Inaugurato sportello Confconsumatori

Duplice obiettivo: informazione e assistenza. A chi non è capitato di ricevere cartelle esattoriali “impazzite”, bollette esose da pagare, di cadere vittime di pubblicità ingannevoli? Per questi problemi, diverse sono le associazioni nate per la difesa del consumatore e da qualche mese anche Modugno ha una associazione a sua disposizione.

“In effetti – spiega l’avvocato Vito Cascella, responsabile di Confconsumatori – Modugno – l’associazione, che opera sull’intero territorio, ha il duplice obiettivo di informare ed assistere il cittadino in riferimento alle insidie che il moderno mercato nasconde tra la complessità delle contrattazioni e la nascita di nuovi strumenti di negoziazioni”.

La Confconsumatori – Modugno è attualmente ospitata nella sede del Circolo ACLI di Modugno, in Vico Fortunato 10, e offre un servizio di assistenza, consulenza e informazione per settori quali casa, commercio, prodotti finanziari, telecomunicazioni, viaggi e turismo, trasporti e rapporti con la Pubblica Amministrazione. Il responsabile, Vito Cascella, è un giovane avvocato da sempre con la passione per questioni legate al mondo del consumo che attualmente sta per conseguire un Master all’università Tor Vergata di Roma sul Diritto del Consumatore.

“Cercavo un’associazione aperta al territorio – continua Cascella – che non facesse semplice assistenza in questioni legali, ma anche informasse i suoi associati, li coinvolgesse in un vero associazionismo per la formazione verso un consumo critico e quando ho incontrato i vertici locali di Confconsumatori abbiamo avuto subito un’ottima impressione reciproca”. Per realizzare il suo sogno di aprire questa associazione a Vito non mancava che trovare una sede, e gli sono venuti in aiuto gli amici delle ACLI i quali hanno dato il loro prezioso contributo sia in termini di spazio, mettendo a disposizione la loro sede, sia in termini di risorse umane essendoci in quella sede sempre qualcuno pronto ad accogliere i cittadini.

“L’ideale – conclude Vito Cascella – sarebbe che il cittadino non si rivolgesse all’associazione solo per risolvere il problema eventualmente capitatogli ma che si associasse per un senso civico, consapevole del suo ruolo di consumatore, per portare nel mercato una richiesta di maggior trasparenza delle offerte e obbligare le aziende ad una concorrenza leale”.

Elena Di Ronzo: "il SEL sa esattamente da che parte stare"

Sel ha le idee chiare sui programmi ma “scartiamo a monte ogni ipotesi di apparentamento”. Soli al voto? “Le primarie sono un problema esclusivamente del Pd, tirato in ballo per dirimere questioni interne. L’ennesima lotta intestina tra gruppuscoli annidati intorno ad interessi di parte”. L’Udc? “Terza forza tra i due schieramenti”.

Dottoressa Di Ronzo, tra qualche mese Modugno sarà chiamata alle urne per rinnovare il Consiglio Comunaleed eleggere un nuovo Sindaco. Il nome di qualche candidato Sindaco ufficiale e di qualcuno ufficioso già circolano. A sinistra esistono ipotesi di candidatura?                             Intanto, questo mandato non è ancora giunto a termine e ritengo che nei prossimi mesi si debba intensificare l’azione amministrativa per portare a termine le iniziative cantierizzate. Mi riferisco alla possibilità di riattivare il percorso di riqualificazione urbana a partire dal quartiere Cecilia, per il quale la Giunta Municipale ha già adottato un provvedimento ed è stato avviato un confronto con l’Assessorato Regionale all’Urbanistica e Assetto del Territorio quanto alla possibilità di concretizzare gli interventi previsti nel Piano Sociale di Zona finalizzati a costruire una rete di servizi capaci di rispondere ai bisogni delle persone in situazione di svantaggio e per le quali, nell’arco di pochi mesi, si è cominciato a strutturare interventi importanti. Parallelamente, non si è mai interrotta a Sinistra una riflessione sul presente quanto sulla prospettiva. A partire dall’analisi della trascorsa esperienza di governo per coglierne i difetti e i pregi nell’ambito di un centrosinistra che non ha saputo cogliere l’opportunità di crescita, collettiva e politica, data dall’esperienza di governo.

