M5Stelle Puglia, tanta voglia di una E

M.E.5Stelle con la E di Emiliano?


Sarà con l’ingresso nella sua maggioranza di alcuni “ripensanti” del mòVimento grillino che Emiliano si assicurerà la permanenza al vertice della regione puglia fino al 2020? Questo l’interrogativo che assilla molti dei consiglieri regionali che, con l’arrivo dei “demaiani” nell’attuale maggioranza, temono di vedere ridursi il loro peso “contrattuale”.
Con due dei tre consiglieri regionali del Gruppo consiliare dei Popolari, che esprimono ancora un assessorato, schierati con il centro destra; con il mugugno degli esclusi da quelle “candidature” così magnanimamente promesse prima, durante e dopo il congresso Pd; con la sua certa esclusione dal tavolo politico nazionale che ufficializzerà la formazione di quel governo di coalizione dal quale i pentastellati rimarranno esclusi; con il suo sconcertante assenso alla realizzazione dell’impianto di ossicombustione della Newo nella zona industriale di Bari – in aperto contrasto con il renziano sindaco della città metropolitana Antonio Decaro, il messaggio di appoggio politico per un governo Pd-M5Stelle, lanciato ai pentastellati da Michele Emiliano, appare più che altro un tentativo di inciucio per arrivare fino al 2020 alla guida della regione.
D’altronde, per un movimento politico come quello dei pentastellati, capaci di esprimere solo degli slogan e visto il crescente disinteresse del loro fondatore Beppe Grillo, sostituire i “Vaffaday” del comico con i “VaiMichele” del governatore non dovrebbe essere così difficile; se poi aggiungono una E diventando MicheleEmiliano5Stelle per loro potrebbe essere ancora meglio.

Il nome dell’innominato?

Ormai è noto a tutti

Ieri mattina 28 febbraio si è discusso, presso la sezione terza del TAR di Bari, il ricorso contro vari provvedimenti degli uffici comunali modugnesi, fra i quali una ordinanza di demolizione, che riguardano un immobile rurale, costruito in località vincolata, ritenuto abusivo dai tecnici comunali.
La segretezza e la non pubblicizzazione dei vari provvedimenti – che hanno riguardato e riguardano tale vicenda – da parte della amministrazione, sin da subito, è apparsa alquanto strana.
Nella Allegata ordinanza del Tar Bari sono state oscurate le generalità degli interessati, solo e soltanto perché si ritiene poco signorile maramaldeggiare rendendo pubblico il nominativo di chi prima edifica senza i necessari e preventivi permessi e poi cerca di rimediare con richieste di condoni e SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) tardiva. I nomi, d’altronde, li abbiamo fatti in altra occasione, sono abbastanza noti ma non meritevoli di altra menzione.

Le “stranezze” modugnesi

persone rese note e altre “innominabili”

Con la deliberazione n. 15 del 16/01/2018 la giunta comunale di Modugno (allegata) ha approvato il documento di fattibilità progettuale relativo alla valutazione tecnico economica dei costi relativi alla “demolizione dell’immobile abusivamente realizzato in Modugno (Ba) alla via Pordenone ang. Via Ancona ang. Via Canne della Battaglia” redatto “ai fini dell’inserimento dei lavori nel programma Triennale delle OO.PP., nel rispetto dell’art. 21 comma 3 del D.Lgs 50/2016” onde giungere, finalmente, alla “conclusione definitiva del procedimento edilizio-urbanistico” relativo a tale annosa questione considerato che “Allo stato, dunque, il manufatto abusivo e la sua area di sedime appartengono al patrimonio comunale.” E che “ai sensi dell’art. 31, comma 5, DPR 380/2001, l’opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici e ambientali”.

Quali sono, quindi, le stranezze modugnesi? Come è evidente dalla delibera allegata, l’amministrazione comunale rende note – ritenendole di interesse pubblico – le generalità della società proprietaria dell’immobile da demolire, con tanto di indirizzo della sede di Bari e della rappresentante legale della società stessa mentre, in questi giorni – non si sa bene per quale principio di riservatezza – non ritiene siano di pubblico interesse le generalità della proprietà di un immobile, dichiarato abusivo e oggetto di una ordinanza di demolizione, che ha opposto un ricorso al Tar Puglia contro tale ordinanza. Ricorso in discussione oggi 28 febbraio e per il quale, pur avendo avuto a disposizione due mesi, l’amministrazione ha nominato solo qualche ora fa un legale che la rappresenti in tale discussione. Legale che, giustamente, presenterà una fattura per un compenso che sarà a totale carico della comunità modugnese.

