L'importanza di finirla

Che il finire sia importante lo diceva, anzi lo cantava Mina

quando, ancora graffiante “Tigre di Cremona”, concludeva con “l’importante è… finire” una allusiva canzone degli anni ’70 dell’ultimo secolo del millennio scorso. Il tempo passa ma il messaggio, pur importante, non sembra essere stato percepito nella sua interezza dalla nostra classe politica. Siamo già in campagna elettorale per le prossime amministrative e si continua a parlare di urbanistica. Un argomento importante, una faccenda intricata di cui, chi più chi meno, molti si dicono depositari della “vera Verità” sull’argomento. Dopo tanto parlare però non si capisce ancora se hanno ragione quelli che cercano di dimostrare come sia tutta una montatura o quelli che dicono che a Modugno una certa classe imprenditoriale si sia illecitamente arricchita con norme illegittime. Si continua a parlare di norme illecite in quanto non approvate dalla regione e si ascoltano altri che dichiarano non necessaria l’approvazione regionale. Non si sa se hanno ragione coloro i quali raccontano come sia stata legittima l’approvazione di quella famosa delibera consigliare del ’99 o se hanno ragione quegli altri che raccontano come tutto si sia svolto per favorire un imprenditore in particolare. Altri ancora, forse meno smemorati, partono proprio da quel famoso anno 1999 e disegnano un altro scenario, raccontando gli avvenimenti dei giorni immediatamente precedenti quello in cui il consiglio comunale dell’epoca approvò quelle famose norme.
Iniziano parlando del precedente consiglio comunale del 12 novembre ‘99 e di come furono eletti i membri della commissione edilizia comunale dell’epoca. (leggi la delibera)
Commissione edilizia che nulla eccepì durante il consiglio comunale che il successivo 1° dicembre deliberò la “Presa d’atto ed approvazione dei testi delle Norme tecniche di Attuazione e del Regolamento Edilizio del Vigente PRGC aggiornati, coordinati e integrati secondo il disposto delle più recenti leggi e norme in materia edilizia e urbanistica e in conformità delle modificazioni introdotte dalla deliberazione di G.R. n. 5105 del 21.11.95 di approvazione del PRGC.” (leggi la delibera)
Dicono, gli emuli di Pico della Mirandola, che all’epoca dei fatti se non si era d’accordo sulle delibere consigliari si poteva ricorrere, “gratuitamente”, al parere del CO.RE.CO. – il comitato regionale di controllo (un organo previsto da una legge del febbraio 1953 in attuazione dell’art. 130 della Costituzione) – al quale erano attribuite funzioni di controllo sugli atti delle province, dei comuni e degli altri enti locali. Altro che l’attuale, costoso, ricorso al TAR.
Rivolgendosi alle persone che pur ricoprendo allora la carica di consigliere nulla hanno eccepito, nessuna protesta o proposta di chiarimenti hanno posto all’attenzione del consiglio comunale o sugli organi di stampa che già da allora, come oggi, venivano utilizzati essenzialmente per “darsi ragione”, i dotati di ferrea memoria chiedono: come mai le norme approvate e non contestate nel ’99 – sia dal consiglio comunale che dalla commissione edilizia dell’epoca e quindi ritenute legittime – si siano trasformate in uno strumento utile allo sfruttamento e alla cementificazione del territorio? Se quelle Norme Tecniche di Attuazione, che la regione non ha approvato, hanno reso possibile lo scempio urbanistico che oggi viene denunciato, perché non sono state contestate già allora? Perché nessuna azione eclatante come quelle alle quali assistiamo da mesi è stata intrapresa allora? Perché nessuno ha proposto appello al CO.RE.CO contro quello strumento urbanistico oggi ritenuto palesemente truffaldino?
Il tempo a disposizione per chiarire la vicenda non è stato utilizzato nella giusta maniera.
Ora che supinamente subiamo (è proprio il caso di dirlo) la decisione di un altro Commissario, che nel breve volgere di alcuni mesi ha già posto le basi per la soluzione del “problema urbanistica” con buona pace di tutti – smemorati e mirandoliani – è giunto il tempo di finirla con questa storia e cominciare a parlare di come incrementare lavoro e salute, di come diminuire tasse e traffico non dimenticando scuola, disoccupati ed indigenti.
Ma sarebbe fare Politica e sembra proprio che sia già da molto tempo che questa è…finita.

