Modugnesi contro la spostamento della S. F. D'assisi

Questa è una e-mail di contatto dal sito http://www.barisudovest.it/ inviata da: Patrizia Ancona patrizia.ancona@live.it COMUNICATO STAMPA
Il 1° Luglio, presso il Comando di Polizia Municipale si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione Comunale e la rappresentanza dei genitori della scuola media di primo grado F. D’Assisi per riaffrontare la questione  della chiusura di detta scuola o del suo trasferimento in altra sede..
All’incontro erano presenti altresì la Preside Anna  Ruggero Dirigente Scolastico della Casavola -F. D’Assisi, la dott.ssa Anglana Segretario Comunale e la Dirigente dott.ssa Carlucci.
Durante la riunione la Signora Patrizia Ancona, in qualità di rappresentante dei genitori, ha ribadito, in ogni dettaglio, tutte le motivazioni che hanno indotto i genitori alla mobilitazione per contrastare un piano inutile e dannoso per la comunità scolastica della F.co d’Assisi oltre che per l’intera cittadinanza che dovrebbero, in tal modo, essere privati di un prestigioso presidio culturale e di aggregazione sociale.
Non si è mancato, nel corso dell’incontro, di sottolineare che, da lunga data, ben 1200 firmatari della Petizione Popolare presentata al Commissario Prefettizio Alfonso Magnatta, avevano manifestato la ferma contrarietà alla chiusura o allo spostamento della scuola.
L’Amministrazione Comunale, nella circostanza al completo, ha avuto modo di venire in possesso di dati e notizie necessari per comprendere le 
motivazioni che hanno portato la preside Ruggiero a dare l’assenso allo spostamento della didattica nel plesso di via Bitritto e, nel contempo, illustrate le ragioni delle famiglie, apprezzare le incontestate e incontestabili buone ragioni dei genitori dei ragazzi frequentanti la scuola media.

La successiva affollata  Assemblea Cittadina, presieduta dalla Signora Ancona, dalla signora Teresa Pastore,  membro del Consiglio d’Istituto F. D’Assisi e dal Professor Alessandro Scuderi, ripercorendo brevemente la questione spostamento della didattica, ha avuto modo anche di contestare  la delibera n. 60  adottata in data 27 Maggio, con la quale si impegna la somma di 554.451,28 che finanzierà i lavori straordinari della F. D’Assisi. Il paradosso: spendere oltre mezzo milione di euro per chiudere una scuola  per allocarvi degli uffici comunali.
Ha partecipato all’assemblea l’Assessore alla Cultura, il signor Franco Taldone. I genitori hanno chiesto, sempre più stanchi ed esagitati,  di revocare la delibera  commissariale o di emettere una urgente ordinanza  al fine di lasciare  la F. D’Assisi  in via Primo Maggio quale Presidio  di aggregazione culturale  e sociale in una realtà territorialmente svantaggiata e a forte rischio devianza. 
L’Assessore ha informato i presenti che si stanno valutando attentamente tutti gli aspetti della vicenda e che sono necessari dei tempi tecnici per venire incontro alle esigenze manifestate. Ha comunicato  che ha visitato la scuola e l’ha trovata ben attrezzata, accogliente, e soprattutto necessaria come presidio di aggregazione culturale e sociale. E’ emerso anche che non c’è nessun provvedimento che conferma le voci dell’imminente trasloco.
Non è stato facile calmare i genitori, che si aspettavano una risposta positiva alle loro richieste. L’Assessore  ha chiesto ancora un po’ di pazienza e alla fine i genitori hanno deciso di dare fiducia a un’Amministrazione appena insediata e attendere ancora un po’ proprio per  permettere alla giunta di lavorare serenamente ma intensamente stante l’urgenza del tema in esame.
Nei prossimi 10 giorni verrà riconvocata l’assemblea cittadina per ottenere risposte definitive e sarà quella l’occasione per decidere iniziative  adeguate alle novità che emergeranno.