Una ulteriore stranezza è quella relativa alla non pubblicazione della “interrogazione” rivolta al sindaco dai Consiglieri comunali di opposizione Fabrizio Cramarossa e Vito Del Zotti, (allegata) con la quale i due consiglieri, entrambi del Pd locale, chiedono dei chiarimenti proprio in merito alla mancata pubblicazione dell’”elenco dettagliato dei rapporti relativi ad abusi e/o violazioni edilizie accertate” …ecc

Potrebbe infine apparire come una ulteriore stranezza, ma  ci sarà sicuramente una giustificazione, il fatto che nella riunione di giunta di cui sopra, pur non essendo presente, sia stato l’assessore Formicola a svolgere il compito di relazionare il provvedimento.
PS – Sono passati poco più di 30 minuti e comunicano che per il ricorso in discussione questa mattina al TAR Puglia non ci saranno costi aggiuntivi a carico dei contribuenti modugnesi, poiché a rappresentare  il comune, in questo “misterioso” procedimento amministrativo,  è l’avvocato del Comune.

Modugno, un'ordinanza di abbattimento fantasma

visibile solo agli intimi

Ancora una volta nella mia cassetta della posta qualcuno ha depositato un documento alquanto interessante. Una ORDINANZA DI DEMOLIZIONE E RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI del comune di Modugno. Dopo averlo esaminato mi sono posto il compito di verificare sull’albo pretorio online del comune se il documento fosse stato pubblicato. La ricerca è stata vana, non sono riuscito a trovare (ci sono ?) ordinanze di demolizione pubblicate sull’albo.

La questione sembra avvolta nel mistero più fitto: l’ordinanza di demolizione non risulta pubblicata sull’albo, anche se la legge lo prevede. La proprietà dell’immobile ha sicuramente ricevuto la comunicazione ma gli interessi di eventuali terze parti non sono stati salvaguardati, in quanto, a causa di questo “nascondimento”, gli interessati non sono stati messi al corrente della questione. La proprietà aveva 60 giorni, dalla notifica della stessa ordinanza (è stata emessa il 12 dicembre scorso, pertanto i termini scadono questi giorni) per proporre un ricorso al tribunale Amministrativo della Regione Puglia, sede di Bari. Ad oggi nessuna comunicazione, per tale procedimento, (sempre consultando l’albo pretorio online) pare sia giunta al comune. La questione assume una rilevanza particolare anche per il resto della comunità modugnese, perché si potrebbe creare un precedente amministrativo pericoloso, che metterebbe in pericolo la proprietà privata dei cittadini.

In una città retta da una amministrazione che si batte da sempre per difendere i diritti previsti dalla costituzione (il diritto alla proprietà è uno di questi) non è tollerabile che tali questioni, come fantasmi, siano visibili solo agli intimi.

Inceneritore Newo

Conferenza stampa VERDI

INCENERITORE NEWO CLAMOROSO COLPO DI SCENA:
LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE
E’ NULLA!

Con questa conferenza stampa i Verdi intendono denunciare un nuovo e gravissimo fatto che  suggella l’invalidità dell’autorizzazione ambientale concessa per l’inceneritore della società Newo SpA.
E’ ormai superfluo rammentare che l’inceneritore in questione si dovrebbe realizzare nella zona ASI di Bari in un territorio che rappresenta, a tutti gli effetti, “la punta di diamante” dell’inquinamento ambientale barese.

Per ottenere la Valutazione d’Impatto Ambientale, la Ditta proponente (NEWO SpA) ha presentato, come previsto dalla legge, uno “Studio d’Impatto Ambientale”.
La Legge Regionale n° 11/01, che segue le linee guida Nazionali  e che, a loro volta, hanno recepito una direttiva della Comunità Europea, prevede il diritto da parte del Pubblico (ovvero dei Cittadini) alla partecipazione al procedimento decisionale in materia Ambientale (Trattato di Arhus recepito dall’Italia con Legge n° 108 del 2003).
Come avviene la partecipazione dei Cittadini al procedimento decisionale? Attraverso le cosiddette “osservazioni” a quella parte dello Studio d’Impatto Ambientale, presentato dalla Ditta proponente, chiamata “Quadro Ambientale”.
E’ importante rilevare che, trascorsi 60 giorni dalla presentazione dello Studio d’Impatto Ambientale, non realizzando alcuna “osservazione al quadro Ambientale”, i Cittadini accettano inderogabilmente il progetto dell’Impianto, che in questo caso tratterebbe incenerimento di rifiuti, e perdono il diritto alla presentazione delle “osservazioni”!