 

La fiera della ProLoco

Si è conclusa, come succede da secoli, nella terza domenica di novembre la tradizionale fiera del Crocifisso. Quella dell’amministrazione Magrone di riportare la fiera nei luoghi tradizionali delle piazze e strade cittadine è stata, a parere della grande maggioranza dei modugnesi, una felice intuizione. Molti erano scettici prima, molti l’hanno apprezzata dopo dando ragione a chi ci ha creduto fin dall’inizio; la speranza di vederla organizzata meglio comincia a diventare certezza (la speranza di non assistere ad altre polemiche invece rimane scarsa).
La clemenza del clima – sono state due domeniche soleggiate – ha favorito anche l’esposizione di lavori ed iniziative culturali di buon livello come quella della ProLoco di Modugno. Il Presidente, Michele Ventrella, attorniato dai soci della sezione modugnese ha voluto ospitare, nello stand di Piazza Sedile, una rappresentanza dell’IPSA Santarella di Bitetto. L’istituto professionale, sezione distaccata del Santarella di Bari, oltre ad accogliere alunni provenienti da Bitritto, Gravina, Palo del Colle ed altri comuni della provincia, annovera fra i propri studenti molti giovani modugnesi. Da qualche anno nell’istituto si svolge un corso di Moda con due cicli completi (dal primo al quinto anno), dieci classi di studenti impegnati nell’apprendimento dei canoni stilistici e dei materiali usati nelle aziende dei grandi marchi nazionali ed internazionali della moda; studenti con ottime possibilità di impiego dopo l’ottenimento del diploma.
La ProLoco di Modugno non limita il proprio impegno alla fiera, già questa settimana, sabato e domenica prossima, organizza un torneo di Dama al quale seguirà sabato 29 e domenica 30 novembre un torneo di scacchi, tutti sono invitati a cimentarsi iscrivendosi presso la sede di Piazza Sedile.

Urbanistica, Modugno torna alle norme del 1995.

Sospese le norme illegittime usate per 15 anni

IL COMMISSARIO PREFETTIZIO DISPONE QUEL CHE MAGRONE AVEVA CHIESTO AL CONSIGLIO COMUNALE DI APPROVARE

INTERVIENE ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO E CONFERMA L’OPERATO DELL’AMMINISTRAZIONE MAGRONE, CONDANNANDO L’APPELLANTE A PAGARE LE SPESE AL COMUNE DI MODUGNO

SOSPENSIONE DELLA EFFICACIA delle Norme urbanistiche introdotte a Modugno nel 1999 e usate per 15 anni illegittimamente, REDAZIONE di un Testo coordinato di norme contenute nel Prg del 1995, CANCELLAZIONE della deliberazione consiliare del 20 giugno 2014 (adottata contro il parere dell’amministrazione Magrone), cancellazione cioè della inutile e dispendiosa Commissione di ‘tecnici’ che i cosiddetti dissidenti della ex maggioranza avevano inventato SOLTANTO per dilatare i tempi di risoluzione della questione urbanistica, AVVIO della procedura che investe finalmente e formalmente la Regione Puglia delle Norme urbanistiche del ’99.

Sono queste le decisioni contenute nella delibera pubblicata dal Commissario Mario Ruffo il 27 ottobre sulla questione urbanistica a Modugno e sono le decisioni che Magrone avrebbe voluto fossero approvate dal consiglio comunale il 25 agosto: proprio per evitare queste decisioni, come si sa, 13 consiglieri – tre giorni prima della seduta di consiglio – si dimisero facendo decadere consiglio, amministrazione e sindaco.

