“Hic sunt leones”

Sulle mappe di Modugno così dovrebbe essere indicata l’area antistante la sede del comune. Piazza del Popolo a Modugno sta diventando come la gabbia dei leoni di un circo. Con Nicola Bonasia nel ruolo del domatore di animali feroci. È una moltitudine di “questuanti” animali politici quella acquattata nella piazza, fermi, immobili a scrutare l’ingresso di palazzo S. Croce in attesa del neosindaco per fare la faccia feroce e perorare la propria nomina a qualche incarico importante, magari remunerato, come “compenso” del proprio apporto in campagna elettorale.

Succede sempre così, nei giorni immediatamente successivi alle competizioni elettorali, chi ha contribuito alla vittoria del sindaco chiede, con insistenza inversamente proporzionale al numero dei voti personali ottenuti, il riconoscimento/indennizzo del proprio impegno a favore dell’”eletto dal popolo”.

Ma non solo in Piazza del Popolo. C’è chi preferisce stare lontano dalle piazze e invia i suoi appelli al “vogliamoci bene” dal suo momentaneo eremo in campagna.

Qualche giorno prima del ballottaggio, su facebook, ho espresso un augurio, quello di vedere i due protagonisti del ballottaggio uniti per Modugno dopo i 5 anni passati insieme all’opposizione di Nicola Magrone. Non mi aspettavo niente di diverso ma è dalla sinistra “pura e dura” che appoggia(va?) Fabrizio Cramarossa che sono arrivati i commenti meno favorevoli riguardo a tale ipotesi.

Ieri invece, prima ancora di fare le sue scuse pubbliche al neo eletto sindaco Bonasia per le azzardate affermazioni urlate nel suo ultimo(?) comizio da candidato sindaco, il riconfermato consigliere comunale Fabrizio Cramarossa ha richiesto, al neo eletto sindaco, di “partecipare” ad una passeggiata propedeutica alla ricostruzione della comunità modugnese, secondo il suo modello di “fare comunità” perché lui e i suoi sodali sanno come farlo!

Mah, sarà pure un modello altamente sofisticato di fare comunità quello indicato dal due volte ex candidato sindaco ma, forse per le note sofferenze e disagi mentali che, come da lui affermato, mi affliggono al pari di tutti i modugnesi, non riesco a capirlo e pertanto non mi pare un modello idoneo a ricompattare il senso di appartenenza dei modugnesi alla nostra città. O forse si riferisce alla città loro? Cioè a quella città della sinistra dura e pura che si ostina a difendere i suoi indifendibili amici? Se fosse così allora ho capito, e proprio perché ho capito ribadisco che non è la maniera giusta di fare comunità. Sarà perché sono orgogliosamente lontano da quella sinistra ma sono sicuro che non è il modo migliore di fare comunità quello che richiede di difendere amici indifendibili.

Personalmente non ho la necessità di difendere i miei amici perché non hanno alcuna accusa dalla quale debbano difendersi e questo mi pone molto lontano da quella sinistra, tanto lontano, fra gli spettatori fuori dalla gabbia dei leoni, a destra.

AZZARDATE AFFERMAZIONI

N.B. Pubblico ora quello che era già “pronto” per essere pubblicato sabato mattina, il giorno da dedicare alla riflessione “preelettorale”. Nei giorni precedenti il clima “elettorale” si era già scaldato oltre misura e non volevo interferire più di tanto nella scelta del candidato sindaco da votare.
Lo pubblico ora, alle 15,05 di lunedì 5 ottobre dopo aver votato Nicola Bonasia sindaco, senza aspettare di conoscere il risultato.

