Stage fomativi destinati a ex tossicodipendenti finanziati dal SERT

Un centro polivalente per la promozione di pratiche d’inclusione sociale e lavorativa e borse lavoro. Questi i due progetti che partiranno tra pochissimo, destinati al recupero di ex tossicodipendenti. In particolare i fondi del Piano di Zona (che coinvolge i Comuni di Modugno, Bitritto e Bitetto) saranno utilizzati per laboratori, che si terranno nei locali del Sert, destinati ad un numero illimitato di giovani che ne faranno richiesta.

Sarà insegnato loro un mestiere, un’attività artigianale, una  competenza che potranno poi spendere nella vita per ricominciare, per reinserirsi nel tessuto sociale e professionale del proprio territorio. Complessivamente per il centro polivalente sono stati stanziati poco più di 100mila euro. Altrettanti i fondi destinati alle borse lavoro. In totale 27 persone potranno fare stage formativi della durata di sei mesi in aziende che abbiano dato la disponibilità.

Al Sert di Modugno 140 tossicodipendenti in terapia

I servizi per le Tossicodipendenze (SerT) sono servizi pubblici del Sistema Sanitario Nazionale dedicati alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione di persone che hanno problemi conseguenti all’abuso di sostanze psicoattive (droghe o alcool) che generano dipendenza dalle stesse.

La struttura ubicata in quel di Modugno facente riferimento all’Asl Bari, è gestita dal dott. Onofrio Cirillo coadiuvato dalla preziosa collaborazione di un personale molto preparato, ma esiguo in numero (un medico, due psicologi, due educatori, un infermiere) per poter affrontare al meglio e come merita tale problematica.

“Gli utenti o pazienti arrivano ai SerT per vie diverse, alcuni si rivolgono qui volontariamente, in altri casi è la famiglia che allarmata da comportamenti anomali del familiare si rivolge da noi” affermano il responsabile della struttura e la dottoressa Silvana Natale psicologa e terapeuta. “In altri casi si tratta di persone condannate per piccoli reati legati direttamente o indirettamente all’utilizzo o abuso di sostanze illecite, ai quali viene riconosciuta la possibilità di entrare in un programma del SerT in sostituzione di inevitabili sanzioni”.

Attualmente la struttura offre servizio a circa 140 utenti, un numero ristretto se si pensa in relazione a coloro che abusano effettivamente di droghe” – spiegano il dott. Cirillo e la dottoressa Natale – “ognuno dei quali dopo il servizio accoglienza effettuato da educatori passano ad un piano diagnostico medico-psichico di circa tre–quattro settimane in cui vengono stilati programmi e terapie individuali creati ad hoc per ogni singolo utente. “L’esperienza insegna che non è possibile approcciare il problema della tossicodipendenza seguendo un percorso unico.

La parola chiave è la multidisciplinarietà, una strategia che integra l’intervento sull’individuo su diversi fronti: farmacologico, educativo, sociale e psicologico, è praticamente un lavoro di equipe” sottolinea la dottoressa Natale. “L’elemento preoccupante oggi è dato dal numero crescente di giovani che fanno utilizzo di stupefacenti e la facilità nel reperire queste sostanze alcune di esse davvero devastanti come anfetamine e allucinogeni oltre alla tradizionali, ma ugualmente e altamente dannose quali hashish, eroina e cocaina, come se ci si recasse all’interno di un supermarket” dichiara Claudio Poggi sociologo operante nella struttura.

“Quello che ci preme è esortare chi di competenza, nel rafforzare o meglio creare sistemi o servizi di informazione e prevenzione oggi carenti che agiscano direttamente nei luoghi frequentati dai giovani e collaborino con il personale operante all’interno dei SerT in una fase preventiva e non tardivamente curativa” è il messaggio di coloro cha quotidianamente lottano e aiutano coloro che hanno non un problema, ma il problema dipendenza che tange indirettamente o direttamente tutta la comunità.

Saverio Lacalmita premiato a Roma in FIGC per i 50 anni nel mondo del calcio

Il calcio dei grandi eventi e dei talenti da scoprire E’ notevole lo sforzo economico del presidente e di quanti collaborano per coinvolgere i giovani all’attività agonistica sportiva e sociale. Esattamente diciotto anni fa, per felice intuizione di un mio collega più esperto, decisi di dedicare parte delle mie attenzioni giornalistiche al calcio giovanile.

Decisi così, dopo aver esposto l’idea al direttore della testata per la quale ero redattore, di dedicare una rubrica settimanale a questo argomento. Per me cronista alle prime armi, il calcio era solo quello dei grandi eventi e dei grandi nomi. Poco sapevo di questo sottobosco, del quale invece c’era molto da scoprire. Argomento che negli anni ho continuato a cavalcare, facendomi scoprire cose da me inaspettate, arricchendo la mia personalità come uomo e facendo in parte le mie fortune di giornalista.

Fu così, essendo io cittadino di Modugno a tutti gli effetti, che decisi di iniziare quest’avventura, proseguita successivamente per testate più importanti, proprio facendo visita all’Us Modugno. Per loro era una giornata di allenamento e speravo qualcuno potesse dedicarmi un po’ di tempo. Appena varcato il cancello d’ingresso vedo alcune decine di ragazzini dediti agli allenamenti sotto la supervisione di un paio di allenatori.