Invece di adempiere ai propri compiti, consiglieri di maggioranza e opposizione hanno dapprima preferito che i tempi si allungassero di mesi e mesi facendo passare in consiglio l’approvazione di una incongruente e inutile ‘Commissione di tecnici’ e poi si sono coalizzati per far cadere l’amministrazione, con la condiscendenza attiva di Udc/Ncd e affiliati e l’astensione complice del Pd.

La deliberazione del Commissario ricalca, in alcuni passi anche parola per parola, la delibera che Magrone aveva presentato ai consiglieri comunali perché ne discutessero il 25 agosto. A testimonianza del fatto che la strada maestra per la risoluzione della questione era già stata tracciata e che le deviazioni, come per esempio la ‘Commissione di tecnici’, costituivano – come è stato ripetutamente sottolineato da Magrone in consiglio – soltanto una perdita di tempo inutile e dannosa per i cittadini.

Alla deliberazione commissariale che conferma quel che diceva Magrone, si aggiungono decisioni favorevoli del Tar e anche del Consiglio di Stato: il 29 ottobre, a proposito di demolizioni di case e ricostruzioni mascherate da ristrutturazioni il Consiglio di Stato ha non solo approvato in pieno la linea dell’amministrazione ma ha anche condannato l’appellante a rifondere le spese al Comune di Modugno.

La questione – come si ricorderà – è che per 15 anni a Modugno si è costruito secondo norme illegittime perché non approvate – come era invece previsto dalle leggi – dalla Regione Puglia. Le norme non valide furono introdotte con modifiche apportate nel 1999 (con una delibera di Consiglio Comunale, la n.75) alle Norme Tecniche Attuative (NTA) del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) che era stato approvato dalla Regione Puglia nel 1995. L’illegittimità l’ha rilevata la stessa Regione Puglia investita dalla questione delle norme di costruzione in vigore nel Comune di Modugno dal nuovo dirigente comunale del settore Urbanistica, arch. Francesca Sorricaro, nominato dall’amministrazione guidata da Nicola Magrone che, al suo insediamento, aveva trovato un ufficio urbanistica disastrato e decapitato dagli arresti, compiuti a Modugno nel novembre 2012, di amministratori (tra i quali un sindaco ingegnere e un ex sindaco commercialista, entrambi eletti col Pds-Pd), dirigenti comunali e professionisti, accusati di associazione per delinquere e per la riscossione di tangenti in affari urbanistici ed edilizi. Per la cronaca, arrestati e indagati – in tutto 27 – sono attualmente imputati dinanzi al gup per sapere se dovranno andare a giudizio, come chiede la Procura, oppure no. La Regione Puglia, sulla questione, ha interloquito col Comune con ben cinque note nelle quali ha sempre ribadito l’illegittimità delle Norme del ’99, sottolineando che a causa di quella illegittimità le sole Norme vigenti restavano quelle scaturite dal PRGC del ’95 (solo a mo’ di esempio, guarda a questo link l’ultima nota della Regione Puglia, firmata oltre che dai dirigenti regionali, anche dall’assessore all’urbanistica della Regione Puglia, Angela Barbanente)

