincia di Brindisi che, oltre alla pressione dei clan baresi, risente della vicinanza dei sodalizi fasanesi, specializzati in rapine a istituti di credito ed esercizi commerciali, nonché in furti d’auto”.

Corsi di preparazione al parto attivati dal consultorio familiare

Un altro importante progetto attuato dal Consultorio Familiare di Modugno è il “Percorso nascita”. Tale progetto prevede una serie di incontri durante i quali la coppia viene seguita durante il periodo di gestazione, durante il parto e nel periodo che segue la nascita.

Tali incontri, che si svolgono nell’arco di due mesi, hanno come obiettivo quello di favorire il benessere madrefiglio per l’individuazione precoce del disagio materno infantile e per il sostegno alla genitorialità in modo da affrontare la gravidanza e la maternità in maniera più serena. Gli incontri sono rivolti alle coppie e prevedono sedute in cui si insegnano alla futura madre tecniche di rilassamento e training autogeno, come affrontare al meglio il momento del parto e la cura del bambino nei primi mesi di vita.

Al Q.re Cecilia manca un ufficio protocollo

Senza un Ufficio Protocollo la burocrazia viaggia lenta. Domenico Clementini: “Mi sono giò mobilitato ma la situazione non è semplice. Ci vuole tempo”. L’ennesimo disservizio che ancora una volta è don Giuseppe Bozzi, parroco di San Pietro, a porre all’attenzione degli abitanti della Zona Cecilia e del Comune di Modugno.

Il 20 maggio 2010, mediante una lettera al sindaco, don Giuseppe ha messo in evidenza la mancanza di un ufficio protocollo sul quartiere. Un ufficio indispensabile per rendere più utile e operativa la sede distaccata del Comune che, se da una parte ha agevolato i residenti nella richiesta di documenti identificativi, dall’altra può offrire solamente un servizio limitato, principalmente per quanto riguarda gli atti di matrimonio che non possono essere protocollati.

“Sarebbe doveroso istituire questo servizio – commenta il parroco – I residenti impiegherebbero meno tempo per l’espletamento delle formalità burocratiche e si consentirebbe di vedere più vicina al quartiere l’istituzione comunale”. Ma ancora una volta non c’è stata risposta, se non quella del consigliere comunale Domenico Clementini che assicura il suo impegno in prima linea per il bene del quartiere, “ma la situazione – dice – non è semplice”.

Mi sono mobilitato per l’istituzione dell’ufficio protocollo – afferma Clementini – ma non si può ottenere tutto e subito. Ci vuole tempo e bisogna lottare e io non smetterò mai di farlo se i miei concittadini continueranno ad aiutarmi nel mio lavoro”.

Gli alunni in visita al consultorio familiare

Progetto in collaborazione con le scuole: incontri con studenti e docenti per prevenire il disagio adolescenziale, sensibilizzando ed informando sulle tematiche sessuali.

Nell’ambito della nostra indagine sui servizi sociali rivolti al cittadino, abbiamo intervistato il dirigente responsabile del Consultorio Familiare, la dottoressa Vanda Vitone. Per chiederle di illustrarci quali siano i servizi che il consultorio offre al cittadino, quali le difficoltà che gli operatori o l’organizzazione incontra e quali siano i progetti futuri.

Se consideriamo il distretto SS9 dalla ASL Bari al quale fanno riferimento il Consultorio di Modugno e quello di Bitritto, nell’anno 2009 sono state erogate circa 7000 prestazioni. Significativa attenzione è stata rivolta al settore minorile con interventi tesi a realizzarne l’integrazione socio-sanitaria in sinergia con i Servizi Sociali comunali. Nel corso del solo anno 2009 entrambi i consultori hanno assistito 210 nuclei familiari in condizioni di disagio psico-sociale, 254 nuclei familiari segnalati con
provvedimenti delle Autorità Giudiziarie e 60 nuclei familiari per adozioni ed affido.

