Pd Modugno – si sgonfia la bolla Magrone

Si avvia a conclusione, grazie al pragmatismo del Commissario prefettizio Dr. Ruffo, la mitica QUESTIONE URBANISTICA nella nostra Città.
La bolla gonfiata dalla fallimentare Amministrazione Magrone, si è sgonfiata dopo che un gruppo di tecnici, comunali e regionali insieme, hanno studiato le carte. Senza affidare incarichi all’esterno come Magrone e la sua dirigente avevano determinato, con sperpero criminale di fondi pubblici per 50.000 euro, i dipendenti comunali hanno sistemato la descrizione delle norme tecniche di attuazione del ’95, e del ’99.
Il Commissario Prefettizio NON HA REVOCATO ALCUNA DELIBERA, al contrario di quanto voleva fare una amministrazione incapace.
Il Commissario ha dato invece mandato agli uffici di RIADOTTARE LA DELIBERA DEL ‘99 e di verificare le eventuali irregolarità di procedura. L’Ufficio Tecnico Comunale, sta riscrivendo la delibera del ’99 risolvendo le ambiguità di quel testo. Quella delibera riadottata e riscritta sarà successivamente inviata alla Giunta Regionale per una rapida approvazione.  Fine della storia.
Correzioni normative e formali, lontanissime dalla guerra santa scatenata da una amministrazione senza idee, incapace di governare, incapace di azioni concrete e lungimiranti, dedita ancora oggi alla propaganda, che ha nascosto dietro questa bolla tutto il suo fallimento.
La proposta che il PD aveva formulato per il CC del 25 Agosto è diventata la soluzione che di fatto il Commissario ha perseguito.
Dopo mesi di paralisi della città, e grazie a poche settimane di impegno degli uffici comunali, la questione è risolta.

CHE ALTRO DOBBIAMO ATTENDERCI DA UNA PROPAGANDA BECERA, BUGIARDA E AUTOREFERENZIALE?

Comunicato stampa Pd Modugno

I pittori della ProLoco

Riproduzione – De Chirico

Riproduzione – Gauguin

Risveglio

Sogno surreale

Valter BELLINO – Classe 57’, insegnante di storia dell’arte e disegno a Bitetto;

da sempre con la passione per l’arte pittorica, dopo avere preso la specialistica presso l’università di Bologna ha realizzato il sogno di insegnare “arte e disegno”. La sua arte si esprime al meglio nella ritrattistica per cui usa varie tecniche soprattutto la “sanguigna” una speciale matita che gli permette di esprimere ed imprimere nei suoi ritratti quel famoso ma mai desueto “carpe diem”. Insegnando alle quinte classi femminili ha la consuetudine di regalare alle sue alunne a fine percorso un ritratto di ciascuna, dando cosi uno speciale diploma di maturità.

 

San Martino

Quando un amore finisce. San Martino, venerato l’ 11 novembre, è il patrono dei soldati e dei viandanti. A lui sono anche attribuite molte consuetudini ed usanze. Tuttavia, il motivo per cui il Santo si è guadagnato grande notorietà popolare è dovuto al fatto che la tradizione gli assegna un ruolo protettivo verso gli uomini traditi, insomma, i cornuti.
I motivi di questo gravoso patrocinio non sono però stati stabiliti con certezza. Quello più attendibile, troverebbe le sue radici nelle numerose fiere di bovini, quindi animali provvisti di corna, che prolificavano nei paesi nella prima metà di Novembre. Un’altra ipotesi, verosimile ed anche questa molto accreditata, è quella secondo la quale anticamente in questo periodo venivano celebrate dissolute feste pagane, durante le quali molte donne commettevano adulterio. Questi tradimenti comportavano spesso, come conseguenza, la fine dei rapporti di coppia, anche di quelli più consolidati. La poesia l’ho voluta attribuire a “San Martino” in modo scaramantico, affinché il suo alto Patrocinio si estenda anche e soprattutto sulle coppie felici per proteggerne l’integrità.
Buona Poesia a tutti.
Valentino Di Persio

San Martino

Tutto crolla
tutto svanisce
quando un amore finisce.
Improvvisamente le cose
anche le più preziose,
l’argento, l’oro,
perdono di valore.
Ti diventa insostenibile,
il vuoto incolmabile
nel tuo spazio vitale.
E nei tuoi occhi stanchi,
arrossati dalla rabbia,
dal dolore e dal pianto,
la tristezza prende
il sopravvento.
Il tuo sguardo assente
si perde lontano, nel niente
laggiù verso l’orizzonte
dove la nebbia del Poeta,
intrisa di tristezza
s’inerpica sui colli
nel giorno di San Martino.

