Il Comitato 'San Giuseppe' si rivolge all'Arcivescovo Cacucci

Bellomo Giuseppe

Pubblichiamo la lettera inviata, in data 2 maggio 2011, dal Presidente del Comitato “San Giuseppe” all’attenzione de Monsignor Cacucci Arcivescovo diocesi Bari – Bitonto. Oggetto: comunicazione comitato “S. Giuseppe detto delle Mantellate” sito in Modugno.

E’ con stupore ed incredulità che sono venuto a conoscenza di quanto riferitomi da alcuni componenti di codesto Comitato ”S. Giuseppe detto delle Mantellate”, presenti, in merito a quanto pronunciato dall’oratore al termine dell’omelia tenuta presso la cappella di “Santa Lucia” sita in Modugno, il giorno 01.05.2011, facendo denotare un abuso nel proprio ruolo, poiché  intimava i partecipanti alla Santa messa a non aderirvi, denigrando lo stesso, dubitando dello scopo per cui si è costituito in data 02.02.2011, ossia non permettere l’abbattimento della cappella “S. Giuseppe” e dell’adiacente convento, asserendo, inoltre, che tale comitato sia costituito da soggetti che tentano, a suo dire, solo di estorcere denaro per un ingiusto profitto, invitando tutta la comunità presente a non aderirvi, eludendo l’eventualità che costoro potessero liberamente parteciparvi.

Lo stesso in più circostanze ha cercato, senza un’ipotetica ragione, a contrastare di volta in volta codesto Comitato a intraprendere qualsivoglia iniziativa. Premesso, che nessuno potrebbe indossare le vesti di “Giudice Denigratore” e soprattutto un rappresentante ecclesiastico, come in tal caso, poiché dovrebbe attenersi ad officiare il culto e non ad assumere un atteggiamento alquanto bellicoso e poco consone alla questione di merito, si dovrebbe considerare tale episodio sconcertante. Presumo che la fede debba condurre i credenti a considerare vivamente la fratellanza che si rispecchia in un forte messaggio universale di comunanza, di gioia e di amore per il Signore e per il nostro prossimo “ama il tuo prossimo come fosse Dio tuo”, oltre la considerazione di quanto contenuto nel messaggio di sua Santità Giovanni Paolo II ove dice: “APRITE LE PORTE A GESU’CRISTO NON ABBIATE PAURA !!!!!”.

Ebbene, ritengo che un messaggio di tale profondità Universale, non debba autorizzare qualcuno a chiuderle quelle porte, inveendo contro coloro che si stanno adoperando con tutti gli strumenti possibili e democratici, di pacifico confronto, non escludendo iniziative atte a far di questo caso non una speculazione d’interessi ad personam, ma solo a voler mantenere, si spera non isolati anche dalla chiesa, che a priori dovrebbe a mio modestissimo parere, essere  protagonista con la dirigenza di questo Comitato, al solo scopo di non dover essere passivamente antagonisti e/o comparse da teatrini ambulanti a dispregio della cappella della comunità modugnese, poiché costruita con sacrifici e donazioni della medesima comunità.

Quei maledetti tralicci 'killer' al quartier Cecilia

Già 7 anni fa l’Arpa affermò, dopo una serie di monitoraggi, il rischio per la salute dei residenti della zona. In questo spazio dedicato alla realtà del quartiere Cecilia, abbiamo spesso ironizzato sui problemi perchè convinti che la verità sia più sopportabile se detta con una battuta o un sorriso. Ma quella dell’elettrodotto è una verità che non può essere mitigata, è un problema serio che ha già creato danni di una certa entità e sta continuando a farne.

La rete dei tralicci che attraversa il quartiere e che passa da Via Liguria, Via G. La Pira e fiancheggia Via Abruzzi è pericolosa per la salute e l’ambiente. Non vogliamo provocare allarmismi ma dire le cose come stanno aiutandoci con le testimonianze dei fondatori dell’associazione Giorgio La Pira, che stanno seguendo il problema da vicino, e con i dati dei rilevamenti della società Cspa. Il controllo sulle emanazioni dell’elettrodotto è iniziato nel 2007, quando il Comune di Modugno ha monitorato le emanazioni della centralina elettromagnetica antistante la scuola elementare Ghandi.

