Sui social sono presenti due lettere, da ricercare e leggere attentamente; una del PSI modugnese, l’altra della minoranza consigliare. Entrambe chiedono – giustamente – di rafforzare le azioni necessarie al contrasto della diffusione del virus nella nostra città. La prima è indirizzata al Prefetto di Bari, l’altra è indirizzata al sindaco di Modugno. Sono due lettere/comunicati, per me simili nel contenuto, per l’appello dei relativi sottoscrittori alla salvaguardia della salute dei modugnesi, ma diversissime per l’obiettivo che perseguono. Mi concedo la possibilità di esprimere alcune considerazioni in merito, partendo dagli indirizzi e concludendo sulle motivazioni dell’appello a due diverse istituzioni pubbliche.
Il coordinamento del PSI modugnese scrive al Prefetto di Bari, istituzione pubblica “esterna”, affinché si sostituisca all’amministrazione “interna” per contrastare il covid 19. I consiglieri “esterni” della minoranza, invece, scrivono al sindaco offrendo la loro collaborazione “interna” per fronteggiare insieme l’estrema gravità della situazione sanitaria della città. Contenuti simili indirizzati a destinatari diversi a causa di differenti visioni politiche della comunità modugnese e degli obiettivi da centrare.
Modugno è una comunità formata da individui (indivisibili) che con le loro diversità le conferiscono quella unicità che la rende differente da tutte le altre.
È del tutto evidente che il PSI chiede al prefetto di commissariare l’amministrazione per assicurare la salvaguardia della salute dei modugnesi. Richiedere a degli estranei un intervento per risolvere i problemi della nostra comunità vuol dire non avere voglia di sentirsi parte del tutt’uno modugnese. Ricorrere all’aiuto di un “potere” esterno alla comunità dimostra che il PSI è consapevole della propria incapacità a ricoprire ruoli e mansioni utili al benessere di tutta Modugno. Seguire una linea politica così marcatamente disgregante per la comunità modugnese farebbe rimpiangere l’individualismo esasperato delle ultime amministrazioni magroniane.
Appare diverso, invece, l’intento perseguito dai consiglieri della minoranza.
Al sindaco Bonasia chiedono di poter collaborare dall’”esterno” per approntare gli strumenti idonei a dare alla città la risposta migliore riguardo alla diffusione del contagio. Tralascio la forma che appare più un richiamo a cosa il sindaco deve fare piuttosto che una offerta a fare insieme ciò che va fatto. Se è una proposta di leale cooperazione per superare le difficoltà dell’amministrazione nell’affrontare un problema che interessa l’intera comunità lo si vedrà in seguito. Accreditare alla minoranza la sincera volontà di cooperare “con spirito di unità e di servizio” rendendola partecipe delle decisioni farebbe solo bene all’intera comunità modugnese.