Viva le elezioni
Dovrebbero farle almeno ogni due mesi, sei volte l’anno, escluso natale e pasqua. Quando si vota, tutti si vogliono bene. Si fanno gli auguri come nelle grandi festività. Vai in un bar e qualcuno ti offre la consumazione. Le cassette della posta sono piene di lettere di saluti; anche di gente che non conosci (forse è per questo motivo che ci mandano pure le loro fotografie?).
Mai vista tanta gente interessarsi tanto ai problemi degli altri – come stai? – con chi stai? – e in famiglia quanti siete? Tanti ragazzi trovano occupazione durante la campagna elettorale. Vabbè, attaccare manifesti non è certamente un lavoro da fare per sempre, oltretutto non ci sono i contributi per la pensione, ma perlomeno si riesce a raggranellare qualche euro da spendere. E le promesse? Quante promesse di lavoro, di sistemazione, di miglioramento. Ad ogni angolo di strada, davanti a qualche manifesto o dietro il palco di un comizio trovi persone che vogliono bene a qualcuno e gli promettono che a breve riusciranno a risolvere tutti i loro problemi; nel frattempo gli chiedono una mano d’aiuto per …attaccare i manifesti e imbucare gli auguri.
E tutti i bei giovani che si vedono in giro? Mica si vedono spesso tante belle ragazze e ragazzi agghindati come tronisti e… lasciamo perdere và, che non tutto è poi così bello. Persone che non conosci ti salutano; qualcun’altro, impertinente, aiuta signore ancora capaci di farlo da sé ad attraversare la strada. E il sorriso? Tutti a sorridere, quasi come se non ci fossero più bollette da pagare, figli da sistemare, lavoro da trovare. Ci sono le elezioni! VIVA LE ELEZIONI.
Incontro candidati sindaco: il video
Il momento centrale dell’incontro tenutosi l’11 maggio all’istituto tecnico commerciale Tommaso Fiore
Il Comitato 'San Giuseppe' si rivolge all'Arcivescovo Cacucci
Pubblichiamo la lettera inviata, in data 2 maggio 2011, dal Presidente del Comitato “San Giuseppe” all’attenzione de Monsignor Cacucci Arcivescovo diocesi Bari – Bitonto. Oggetto: comunicazione comitato “S. Giuseppe detto delle Mantellate” sito in Modugno.
E’ con stupore ed incredulità che sono venuto a conoscenza di quanto riferitomi da alcuni componenti di codesto Comitato ”S. Giuseppe detto delle Mantellate”, presenti, in merito a quanto pronunciato dall’oratore al termine dell’omelia tenuta presso la cappella di “Santa Lucia” sita in Modugno, il giorno 01.05.2011, facendo denotare un abuso nel proprio ruolo, poiché intimava i partecipanti alla Santa messa a non aderirvi, denigrando lo stesso, dubitando dello scopo per cui si è costituito in data 02.02.2011, ossia non permettere l’abbattimento della cappella “S. Giuseppe” e dell’adiacente convento, asserendo, inoltre, che tale comitato sia costituito da soggetti che tentano, a suo dire, solo di estorcere denaro per un ingiusto profitto, invitando tutta la comunità presente a non aderirvi, eludendo l’eventualità che costoro potessero liberamente parteciparvi.
Lo stesso in più circostanze ha cercato, senza un’ipotetica ragione, a contrastare di volta in volta codesto Comitato a intraprendere qualsivoglia iniziativa. Premesso, che nessuno potrebbe indossare le vesti di “Giudice Denigratore” e soprattutto un rappresentante ecclesiastico, come in tal caso, poiché dovrebbe attenersi ad officiare il culto e non ad assumere un atteggiamento alquanto bellicoso e poco consone alla questione di merito, si dovrebbe considerare tale episodio sconcertante. Presumo che la fede debba condurre i credenti a considerare vivamente la fratellanza che si rispecchia in un forte messaggio universale di comunanza, di gioia e di amore per il Signore e per il nostro prossimo “ama il tuo prossimo come fosse Dio tuo”, oltre la considerazione di quanto contenuto nel messaggio di sua Santità Giovanni Paolo II ove dice: “APRITE LE PORTE A GESU’CRISTO NON ABBIATE PAURA !!!!!”.
