Molto professionale (1° episodio)

Sull’aereo tutto è in porzione singola, anche le persone” (cit. dal film Fight Club)

 

Sono rari quegli incontri che inconsapevolmente ci trasmettono sensazioni, facendoci osservare dettagli che fino ad allora non avevamo considerato. Ad alcuni stringiamo persino la mano forse in segno di ringraziamento o forse a mo’ di saluto perché, a livello di subconscio, sappiamo che entreranno a far parte di quella lunga lista di “porzioni singole” dimenticate, assunte regolarmente con serendipità.
Valentino Di Persio, in questo racconto, primo di tre episodi, trae spunto da un breve viaggio aereo, cogliendo aspetti che il più delle volte sfuggono per distrazione, per mancanza di spirito di osservazione o per sopraffazione dei propri pensieri. Così, quello che potrebbe sembrare un noioso viaggio, assume frangenti divertenti e persino piccanti in una mente fertile che, come la sua, vola …oltre le nuvole.

Buona Lettura!
Marica Caramia

Oltre le nuvole

di Valentino Di Persio

-Do you speak English Sir?-
-Sometime it happens to me.- a volte mi capita, le rispondo. Un raggiante sorriso le illumina il viso che oserei definire a dir poco attraente, occhi neri come la pece accesi da scintille come saette a ciel sereno.
-Perchè questa domanda?- le chiedo in italiano.
-Please just sit down now, I’ll tell you why later.- si segga per favore ora, le dirò il perchè dopo, mi dice.
13C – lato corridoio è il mio posto sul volo Blueair 116 Roma Fiumicino/Bucarest Otopeni “Henri Coanda” delle ore 11,40. Dopo aver sistemato il trolley nella cappelliera, mi siedo posando sulla poltrona centrale un’agenda, occhialini da lettura, il K-Way piegato.
Sui Boeing 737 le file 12 e 13 sono ubicate in corrispondenza delle ali e sono più spaziose rispetto alle altre in quanto adibite come via di fuga in caso di emergenza. Le poltrone su queste file sono molto ambite dai passeggeri in quanto consente di accavallare le gambe e muoversi meglio. E’ diventata ormai prassi consolidata, per la maggior parte delle compagnie aeree, assegnare tali posti, previo pagamento di un supplemento, a quei viaggiatori che ne facciano specifica richiesta. L’abilità fisica al 100% è la condizione “sine qua non” per i richiedenti. Tali restrizioni, ma soprattutto il pagamento del supplemento, 10/20 euro, fan si che tali posti siano del tutto o quasi sempre liberi. Una risposta esaustiva alla sorprendente richiesta dei requisiti fisici si ha a bordo solo quando la Hostess, come nel mio caso, ti si avvicina per annunciarti un colloquio tête à tête e la cosa, se é carina come la mia, non può che farti piacere.
Il decollo é perfetto, solo qualche rumoretto nel vano bagagli causato dalla mia valigetta in balia della forza cinetica.
Dagli altoparlanti una voce femminile da il benvenuto a bordo da parte del “Comandante e del suo Crew” per poi invitare i passeggeri a seguire attentamente le indicazioni sulle norme di sicurezza da osservare in caso di estrema necessità.

