Stanziati oltre 193mila euro destinati a 45 persone e gestiti da Ser.T e CSM. Nel corso del mese di luglio sono stati messi a punto gli ultimi aspetti relativi all’attivazione degli Assegni di Cura, ovvero di una serie di borse lavoro destinate ad utenti selezionati dal Ser.T. e dal C.S.M. dei Comuni di Modugno, Bitetto e Bitritto.
L’iniziativa rientra nell’insieme delle azioni di sviluppo di percorsi di autonomia e inclusione sociale previste dal piano sociale di zona, e ha lo scopo di fornire ai beneficiari gli strumenti necessari per promuovere il proprio reinserimento lavorativo e sociale. Il progetto ha preso il via in seguito alla Deliberazione di Giunta Regionale n.1801/06, che sanciva l’istituzione degli Assegni di Cura e ne promuoveva l’assegnazione a persone disagiate. A questo fine la programmazione finanziaria del Piano di Zona ha potuto usufruire di risorse pari a € 193.808.91, da distribuirsi tra i 45 assegnatari.
Questi ultimi sono stati selezionati, tramite un bando ed una successiva graduatoria, tra persone adulte in condizioni di disagio sociale e psicologico individuate dal Ser.T. e dal C.S.M. dell’ambito territoriale n° 10, con particolare attenzione alle persone con una storia pregressa di detenzione di sostanze stupefacenti e/o tossicodipendenza.
Le borse lavoro permetteranno ai beneficiari di essere inseriti per un periodo di tirocinio all’interno delle realtà aziendali locali che hanno aderito al progetto, con la supervisione di un coordinatore e di sette tutor di accompagnamento. Basato sull’assunto che il possesso di una casa e l’esercizio di un lavoro siano aspetti fondamentali dell’auto-affermazione, il progetto prende piede dall’idea che il servizio pubblico debba poter intervenire sulla causa prima dei problemi, realizzando percorsi inclusivi all’interno di un progetto terapeutico complessivo.
Il responsabile dell’ufficio di Piano, Ernesto Chiarantoni, sottolinea come lo scopo ultimo dell’attribuzione delle borse lavoro sia la costruzione di un percorso di cura su pazienti dimissibili che miri a fornire loro una prima forma di autonomia assistita, spingendo le istituzioni a costruire opportunità con cui gli individui possano realizzare le risposte ai propri bisogni.
Le aziende locali hanno manifestato un grande interesse, instaurando un dialogo che va al di là dell’attivazione delle borse, e sembra porre le basi per un ragionamento condiviso sulla produzione di percorsi di inclusione culturali oltre che economici. A fronte della disponibilità delle aziende c’è un percorso valutativo che tende a ridiscutere il modello produttivo, proponendo modelli che pur non intaccando i criteri di produttività esaltino uno sviluppo sostenibile che possa trasformarsi in ricchezza per entrambe le parti.
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