La scoperta dell’utilizzazione di norme illegittime per costruire a Modugno risale alla primavera 2014. Da allora Magrone – in collaborazione con la Regione Puglia – e chiedendo la collaborazione del consiglio comunale ha tentato di far uscire il paese dalla situazione nella quale si trovava a causa della scoperta delle illegittimità edilizie: il 20 giugno scorso fece dunque al consiglio comunale una prima proposta di deliberazione consiliare che seguiva le indicazioni regionali (senza contraccolpi per chi avesse acquisito una casa con quelle norme illegali) per evitare che quelle stesse norme illegali potessero essere ancora usate. Ma, da quel 20 giugno, il sindaco si è trovato di fronte ad un muro: un muro costituito da dieci consiglieri della sua ex maggioranza (Lorenzo Gianvecchio, Mario Scaramuzzi, Giuseppe Pascazio, Giuseppe Lacalamita, Giancarlo Ragnini, Massimo Angiulli, Matteo Brunetta, Piero De Benedictis, Anna Rosa Occhiofino, Vito Libero), coalizzatisi all’improvviso in un nuovo gruppo in difesa delle norme definite illegali dalla Regione, e cementato dalla complice astensione delle opposizioni (Pd-Udc-Ncd e gruppi affini).

Che cosa proponeva Magrone in quella seduta consiliare, quella del 20 giugno?:

1) “di prendere atto” del fatto che la Regione Puglia aveva riscontrato che le modifiche apportate dal Consiglio comunale di Modugno con la deliberazione n.75/99 alle Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale erano illegittime perché risultavano varianti al Prg ma non erano mai state approvate dalla Regione Puglia;

2) di considerare varianti le norme che il consiglio del ’99 non aveva considerato varianti;

3) di inviare, così emendata, la deliberazione n.75/99 alla Regione Puglia perché decidesse se approvare o no le varianti che in precedenza non erano mai state approvate come varianti dalla Regione stessa.

In quella seduta consiliare, quella del 20 giugno, Magrone e la sua amministrazione vennero messi in minoranza: la loro proposta fu respinta; dieci consiglieri della ex maggioranza imposero al consiglio la votazione di un documento che non poteva neppure essere votato (perché avrebbe dovuto essere presentato, secondo il regolamento, tre giorni prima della seduta) e che, invece, non solo fu votato ma fu anche approvato col voto favorevole del consigliere Bartolomeo Silvestri, dell’Udc, e la colpevole astensione di Pd e cespugli (tra i quali due ex candidati sindaci). Il documento approvato prevedeva la costituzione di una inutile, dispendiosa e dilatoria commissione di tecnici – ingegneri e architetti – che avrebbero dovuto suggerire al consiglio comunale come comportarsi, nonostante le puntuali indicazioni già fornite dalla Regione Puglia (vedilo a questo link; anche contro postumi ripensamenti secondo i quali alla commissione erano attribuiti compiti risolutivi).

Quel che Magrone sostenne nella seduta consiliare del 20 giugno 2014 lo ripeté in un incontro pubblico a Modugno, con l’assessore regionale Angela Barbanente, il 25 giugno, e chi volesse sentire cosa disse può ascoltarlo qui (http://www.sudcritica.it/politica/782-questione-urbanistica-a-modugno-magroneserve-un-comune-sentire-sulla-necessita-di-costituire-un-approdo) Ad ogni modo, in estrema sintesi, Magrone disse:

la delibera n.75/99 è come un treno deragliato che non ha raggiunto la sua stazione di desti
nazione (la Regione Puglia); dobbiamo rimettere quel treno sui binari e farlo finalmente giungere in istazione. Tra l’altro, spiegò: “Qui però non è questione di maggioranza e opposizione; qui, se non c’è un comune sentire sulla necessità di trovare un approdo, se si crea un clima di rissa e di armate che si scontrano sulla pelle dei cittadini, è chiaro che rischia di venir meno il senso stesso dell’amministrazione e del consiglio”.

Dunque, l’amministrazione comunale il 20 giugno fu messa in minoranza. Ma il sindaco Magrone tentò un’ultima carta per salvare Modugno dall’illegalità: l’illegalità nella quale, a tutti i costi, volevano invece tenerla dieci consiglieri senza coraggio e senza pudore e un Pd paralizzato dai suoi conflitti di interesse e per questo inchiodato al sistematico voto di astensione. L’ultima carta era una nuova proposta sulla questione urbanistica, da votare in un consiglio comunale convocato ad hoc, per il 25 agosto. La proposta di Magrone era, questa volta, ben più ampia e articolata e si occupava di sanare tutti gli aspetti della questione (vedila, per intero, a questo link).