Azzardate affermazioni

Ieri sera, negli ultimissimi minuti del suo ultimo comizio elettorale, il candidato sindaco Fabrizio Cramarossa si è lasciato andare ad alcune pesanti affermazioni su Nicola Bonasia, da lui più volte citato come “competitor” sindaco.
L’ancora consigliere comunale, Cramarossa, ha affermato che il nome dell’ing. Nicola Bonasia è inserito fra quelli delle persone coinvolte nel “processo”.
Soggetto, ormai e purtroppo, ai vuoti di memoria causati dall’età, sono ricorso all’aiuto della tecnologia e ho ricercato, fra i tanti file del pc, quello che poteva aiutarmi e ho trovato questo articolo scritto dalla Redazione di Sudcritica – noto ai più come mezzo di informazione dell’ancora sindaco Nicola Magrone – nel quale vengono elencati i capi di imputazione e le persone implicate in quel processo:
https://www.sudcritica.it/sudcritica-modugno/538-gli-associati-di-modugno-7-documenti
Ad una prima, veloce, lettura dell’articolo e dell’elenco degli imputati, non risulta sia inserito il nome del “competitor” sindaco Nicola Bonasia. Una lettura più accurata ha confermato tale primo esito, oltre all’assenza, trattando il processo esclusivamente casi di “reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio”, di qualsiasi riferimento a casi di abuso edilizio, come si è azzardato a dire ieri sera il consigliere Cramarossa.
Questa più accurata lettura mi ha spinto però a ricercare altri articoli di Sudcritica che potessero portare alla memoria gli avvenimenti di quei giorni ed ho trovato questo: https://www.sudcritica.it/politica/288-scandalo-a-modugno che mi fa dire che sarà molto interessante seguire quel “consiglio monotematico sul processo” che il consigliere Cramarossa vorrebbe si svolgesse dopo la sentenza e con la partecipazione di un “esperto” consigliere comunale, come il geometra Losole.
“Magari si fa” questo consiglio monotematico, sono in molti che se lo augurano.
L’altra incomprensibile affermazione di ieri sera, da parte del consigliere comunale Cramarossa, riguardava l’ipotetico conflitto di interesse con l’edilizia, in quanto ingegnere, del “competitor” sindaco Bonasia,
Mah, come a dire che l’operato di un medico è in conflitto di interesse con il mondo della medicina o come per lui, Fabrizio Cramarossa, che è stato consigliere dell’oleificio cooperativo di Modugno per oltre due anni, può esserci conflitto di interessi se parla di rivalutare gli oleifici modugnesi.
Non l’ho capita, sarà colpa del fatto, come ha asserito ieri sera il dott. Cramarossa – ma forse ho capito male – che anch’io, come tutti i modugnesi, sono afflitto da una specie di disagio mentale.
In ultimo fa tenerezza, il dott. Cramarossa, quando assicura che vuole stare lontano dai tribunali (di sicuro sa, come tutti, quanto costa un avvocato) e contemporaneamente, alludendo ad una prescrizione di reato, sottintende che il “competitor” sindaco Bonasia ne abbia usufruito in modo fraudolento; forse perché pensa che a Nicola Bonasia gli avvocati non costano?
Vabbè, capita di gridare a chi si fa prendere dalla vis polemica del comizio e usa parole e discorsi che a mente serena non utilizzerebbe mai. Sono sicuro che Fabrizio Cramarossa, data la sua intelligenza e preparazione professionale, saprà trovare, in queste ultime ore di campagna elettorale, il tempo necessario a riconoscere il suo errore e formulare le sue scuse al “competitor” sindaco Nicola Bonasia, senza dover aspettare di incontrarlo in occasione del primo consiglio comunale.

Cramarossa invita Decaro e la sfortuna si accanisce

Appena finisce di parlare di “aiuto alle cooperative” si scopre che il consigliere che nel prossimo consiglio comunale tornerà con lui ad occupare i banchi dell’opposizione, è socio di quella “Cooperativa Edilizia fra Lavoratori COEDIL” tanto favorita dalla sorte. Come scriveva alla procura della Repubblica il dirigente del II° SETTORE URBANISTICA ED EDILIZIA PRIVATA del comune nel 2012, la cooperativa COEDIL, è diventata 1° in graduatoria (invece di 5° a pari-merito con altre due cooperative, sul totale di 9) grazie alla favorevole opportunità offerta dalla revisione, nel 2008, del regolamento sulle assegnazioni delle aree edificabili alle cooperative edilizie. Revisione ritenuta “opportuna” dall’allora dirigente dell’urbanistica comunale (oggi imputato, nel noto processo, insieme al sindaco e all’assessore all’urbanistica dell’epoca). Quel regolamento, che sostituiva il precedente del 2005, assegnava alla COEDIL, costituita in larga maggioranza da soci dell’allora UDC modugnese, il 1° posto in graduatoria e nello stesso tempo relegava al 5° posto la cooperativa edile, denominata E. Berlinguer, di chiara e robusta costituzione di sinistra!