La Legge prevede ancora che le Amministrazioni vengano avvisate della presentazione di questo Studio attraverso notifica, mentre i Cittadini vengono a conoscenza dell’eventualità di nuovi insediamenti industriali attraverso pubblicazione, a cura delle Ditte proponenti, su un quotidiano locale e su un quotidiano nazionale, come previsto dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 Art. 28 (Misure di pubblicità). Ma  nel fascicolo del procedimento autorizzatorio risulta  solo la pubblicazione sul quotidiano La Repubblica del 24/03/2016 nella cronaca di Bari, mentre non esiste traccia dell’avviso pubblico sul quotidiano a tiratura nazionale.

Infatti a pagina 4 (rigo 11) dell’Atto Dirigenziale della Regione Puglia n° 7 del 25.01.2018 il dirigente della Sezione Autorizzazioni Ambientali dott.ssa Antonietta Riccio nella Determinazione relativamente alla partecipazione del Pubblico al procedimento autorizzatorio dell’impianto così scriveva:

– evidenza dell’avvenuta pubblicazione sul quotidiano “La Repubblica” di Bari – Sezione Cronaca” del 24.03.2016, dell’avviso dell’avvenuto deposito di cui ai sensi dell’art. 24 co.2 del D.Lgs. 152/2006 e art. 3 co.5 della L. R. 11/2001;

E’ pertanto indiscutibile il fatto che con tale irregolarità,  non è stato applicato l’art. 3, comma 5 L.R. n. 11/01. Va da sè che, a seguito della mancata diffusione a mezzo stampa della notizia, la popolazione del luogo si è vista sottrarre il diritto alla partecipazione al processo decisionale previsto, tra l’altro, dalla Convenzione di Arhus,  e  quindi non ha, di fatto, potuto presentare le osservazioni al quadro ambientale entro i 60 giorni previsti dalla legge.

In più, la non regolare pubblicazione prevista dalla citata convenzione di Arhus espone l’Italia a rischio di pesante sanzione da parte della Comunità Europea. Va ricordato che un episodio analogo si è verificato nel 2008 per un inceneritore del Gruppo Marcegaglia e dopo nostra denuncia la Regione Puglia con nota Prot. 8300 del 09/06/2008 ritirò l’autorizzazione rilasciata;

Sulla base di questi elementi, è allora evidente che il procedimento di VIA non è stato espletato nel rispetto della normativa Nazionale (Legge n° 108 del 2003) , Regionale (art. 3, comma 5, L.R.  n. 11/01) e Comunitaria (Convenzione di Arhus) e dal  Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 Art. 28 (Misure di pubblicità), ed è quindi nullo!

A questo punto, riteniamo che la Regione, molto serenamente, debba prendere atto di quanto da noi affermato, verificare la veridicità dell’irregolarità nell’espletamento della procedura relativa allo Sudio d’Impatto Ambientale (circostanza che si può rilevare semplicemente consultando il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n° 17 del 01/02/2018  e con estrema urgenza ritirare la Determinazione n° 7 del 25/01/2018 del Dirigente Sezione Autorizzazioni Ambientali.
Facciamo presente che abbiamo presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Bari, alla  Regione, alla Commissione VIA della Regione Puglia ed al Comune di Bari. Pertanto, è a queste Istituzioni che chiediamo di farsi carico delle proprie responsabilità e di intervenire con urgenza  per quello che sono le proprie competenze: indagine penale; ritiro della Valutazione d’Impatto Ambientale.
 

Alla luce di quanto sopra, onde evitare che altri insediamenti industriali da sottoporre a V.I.A. passino sotto il silenzio  delle  Amministrazioni che poi, a giochi fatti, tentano di salvare il salvabile con onerosi quanto inutili ricorsi, chiediamo al Presidente della Regione Puglia ed al Sindaco di Bari  che venga urgentemente avviato un Piano di Risanamento Ambientale per tutto il territorio della zona ASI di Bari/Modugno, previsto per legge nelle aree che presentano criticità ambientali e già approvato come atto di indirizzo dal Consiglio Comunale di Modugno il 27 marzo 2014, ma tristemente ed inspiegabilmente rimasto nei cassetti del sindaco di Modugno.

Modugno, 21 febbraio  2018

Giancarlo Ragnini                                               Domenico Lomelo
Verdi di Modugno                                               Responsabile Verdi Provincia Bari
Tel. 333-5952410                                                 tel. 337-604314