Brevemente, quali i pregi e quali i difetti?                                                                                                                                                                 Un pregio, e so di ragionare controcorrente, è stato quello di mantenere viva l’idea di aprirsi ad esperienze di “laboratorio politico”, di cercare periodicamente soluzioni innovative per ridare slancio ad una azione amministrativa stanca e senza prospettive di ampio respiro. Legato a questa impostazione “aperta” vi è il grave difetto di essersi presentati a questa partita senza un obiettivo preciso e, soprattutto, senza alla base una forza identitaria, come coalizione e come centrosinistra, capace di contenere i pericoli di deriva insiti in ogni tentativo di innovazione. Dentro questo “vuoto” le potenzialità del centrosinistra si sono disperse in mille rivoli lasciando spazio ad operazioni partitiche di non chiara prospettiva, a cambiamenti di “ residenze” politiche, a ritorni di fiamma ed a dolorosi abbandoni, all’esasperante confronto con le ambizioni di “scalata” di alcuni. Un altro difetto consiste nel non aver saputo declinare le pratiche della partecipazione e questo è indicativo della difficoltà a rapportarsi con il territorio, non solo sulle grandi questioni, ma anche in termini di programmazione e di pianificazione delle azioni di governo. Il difetto più grave consiste nell’avere sostituito maggioranze politiche con maggioranze numeriche. Ovviamente, questa situazione ha determinato la produzione di periodi, anche lunghi, di non governo durante i quali a pagarne le conseguenze è stata la città.

Ci spieghi.                                                                                                                                                                                                                La mancanza di indirizzo politico di governo, l’assenza di obiettivi amministrativi chiari, la non definizione delle priorità di intervento paralizzano la macchina amministrativa facendone ricadere gli effetti sulla collettività. Ovvero, determinano una burocratizzazione degli interventi ed un allontanamento progressivo della parte politica dalla pratica di decodificazione dei bisogni della popolazione riducendo, di conseguenza, la possibilità di pianificare azioni capaci di rispondere ai bisogni stessi espressi dalle persone.

Vuol dire che i Dirigenti, in assenza di indirizzi chiari, fanno ciò che vogliono?                                                                                                      Piuttosto, fanno ciò che possono. Poi, quando si aprono dei varchi, è sempre possibile che qualcuno ci si infili. Si consideri, anche, che la prossima consigliatura, dal punto di vista della gestione amministrativa non nasce particolarmente fortunata in virtù dei vincoli imposti dalla normativa nazionale in materia di personale e sarà necessaria una profonda rivisitazione degli attuali assetti organizzativi all’interno di ogni settore. Il che porta con se, però, la possibilità di valorizzare tante risorse interne che attualmente non trovano il giusto spazio per esprimersi.

Ma, torniamo alla prossima tornata elettorale. Bocche cucite a sinistra in attesa delle mosse degli altri?                                                        Assolutamente no. Anzi, ciò che non preoccupa e che non inquina la riflessione che si sta sviluppando a sinistra sono proprio le scelte degli “altri”. Abbiamo alcuni punti di forza che ci distinguono: non abbiamo un problema identitario, abbiamo idee chiare sul programma di governo da proporre agli elettori, sappiamo esattamente da che parte stare, scartiamo a monte ogni ipotesi di apparentamento fra il primo ed il secondo turno elettorale nel caso di ballottaggio, non abbiamo interessi particolaristici che ci impongono di vincere a qualsiasi prezzo e a qualsiasi condizione. Credo che il primo fra i problemi da affrontare sia quello della chiarezza con gli elettori. Negli ultimi tempi, la rincorsa alla ricerca dei numeri ha travolto la pratica politica ed ha prodotto quello che all’esterno del “Palazzo”, ma anche all’interno, è stato colto come un pastrocchio. Per quello che riguarda la costruzione di una coalizione che riproponga il centrosinistra alla guida della città è in corso un confronto con   potenziali alleati naturali per verificare se, a partire dai punti fermi detti prima, ci sono le condizioni per rimettere in piedi una coalizione attenta ai problemi delle persone e, soprattutto, se vi è una condivisione piena della natura che deve sottendere alla pratica politica.

E se queste condizioni venissero meno?                                                                                                                                                      Cercheremo di aggregare intorno alla nostra proposta quanti la vorranno condividere. La questione identitaria, sapere chi sei e dove vuoi andare, è oggi a Modugno una questione centrale. Il problema non è quello di sedersi per condividere un elenco di punti programmatici con la consapevolezza che quello stesso elenco sarà oggetto di mille rivisitazioni nel corso della legislatura qualora mai fosse assunto davvero a bussola dell’attività amministrativa. Il punto è, piuttosto, condividere una idea
di governo, una idea di sviluppo della città, una idea di intervento nelle questioni sociali. Dare sostanza con la pratica politica alla convinzione che non c’è più tempo per rinviare il passaggio dall’assistenzialismo al sostegno nella costruzione di percorsi di autonomia per persone in stato di bisogno, passare dal possibilismo rispetto agli interventi non ecosostenibili alla difesa vera del territorio ed al sostegno dello sviluppo di una economia sostenibile, incentivare le pratiche della partecipazione piuttosto che mortificarle, riavviare un dialogo con le organizzazioni di promozione sociale e con il terzo settore per condividere strategie di intervento e modelli di sviluppo: questa è l’idea di governo della sinistra e intorno a questa idea cerchiamo di costruire il confronto. Non è scontata la prospettiva della coalizione proprio perché, su questi temi, non vi è stata convergenza, negli ultimi anni, con l’alleato maggiore del centrosinistra.