Che diceva la proposta di Magrone per la seduta del 25 agosto? Proponeva

“Di prendere atto, altresì, delle conclusioni formulate nei pareri di cui al punto 2) del presente dispositivo, in ordine anche alla necessità di dotarsi di un Testo Coordinato delle norme e delle Tavole contenute nel P.R.G. attualmente in vigore e che rielabori in un unico testo le risultanze istruttorie come in premessa delineate;[ …]procedere alla comunicazione di avvio del procedimento di revoca definitiva delle deliberazioni succitate, […] procedendo contestualmente all’avvio dell’istruttoria per l’adozione di nuove varianti allo strumento urbanistico, tese eventualmente anche alla rinnovazione nei contenuti di quanto approvato con le deliberazioni C.C.n.75/1999 e 82/2000 se ed in quanto tali contenuti risultino compatibili con l’attuale assetto urbanistico e con le odierne esigenze di crescita e sviluppo del territorio, secondo quanto disposto dalla L.R.20/2001. […] Dare corso alla redazione del PUG

Tre giorni prima di andare in consiglio, convocato per il 25 agosto, 13 consiglieri (Gianvecchio, Scaramuzzi, Pascazio, Lacalamita, Ragnini, Angiulli, Brunetta della ex maggioranza e Stella Sanseverino, Pasqua Ruccia, Bartolomeo Silvestri, Antonio Barile, Saverio Fragassi e Antonello Maurelli, della ex opposizione) andarono da un notaio e si dimisero facendo così cadere consiglio, giunta e sindaco. Perché lo fecero quando avrebbero ben potuto, forti della nuova maggioranza messa insieme, bocciare qualsiasi proposta del sindaco Magrone e approvarne di proprie?

Dal 22 agosto – giorno in cui sindaco, giunta e consiglio sono stati dichiarati decaduti per la fuga di 13 consiglieri – ad oggi, sul piano urbanistico sono accadute alcune altre cose, tra le quali due interventi del Tar Puglia e uno del Consiglio di Stato e la pubblicazione della deliberazione del Commissario Prefettizio che approva quanto Magrone aveva invano chiesto al Consiglio comunale di approvare.

• Il 5 settembre 2014, il Tar per la Puglia ha respinto la domanda cautelare proposta da […] che aveva chiesto l’annullamento – previa sospensione dell’efficacia – della determinazione del Servizio 4 -assetto del territorio del Comune di Modugno n. 475/2014 del 18.6.2014 avente ad oggetto “sospensione temporanea [per 90 giorni] dell’efficacia del permesso per costruire n. 7/2014 rilasciato in data 20 febbraio 2014 a […], e conseguente sospensione dei lavori” e “l’accertamento del diritto della ricorrente di dare immediato avvio ai lavori di cui al permesso di costruire n. 7/14 rilasciato dal Comune di Modugno”. Dunque, il Tar ha deciso che la determinazione del Responsabile del settore assetto del territorio, architetto Sorricaro (rimossa dal suo incarico con la rimozione del sindaco), non va annullata e resta valida e operante fino alla scadenza dei 90 giorni del termine di sospensione previsto nella determinazione, Insomma, la sospensione fu legittimamente disposta.

• Il 24 settembre 2014, il nuovo Responsabile del Servizio 4-assetto del territorio del Comune di Modugno, Architetto Donato Di Noia, ha disposto “la sospensione temporanea dell’efficacia del PdC 7/2014 [lo stesso di prima, ormai scaduto “fisiologicamente”], in quanto “l’intervento proposto comporta l’applicazione di norme che attengono alle modalità di intervento e il rispetto dei parametri urbanistici e conseguentemente occorre effettuare la verifica di conformità con il testo coordinato delle NTA vigenti, in corso di materiale formazione, e la sospensione dell’efficacia del PdC 7/2014”. La sospensione veniva fissata “a partire dal giorno 24/9/2014 per un periodo di giorni 180”. La determina del “nuovo responsabile” del servizio 4 ha fondato le sue ragioni, letteralmente mutuandole dalla determina originaria dell’Architetto Sorricaro e dalla delibera di Giunta n. 47 del 10.6.2014 dell’Amministrazione fatta cadere con lo scioglimento del Consiglio comunale.

