Raccolta differenziata a Modugno

La grande bugia

Una nota del PSI di Modugno

Crediamo che la questione della raccolta differenziata rappresenti al meglio il carattere fiabesco di questa amministrazione. Nel 2016, anno di inizio della raccolta porta a porta, questa amministrazione esaltava questo sistema per via del grosso risparmio di cui avrebbero giovato i modugnesi in termini di TARI. Invece nel consiglio comunale del 26/03 dalla voce dell’assessore al bilancio Banchino è emerso tutt’altro : il risparmio c’è solo se esponiamo meno volte i mastelli dell’indifferenziato, altrimenti la tassa può pure aumentare!

E addirittura, come se non bastasse, per le utenze non domestiche l’aumento della tassa è previsto a prescindere dal come si fa la raccolta!

Noi siamo convinti che in base a questo meccanismo l’abbandono dei rifiuti potrebbe seriamente aumentare, più di quanto avvenga già ora ( e sarebbe molto difficile ).  Questo episodio fa capire ancora una volta quanto questa amministrazione sia incapace di governare la città, invece di risolvere i problemi (l’abbandono) ,ne peggiorano la situazione. Noi ovviamente speriamo di aver sbagliato previsione, ma ne dubitiamo molto…

TRIVELLE IN PUGLIA

uniti contro i predoni del mare

“Con il via libera all’unanimità, da parte del Consiglio Regionale pugliese, alla mozione sulle attività di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi, la Puglia si mostra compatta per la reintroduzione nello “Sblocca Italia” del Piano delle Aree, lo strumento di pianificazione che consente alle Regioni ed alle comunità interessate di partecipare all’identificazione delle zone di territorio e del mare dove sono consentite le attività di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi”, è quanto sottolinea in una nota il vicepresidente del Consiglio regionale, Peppino Longo.

“Non potevamo assistere passivamente ai continui tentativi di avviare ricerche petrolifere sottomarine davanti a coste che hanno nel mare la propria ricchezza turistica. Ed è questa una risposta convincente dopo la delusione per la decisione del Consiglio di Stato che ha respinto ha respinto i ricorsi presentati dalle Regioni Abruzzo e Puglia contro il ministero dell’Ambiente e la società Spectrum Geo Lfd, con in pratica la possibilità di riprendere le ricerche con l’air gun, la tecnica utilizzata dalle società petrolifere per trovare idrocarburi nei fondali del Mare Adriatico. Adesso invito tutti i rappresentanti delle istituzioni e tutti gli italiani alla mobilitazione attiva. Da parte mia e anche per il ruolo che svolgo in seno al Consiglio della Regione Puglia, confermo la totale determinatezza a non abbassare la guardia a difesa del nostro mare e delle nostre coste, con la determinazione di dar vita ad un confronto serio in materia di tutela dell’ambiente e di rispetto della volontà popolare così come espressa dai territori”.

Peppino Longo
Vicepresidente del Consiglio
Regione Puglia

Chi ha paura del Nazareno Bis?

Rousseau e Casaleggio junior

Sono queste le figure che temono la concretizzazione di un “Nazareno Bis”. Sono già in tanti, fra gli eletti stelliotizzati, che rimuginano sui 300 euro mensili da sborsare alla piattaforma intitolata al filosofo svizzero de “il contratto sociale”, Gian Giacomo Rousseau appunto, che riteneva e propugnava una società in cui l’individuo non avesse alcun altro diritto se non quello derivante dall’appartenenza ad uno Stato; da realizzare, quest’ultimo,  attraverso un “contratto sociale” sottoscritto da persone costrette su un piano di piena e completa uguaglianza. Una associazione, insomma, di individui che invece di essere “liberi di rinunciare” ai loro diritti naturali per aderire ad un accordo che, attraverso un patto d’unione, permetta di costituirsi come comunità e dare vita ad una società politica, siano, invece, membri di un corpo politico costituito da un “Io comune” garante delle libertà individuali e dei diritti (quali? a questo punto non si capisce).