Tre assistenti di volo, eleganti nelle loro uniformi tubolari blu fin sopra al ginocchio, fascia bianca all’altezza dei fianchi, foulard bianco a pois blu, scarpe nere con tacco medio, si piazzano lungo il corridoio dell’aeromobile: la prima avanti in corrispondenza della prima fila, la seconda al centro in corrispondenza della fila 11, la terza in corrispondenza della fila 22.
Non so se per caso o per scelta deliberata, la moretta dagli occhi di pece, capelli raccolti a chignon, fascia rossa da responsabile di cabina, me la ritrovo piazzata davanti a circa un metro di distanza. Al suo sorriso rispondo con un cenno di gradimento mediante un ammiccante occhiolino d’intesa. Approfitto dello spazio extra per accavallare la gamba destra sulla sinistra, appoggio il gomito sul bracciolo laterale destro ed il mento sulla mano chiusa a pugno. -Me lo voglio proprio gustare questo show a distanza ravvicinata.– mi dico. Lei mi lancia uno sguardo di sfida come volermi dire -Ah illuso! Ci vuole ben altro per mettermi in difficoltà.- Seguendo le indicazione della speaker, la ragazza inizia la sua dimostrazione con movenze eleganti, senza lasciarsi apparentemente intimidire dal mio sfacciato interesse. Alla fine non riesco a trattenere un accenno di compiacimento per la sua professionalità. Contraccambia con un sorriso velato d’imbarazzo. Un lieve rossore affiora sulle sue gote. Sarà a causa del caldo, penso. Eppure l’aria condizionata soffia a tutta birra. Una volta sistemato il materiale dimostrativo nell’apposito contenitore, la moretta torna da me per informarmi con tatto ma con fermezza che, in caso di bisogno, dovrò adoperarmi per aiutare gli altri passeggeri ad evacuare l’aereo, non prima di aver indossato il salvagente situato sotto la poltrona. Mi dice anche, con un sorrisetto malizioso, che potrò lasciare l’aereo solo prima dell’equipaggio ovvero prima di lei. -Ci mancherebbe!- le dico toccandomi con discrezione la nota parte come un gesto scaramantico -Le darò senz’altro la precedenza, il Bon Ton lo esige.- Mi sorride divertita allontanandosi. Ho la sensazione di esserle rimasto simpatico.
Inizio ad annotare le emozioni del momento sull’agendina. Nella fila di destra siede, accanto all’oblò, un’altra moretta dai capelli lisci a caschetto che sembra dormire. M’accorgo invece che ogni tanto allunga l’occhio incuriosita dal mio scrivere frenetico, in fretta, per non trascurare nessun dettaglio che m’affluisce nella mente. Mi giro di scatto ed incrocio i suoi occhi d’intenso azzurro come il mare. Sorriso di circostanza e scossetta puberale.
A guardarla bene la vicina é proprio carina. Ha le ciglia rimmellate, le labbra rosso fuoco leggermente botulinate, insomma, un viso ben curato e le unghie decorate con fiorellini rosa. Le mani incrociate sul ventre mettono in risalto un bel seno imbrigliato in una maglietta scura, molto aderente. I pantaloni grigi attillati, percorrono le sue lunghe gambe per andare a morire dentro stivaletti a tronchetto, tacco 10.
S’alza quasi di scatto e appena sul corridoio me la ritrovo di fronte, alta statuaria, con il bacino all’altezza del mio viso. Con fare sbarazzino fa ondulare ad arte i suoi capelli lisci a destra e a sinistra lasciando scoperto il collo bianco. M’inebrio della scia del suo profumo dall’inconfondibile fragranza di giovinezza mentre s’allontana a passi sicuri lungo il corridoio verso la ritirata. Cosa non pagherei per essere almeno lo specchio della toilette.
Sbraco leggermente la poltrona, inforco gli occhiali da sole chiudo gli occhi e cerco di scacciar via i pensieri malsani. Riesco persino ad appisolarmi. Al mio risveglio la ragazza era intenta a conversare con un giovane passeggero che le si era seduto vicino. Incrociando il suo sguardo mi fa un sorrisetto malizioso come voler dire “Le occasioni mancate sono perdute, per sempre.
Peccato”.
Dopo un atterraggio perfetto, mi avvio verso la porta anteriore annunciata per l’uscita. La bella Hostess era ferma sul pianerottolo per assistere i passeggeri nello sbarco. Mi saluta con un cordiale “La Revedere.”
-M A G A R I !– le rispondo con un sorriso.

Mentre, in fila al controllo passaporti, mi chiedo a cosa possa ormai più servire la verifica dei documenti all’arrivo nell’ambito del traffico aereo tra Paesi UE, vedo passare la moretta dagli occhi di pece insieme elle sue colleghe in direzione dell’usci
ta Staff Only. Scherzano, ridono eccitate. Staranno forse programmando dove e come trascorrere la serata. Incrocio per un attimo i suoi occhi ma nulla, nemmeno l’accenno ad un sorriso. Che dire? “Molto Professionale”, la tipa.

L’attore ha superato l’opera

Superlativa l’interpretazione di Lino De Venuto, attore principale di ‘Edipus’, opera di Giovanni Testori. Egli stesso ne ha curato l’adattamento, abbinato alle scene e alla regia di Gianfranco Groccia. Accompagnato dall’attore e musicista Gigi Carrino, Lino De Venuto ha portato avanti un monologo concentrato ed intenso, con un pubblico attento e colpito dalla sua poliedricità artistica, vocale, comunicativa, mimetica. Un successo in tre serate, 13-14-15 novembre al Granteatrino Casa di Pulcinella all’Arena della Vittoria a Bari con la Compagnia ‘L’occhio del Ciclone Theater’. La rappresentazione è stata patrocinata dalla Regione Puglia, dal Comune di Bari, dall’Università degli Studi di Bari e dall’Associazione Noi che l’Arte con la promessa di un espatrio artistico dell’opera, per la lodevole espressione dell’attore barese e grazie alla semeiotica del volto di Carrino che ne accompagnava il verbo e l’azione. ‘Edipus’ della Trilogia degli Scarrozzanti è la rivisitazione di ‘Edipo Re’ di Sofocle; solo che l’unico personaggio che riveste i tre ruoli di Laio re di Tebe, Giocasta, sua consorte ed Edipo, loro figlio è l’attore scarrozzante, il capocomico che, essendo stato abbandonato da tutti gli altri attori della compagnia, è costretto a rivestire tutti ruoli; ma l’attore si fa troppo prendere dalla storia, confondendo così la sua storia personale con quella dei personaggi, finchè lo stesso muore sul palco, colpito da una mitragliata. Il fascino della rappresentazione però, è rappresentato dal mix di neologismi, francesismi, spagnolismi, latino, gergo metropolitano e dialetti, il lombardo e il barese, del quale l’adattamento si è servito. Voce, mimica, pause, fisicità, sono gli elementi forti e passionali di Edipus -attore che vuole cambiare il mondo, ma il mondo non glielo permette.