Negli ultimi 12 mesi la soglia di allarme è stata superata per ben 11 volte, superando la soglia di valore limite di 5,00 V/m, e la soglia di allarme di 6 V/m (in concreto i dati rilevati il giorno 7 marzo u.s. dalla centralina erano pari a 90,80 V/m ed il 27 ottobre u.s. si misuravano 101,20 V/m). I dati relativi ai valori monitorati in prossimità dell’elettrodotto possono essere reperiti sul sito della Cspa, www.cspa. it, nella sezione dedicata al comune di Modugno, alla voce elettrosmog. Questi dati sono emblematici e ci fanno capire come l’elettrodotto, che è di proprietà della Rfi (ex Ferrovie dello Stato) ma è anche a disposizione di Terna s.p.a., sia ancor più da considerarsi pericoloso.

“Già 7 anni fa – ha commentato Matteo Lupelli, presidente dell’associazione Giorgio La Pira – alcuni abitanti di Cecilia hanno sollevato il problema dell’inquinamento ambientale elettromagnetico relativo alla presenza dei tralicci e sulle possibili conseguenze per la salute. Su sollecitazione e invito della comunità parrocchiale alcuni tecnici dell’Arpa hanno accettato di fare indagini e rilevamenti sull’area e, in maniera ufficiosa, hanno affermato che c’erano dei forti rischi di inquinamento e che i tralicci, alcuni dei quali situati a meno di 12 metri dalle abitazioni, non potevano far bene alla salute”.

La questione ha riguardato anche, sia pur indirettamente, la costruzione del prolungamento ferroviario metropolitano Bari Centrale – quartiere S. Paolo, dalla fermata Ospedale alla Stazione Cecilia: in data 10/05/2007 è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa tra RFI, Comune di Bari, Comune di Modugno, Regione Puglia e Ferrotramviaria per la risoluzione dell’elettrodotto RFI a 150 kV in parte interferente con il tracciato del Prolungamento ferroviario in argomento e sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia – n.28 del 20-02-2008, all’interno della Determinazione del Dirigente Settore Ecologia per l’espletamento della verifica di Valutazione di impatto Ambientale si legge: «Per quanto riguarda l’elettrodotto, che posiziona 8 dei suoi tralicci in corrispondenza della fascia di scavo della fermata, verrà spostato in altra sede, eliminando tra l’altro una delle situazioni di pericolo ambientale che condizionano la vita dei residenti».

Marco Amendolagine: il 'guardiano dei pali' contribuisce alla promozione in A1 della Pallamano Lazio

Marco Amendolagine

Marco Amendolagine

E’ stato un sabato da non dimenticare per il modugnese Marco Amendolagine. Ebbene si, il portiere di Modugno classe 1990, dopo una stagione intensa ha vinto il campionato di A2 contribuendo alla promozione in serie A1 della S.S. Pallamano Lazio.

L’atleta modugnese, che ricopre il ruolo di portiere, a soli 20 anni ha vestito la maglia azzurra partecipando a numerosi incontri dell’Under 18 ed è stato Campione d’Italia under 18. Marco,fratello di Michele e Francesco, volti già noti nell’ambito della pallamano locale e nazionale, rappresenta l’ennesimo successo dello sport modugnese grazie anche al prof. Zappia autentico talent scout nella disciplina.

Nonostante cio’ la pratica della pallamano a Modugno da qualche anno e’ eclissata a causa della mancanza di strutture sportive idonee alla partecipazione alle gare di campionato e agli allenamenti. Marco, cresce nelle giovanili della Handball Club Casavola Modugno, dove mette in mostra tutte le sue capacita’ tecnico-tattiche di che gli consentono di approdare, assieme al fratello Francesco attualmente in forza alla Pallamano Gaeta, tra le fila della Pallamano Conversano.

Per due anni partecipa alle finali nazionali under 18 vincendo il primo anno il tricolore, e arrivando tra le prime quattro il secondo anno. Il portiere modugnese conquista l’interesse dei tecnici della nazionale e partecipa a numerosi incontri tra cui il torneo del Mediterraneo disputatosi in Egitto. Nel 2009 indossa la maglia della Pallamano Altamura militante nel campionato di Serie A2. Nella stagione appena conclusa cambia casacca difendendo i pali della Pallamano Amaranto di Reggio Calabria, ma ad aprile si accasa alla S.S. Pallamano Lazio contribuendo allo storico ritorno della squadra laziale in serie A1.