Si riferisce al PD?                                                                                                                                                                                                     Si, il riferimento è al PD, ma nella sua forma di contenitore di individualità diverse che spesso hanno prodotto lacerazioni e determinato percorsi e scelte che sono ricadute sull’intero centrosinistra.

Lilly Del Zotti: "Le primarie strumento di scelta democratica"

Abbiamo intervistato Lilly Del Zotti segretario del PD di Modugno. Ancora top secret le ipotesi di candidatura dei democratici: “Non è tempo di ‘totocandidati’ o di nomi da bruciare, se è vero (come dicono) che vengono prima i percorsi politici e poi i nomi”. Il centrosinistra ce la sta mettendo davvero tutta.

Signora Del Zotti, tra qualche mese Modugno sarà chiamata alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale ed eleggere un nuovo Sindaco. Il nome di qualche candidato Sindaco ufficiale e di qualcuno ufficioso già circolano. A sinistra esistono ipotesi di candidatura?

Ipotesi di candidature ci sono, ovviamente, ma trattasi ancora solo di ipotesi e, per il momento, tali vorrei che restassero. Da tanti anni e da ogni parte sento ripetere che vengono prima i percorsi politici e poi i nomi! Bugia!!! nella realtà la maggior parte del tempo viene impiegato a scommettere sul totocandidato, a sventolare segreti di Pulcinella, a “bruciare”(come si suol dire nel gergo dei Saloni della politica) nomi, quando non si arriva ad infangare le stesse persone. Per questo, anche se per i soliti esperti pare che noi siamo in estremo ritardo sui ritmi canonici delle campagne elettorali, personalmente sto vivendo con calma questo momento, seppur importante della vita del mio partito, cercando di dare lo stesso ritmo a tutti i miei amici di squadra, diciamo all’intera famiglia del PD.

Quali sono secondo lei i pregi ed i difetti dell’attuale esperienza di governo?                                                                                                             A mio avviso, “un’esperienza di governo”in quanto tale, circoscritta in un tempo e in uno spazio, è data dai concreti atti amministrativi coniugati ai valori,all’immagine e all’ideale di politica che si sono declinati ed offerti alla cittadinanza. Perciò mi limiterò a dire che i pregi attengono alla serie di provvedimenti, soprattutto in materia urbanistica, ma anche sociale, come i progetti del Piano di Zona, e tanti altri che sono sotto gli occhi di chi vuole guardare con una certa attenzione ed onestà intellettuale, ultimo il servizio di trasporto per l’ospedale San Paolo e Di Venere. I difetti attengono al metodo, allo stile, alla politica, ai valori ripetutamente vessati. Attengono ai ritardi in materia ambientale, ritardi nella presentazione di progetti finanziabili con fondi europei o regionali, ritardi nell’approvazione dei regolamenti e degli istituti di partecipazione previsti nello statuto, ritardi, ritardi, ritardi… Ma attengono, anche, a scelte personali o di gruppo, direi, poco educative per i giovani che vogliano affacciarsi all’impegno politico ed assolutamente discutibili per chi provi a fare un minimo di seria riflessione politica con la “P” maiuscola; ed attengono anche all’obbrobrio politico che siamo riusciti a partorire: un’amministrazione nata di centrosinistra e poi diventata un “minestrone”, quasi del tutto priva di opposizione, dove sembra che tutti si vogliano un mondo di bene per il “bene del paese” salvo ricattare sistematicamente il sindaco o il partito di appartenenza ventilando, allontanamenti o migrazioni o… ed attengono, infine, anche alla nomina del Direttore Generale… Essendo il PD il partito di maggioranza è ovvio che di tutto ciò sia corresponsabile a pieno titolo e su questa verità talmente evidente nella sua ovvietà non intendo aggiungere parola assumendo in toto la responsabilità e però anche l’impegno ad un reale cambiamento almeno per quel che potrà dipendere da questa forza politica.