Modugno 4 luglio 2013                                        Patrizia Ancona
Presidente dell’Associazione Diritto All’Educazione   


(con Preghiera di Pubblicazione)

Alessia Virgilio regina d'Italia nei 400 misti

Alessia Virgilio oro nei 400 misti ai campionati italiani di nuoto masterL’atleta della g.p. Modugno conquista il titolo stabilendo il record italiano di categoria nella specilità 400 misti. La campionessa ha realizzato nella giornata di ieri la miglior prestazione assoluta femminile di sempre, abbassando di oltre 7 secondi il record precedente nella categoria M25 appartenente a Bussotti Lucia, imbattuto da oltre 5 anni. Grande soddisfazione per i due tecnici Cagnetta e Cappa che hanno espresso parole di elogio e soddisfazione per l’atleta in forze alla g.p. Modugno. La seconda gioranta di gare dei campionati italiani di nuoto master sarà ricordata anche per l’argento conquistato dalla “sempre verde” Marisa Giannoni, anch’essa in forze alla società di nuoto modugnese, nella categoria M70, specialità 200 dorso.

“Modugno – Maria SS. delle Grazie”

Questa è una e-mail di contatto dal sito http://www.barisudovest.it/ inviata da: Angelo angeloruccia@libero.it

La lettrice “modugnesadoc”, con una mail del 28 giugno u.s., mi ha invitato a mandare al giornale un po’ di materiale per far meglio conoscere quanto da me chiosato in ordine all’articolo “Modugno – Maria SS. delle Grazie” pubblicato il precedente giorno ventisette.

 

Quelli accennati sono ricordi della mia fanciullezza “da orfano di guerra” che partono dalla prima metà degli anni quaranta per poi terminarvi nei primi anni cinquanta. Da parte mia non posso offrire alcuna testimonianza tangibile (scritti, foto, ecc.) se non i miei ricordi pur se intimamente bellissimi e quindi incancellabili.

Si era in pieno conflitto mondiale e chi più e chi meno aveva un lutto in casa. Ci si sforzava con ogni mezzo per rendere la pillola della vita meno amara possibile, si giocava “a spacca chiangh” con i “quattro soldi” fuori corso, si giocava “a campo”, a “ladri e carabinieri”, a “zump e mitt sott”, “o’ palm”, “cu’ verruzz” o col “cerchio della bicicletta”, “a palla” lungo il corso (tanto, di auto non ne passavano ..), ecc. ecc. Le nostre madri facevano i dolci utilizzando in parte i noccioli delle albicocche, noccioli che, in verità, venivano da noi “trafugati” per giocare al “castello” e per poi rivenderli agli straccivendoli. Per quanto mi riguarda, i palcoscenici erano due: l’uno sul marciapiede fra via Vergini e Via Manzoni, l’altro nell’area delimitata dalle vie Corsica, San Giovanni e Monte Cassino e che all’epoca corrispondeva alla Via Caccabo (chi fosse non lo so) da diversi anni cancellata dall’onomastica stradale. Mi chiedo se c’è qualcuno, ad eccezione dei residenti, che ha mai percorso a piedi (impossibile altrimenti) quella bellissima e struggente stradella sul retro della Chiesa di San Giovanni. Lo consiglio ai volenterosi: si respira “aria di medio evo”, aria d’un tempo che non c’è più!

Ecco, questo era lo scenario in cui si svolgeva “la festa della Madonna della Grazia” (rigorosamente al singolare!) pur se appena usciti dall’arco, verso l’interno, ci s’imbatteva in un tombino di fogna a cielo aperto; per l’occasione, non s’intravedevano i muri scrostati delle dimesse case di Via Vergini in quanto totalmente occultati dalle “coperte” che all’epoca rappresentavano “l’oro di famiglia” da ostentare in occasione delle feste religiose. Luminarie a go-go e canti a squarciagola: tutto iniziava dall’arco di Corso Vittorio Emanuele per terminare all’incrocio con Via Corsica ma dell’atmosfera di festa ne risentiva quasi tutto il Centro Storico.

