Daniele Fortunato insegna ai più piccoli il gioco del calcio e il rispetto per gli avversari

Allo ‘Sporting Club Balsignano’ 100 piccoli “campioni”. Obiettivo: gioco di squadra e rispetto per gli altri. Un’idea di Fortunato Daniele si concretizza agli inizi degli anni 2000 nella nascita dello Sporting Club Balsignano.

 Affiliata alla F.I.G.C. nell’anno 2007 la sana realtà del calcio giovanile modugnese grazie all’encomiabile dedizione dei due allenatori, ovvero il sopracitato Fortunato (classe ’76) calciatore in attività e capitano della squadra dell’ A.S.D. Real Modugno e Schiralli Cosimo (classe ’81) portiere da un prestigioso passato nelle giovanili dell’A.S. Bari, nonché campione d’Italia con la Pro Inter a metà degli anni ’90, permette ai giovanissimi calciatori di apprendere attraverso il gioco, quelle regole fondamentali del saper vivere all’interno di un gruppo. Se a questo aggiungessimo l’ausilio del sig. Teofilo in qualità non solo di segretario, ma di vero e proprio totem, un importante punto di riferimento sempre presente e attento alla crescita umana e sportiva dei piccoli atleti, si può comprendere come la società sia costituita da sani principi caratterizzati da obiettivi primari, cui i principali sono improntati ad uno sviluppo dei piccoli sotto un punto di vista prettamente educativo, prima che di una crescita propriamente calcistica.

 Infatti dovendo condividere la cosiddetta “aria di spogliatoio”, che comporta una quasi inevitabile socializzazione e un confronto inteso quest’ultimo non come una competizione, ma nel senso di un relazionarsi all’interno di un ambiente sportivo, i ragazzi sono guidati in un processo di crescita in un contesto di “legge” piuttosto che affidati alla non sempre saggia norma della strada.

Come sottolinea Fortunato “In questo sviluppo educativo un ruolo importante, è giusto evidenziarlo, lo esercitano anche i genitori dei nostri ragazzi, i quali condividono e sottoscrivono con noi il diritto per i propri figli di non diventare necessariamente campione a discapito di tutto e tutti, come cita uno dei punti della Carta dei diritti del bambino (ovviamente inteso per il piccolo che si approccia all’attività sportiva), ma vivere lo sport e nella fattispecie il calcio soprattutto come gioco e come un importante momento di aggregazione. La nostra struttura gestisce circa 100 tra bimbi e ragazzi distribuiti tra “Piccoli Amici” (ex Primi Calci) che vede protagonisti bambini tra i 5 e gli 8 anni non compiuti, Esordienti (8 e 10 anni) e Giovanissimi partecipanti tutti a campionati F.I.G.C..

Non mancano le iniziative come la “Festa di chiusura” che si tiene solitamente il 30 giugno, in cui invitando nella nostra sede, una società sportiva, condividiamo con i nostri “amici avversari”, genitori e tutti coloro che hanno piacere di parteciparvi un bel momento di unione dopo una gara di calcio dal vero sapore amichevole inteso questo in ogni accezione terminologica. Inoltre, tra le varie manifestazioni, abbiamo partecipato assieme ai nostri piccoli ragazzi al “Fun Futball 2010” organizzato dalla F.I.G.C. in quel di Maruggio in provincia di Taranto, dove assieme ad altre quaranta scuole calcio abbiamo dato vita ad un meraviglioso e sano momento di sport.

A Modugno si rinnova l'appuntamento con la Fiera del Crocifisso

 

Fiera del Crocifisso: 296 bancarelle tra cibi, alberi da frutto e abbigliamento. E’ già polemica sul luogo scelto per l’evento: troppo distante dal centro e senza vie d’uscita in caso di emergenza. Dalle 7 alle 18 di domenica 21 (seconda e ultima) a caccia dell’affare.

Anche quest’anno ci siamo. Arriva la Fiera del Crocifisso. Per molti un ricordo dell’infanzia quando ci si svegliava presto per andare a vedere gli animali, quando la fiera si svolgeva in paese, problematica per la circolazione e la viabilità, ma molto più caratteristica. Come da tradizione la fiera si prepara ad accogliere gente che da ogni parte della provincia viene nella speranza di fare qualche affare e comprare attrezzeria, soprattutto agricola, utile per il lavoro.

La mostra mercato si svolge nei giorni del 14 e 21 novembre, seconda e terza e settimana del mese, dalle 7 del mattino alle 18, in via “Vigili del Fuoco Caduti sul lavoro”. Questi i numeri dell’esposizione: 58 permessi sono stati dati per l’esposizione e vendita delle cosiddette “categorie speciali”, ovvero animali e prodotti della terra, nonché piante, alberi da frutto ed ornamentali ed utensileria agricola; in aggiunta, altri 238 permessi sono stati assegnati per merci di vario genere che vanno dai casalinghi all’abbigliamento. 

I permessi sono stati assegnati dal Comune secondo una graduatoria stilata che vede anche 44 richiedenti rimasti esclusi da questa speciale classifica e pronti a “subentrare” nel caso di assenza dei primi. Il tutto è organizzato dall’assessorato alle attività produttive e oltre agli espositori vede impiegati il Corpo dei Vigili Urbani e da quest’anno anche la Protezione Civile per assicurare che tutto si svolga nel modo più ordinato e sicuro per i visitatori e per gli operatori della fiera. Intanto però non manca la protesta dei cittadini che vedono allontanarsi sempre di più l’ubicazione del gran mercato, già da tre anni organizzato nella suddetta via, con disagi sia per chi non può raggiungere la fiera a piedi sia per quanti devono giocoforza recarsi con un mezzo per caricare i propri acquisti. Tra chi aveva previsto questi disagi vi è sicuramente la Confartigianato, che fino al 2007 ha collaborato con l’organizzazione della fiera, per poi trovarsi a non essere più invitata al tavolo organizzativo.

