L'associazione San Giuseppe delle Mantellate scrive a Mons. Francesco Cacucci

Pubblichiamo la lettera inviataci per conoscenza dal presidente dell’associazione “San Giuseppe delle Mantellate” e indirizzata all’arcivescovo mons. Francesco Cacucci e  alla rev.ma madre Maria Maurizia Biancucci. In data 12 c.m. abbiamo avuto un incontro con Don Luigi Trentadue presso la chiesa “S. Agostino” allo scopo di analizzare lo stato degli eventi attinenti al futuro della cappella S. Giuseppe (detta delle Mantellate).
A tal fine dopo una comune disanima, tra chiesa e codesta associazione si è convenuto inoltrare una richiesta comune alla Madre Superiore dell’Ordine delle Benedettine del Sacro Volto di Nostro Signore Gesù Cristo per poter vagliare la possibilità di riaprire la cappella di cui sopra e per poter continuare le funzioni di culto in attesa che si definiscano tempi e chiarimenti sull’intera vicenda del preannunciato ed eventuale abbattimento della stessa cappella “S. Giuseppe”.
Dopo un silenzio tra chiesa locale e questa associazione riteniamo di poter affermare che il ritrovato dialogo di intenti comuni possa ridare di fatto fiducia alla collettività dei residenti nelle vicinanze della stessa cappella e, appunto, di una possibile ripresa delle funzioni giornaliere in ogni sua antecedente forma di culto.
Lo stesso Don Luigi Trentadue insieme all’associazione, esprime un giudizio molto positivo delle rispettive posizioni sin qui adottate da entrambi e si dichiarano non tralasciare nulla per la richiesta di cui sopra non escludendo di chiedere a Sua Eccellenza Arcivescovo di Bari Mons.Francesco Cacucci, di intercedere nei confronti delle Suore Benedettine e a sua pregiatissima Eminenza Rev.mo, Cardinale Angelini,
patrono dell’Ordine Benedettine.
Certi che la sensibilità delle eccellentissime personalità della chiesa sopra richiamate si adoperino positivamente, in attesa Vogliate comunicare a questa associazione e a Don Luigi,le vostre deduzioni della richiesta di cui sopra, fermo restando la nostra fedeltà alla parola della chiesa: “NON ABBIATE PAURA DI APRIRE LE PORTE A CRISTO” e a coloro che guardano quotidianamente alla chiesa cattolica come riferimento di valori universali verso la collettività.      

Strani malfunzionamenti alle centraline della Sorgenia

centrale turbogas sorgenia

centrale turbogas sorgenia

Dopo aver documentato e denunciato agli organi competenti dell’Arpa Puglia lo strano fumo giallo fuoriuscito dalla centrale turbogas Sorgenia il 30 giugno scorso, il comitato Proambiente  continua la sua battaglia legale per la salvaguardia dell’ambiente a Modugno.

 

Il 7 luglio scorso, infatti, su richiesta del legale rappresentante nonché presidente del comitato Proambiente Tino Ferrulli, l’Arpa puglia ha inviato i report mensili da gennaio a maggio 2011 della rete di monitoraggio delle centraline della Sorgenia. Centraline che, ricordiamolo, sono di proprietà della Sorgenia ma gestite da Arpa puglia. Dunque dopo le registrazioni fatte negli anni dal 2007 al 2009 che hanno evidenziato come i valori del pm10(particolato) erano superiori rispetto alle norme, nell’anno 2010, a causa del malfunzionamento di alcune centraline, le rilevazioni sono state dichiarate non valide. Problema che si sta verificando anche quest’anno e che si è evinto dai report mensili da gennaio a maggio. Inoltre a causa di questi intoppi tecnologici si sta precludendo la possibilità di assumere dati importanti sulle emissioni in atmosfera.