In concomitanza del “boom economico” degli anni ’50 e ‘60 le “coperte” iniziarono a … diradarsi pur se in equa proporzione all’emigrazione, all’abbandono dei campi, alla televisione, alla “seicento”, al benessere ed al progresso in genere. Ora c’è un solo residente, pur se non “storico” ma stoico, testardo e volenteroso, che novello “Re di Poggioreale de noantri”, da vari anni fa quel che può per non fare dimenticare.

Meriterebbe una medaglia

Le nuove frontiere della Medicina Interna

Della situazione della Medicina Interna se ne è parlato anche lo scorso mese al Policlinico di Bari

con la Società Italiana della Medicina Interna sezione di Puglia e Basilicata e l’Università degli Studi di Bari, precisamente la Clinica Medica Augusto Murri. Sono intervenute le Autorità locali come il direttore dell’Ares (Agenzia Regionale e Sanitaria) F.Bux e della sua parte sanitaria E.Attolini, il pres. della Scuola di Medicina e Chirurgia P. Livrea e il direttore generale del Policlinico di Bari V.Dattoli. Gli ultimi due hanno parlato di ripianificazione . ‘Ritornare alla Medicina della complessità, il cui emblema è la Medicina Interna’ ha detto Livrea, mettendo in evidenza il fatto che non sempre si deve ricorrere alla Specialististica, ma ad una branca che racchiude delle complessità. ‘La nostra è un’azienda adatta per l’assistenza, la didattica e la ricerca. C’è una proposta di legge che tende a ridurre i DRG che da 25, oggi sono passati a 100’ (Dattoli). Ricordiamo che i DRG (Diagnosis Related Groups), ossia in italiano ROD(Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) rappresentano un sistema di classificazione dei pazienti ricoverati o in day-hospital, in base alle risorse impegnate, per cui queste ultime devono poi essere rimborsate all’ente ospedaliero, a patto che esso rimanga nel range. Non sempre la politica del risparmio o della ‘scrematura’ va però di pari passo con la Medicina che vede allargata la propria visione di assistenza. Questo divario si presenta più facilmente nell’ambito di malattie ‘lunghe’ per così dire o stabili nella loro fase patologica, come la malattia diverticolare intestinale, l’epatite B e C di cui si è parlato e, il dolore cronico. ‘La Medicina Interna non è una sottospecialità e il termine non definisce più l’oggetto dello studio, ma l’atteggiamento: nel 1882 si capiva solo ciò che si vedeva e cioè la Chirurgia’ ha detto G.Corazza, pres. Soc.Italiana Med.Int. Policlinico S.Matteo di Pavia. Per cui: uso attento e calibrato dei farmaci contro il dolore acuto o cronico, terapia del dolore  con cure palliative da eseguire in equipe (L. 38/10). Particolare attenzione è stata attribuita alla dieta mediterranea, in particolare all’uso di olio e vino e alle loro caratteristiche antiossidanti, se si rimane in dosaggi moderati e ancora, all’attenzione circa l’uso di pirofosfati, come i coloranti E220 ed E250 che alterano la flora intestinale e creano danni renali col tempo.

 