AlBano & Romina trionfano a Bucarest

A&R

Yari & AlBano

Yari e Romina

one man orchestra

Valentino Di Persio con le coriste

I fiori sono ancora per loro.

Al loro rispettivo arrivo alla Sala Palatului di Bucarest nel pomerggio del 5 novembre, AlBano & Romina erano attesi da un nutrito gruppo di irriducibili fans “Globe Trotters” entusiasti. Molti di loro, arrivati prevalentemente dall’Italia, continentale e peninsulare, erano riusciti a raggiungere addirittura la zona camerini, superando, con diversi escamotages e con l’aiuto di un complice interno, il rigi

AlBano

do controllo del servizio di sicurezza.
La Band, capeggiata dal Maestro Alterisio Paoletti aveva da tempo completato il ripasso delle partiture strumentali, del coro e dei brani di Yari, diventato ormai una costante all’interno del gruppo. I due tecnici, Francesco Spadaccino e Alessandro Vanara, avevano già messo a punto le apparecchiature con pignoleria professionale. Tutto era quindi pronto per le prove generali. AlBano e Romina sono saliti sul palco verso le 16.30. Nell’aria aleggiava la tipica concitazione che precede i grandi eventi, tensione che man mano è andata dissolvendosi lasciando il posto all’entusiasmo e al sorriso.
Alle 19.00 la zona attorno al Teatro era paralizzata dal traffico. Un migliaio di persone si era già radunato davanti agli ingressi ancora chiusi. Sulle loro teste aleggiavano riflessi cristallini di aloni brumosi multicolori per effetto del contrasto atmosferico dell’aria umida e fredda con il calore umano. Alle 20.30 la grande Sala Palatului (Sala del Palazzo), 6.000 posti a sedere, era gremita anche di spettatori in piedi lungo i corridoi laterali. Suggestivo il brusio delle voci sommerse del pubblico con musica di sottofondo e immagini sullo schermo gigante montato in alto sul grande palco, ancora in penombra.
Frenetico il via vai dietro le quinte mentre nell’oscurità gli artisti prendono silenziosamente il loro posto. Le note dell’ouverture di “Nel Sole” irrompono gradualmente nel mesto silenzio. Il pubblico esplode in un fragoroso applauso al primo acuto di AlBano che attacca direttamente dal ritornello “quando il sole tornerà e nel sole io verrò da te”. Sullo schermo risplendono le tre coriste, elegantissime nei loro colorati abiti lunghi.
A seguire “Mattino”, “E’ la mia vita”, “13 storia d’oggi” prima che AlBano annunci, con una punta di emozione, l’ingresso di Romina sulla scena. La sala s’è rivestita improvvisamente dei fiori sventolati dai fans nel tripudio generale della standing ovation.
“U.S. America”, “Message” e una struggente “Poesia” costituiscono la performance individuale di Romina che a sua volta introduce sul palco il figlio Yari. Insieme eseguono la loro piacevole “Tears are not pearls”.
A Yari Carrisi Power va riconosciuta una notevole maturità artistica rispetto alla prestazione del decorso mese di maggio sullo stesso palco. Ha mostrato una padronanza della scena inaspettata, molto gradita dal pubblico. Bellissima la sua “Dollars”, un raggae trascinante, a seguire “Shine on you crazy diamond” dei Pink Floyd e “Don’t let me down” dei Beatles, per concludere insieme al padre AlBano con “Mieru la la”, del folklore pugliese.
Ed eccola infine, ricostituita artisticamente per l’ennesima volta, la coppia più amata di tutti i tempi, AlBano Carrisi & Romina Power. Eseguono insieme, uno dopo l’altro i loro brani storici “Ci Sarà”, “Sempre Sempre”, “Nostalgia Canaglia” fino a “We’ll Live it All Again”, che per l’immaginario collettivo dei fans, sparsi ovunque nel mondo, rappresenta il loro testamento, la loro promessa d’amore per l’eterno.