Desta però di particolare attenzione il dato relativo alla centralina EN 05 sita a Palo del Colle che ha rilevato 28 superamenti sui 35 ammessi durante l’anno e che merita approfondimenti circa le fonti di emissione. Tuttavia durante la conferenza di servizi svoltasi il 28 ottobre scorso, il parere conclusivo istruttorio della commissione IPPC rigettò le osservazioni di Sorgenia che chiedeva che gli Nox(ossidi di azoto) rimanessero sul limite di 40 mg/Nm3( millesimi di grammo per metro cubo d’aria normalizzato) anziché sul limite di 30 mg/Nm3. La stessa Arpa puglia aveva già richiesto nella conferenza di servizi del giugno 2008 che venisse adottato il sistema di filtri SCR per l’abbattimento degli Nox. Ferrulli spiega come “nel parere della commissione IPPC è prevista anche la valutazione di impatto termico e il piano di monitoraggio e controllo a cui la società dovrà attenersi in quanto trattasi di prescrizioni facenti parte del decreto ministeriale rilasciato dal Ministero dell’Ambiente il 18 gennaio 2011”.La palla ora passa al Comune di Modugno che secondo gli ambientalisti dovrà chiedere delucidazioni alle autorità preposte circa le prescrizioni e gli strani malfunzionamenti delle centraline.

Il dramma randagismo sembra avere qualche speranza di risoluzione

randagismo a Modugno

randagismo a Modugno

L’emergenza randagismo a Modugno pare non avere fine. In questi giorni, infatti, alcuni cittadini hanno denunciato su facebook il dramma che stanno vivendo molti cani randagi che gironzolano su via Agrigento, nei pressi dell’azienda “Tersan Puglia”, e sulla S.P. 231 vicino alla C.M.V., azienda metalmeccanica.

I cittadini in questione, in maniera volontaria, portano da mangiare a questi cani da circa un anno e mezzo. Gli sforzi sono immani, proprio perché sono in pochi ad occuparsene e soprattutto perché le istituzioni sembrano fare orecchie da mercante su questa difficile situazione che Modugno vive da molti anni. Si punta il dito contro il canile convenzionato con il Comune di Modugno, il “Tasha”, perché “non soddisfa tutte le segnalazioni di sterilizzazione”. Già. Proprio la sterilizzazione faciliterebbe la gestione del problema randagismo, di concerto rispetto alle cure che necessitano questi cani, talvolta “malati di rogna e anche di tumore”. Tali volontari per molto tempo hanno dovuto anche sostenere sacrifici economici in nome di questa causa, ma ora sembrano dire basta, “perché non ce la facciamo più a sobbarcarci tutte le spese. I cani devono essere curati altrimenti potrebbero morire. Sono sette alla C.M.V. e una trentina in Via Agrigento. Quello che ci preoccupa – dicono all’unisono – sono i fumi maleodoranti che respirano nei pressi della Tersan, oltre al fatto che molti di essi si sono rintanati nell’azienda, la mamma dei cuccioli è gravemente malata non la troviamo più”.

Abbiamo sottoposto questo grido straziante di dolore al sindaco Gatti e all’assessore all’ambiente Signorile. Entrambi asseriscono che “per il problema randagismo il comune spende già 275.000 euro per i numerosi canili alla provincia, a cui si andranno ad aggiungere altri 120.000 euro nei prossimi sei mesi. Tasha purtroppo è colma. I cani in questione potrebbero essere trasferiti nel canile di Bari, al quartiere Japigia. Solo quest’anno abbiamo sterilizzato 25 cani e arriveremo a cento alla fine dell’anno”. Signorile aggiunge che “abbiamo intenzione di costruire un canile a Modugno con la possibilità di finanziamenti regionali. Quello che abbiamo intenzione di fare primariamente è un censimento dei cani nel nostro territorio fino ad una completa sterilizzazione e ad una capillare microchippatura. I cittadini – conclude – sono vivamente pregati di denunciare tali fenomeni alle istituzioni preposte presso l’ufficio ambiente al primo piano della Polizia Municipale a Modugno”. Le istituzioni rispondono. Ora tocca ai cittadini aiutarle, come hanno fatto, finora silenziosamente, le donne e gli uomini di buona volontà per i cani di Via Agrigento e della C.M.V.   