Ebbene, ritengo che un messaggio di tale profondità Universale, non debba autorizzare qualcuno a chiuderle quelle porte, inveendo contro coloro che si stanno adoperando con tutti gli strumenti possibili e democratici, di pacifico confronto, non escludendo iniziative atte a far di questo caso non una speculazione d’interessi ad personam, ma solo a voler mantenere, si spera non isolati anche dalla chiesa, che a priori dovrebbe a mio modestissimo parere, essere protagonista con la dirigenza di questo Comitato, al solo scopo di non dover essere passivamente antagonisti e/o comparse da teatrini ambulanti a dispregio della cappella della comunità modugnese, poiché costruita con sacrifici e donazioni della medesima comunità.
Fatta Modugno, bisogna fare i modugnesi: chiedono posti di lavoro e una 'rivoluzione'
Dopo aver intervistato i politici abbiamo chiesto di politica alla gente. Non finisce mai d’avere ragione quel Massimo D’Azeglio che 150 anni orsono asserì: “Fatta l’Italia,bisogna fare gli Italiani”. Sul punto di rifarla scendiamo repentinamente nell’emisfero della nostra città, Modugno, per capire se i cittadini sono pronti al cambiamento, pronti a nuove verità o a nuove illusioni in vista delle elezioni amministrative di maggio.
Si scende fingendo di credere che la cittadinanza abbia motivi intestini per dimenticare le problematiche della nazione, che abbia un involucro talmente compatto da sentirsi isola sopra un campo di incertezze che va da nord e sud. Isole comprese. E invece no. Questa Italia la cui interezza voleva tanto celebrare D’Azeglio, con il governo e l’opposizione, sembra importare di più al modugnese anche di fronte all’imminente suffragio. Pare che la preoccupazione precipua dei modugnesi sia di mettere Berlusconi, Bersani e Fini ovunque sull’idea dei nuovi candidati sindaci.
Non si scende manco a toccare Vendola. Che non sia questa una forma di indottrinamento dozzinale? Il dubbio di esporsi dei cittadini di Piazza Sedile rasenta l’omertà. Un’omertà ostile e impenetrabile quasi si parlasse di un omicidio di stampo mafioso. No, si sta parlando semplicemente di che cosa si pensa della giunta comunale uscente e quali possano essere le previsioni sulla nomina del sindaco nuovo di zecca. Qualcuno in via conte Stella passa oltre, qualcuno in corso Vittorio Emanuele parla d’altro.
Altri addirittura: “Noi non siamo di qui”. Il silenzio critico, scettico o tutelativo sempre silenzio è. Le digressioni possono suggerire un qualunquismo poco incoraggiante. Vero anche che tra combine e clientelismo per la nomina di consiglieri si è portati a gettare la spugna e a rassegnarsi agli eventi. “E’ così dappertutto” la risposta che va per la maggiore. Ma noi insistiamo e allora andiamo a cercare di sapere la posizione intellettuale (politica giammai) di edicolanti, tabaccai, baristi e altri passeggiatori del tardo pomeriggio e di buona volontà. L’idea di Nardino, l’edicolante di via Piave, pare molto incisiva: “C’è bisogno di un sindaco che crei nuovi posti di lavoro. Dovrebbe favorire lo sviluppo del lavoro artigianale e magari organizzare corsi che educhino i giovani ai mestieri di una volta, come il fabbro e l’elettricista. I corsi ovviamente a spese dell’amministrazione comunale”.
Tralasciando a malincuore le diffidenze incontrate durante il percorso arriviamo in piazza Sedile e qualcuno in un bar è disposto a lasciare una dichiarazione: “Si spera che con la nuova giunta comunale cambi radicalmente tutto –afferma un uomo sui 50 che preferisce rimanere anonimo- anche se qui ormai conta più la persona che il partito. Non ci sono più ideologie”. Un conoscente del signor anonimo, Vito Marolo, impiegato statale, entra e dice: “Un paese strano che non ho mai capito, con tutti questi personaggi che si susseguono, come le mosche. E poi le primarie del Pd – continua Marolo- si sa già che le vincerà Mimmo Gatti, ma non ce la farà a diventare sindaco perché il partito è completamente scisso”.