La tensione diventa palpabile, quando AlBano arrivato alla strofa Solitudine in due e cent’anni son pochi se vivessi di nuovo… si è interrotto improvvisamente, lasciando il pubblico arrostire sui carboni ardenti, ripentendo più volte “e se vivessi di nuovo?” in forma interrogativa. Suspense mentre dalla platea sale, sempre più forte, l’incalzante incitamento del pubblico. Albano tira un forte respiro prima di dar fondo a tutta la sua potenza vocale in un memorabile “Io te sempre risceglierei”. Il pubblico, applaude, acclama ma non sembra ancora del tutto soddisfatto. Nell’aria aleggia qualcosa di incompiuto, l’attesa di un miracolo, di una dichiarazione, di una confessione congiunta dei loro beniamini. Insomma, l’esecuzione in diretta della promessa testamentaria di “We’ll live it all again – Insieme lo rivivremo”, l’ammissione che nulla era cambiato, che tutto era come prima, che era stato solo un brutto sogno, un incubo ormai svanito, sopraffatto dal sole che continua a splendere ed illuminare il loro cammino. Ahimè! Le speranze dei fautori del ritorno insieme della coppia anche nella vita, sono restate per l’ennesima volta disattese. Niente di nuovo, i sogni continuano a fare il loro dovere, avverandosi molto raramente, mentre i miracoli possono accadere ma solo se si desiderano fortemente e per intercessione divina. “Time will tell” cantava Bob Marley.
Una serata indimenticabile sia sotto il profilo artistico che dal lato emozionale. Memorabile il siparietto voluto da AlBano nel mezzo dello spettacolo. Dopo aver fatto portare sulla scena sedie e tavolini, ha invitato un congruo numero di spettatori a salire sul palco e a sedersi attorno i tavolinetti imbanditi all’italiana maniera. Presenti anche la madre Donna Jolanda e la bellissima Cristel Carrisi. Ha offerto del buon “Don Carmelo” rosso, mentre cantava alcune perle della musica italiana, “Santa Lucia”, “Amara terra mia”, “O sole Mio”. Romina, da parte sua, replicava con “Power to the people” e “All you need is love”. Ad un certo punto le note di un motivo classicheggiante hanno iniziato a diffondersi nell’aria in cescendo. Una melodia da sogno, mai sentita prima, inaspettata. Una sorta di notturno chopiniano. Silenzio assoluto, respiro sospeso, rapimento collettivo finché dal pubblico non si è levata
un’esplosione di gioia improvvisa. Avevano riconosciuto l’Inno Nazionale Rumeno, magistralmente riadattato per l’occasione dal Maestro Alterisio Paoletti. Un ulteriore omaggio al suo pubblico, fortemente voluto da AlBano.
Nel finale, sulle note di “Felicità” Albano e Romina hanno presentato uno ad uno la magica Band, tutti in smagliante forma. Ognuno di loro, all’atto della presentazione, ha eseguito un assolo. Quindi le coriste Alessandra Puglisi, Elisabetta (Betty) Maineri, Luana Giorgia Heredia, per passare poi ad Adriano Martino alla chitarra (elettrica ed acustica), Maurizio dei Lazzaretti alla batteria, Giulio Boniello al Basso ed infine “the one man orchestra”, come ama definirlo AlBano, Alterisio Paoletti alle tastiere, scatenato, in gran forma. Il suo assolo ha lasciato tutti sbalorditi per effetto sonoro e talento esecutivo.
Dalla calca del sottopalco, affluivano incessantemente fiori per la coppia più amata. Ben presto il palco si è trasformato in un prato sfavillente di colori. Segnali tangibili di apprezzamento e d’amore d’un pubblico grato, soddisfatto e felice.