Verde pubblico, sopralluogo al quartiere Cecilia

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Un momento del sopralluogo

La riqualificazione del verde a Modugno comincia dalle periferie. Un sopralluogo effettuato questa mattina e voluto dall’assessore Roberta Chionno (con deleghe a Personale, Contenzioso, Servizi Demografici, Contratti, Verde e Cimitero) e condiviso dall’assessore Dino Bozzi (con deleghe a Polizia Municipale, Traffico, Protezione Civile), ha consentito di prendere atto della situazione di degrado e abbandono di alcune aiuole di competenza comunale che si trovano al quartiere Cecilia. Entrambe su via Ancona, la strada che costeggia la scuola e che immette nel rione, rappresentano piccoli spazi sui quali il Comune vuol far sentire la propria presenza. Cominciando proprio dalla semplice riqualificazione di piccole porzioni di terreno incolto: falciare il prato, togliere l’erba secca e piantumare fiori colorati. Ci sono poi aree più vaste di proprietà privata, su via Giorgio La Pira, ad angolo con via Ancona, dove l’erba incolta e secca ha superato ormai il metro di altezza, con rischi non sottovalutabili di piccoli roghi, viste le alte temperature delle nostre estati, e di precarie condizioni igieniche, essendo zone facilmente frequentabili da topi. Pur non essendo aree di competenza comunale, i due tecnici hanno manifestato la volontà di ripulirle falciando quell’erba. Dopo il sopralluogo e l’esame analitico del catasto delle aree verdi di cui il Comune è dotato, l’assessorato di Roberta Chionno metterà a punto un piano che nel giro di qualche settimane potrebbe “far respirare” le aiuole incolte del quartiere Cecilia. E chissà che panchine e giostrine non arricchiscano quegli spazi dimenticati. Ma se da un lato il verde tornerà colorare il quartiere, dall’altro non può non saltare agli occhi il cantiere di un vecchio palazzo in costruzione, proprio ad angolo tra via Ancona e via Giorgio La Pira.

Anche la chiesa al fianco dei lavoratori dell'OM

Mons. Francesco Cacucci

Mons. Francesco Cacucci

Venerdì dieci luglio si è riunito l’Osservatorio Socio-Politico interparrocchiale di Modugno con l’assistenza di don Nicola Colatorti, arciprete della parrocchia Matrice, al fine di approfondire la questione legata alla annunciata chiusura dello stabilimento OM.

In particolare si e riflettuto sull’impatto sociale che questo evento causerebbe, coinvolgendo trecentoventi famiglie di operai, più quello di altri lavoratori legati all’indotto di quell’azienda, che dal prossimo anno potrebberotrovarsi senza lavoro. In quell’occasione si è deciso di andare dall’arcivescovo mons. Francesco Cacucci,al fine di informarlo e tenerlo aggiornato sulla questione. -La mia idea- spiega don Nicola – era di coinvolgere direttamente l’arcivescovo per portare la solidarietà della Chiesa a quei lavoratori-.

L’Arcivescovo ha dunque dato udienza al gruppo domenica dieci luglio e insieme hanno riflettuto sulla vicenda. Soprattutto si è cercato di capire i motivi eventuali della decisione circa la chiusura dello stabilimento. Per scarso rendimento e produttività? Per mancanza di incentivi? Per avere delle risposte il gruppo ha dunque deciso di andare con l’Arcivescovo a visitare i manifestanti fuori dalla fabbrica. Dall’incontro con i lavoratori è dunque emerso che non ci sono mai stati problemi legati alla produttività e che anzi hanno sempre ricevuto complimenti per il loro rendimento. E’stato anche escluso il problema legato agli incentivi, tema peraltro che già incontrava lo scetticismo di Cacucci il quale era del parere che eventuali incentivi devono essere legati ad un investimento a lungo termine e non finalizzati a colmare falle del sistema e dunque rimandare il problema della produttività. I lavoratori hanno comunque escluso anche questa opzione, informando infatti che mai l’azienda ha fatto richiesta di incentivi.

I rappresentati sindacali inoltre hanno sottolineato come l’annunciato trasferimento ad Amburgo della produzione è anche improprio dal punto di vista della redditività poiché lì la manodopera costerebbe di più. L’arcivescovo ha dunque comunicato tutta la sua solidarietà ai lavoratori rendendosi disponibile a qualsiasi tipo di intervento, incominciando dal tavolo regionale promosso dalla regione per venerdì alla Fiera del Levante. I lavoratori hanno anche lamentato una scarsa attenzione da parte della opinione pubblica sulla vicenda chiedendo all’Arcivescovo di intercedere per loro presso la Prefettura. Monsignor Cacucci ha dunque subito acconsentito a far da tramite presso il prefetto affinché la questione potesse arrivare anche agl’organi di governo. Stamane però a quanto ci risulta l’arcivescovo non ha potuto parlare col prefetto per gli impegni di quest’ultimo. Attendiamo aggiornamenti.