È parere comune che l’attuale amministrazione, la quale si è distinta per un non ben identificato progetto politico condiviso, abbia rallentato la macchina amministrativa non fornendo ai dirigenti indirizzi politici chiari. Tale deduzione corrisponde a verità?                                                        Le responsabilità sono da distribuire in maniera equa, potendo le due parti, amministrazioni e dirigenti, rilanciarsi la palla in un’infinita, spossante e, spesso, scocciante partita.

Ma, torniamo alla prossima tornata elettorale. Ad oggi sussistono le condizioni per la costituzione di una coalizione che riproponga il centrosinistra al governo della città di Modugno?                                                                                                                                                                          In onestà le forze che si riconoscono nei valori del centrosinistra ce la stanno mettendo davvero tutta per camminare armonicamente insieme, convinte che sia l’unico percorso possibile anche se il più difficile.

E se queste condizioni venissero meno?                                                                                                                                                                    Al momento, come ho già detto, mi sembra un’ipotesi remota ma se, malauguratamente, dovessero venir meno le condizioni, lì dove si rivelasse così difficile camminare con chi si riconosce in ideali comuni seppur con sfumature diverse, meglio, anzi, unica ipotesi sarebbe andar da soli. Ho sempre ritenuto risultato migliore una sconfitta dignitosa che una vittoria a “tutti i costi”. Ed in questo momento sono più preoccupata che il PD riprenda in mano il suo progetto e si sforzi di recuperare credibilità e dignità (anche se purtroppo ai vari livelli più alti sta tentando in ogni modo il suicidio politico) che vincere le votazioni e perdere il partito. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che se è difficile una coalizione, un’alleanza elettorale, che è una semplice somma di forze diversissime senza un cammino condiviso, è una presa in giro per i cittadini e per l’intelligenza di molti di noi ed è destinata a generare altri interminabili mesi di stallo.

Ci descriva il profilo del candidato Sindaco ideale per il governo di questa città.                                                                                                     Temo”il candidato sindaco ideale”poiché mi dà la sensazione di cercare affannosamente un “superman” o un “mago dai mille poteri”, che risollevi da solo e d’incanto le sorti di questo paese martoriato da decenni di scarso governo. Ciò premesso, mi piace ipotizzare il profilo di “una squadra ideale” per il governo di questa città. Penso a un gruppo di persone di profonda onestà intellettuale, che abbiano maturato, nell’impegno associativo o partitico, competenza politica e amministrativa (che non significa capacità di ricatto, visibilità, rappresentatività, misura del peso specifico), che, nonostante l’esperienza di vita e la maturità, siano ancora capaci di avere un sogno possibile su questo paese, che abbiano sempre la forza e il coraggio di scelte impopolari ma profondamente giuste, che lavorino strenuamente e trovino la loro gratificazione nel servizio svolto e siano in grado di mediare, nelle varie vicissitudini, con onesta saggezza ma mai disposte al compromesso.

Gianluca Longo: tornato al calcio giocato dopo la vittoria sul cancro

Gianluca Longo: «sono tornato a giocare per passione e per testimoniare la mia vera vittoria». A 9 anni nelle giovanili del Bari e da questa stagione riparte dall’Eccellenza marchigiana.

Il gioco del calcio è una passione per la stragrande maggioranza degli abitanti del globo terraqueo, esserne poi un protagonista è un sogno per molti bambini che come Oliver Hutton hanno sempre considerato quell’innocua sfera a scacchi esagonali bianchi e neri o colorata che sia, un vero e proprio compagno di giochi. Tale premessa fa da prologo e da sfondo alla storia di Gianluca Longo nato a Modugno il 10 aprile 1991, il quale ha coltivato con estrema cura e dedizione il suo sogno, fino a farlo sbocciare all’età di nove anni in una meravigliosa realtà.

 

“Ho dato i miei primi calci nella squadra locale del Balsignano all’età di 5 anni, prima che qualcosa di straordinario stesse accadendo alla mia vita: l’ingresso nell’ AS Bari. Sono entrato a farne parte nell’anno 2000. Calcisticamente sono cresciuto sotto la guida di Giovanni Caffaro e Lorenzo Catalano figlio del più noto Biagio, famosa bandiera biancorossa. Quel periodo e il successivo è stato fondamentale e decisivo per me, perché non solo ha permesso una mia crescita calcistica e professionale da un punto di vista squisitamente tecnico-tattico, ma ha contribuito ad una maturazione “precoce” anche sotto il profilo umano in cui i meticolosi addetti al settore giovanile ti insegnavano e premevano per l’educazione e il rispetto altrui. 