Ricordato questo, uno si chiede “e che ci azzecca la sfortuna con l’invito di Cramarossa a Decaro?”

Ci azzecca, ci azzecca, perché consultando una visura storica della camera di commercio di Bari risulta:

  • che l’attuale sindaco di Bari, Antonio DECARO, era socio della stessa SOCIETÀ COOPERATIVA FRA LAVORATORI COEDIL – II.CC. PRIMA;
  • che l’allora non ancora sindaco di Bari, Antonio DECARO, in data 01/06/2001 viene nominato ALLA CARICA DI SINDACO EFFETTIVO della suddetta cooperativa;
  • che Antonio DECARO resta in tale carica fino al 19/09/2006, due anni dopo la sua nomina ad assessore alla mobilità e al traffico da parte dell’allora sindaco di Bari, Michele Emiliano.

Io non sono superstizioso, ma fino a quando potrò resistere dal parafrasare Napoleone Bonaparte dicendo:“Preferisco un candidato sindaco bravo ad uno sfortunato”?

iella o sfortunate coincidenze?

Forse sono solo sfortunate coincidenze ma si diffonde sempre più la convinzione che i comizi di “Fabrizio Cramarossa Sindaco di Modugno” portino iella ai suoi sostenitori. Appena accenna a qualche questione a cui tiene in modo particolare, sulle stesse si addensano scuri nuvoloni accompagnati da rumorosi tuoni e fulminee reminiscenze.

Andiamo con ordine. Dopo lo sfortunato accenno alla “guerra dei market”, in uno dei suoi ultimi appuntamenti con i modugnesi, ha accennato al mondo delle cooperative edilizie (fra le quali la “coop. Guido Rossa 2”, che fa bene a dire che ha bisogno di un aiuto da parte dell’amministrazione) richiamando alla memoria dei presenti più attenti le questioni riguardanti gli espropri delle cooperative che hanno realizzato gli immobili alle spalle della chiesa dell’Immacolata. Espropri che, non regolarizzati come previsto dalle norme, ora costringono il comune e quelle cooperative a risarcire con qualche milione di euro i proprietari dei suoli occupati. Tutte le cooperative, esclusa, però, la Guido Rossa, (la prima, non la “2”) che non si capisce perché, unica fra le altre, ha visto accolta l’eccezione della prescrizione e che, pertanto,  solo il comune è stato condannato  al pagamento di oltre 400.000 euro per il suolo occupato. Circostanza questa che ha destato qualche perplessità nei soci delle altre cooperative. Perplessità che aumentano perché a questo proposito si aggiunge la questione scottante che riguarda i criteri per la formazione delle graduatorie delle cooperative edilizie; fatto, questo, non certo “fortunato” per alcuni imputati del processo del quale domani, 30 settembre, nelle aule del tribunale di Bari si celebra una nuova udienza.

Questa la questione: in un torrido 30 agosto 2012, il clima arroventato non solo dal solleone ma anche dalle sempre più allarmati notizie delle indagini a carico dei funzionari comunali e dei politici di loro riferimento, l’allora dirigente del settore urbanistica del comune di Modugno, in una RACCOMANDATA A MANO, protocollata con il n. 40761, indirizzata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, solleva dei dubbi sulle modalità di adozione ed approvazione, da parte del consiglio comunale, del regolamento per la formazione delle graduatorie delle cooperative edilizie. Regolamento approvato solo dai 17 consiglieri presenti nel CC del 21 luglio del 2008 e adottato dall’amministrazione Rana. Tale nuovo regolamento sostituiva quello approvato all’unanimità del CC del 7 dicembre 2005. Nella relazione, il dirigente, con riferimento alla Cooperativa Edilizia fra Lavoratori COEDIL a r.l. – collocata, per effetto del nuovo regolamento, dal 5° al primo posto della graduatoria – fa presente che la compagine sociale di quella cooperativa “comprende fra presidente e vari soci, soggetti aventi relazioni di parentela con persone indagate a seguito delle note vicende urbanistiche che interessano o che hanno interessato il comune di Modugno”.