• Il 25 settembre 2014, il Tar per la Puglia ha respinto il ricorso di […] “per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia”, “della determina [del responsabile del servizio 4, Architetto Sorricaro] in data 20.5.2014 con la quale è stato disposto l’annullamento in via di autotutela del titolo edilizio formatosi per silenzio assenso, per la ristrutturazione edilizia dell’esistente fabbricato sito in Modugno alla via Premuda n. 117”. Il Tar ha considerato l’attuale inesistenza di un possibile danno e, quel che più conta, ha “rilevato che il ricorso non risulta assistito da fumus boni iuris”.

• Il 27 ottobre 2014 il Commissario Prefettizio ha pubblicato la deliberazione emessa il 15 ottobre 2014 che risolve la questione urbanistica a Modugno: le decisioni commissariali ricalcano, a tratti anche parola per parola, la proposta di deliberazione presentata da Magrone per la discussione che si sarebbe dovuta svolgere nel consiglio comunale. Che dispone la delibera commissariale: sospensione della efficacia delle norme urbanistiche introdotte a Modugno nel 1999 e usate per 15 anni illegittimamente, redazione di un testo coordinato di norme contenute nel prg del 1995, cancellazione della deliberazione consiliare del 20 giugno 2014 (adottata contro il parere dell’amministrazione magrone), cancellazione cioè della inutile e dispendiosa commissione di ‘tecnici’ che i cosiddetti dissidenti della ex maggioranza avevano inventato soltanto per dilatare i tempi di risoluzione della questione urbanistica, avvio della procedura che investe finalmente e formalmente la Regione Puglia delle norme urbanistiche del ’99.

• Il 29 ottobre 2014 il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha respinto l’appello contro la decisione del 25 settembre del Tar della Puglia (v. sopra) e ha, perdipiù, condannato “gli appellanti, in solido, alla rifusione, in favore del Comune di Modugno, appellato, delle spese della fase cautelare liquidate in complessivi € 5.000,00 (cinquemila/00)”. Anche il Consiglio di Stato ha detto che il ricorso “non presenta fumus boni juris, trattandosi nel caso di specie di demolizione e costruzione di edificio diverso, che non può artificiosamente frazionarsi in “ristrutturazione” e “completamento”, e risultando il provvedimento di annullamento in autotutela motivato in modo diffuso anche con riferimento all’interesse pubblico”. Cioè, una ristrutturazione non può essere una demolizione, perdipiù con una ricostruzione a più piani.

• novembre 2014, il nuovo Responsabile del Servizio 4-assetto del territorio del Comune di Modugno, Architetto Donato Di Noia, dispone “la sospensione temporanea dell’efficacia”di vari Permessi di costruire, in quanto “l’intervento proposto comporta l’applicazione di norme che attengono alle modalità di intervento e il rispetto dei parametri urbanistici e conseguentemente occorre effettuare la verifica di conformità co
n il testo coordinato delle NTA vigenti, in corso di materiale formazione, e la sospensione dell’efficacia del PdC 7/2014”. La sospensione viene in tutti i casi fissata “per un periodo di giorni 180”. Tutte le determine di questo genere del “nuovo responsabile” del servizio 4 fondano le proprie ragioni, letteralmente mutuandole dalla determina originaria dell’Architetto Sorricaro e dalla delibera di Giunta n. 47 del 10.6.2014 dell’Amministrazione fatta cadere con lo scioglimento del Consiglio comunale.