Vedere tutti quei ragazzini indaffarati dietro una palla mi mette di buon umore. Mi si avvicina un uomo dall’aria simpatica, in tuta sportiva e mi chiede: “ Ha bisogno di qualcosa ?” E’stata la prima squadra dilettante giovanile alla quale mi sono avvicinato e non immaginavo che da allora in quella struttura sarei diventato praticamente di casa. Allora il campo era ancora in terra battuta, di quelli che quando cadi ti resta evidente il segno.

Oggi la struttura è stata letteralmente ristrutturata. Al posto di quel campetto in terra ce n’è uno in erbetta sintetica che solo a guardarlo mette voglia di correrci sopra. Dietro un campetto d’allenamento più piccolo sempre in erbetta sintetica e gli spogliatoi. Ad accogliermi però, trovo ancora la stessa persona di allora. Stessa simpatia e stessa cordialità: si tratta di Piero Lacalamita conosciuto come “Pierino”, dirigente tuttofare ed instancabile ormai da ben ventotto anni.

Gianfranco Zuccarino baritono modugnese sulla scena mondiale

L’artista ha collaborato in ambito internazionale con Massimo Ranieri, Catia Ricciarelli e Andrea Bocelli. Uno dei figli più celebri ed affermati di Modugno è senza dubbio il baritono Gianfranco Zuccarino. Sin da piccolo appassionato di musica lirica e jazz, Zuccarino consegue brillantemente il diploma di canto presso il Conservatorio di musica “Nicolò Piccinni” di Bari.

Tra i suoi maestri si ricordano Paolo Montarsolo e Carlo Zardo. Intensa è la sua attività teatrale che lo porta sul palco del “Rigoletto”, del “Trovatore”, della “Traviata”, del “Barbiere di Siviglia”, della “Bohème”, della “Tosca”, di “Madama Butterfly”, della “Cavalleria Rusticana” e dei “Pagliacci”. Gianfranco Zuccarino è artista a tutto tondo come pochi in circolazione sanno essere. Professionista completo da ogni punto di vista potendo vantare un vastissimo repertorio che spazia dall’opera ai classici jazz, dall’operetta ai musicals, dalla splendida musica napoletana a quella melodica nazionale ed internazionale.

Zuccarino ha inoltre collaborato nell’ambito di produzioni di pregio con stimati artisti tra cui Bocelli, Casale, Ranieri e Ricciarelli e con la Fondazione Piccinni di Bari. La stella di Gianfranco Zuccarino non ha conosciuto confini brillando sulle scene di prestigiosi ed importantissimi teatri europei e mondiali portando, quindi, un po’ della modugnesità a braccetto con la musica e l’arte internazionale in un connubio fecondo e produttivo. La sua voce ha sforato i cieli della Svizzera, della Francia, della Germania, del Marocco, del Sud Africa, degli Emirati Arabi e del Perù. Europa, Asia, Americhe ed Africa hanno avuto il privilegio di assistere alle esibizioni di questo Modugnese nato nel giugno del 1965.

Quanta strada ha percorso Gianfranco senza che il successo gli facesse dimenticare le sue origini. Gianfranco non appartiene alla schiera dei personaggi famosi con la “puzza sotto il naso”. Anzi, quando lo si incontra per le strade di Modugno col suo immancabile foulard al collo, un saluto sincero ed affettuoso non manca mai per gli E’ stato direttore artistico dell’Istituto di Musicoterapia di Bari collaborando a beneficio dei bambini asmatici amici.

La sua innata passione per la musica lo ha condotto a produrre, organizzare e presentare manifestazioni e concerti in collaborazione con enti locali, accreditate associazioni musicali ed ambasciate. E’ stato anche ospite per trasmissioni Rai e Mediaset entrando, quindi, con la sua inconfondibile voce nelle case di tutti gli italiani. Gianfranco Zuccarino è un gigante buono e come i veri artisti che sanno riconoscere ed apprezzare il dono ricevuto dal Signore, non si é dimenticato di chi vive qualche difficoltà.

Mancano i fondi per attivare le centraline

Centraline e qualità dell’aria: dati scoraggianti per entrambe. Le prime non funzionano (nonostante siano state installate ormai da mesi) perché mancano i fondi necessari (stimati in 10mila euro) per la loro manutenzione.

Sulla qualità dell’aria ci basti sapere che l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha certificato un numero di superamenti di emissioni inquinanti ben oltre il limite consentito  dalla legge: ben 99 di PM10 nella rete di monitoraggio Sorgenia. Più della zona industriale di Taranto attestando il primato a Modugno come città più inquinata della Puglia.

Ma il dato più allarmante è che le emissioni si registrano anche nel fine settimana, quando molte aziende non lavorano e c’è meno traffico veicolare. Verrebbe da chiedersi come mai. Smaltimenti inquinanti proprio quando c’è meno movimento e controllo? Per parlare di inquinamento è stato convocato a metà dicembre, su richiesta di alcune associazioni cittadine, un Consiglio comunale “aperto” monotematico sull’ambiente: sarà servito a dare risposte e a trovare soluzioni?