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Che passione i sapori della cucina giapponese
La cucina giapponese è pulita, ordinata, leggera, è una cucina la cui caratteristica primaria è quella di non alterare affatto la materia prima. Essa, infatti, rispetta la freschezza, il sapore, il colore, la consistenza e la stagionalità di ogni cibo. Ora vediamo quelle che sono le specialità più conosciute e quelle che sono le peculiarità di questa cucina orientale.
Nella cucina giapponese, la raffinatezza e l’eleganza dei piatti non sono “complementi di arredo”, ma parte integrante della preparazione; i giapponesi sostengono che “si mangia prima con gli occhi e poi con la bocca”. Essi utilizzano come base per le ricette il riso, che viene solitamente cotto a vapore utilizzando degli appositi bollitori elettrici. Il riso risulta essere abbastanza colloso in modo da poter essere agilmente preso mediante i bastoncini, con cui i giapponesi mangiano. Oltre al riso vengono utilizzate molte verdure cotte, che al palato risultano essere molto croccanti. I piatti più conosciuti e più apprezzati dai baresi sono il sushi e il sashimi. Il sushi è un piccolo prelibato bocconcino di riso e pesce crudo freschissimo.
Viene preparato manipolando abilmente il riso bianco bollito in agrodolce, con filetti di pesce crudo, di diverse qualità, tagliato con cura e aromatizzato con erbe e spezie. Il sashimi, come il sushi, è un piatto caratterizzato da filetti di pesce crudo di tutte le qualità aromatizzati. A differenza del sushi, però, ad esso non viene aggiunto riso bollito e i tagli di pesce crudo sono un po’ più spessi. Viene accompagnato da una salsina di soia con il rafano e lo zenzero. Gli alimenti come il pesce, ma anche le verdure soprattutto se consumati crudi conservano il loro gusto molto più intenso e mantengono intatte le loro proprietà nutritive.
Importante è scegliere prodotti freschi e genuini che vanno lavati con molta cura ,infatti mangiare sushi e sashimi può essere pericoloso se non si conosce la provenienza del pesce, poichè esiste un verme, l’ Anisakis, che può infettare moltissimi pesci e tra tutte le specie, quelle più colpite sono: l’aringa, il merluzzo, le acciughe, lo sgombro, le sardine, il tracuro, il pesce sciabola, le triglie il melù, il salmone e il pangasio. Poi, troviamo il tempura, tipica pastella giapponese per friggere pesce, soprattutto crostacei (gamberetti, ostriche, capesante, ecc.), e verdure (peperoni, fagioli, funghi, zucchine, ecc.).
Cambio al vertice del comitato "San Giuseppe" detto delle Mantellate
Sig. Bellomo quali sono i suoi programmi per evitare che la cappella venga abbattuta?
– Il mio pensiero prioritario in qualità di rappresentante del direttivo del comitato è la salvaguardia della struttura sensibilizzando la cittadinanza e le istituzioni a difesa dei luoghi di culto. A mio avviso è pregiudizievole il comportamento assunto da tutti coloro che su tale iniziativa, legata a interessi personali e di lobby, ben lontana dalla religione cattolica, devono essere chiari sia sulle posizioni che sugli obiettivi, a salvaguardia della struttura, centro del culto da oltre sessant’anni che ha visto generazioni di modugnesi legati da affettività al culto e alla società.
In sostanza quali tipi di manifestazioni lei farà?
– Prima di parlare di manifestazioni il nostro pensiero è che dobbiamo perseguire momenti di chiarezza e di trasparenza con i quali confrontarci con il vescovo di bari Mons. Cacucci per chiarire alla cittadinanza la reale posizione della chiesa. In secondo luogo siamo a conoscenza dell’avvenuto progetto tecnico-esecutivo già all’attenzione delle istituzioni modugnesi. Per quanto mi riguarda auspico che qualsivoglia iniziativa che s’intende prendere nel merito dell’area interessata che come neo presidente rappresento, venga preventivamente comunicata al direttivo del comitato al fine di trovare le migliori condizioni che il caso richiederà.
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U’ Mond, tra sacro e profano
La tradizionale processione del venerdì santo, in cui si celebra la passione di Cristo, ha raccolto anche quest’anno migliaia di modugnesi nelle principali vie della città attraversate dal corteo. Tredici statue quante sono le stazioni della via crucis, partendo dal Cristo nell’orto fino all’addolorata. Centinaia di uomini e donne in abito scuro hanno portato a spalla per quasi 5 ore le statue raffiguranti gli ultimi giorni di vita di Gesù. Per qualcuno, forse, solo una sfilata. Per altri, si spera per i più, un cammino di fede. Dopo la liturgia del passio le statue hanno lasciato la chiesa di S. Agostino, intorno alle 19, per farvi ritorno a mezzanotte. Unica nota stonata sul tragitto verso il calvario, le auto in sosta. I modugnesi non sono stati nemmeno capaci, del resto non sollecitati a farlo, di non parcheggiare sulle strada percorse dalla processione (per esempio la villa comunale). Per non dimenticarne nessuna, vi proponiamo le 13 statue del corteo in una galleria fotografica.