Adesione onerosa ad una visione politica? O piuttosto una sorta di privazione (iniziale?) di un diritto naturale, quello di essere remunerato in funzione del proprio lavoro? Una tassa come ringraziamento per la libertà di incassare uno stipendio da parlamentare? Oltretutto obbligatorio pena l’allontanamento dalla comunità degli Honesti? Difficile, per chi sceglie l’onestà – possibile solo se individuale (non esiste, checché ne dica Beppe Grillo, l’onestà di gruppo) – sentire come “giusta” una menomazione dei propri diritti quale è quella di versare “volontariamente” 300 euro mensili ad una società avente fini di lucro.

Perché la Rousseau e Casaleggio Junior temono un Nazareno Bis? Con il patto del Nazareno, non dimentichiamolo, si concordò, fra Renzi e Berlusconi, di costituire quel fronte politico comune che ha permesso di evitare il fallimento nazionale che si andava delineando a causa della crisi indotta dalla speculazione internazionale abbattutasi, sul nostro paese, a seguito dello scellerato patto imposto all’Europa dall’allora presidente francese Sarkozy, che aveva tanti motivi per mettere a tacere il colonnello Gheddafi (ma questa è un’altra storia già raccontata). Se si realizzasse una nuova versione di quell’accordo, e il centrodestra e il Pd (con o senza Renzi e Berlusconi) dessero vita ad una maggioranza parlamentare forte e coesa, in quanti fra i pentastellati eviterebbero di versare l’obolo volontario alla Casaleggio per poter finalmente essere allontanati dal gruppo degli onesti a pagamento e confluire fra le fila degli onesti per scelta? Che oltretutto sono pure più numerosi?

Invece di 90.000 euro, quanto incasserebbe mensilmente la Rousseau per difendere i diritti degli associati alla Casaleggio?

Perdere fa bene

c’e voglia di rivincita

Ieri, 20 marzo, il Pd modugnese ha organizzato un incontro sul tema, ”le ragioni della sconfitta per una rinascita democratica”. Discorsi e spiegazioni che gli intervenuti: Dario Ginefra, deputato, Adalisa Campanelli, della segreteria regionale del partito, Irma Vaccaro Gammone, del coordinamento del Pd locale e il coordinatore Mimmo Cramarossa hanno largamente discusso con gli elettori intervenuti nella sala Le Volte di via C. Stella.

La pacata esposizione dei motivi del cattivo risultato elettorale e la formulazione di propositi e proposte per la riorganizzazione del Pd, non sono bastate a sopire del tutto lo sconforto che naturalmente pervade gli animi degli sconfitti.

Da osservatore esterno e distante dalle dinamiche politiche del Pd, devo rimarcare come le considerazioni finali dei relatori e gli interventi dei presenti non sono del tutto dissimili da quelle alle quali sono giunti gli esponenti dell’altra parte dell’”arco costituzionale”, quel centrodestra che pur potendo esibire un risultato numericamente migliore non può certamente dirsi soddisfatto del risultato ottenuto nel centrosud. Mal comune…pentastellato? Forse sì, ma non del tutto catastrofico.

Come più volte detto e scritto i prodromi della sconfitta erano evidenti. A chi voleva vederli certo, ma la cecità che ha colpito i politici, giustamente sconfitti in queste elezioni, è stata determinata proprio da quella lontananza, fisica oltre che telematica, denunciata più volte. Distanza che nelle assemblee di ognuno degli schieramenti politici sconfitti, viene indicata come motivo principale della disaffezione degli elettori verso i vecchi partiti di appartenenza. In molti hanno votato per dispetto, per danneggiare, per colpire chi li ha trascurati, non solo per credulità nei regali dei neo babbo natale.

Una sconfitta a testa non fa male a nessuno? Forse. Magari fa pure mezzo gaudio, per completare il proverbio sopra malmenzionato, perché un’altra particolarità che accomuna destra e sinistra nelle loro disamine postelettorali, è la voglia di tornare a fare politica davvero e non semplice amministrazione clientelare. Che sia la volta buona? Del resto come si dice: squadra che perde va cambiata, o sbaglio?