Risulta, infatti, che il sig. S.R.S. Presidente e Legale Rappresentante della COEDIL, sia il figlio di un ingegnere già assessore all’urbanistica del comune; che il socio, V. L. (che attualmente è stato riconfermato consigliere comunale, primo degli eletti in una lista in appoggio al candidato sindaco Cramarossa) è figlio di un ex consigliere comunale in carica in quegli anni; e infine un altro dei soci della cooperativa, il sig. M.D. sia figlio di uno dei tanti assessori all’urbanistica che negli anni si sono succeduti nelle due amministrazioni Rana.

Forse, per evitare simili “sfortunate coincidenze”, il candidato Cramarossa farebbe bene ad affidare a qualcuno del suo gruppo l’esposizione di argomenti così delicati. Non a qualcuno di quelli che finora sono restati in ombra però.

Il caso Molfetta, politica “territoriale” da imitare

Cosa lascia ai suoi successori l’ex magistrato e prossimo ex sindaco (per abbandono) Nicola Magrone? Non solo i procrastinati interventi di abbattimento di abusive costruzioni rurali o di costosi allestimenti di futuri megaparchi; ci lascia tanto altro. L’elenco delle cose da fare, perché non fatte, o da rifare perché fatte male, è lungo. Ognuno dei pretendenti a succedergli ne ha sicuramente già stilato uno, preferendo mettere al primo posto dell’elenco uno o l’altro dei numerosi provvedimenti tralasciati o sbagliati. Tutti però dovranno occuparsi, speriamo prima e meglio, dell’economia modugnese. Il declino dell’economia locale è reso evidente, a chi vuol guardare, dal degrado della zona ASI: chilometri di capannoni industriali abbandonati. Eppure quella che oggi è una area in decadenza era una delle realtà produttive più grandi del meridione. Vi lavoravano migliaia di operai che hanno trovato casa a Modugno, incrementando, nel bene e nel male, quella edilizia che oggi, proprio a causa della riduzione delle maestranze impiegate in quell’area, non rappresenta più l’unico settore economico di rilievo per Modugno.

Nell’era magroniana, proprio il settore delle attività produttive è stato quello più deludente di tutti. Regolarizzare la fiera del crocifisso o il trasferimento del mercato settimanale (esclusivo dominio di ambulanti “forestieri” che ogni anno drenano risorse milionarie) imporre la chiusura al traffico di c.so Umberto e mostrare indifferenza verso il degrado strutturale del mercato ortofrutticolo, non sono iniziative che possono servire a dare un impulso positivo all’economia locale. Come non serve il lamentarsi, in privato, mantenendo l’anonimato, di non avere abbastanza autonomia per fare qualcosa di diverso. La pusillanimità amministrativa non aiuta lo sviluppo economico e nemmeno la cultura, la salubrità del territorio e neanche le finanze, la sicurezza dei cittadini o il lavoro dei disoccupati.

Occuparsi, positivamente, dello sviluppo economico del territorio, richiede coraggio e fermezza, e non è facile per chi non ha l’una e neanche l’altra. Sono numerose le amministrazioni comunali che ci provano e che come Modugno, esempio paradigmatico di inefficienza nelle iniziative di sviluppo economico, non ci riescono per mancanza di idonee direttive politiche. Per fortuna però ci sono anche amministrazioni che lo sanno fare. Come Molfetta; in pochi anni diventata una delle città a più alto reddito della Puglia. Nella città delle “belle femmine”, la politica cittadina ha saputo unirsi in un progetto che metteva al centro del programma politico lo sviluppo della economia. Non si sono seguiti più i dettami delle segreterie regionali dei partiti; nessuno si fa imporre più “con chi stare”. Il sindaco, eletto da una larghissima maggioranza di liste civiche, è il sindaco di tutti e lo dimostra rispettando il volere dei rappresentati eletti dai molfettesi. Anche a costo di “scontentare” gli esponenti politici del suo partito di provenienza e appartenenza.

Sarà in grado, il suo successore – “ne rimarrà solo uno” – di imitare il sindaco, Tommaso Minervini, di Molfetta e di decidere per il bene di tutti i modugnesi? Il prossimo sindaco saprà mantenere, insieme a tutti i rappresentanti eletti dai modugnesi, la sua piena autonomia rispetto alle segreterie dei partiti?

Avremmo preferito che fosse una “qualità” comune a tutti i candidati; che tutti fossero “indipendenti”, non solo “ribelli”. Allo stato attuale, però, solo uno dei candidati sembra possa riuscirci, Nicola Bonasia.