La Ecofuel nuovo fantasma ambientale per Modugno

Altro pericolo ambientale per Modugno. Sarà una coincidenza ma subito dopo la revoca dell’ordinanza emessa nel 2010 dall’allora sindaco Rana, a firma del Commissario Magnatta, che vietava qualunque tipo di insediamento inquinante sul territorio, è arrivata l’ennesima doccia gelata per i modugnesi. Una revoca, quella del commissario Magnatta, motivata  da una nuova “valutazione degli interessi in gioco”.  Il 14 giugno scorso è stato infatti pubblicato sull’albo pretorio on line del Comune di Modugno il primo avviso di realizzazione di un “impianto di depolimerizzazione della plastica per la produzione di liquido combustibile assimilabile a gasolio e cherosene” presentato dalla società Ecofuel Apulia s.r.l. da realizzarsi in Via delle Mammole,26. L’avviso pubblico di assoggettabilità a V.i.a (Valutazione di impatto ambientale), era stato pubblicato già il 23 maggio 2013 sul B.u.r.p regionale. Le osservazioni del pubblico possono essere presentate entro il 6 luglio prossimo al settore ecologia della Regione Puglia. Analoga domanda di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale (V.i.a.) fu presentata dalla società Ecofuel Apulia s.r.l. anche nel 2009, il cui impianto sarebbe sorto in Lama Misciano sul territorio di Bitonto  in zona A.s.i. nei suoli attualmente sotto sequestro da parte della Guardia di Finanza e successivamente assegnato sui suoli A.s.i. del Comune di Modugno.

Dopo la lettura dello studio preliminare ambientale depositato presso il Comune di Modugno, il Comitato Pro Ambiente ha annunciato battaglia. E tramite il suo presidente Tino Ferrulli rileva che “i dati sulle emissioni di S.o.v. ipotizzati dall’Ecofuel non hanno validità statistica poiché si riferiscono a misure eseguite su un orizzonte temporale troppo limitato, per di più scelto univocamente dall’industria, per rappresentare in maniera conforme e congruente il fenomeno emissivo e che sono inferiori ai dati realmente producibili da una verifica dell’Arpa. Tra i problemi più temuti per la salute, le emissioni inquinanti diffuse che non risulterebbero tuttora convogliate e abbattute.

La Regione Puglia e la Provincia di Bari non hanno preteso un piano organico del loro contenimento nonostante il D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Per tali emissioni- continua Ferrulli-  la Regione ritiene idonei i controlli/autocontrolli annuali evitando così la loro qualificazione e quantificazione giornaliera. Riguardo ai camini di raffreddamento nelle campagne annuali di controllo emissioni, la Regione dichiara idonee le concentrazioni ritenute, senza specificare se in quei periodi gli impianti lavorerebbero a pieno o a basso regime. Queste emissioni interagiscono in atmosfera con gli Nox, creando composti secondari ancor più pericolosi dei primari (Solfati, Nitrati, micro polveri secondarie PM1-PM2,5). Basta una sola esposizione di emergenza per scatenare gli effetti da “sin cancerogenesi”. Le caratteristiche tossicologiche delle sostanze emesse permettono di affermare che nella zona circostante la Ecofuel già esiste un problema sanitario e che detto problema si può aggravare con l’attività della ditta stessa. Si chiede, dunque, ai cittadini un danno maggiore di quello certificabile e l’esposizione prolungata a detti agenti chimici che può comportare per tutta la popolazione esposta, un aumento di contrarre le patologie correlate. Infatti nello studio preliminare la società Ecofuel dichiara che un impianto di termovalorizzazione avrebbe un impatto maggiore in termini di emissioni di gas incombusti in atmosfera  rispetto a quello di depolimerizzazione, a parità di materiale plastico in ingresso.
Quest’ultima affermazione estrapolata dallo studio preliminare ambientale resa dalla società Ecofuel costituisce l’ammissione che l’impianto inquina ed inquinerà.   Modugno pertanto  non può tollerare più il verificarsi di episodi compromettenti l’ambiente e la salute.  Proporrà all’Amministrazione comunale insediatasi da poco, il ripristino della moratoria revocata, ossia, il ripristino del divieto di realizzazione di nuovi impianti inquinanti perché il territorio  non subisca ulteriori e dannose speculazioni.  Circa l’iter procedurale- conclude Ferrulli- riguardante l’acquisizione  dei nulla osta e l’acquisizione dei pareri dei Comuni interessati, il Comitato Pro Ambiente  si riserva di verificare che il rispetto sia avvenuto secondo legge”.