Innovazioni sociali

e politici distratti

 

Le cosiddette “rivoluzioni industriali” degli ultimi due secoli sono state determinate dalla maggiore efficienza nell’uso e nella maggiore disponibilità dell’energia a disposizione nei processi produttivi (prima legna e carbone, poi vapore ed elettricità) mentre quella attuale si è basata sulla velocità di calcolo dei computer e sulle macchine “digitalizzate”. Ormai alla fine, anche quest’ultima “rivoluzione”, come le altre che l’hanno preceduta, sarà sostituita dalla successiva. Siamo all’inizio della nuova rivoluzione industriale basata sulla connessione sempre più stretta fra i desideri, le preferenze delle persone e le cose, fra le incorporee idee e la loro immediata realizzazione materiale.

Tali innovazioni, nella produzione “materiale” delle cose, hanno determinato profondi cambiamenti nella produzione “immateriale” del pensare, del comunicare e dell’agire umano nelle società che di quelle innovazioni usufruiscono. Cambiamenti che, a differenza del procedere per balzi e scossoni dell’evoluzione tecnologica, si evolvono in maniera meno caotica, linearmente, adeguandosi e restando sempre al passo con le nuove idee e modalità produttive e dei mercati. Adeguamenti nel pensare, comunicare ed agire sociale che la politica, troppo spesso, non è in grado di governare e men che meno di determinare.

Le ultime consultazioni (sempre più essenzialmente elettorali e sempre meno politiche), ancora una volta, hanno dimostrato come la politica è sempre in ritardo rispetto all’evolversi delle società e dei mercati, sempre più evolute e veloci. I politici in generale e molti partiti in particolare, non sembrano rendersi conto dei cambiamenti in atto nella società. Perennemente indietro ed estranei ai cambiamenti dei modelli organizzativi e di comunicazione che l’evoluzione tecnologica continuamente elabora ed applica, restano sorpresi allorquando scoprono che altre formazioni politiche, proprio servendosi dei nuovi modelli di comunicazione sociale utilizzati ogni giorno dalla gente, raccolgono percentuali più alte di consenso elettorale. Come dimostrato dall’ultima campagna elettorale.

E non è nemmeno la prima volta, è successo spesso; senza andare troppo indietro nel tempo possiamo citare il nuovo linguaggio/messaggio della rivoluzione luterana, favorito dalla innovazione della stampa; i successi mercantili e speculativi favoriti dalle notizie riportate dai primi giornali; le nuove modalità della pubblicità e della propaganda permesse dalla radio, contemporanee e seguite da quelle dei film e dalla prima televisione del nazista Goebbels, che di come riuscire a influenzare la pubblica opinione se ne intendeva.

Rimanendo nella nostra epoca, basta ricordare quello che capitò alla “occhettiana” macchina da guerra del PCI, troppo tardi evolutosi in Partito Democratico della Sinistra, allorquando si scontrò con il nuovo messaggio sociale che arrivava alla gente dalle televisioni commerciali di Berlusconi. Ne trassero enormi vantaggi gli allora neofiti della politica di quelle stesse formazioni politiche che oggi, guidate da loro, sono rimaste travolte dall’uso “professionale” (ed extrapartitico) che le nuove compagini politiche (sic!) hanno saputo fare del social network più utilizzato dalla gente: facebook.

I computer e le enormi capacità di elaborazione dei dati raccolti sulle preferenze, sulle rivendicazioni, sulle aspettative degli elettori, oggi rendono possibile influenzare l’opinione pubblica e determinarne le decisioni. Qualcuno se ne è accorto e con la divulgazione di false notizie, spesso anche inverosimili, senza nemmeno usare la coercizione fisica tanto cara ai regimi totalitari ha “vinto le elezioni”. Con buona pace della Politica.