Questa è la “rivoluzione mite” di Italia Giusta. Chiediamo a Francesco Taldone, membro del Direttivo di Italia Giusta, di parlarci, appunto, dall’interno dell’associazione di cui fa parte.
“La nostra fondazione, vista anche la sua età, è molto radicata nel territorio. Suo obiettivo fondamentale è lo specifico impegno culturale e sociale per la conoscenza di massa e per la difesa e l’attuazione della Carta Costituzionale Italiana del 1948. Esiste, in più, una dislocazione nel Salento con una sede e un Direttivo a Lecce, dove si organizzano eventi, convegni e si promuovono iniziative. In ogni attività di Italia Giusta secondo la Costituzione è sempre proclamata l’assoluta centralità della nostra Costituzione di cui, di volta in volta, vengono trattati e analizzati alcuni articoli”.
“Il nostro occuparci della Costituzione non è generico, perché riteniamo che parlarne senza conoscerla a fondo o citarla nella sua interezza senza analizzarne i singoli articoli equivalga, in realtà, a non dire nulla. Perché la Carta Costituzionale a cui Italia Giusta fa riferimento è quella originaria del 1948? Perché a differenza di quello che si pensa, secondo noi la Costituzione del ’48 presa senza modifiche, stranezze, rimaneggiamenti e alterazioni non è affatto un rottame. Non è qualcosa da modificare per adattarla ai tempi che cambiano. Questo nostro modo di vedere è diametralmente opposto a quello dominante che accomuna, direi, la maggior parte delle componenti dello spettro politico”.
“Anche per questo motivo, la nostra associazione procede come organismo indipendente; non s’appoggia a nessuna organizzazione politica. I nostri incontri settimanali, ai quali tutti possono partecipare, si risolvono in democratiche discussioni su principi e articoli della Costituzione, di volta in volta verificati nei casi di cui ci dà conoscenza la cronaca. E, solitamente, siamo costretti a prendere atto che tutti gli attori del nostro teatro politico che si dicono difensori della Costituzione, in realtà lo sono solo a parole, mentre la massacrano nei fatti”.
“I nostri incontri, inoltre, partoriscono iniziative di convocazioni di assemblee pubbliche su questioni riguardanti la comunità della nostra cittadina o su quelle meno dirette ma altrettanto toccanti relative alla nostra comunità nazionale. Esempi di argomenti dibattuti in queste assemblee? Negli ultimi due anni, siamo quasi sempre partiti dal caso amministrativo della nostra comunità modugnese: un caso esemplarmente anomalo, secondo noi, soprattutto negli ultimi dieci anni, di spegnimento di ogni fiammella di vitalità democratica e, perciò, di abbattimento un uno dei principi portanti della nostra Costituzione”.
A proposito dei congegni costituzionali che, tutto sommato, hanno preservato la nostra democrazia dal ’48 fino ai giorni nostri, agli inizi dell’estate del 2009 indicemmo un’assemblea cittadina in cui dichiarammo anticostituzionale il referendum che stava per aver luogo sulla legge elettorale, perché, secondo noi, se fosse passata l’opzione maggioritaria, sarebbe stato demolito un principio cardine, secondo la Costituzione, per eleggere le nostre rappresentanze parlamentari. A febbraio dello stesso anno discutemmo pubblicamente del caso Eluana Englaro.
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