Tra i meravigliosi anni in maglia biancorossa annovero con enorme piacere ed entusiasmo l’anno 2006 dove sotto la conduzione tecnica di mister Catalano raggiungemmo la finalissima dei giovanissimi nazionali disputata in quel di Perugia, persa poi ai calci di rigore contro l’Inter di Santon, Destro e Obi, dopo uno splendido campionato, caratterizzato da un girone dominato e vinto con quattro giornate d’anticipo, in cui indescrivibile fu la gioia della vittoria nei due derby contro il Lecce, uno dei quali concluso con un perentorio 0-3 tra le mura salentine. Inoltre la convocazione per uno stage con la nazionale under 16 a Converciano, esperienza condivisa con Petrucci (Manchester United), Sala (Chelsea), Moscatiello (Cesena), Ragatzu (Cagliari) per citarne solo alcuni di ragazzi di belle speranze fu l’apice di un’annata fantastica. Nemmeno nel mio miglior immaginario potevo realizzare un disegno così idilliaco, la realtà superava di gran lunga ciò che avevo sempre sognato.

L’anno successivo, giocai con un anno di anticipo la categoria Allievi Nazionali sotto la guida di mister De Trizio, senza mai e sottolineo mai immaginare che il 1 aprile 2007 sarebbe stata l’ultima mia partita con i galletti (Bari – Potenza). Potremmo da adesso in poi iniziare un altro articolo con tutt’altra tipologia di discorsi e argomentazioni. Un elemento improvviso e inaspettato senza chiedere alcun permesso entrò prepotentemente nella mia vita caratterizzando non solo la mia storia, ma quella di tutte le persone, parenti ed amici che ruotavano e si intersecavano perfettamente come un ingranaggio ben oliato, all’interno della mia vita. Quell’ospite sinistro si presentò con un nome ben preciso: Linfoma di Hodgkin. Scoprii la mia malattia nel mese di giugno di quello stesso anno, dopo la biopsia del linfonodo “sospetto” nato durante una bronchite.

 

Effettuai subito sei cicli di chemio, ovvero dodici sedute intervallate tra loro da un lasso temporale di quattordici giorni, per una durata complessiva che andava dal mese di giugno a quello di dicembre dell’anno 2007. Dopo i primi due cicli la malattia era scomparsa e gli esami diagnostici Tac e Pet (Tomografia a emissioni di positroni) erano sempre negativi. Ma quando la situazione sembrava procedere nel verso giusto, ecco la sorpresa: marzo 2008, dopo soli tre mesi una recidiva della malattia bussò nuovamente alla mia porta e questa volta in maniera molto più energica. Altre terapie, ma questa volta più forti e con tempi molto più lunghi caratterizzarono quel periodo. Ho effettuato 4 cicli di chemioterapia ad alte dosi con ricovero di una settimana circa per poi arrivare all’autotrapianto delle mie cellule staminali a settembre 2008, con una degenza di tre mesi a casa isolato da tutti, per poi concludere tra dicembre e gennaio con ben ventidue sedute di radioterapia.

Questo è stato il momento più delicato e duro della mia vita, soprattutto a causa delle innumerevoli sofferenze provate, ma è stato anche il periodo di un mio cambiamento come persona e a questo punto come piccolo uomo e quella maturazione precoce che il calcio sin da piccolo mi aveva imposto mi chiedeva ancora altre prove. Tre anni di lotta per sconfiggere il “Mostro”, le chemio, la pena che ha lacerato la mia pelle e la mia anima. Improvvisamente cambiò tutto. Se penso a quando tutto è iniziato, dal momento in cui ho conosciuto il Male, all’immane senso di impotenza che ho provato.

Errata corrige sulle origini dei Maglietti

Per dovere di cronaca ci preme fare alcune precisazioni a proposito dell’articolo da noi pubblicato nel numero di maggio sulla storia della macelleria, anzi delle macellerie Maglietti. Innanzitutto sul nome della famiglia. Non deriverebbe dal cognome di chi adottò il piccolo Nicola, ma Maglietti sarebbe stato un cognome attribuito al bimbo dalla sacra rota prima ancora che venisse adottato.

Come dire che i Maglietti sono cominciati con lui. La prima macelleria aperta a Modugno dal capostipite della famiglia, Nicola appunto, era in via Squadrilla 6, nel centro storico, dove molti anni dopo cominciò l’avventura di macellaio del nipote, ancora un Nicola Maglietti, che ha poi aperto in via Conte Stella, ancora in attività. Dopo quella di via Squadrilla, Nicola aprì altre due macellerie, entrambe in via XX Settembre e il figlio Rocco una in via Piave.