Insomma, dal 22 agosto 2014 ad oggi, e cioè dalla decadenza del Consiglio comunale e conseguentemente della Giunta e del Sindaco per mano di un gruppo di consiglieri, agitatori di proteste nella comunità e ostruzionisti nella istituzione, l’Amministrazione Magrone ha sempre visto confermata la propria linea per il ripristino della legalità, a dispetto dei tentativi di mantenere in vita le norme illegittime, tentativi che, avendo allungato a dismisura i tempi, si sono rivelati per i cittadini soltanto dannosi.

Una nota dei movimenti ITALIA GIUSTA SECONDO LA COSTITUZIONE, LEGALITA’ è LIBERTA’, MOVIMENTO DEMOCRATICO.

Le pittrici della ProLoco – Enza Piccolo

Ingrid

La mia rinascita

La speranza

Sole

Maternità

La mia signora col cane

Verso la luce

Il percorso artistico di Enza Piccolo ha avuto inizio qualche anno addietro con un corso di patchwork, la tecnica l’ha cosi intrigata che si è messa alla ricerca di come impiegarla in campo artistico. Impossibile utilizzare tele o legno. Durante la sua ricerca ha notato il materiale usato per isolare le abitazioni: il cosiddetto “cappotto”, ovvero il polistirene espanso che si presta perfettamente alla realizzazione delle sue opere. La duttilità di quel materiale le ha permesso di affinare una tecnica che lei ha nominato “arte mista  del riciclo” e in effetti le stoffe, i colori, gli stessi pannelli di polistirene non sono altro che materiali riciclati. Una nota, curiosissima, sul suo modo di esprimersi: per i volti usa il fard.
Il motivo più ricorrente nelle sue tele sono il sole e la luna  “simboli che esprimono alla perfezione le mia personalità” come lei stessa afferma. Le sue opere sono un mosaico di materiali “diversi” che lei compone con minuziosa maestria. Da osservare con attenzione la tela de “La mia signora con cane”

Verso il Paradiso

Due cavalli bianchi

Cocchio Reale

Capita a volte di fare sogni che nulla hanno a che fare, nemmeno lontanamente, con la realtà quotidiana. Succede anche che spesso i sogni sembrano così veri che al risveglio costa fatica riadattarsi alla cruda verità. Sognare ci aiuta a scaricare le nostre tensioni, i desideri repressi che ci portiamo dentro, la voglia di evadere da una realtà che talvolta ci sta troppo stretta.
Benvenuti in Paradiso.
Valentino

Sulla strada verso il Paradiso

Procedevano maestosi i due cavalli bianchi,
il candido crine svolazzante nell’aria.
Il rumore del trotto sul levigato selciato
scandiva il tempo sfuggente implacabile.
La carrozza scorreva veloce sul viale
che si staglia verso il cielo infinito
tra adorni giardini e prati fioriti.
Dal suo predellino,
un barbuto ometto d’azzurro vestito,
lasciava andare al troppo i fieri destrieri
mentre noi trasognati, incoscienti, avvinghiati,
ci lasciavamo cullare in quel Cocchio Regale.
Dove siamo?
chiedemmo a noi stessi
o forse all’azzurro nocchiere.
“Sulla strada verso il Paradiso”
ci rispose una voce sussurrata nel vento…

On the road to Paradise

Their manes flying in the air,
the two white horses were running majestic.
The sound of trotting on the smooth pavement
chanted the time of melodies in the air.
The cab was rushing on the street
that stands far to the endless sky
among adorned gardens and fields of flowers.
By its high footboard
a bearded little man in blue dress,
let go at full gallop the two proud steeds
while we dreamy, unconscious, clinging,
and let us be soothed by the Royal Carriage.
Where are we?
we asked ourselves
or maybe to the blue helmsman.
“On the road to Paradise”
said a very distant voice
blown by the wind…