Nell’ambito dei progetti rivolti agli alunni delle scuole medie, inolte, si registra la partecipazione di 700 adolescenti e, per quanto riguarda il “Percorso Nascita” 150 donne hanno beneficiato dell’intervento e supporto degli operatori di entrambi i consultori. “I diversi servizi che il Consultorio Familiare offre – ci fa sapere la dott. Vitone – sono orientati principalmente alla prevenzione in ambito psicosociale e sono rivolti sia ai singoli che alle coppie con particolare attenzione agli adolescenti e alla tutela della donna italiana e straniera in tutte le fasi della vita.

Il Consultorio Familiare, essendo un servizio pubblico, garantisce ai cittadini servizi di consulenza in forma “gratuita” e soprattutto garantendo la “riservatezza” degli interventi in materia di: Educazione alla Salute, attraverso incontri con alunni, docenti e genitori per la prevenzione del disagio infantile ed adolescenziale; educazione all’affettività ed alla sessualità; procreazione responsabile; prevenzione delle gravidanze indesiderate con particolare attenzione alla contraccezione; prevenzione dei tumori femminili e delle malattie sessualmente trasmesse.

Garantisce anche assistenza in Gravidanza offrendo corsi di preparazione al parto, alla nascita, al ruolo genitoriale e sostegno post-parto. E’ garantito supporto psicologico, sociale e sanitario per l’interruzione volontaria di gravidanza, affido e adozione; Assistenza alla coppia e alla famiglia; assistenza ed intervento per Maltrattamenti, molestie ed abusi sessuali in collaborazione con centri antiviolenza”. “Un intervento sul territorio di cui possiamo parlare con orgoglio – continua la dott. Vitone – è sicuramente il progetto in collaborazione con le scuole del territorio modugnese.

Vito Catacchio il calzolaio tornato dal Belgio per amore

 

Vito Catacchio: dal Belgio l’arte di riparare scarpe e accessori. Vito Catacchio, 51 anni, di professione calzolaio. E’ l’unico ciabattino della Zona Cecilia. Per molti un mestiere difficile in un settore in crisi. Per lui una vera passione che nasce all’età di 18 anni.

Una passione che l’ha portato a lasciare, giovanissimo, l’Italia e recarsi in Belgio. Qui ha imparato tutti i trucchi del mestiere, lavorando gomito a gomito con calzolai di varie nazionalità. ‹‹E’ stata dura ma ho imparato tanto. In Belgio quello del calzolaio è un mestiere molto comune – afferma – hanno tecnologie avanzatissime, la velocità di lavoro è sorprendente e in ogni ipermercato c’è un ciabattino che aggiusta scarpe in tempo reale››.

La permanenza in Belgio è durata 5 anni ma poi, per motivi sentimentali, il sig. Catacchio ha deciso di ritornare a Modugno per costruirsi una famiglia e mettere in pratica ciò che aveva imparato. ‹‹Sono tornato – spiega sorridendo – perché mia moglie non voleva lasciare l’Italia e la sua famiglia. Per questo ho deciso di rischiare e aprire un negozio di riparazione scarpe e accessori nel luogo in cui sono nato››. Una scelta coraggiosa, quella del signor Catacchio, che ha dovuto combattere e che combatte ancora oggi.

‹‹Sapevo che ritornare non sarebbe stato facile – ci confida – ma, d’altro canto, per fare questo mestiere ci vogliono sacrificio e buona volontà››. Una delle cause che fanno di questo lavoro un mestiere a rischio di estinzione, è la facilità con cui ci si sbarazza dell’usato. ‹‹Al giorno d’oggi si tende a trattare scarpe e accessori come se fossero articoli usa e getta- riflette il calzolaio – chi viene da me, invece, mi chiede di riparare articoli di qualità, di un certo valore e ai quali è particolarmente legato››. Da questa testimonianza si può tracciare un chiaro disegno di come i residenti spendono in questi tempi di crisi. Si scelgono meno articoli ma viene privilegiata la qualità e, non potendo fare sprechi, ben venga il ritorno di antichi mestieri come il ciabattino.