Le pittrici della ProLoco – Enza Piccolo

Ingrid

La mia rinascita

La speranza

Sole

Maternità

La mia signora col cane

Verso la luce

Il percorso artistico di Enza Piccolo ha avuto inizio qualche anno addietro con un corso di patchwork, la tecnica l’ha cosi intrigata che si è messa alla ricerca di come impiegarla in campo artistico. Impossibile utilizzare tele o legno. Durante la sua ricerca ha notato il materiale usato per isolare le abitazioni: il cosiddetto “cappotto”, ovvero il polistirene espanso che si presta perfettamente alla realizzazione delle sue opere. La duttilità di quel materiale le ha permesso di affinare una tecnica che lei ha nominato “arte mista  del riciclo” e in effetti le stoffe, i colori, gli stessi pannelli di polistirene non sono altro che materiali riciclati. Una nota, curiosissima, sul suo modo di esprimersi: per i volti usa il fard.
Il motivo più ricorrente nelle sue tele sono il sole e la luna  “simboli che esprimono alla perfezione le mia personalità” come lei stessa afferma. Le sue opere sono un mosaico di materiali “diversi” che lei compone con minuziosa maestria. Da osservare con attenzione la tela de “La mia signora con cane”

Verso il Paradiso

Due cavalli bianchi

Cocchio Reale

Capita a volte di fare sogni che nulla hanno a che fare, nemmeno lontanamente, con la realtà quotidiana. Succede anche che spesso i sogni sembrano così veri che al risveglio costa fatica riadattarsi alla cruda verità. Sognare ci aiuta a scaricare le nostre tensioni, i desideri repressi che ci portiamo dentro, la voglia di evadere da una realtà che talvolta ci sta troppo stretta.
Benvenuti in Paradiso.
Valentino

Sulla strada verso il Paradiso

Procedevano maestosi i due cavalli bianchi,
il candido crine svolazzante nell’aria.
Il rumore del trotto sul levigato selciato
scandiva il tempo sfuggente implacabile.
La carrozza scorreva veloce sul viale
che si staglia verso il cielo infinito
tra adorni giardini e prati fioriti.
Dal suo predellino,
un barbuto ometto d’azzurro vestito,
lasciava andare al troppo i fieri destrieri
mentre noi trasognati, incoscienti, avvinghiati,
ci lasciavamo cullare in quel Cocchio Regale.
Dove siamo?
chiedemmo a noi stessi
o forse all’azzurro nocchiere.
“Sulla strada verso il Paradiso”
ci rispose una voce sussurrata nel vento…

On the road to Paradise

Their manes flying in the air,
the two white horses were running majestic.
The sound of trotting on the smooth pavement
chanted the time of melodies in the air.
The cab was rushing on the street
that stands far to the endless sky
among adorned gardens and fields of flowers.
By its high footboard
a bearded little man in blue dress,
let go at full gallop the two proud steeds
while we dreamy, unconscious, clinging,
and let us be soothed by the Royal Carriage.
Where are we?
we asked ourselves
or maybe to the blue helmsman.
“On the road to Paradise”
said a very distant voice
blown by the wind…

I pittori della ProLoco

Riproduzione – De Chirico

Riproduzione – Gauguin

Risveglio

Sogno surreale

Valter BELLINO – Classe 57’, insegnante di storia dell’arte e disegno a Bitetto;

da sempre con la passione per l’arte pittorica, dopo avere preso la specialistica presso l’università di Bologna ha realizzato il sogno di insegnare “arte e disegno”. La sua arte si esprime al meglio nella ritrattistica per cui usa varie tecniche soprattutto la “sanguigna” una speciale matita che gli permette di esprimere ed imprimere nei suoi ritratti quel famoso ma mai desueto “carpe diem”. Insegnando alle quinte classi femminili ha la consuetudine di regalare alle sue alunne a fine percorso un ritratto di ciascuna, dando cosi uno speciale diploma di maturità.