Il tema di Geppetto

Come è triste l’uomo solo, che si guarda nello specchio. Ogni giorno un po’ più vecchio che non sa con chi parlare, passa giorno dopo giorno senza avere senza dare, quando il sole va a dormire ed il cielo si fa scuro, resta solo una candela ed un’ombra sopra il muro.

Per non essere più solo mi son fatto un burattino, per avere l’illusione d’esser padre di un bambino che mi tenga compagnia, senza darmi grattacapi che non usi la bugia come pane quotidiano e che adesso che son vecchio possa darmi anche una mano. Come è stato lo sapete, è la storia di Pinocchio naso lungo e capo tondo che va in giro per il mondo, che pretende di pensare e su tutto ragionare.

Chi mi dice di ascoltarlo, chi mi dice di punirlo,ma non so che cosa fare non è facile educare,lui non vuole andare a scuola, lui non vuole lavorare. Debbo dirvi in confidenza che com’è non mi dispiace m’è riuscito proprio bene: più lo vedo e più mi piace.

Giovanni Brancaccio svela il post lieto fine sulla fiaba di Pinocchio

Che succede a Pinocchio dopo il lieto fine raccontato da Lorenzini? La storia continua tra le pagine di Brancaccio. Trasformato in un bimbo vero diventerà anche un bravo ragazzo? Leggete e scopritelo. “E tutti vissero felici e contenti!”. Ogni racconto fantastico, che trova la sua origine nella radice popolare, finisce così. E se non lo scrive l’autore, nell’immaginario collettivo è stampata, fissa, immodificabile la formula del finale a lieto fine di ogni fiaba. Scritta e non scritta. E poi?

In quanti ci siamo chiesti cosa fosse successo a Pinocchio dopo lo spaccato di vita del burattino-fanciullo- raccontato da Carlo Lorenzini alla fine dell’Ottocento? E non solo lui: quale è stato il destino del mondo fantastico, eppure così tanto legato alla quotidianità della vita umana, dei protagonisti delle vicende e delle avventure di Pinocchio? Queste domande nascono dal fatto che certe storie, oltre che raccontarsi, ti raccontano. Sono pezzi di biografie, singole e collettive. Un sorta di specchio che ti si para di fronte e ti accompagna, il Grillo Parlante del quale tutti e sempre sentiamo il bisogno.

Giovanni Brancaccio, autore modugnese, con una penna mossa da passione senza corruzione di tecnicismi, ha dato un seguito a quel patrimonio collettivo che rappresenta la storia di Pinocchio regalandoci l’occasione di rituffarci nello straordinario mondo realistico/fiabesco che ha segnato le nostre infanzie lasciando un segno indelebile nei nostri percorsi di vita. Vi è mai capitato, infatti, di incontrare qualcuno che non conoscesse Pinocchio?

Brancaccio ha avuto l’audacia di mettere mano ad una icona, di sfondare il muro dell’intoccabile, senza intaccare la portata intergenerazionale del messaggio complessivo e degli spunti di riflessione che ha offerto e che, con questo scritto continua ad offrire, la storia di Pinocchio. La corsa ad accaparrarsi una copia del libro da parte degli adulti (che è già ad una prima ristampa e che a breve sarà distribuito sul territorio nazionale) e l’attenzione mediatica che l’evento editoriale ha suscitato, da un lato conferma (e di questo non ve ne era bisogno) l’attualità della presenza di Pinocchio nel quotidiano collettivo come sostrato significativo, dall’altro fornisce la misura di una attesa mai detta, mai resa manifesta così come si fa nei confronti delle cose per quali si nutre reverenza.

Seconda ordinanza di custodia cautelare in pochi giorni per Cosimo Capasso

Cosimo Capasso lascia il carcere. Il gip gli concede gli arresti domiciliari per riciclaggio disponendo nel contempo la scarcerazione dello stesso 40enne di Modugno destinatario negli ultimi mesi di due ordinanze di custodia cautelare.

A ottobre Capasso era stato arrestato (ma gli erano stati concessi i domiciliari) nell’ambito di un’indagine dell’Antimafia su usura ed estorsioni. Dopo qualche settimana un nuovo provvedimento per altri reati: due episodi di riciclaggio di merce rapinata da tir. In questo caso per il modugnese si erano aperte le porte del carcere di Trani. Il 28 dicembre scorso il tribunale del Riesame ha confermato per Capasso la detenzione in carcere, escludendo però dall’elenco dei reati contestati, quello di associazione per delinquere.

Elemento questo che ha consentito ai legali Valentina Binetti e Italia Mandicini, di presentare al gip una nuova istanza di scarcerazione, questa volta accolta. Dal 12 gennaio scorso, Capasso è ai domiciliari nella sua casa di Modugno. Qualche giorno prima della scarcerazione, Capasso era stato trasferito dal carcere di Trani a quella di Bari, dove però risultava incompatibile con gran parte dei detenuti. Per questo, in alcune occasioni, aveva manifestato ai suoi avvocati difensori, persino la volontà di togliersi la vita.