IMPEGNO CRISTIANO

Programma Amministrativo di IMPEGNO CRISTIANO Candidato Sindaco: Vito Carlo LIBERIO

Introduzione:

UN IDEA di CITTA’ NUOVA

Constatiamo che da molti anni le coalizioni di governo locale che si sono succedute, in aperta rottura con le migliori tradizioni politiche e amministrative del passato, compiendo scelte in conflitto con l’interesse collettivo, hanno di fatto bloccato la partecipazione democratica ed il progresso della città, con grave danno per la qualità della vita dei modugnesi.
Per queste ragioni, riteniamo non più rinviabile ripartire da ciò che “ pensano “ i modugnesi, per proporre loro un progetto politico alternativo, rispetto alle già naufragate proposte dei partiti di  centro destra e di centro sinistra.
Il progetto che IMPEGNO CRISTIANO intende perseguire, sarà il laboratorio per una proposta di cambiamento nel governo della “ Polis “, ispirata alle migliori esperienze nazionali ed europee.

Partendo dalla preoccupante problematica del lavoro, che attraversa gran parte dei settori produttivi del nostro territorio, contagiando anche quelli dei servizi, e in stretta sintonia con la tutela della salute e dell’ambiente, vogliamo individuare nuove prospettive di progresso  (economico, sociale e culturale ) per la città, e scelte coraggiose per il miglioramento della qualità della vita dei Modugnesi.

L’esperienza vissuta in questi ultimi anni, ci ha insegnato che non sono sufficienti petizioni,  assemblee, manifestazioni, conferenze scientifiche in piazza, esposti alla magistratura, ricorsi al TAR ed interventi sulla stampa, per condizionare la politica locale e ricondurla alla funzione propria di  “servizio ai cittadini “, ma è necessario che la politica nelle sue diverse espressioni, e quella indicata ad amministrare, prende coscienza che l’Idea e l’Azione devono costituire garanzia per l’intera comunità e non attenzione al singolare.

La classe dirigente che deve assumere il compito di guidare la città è obbligata ad essere ambiziosa negli obiettivi, nella visione del futuro, nelle scelte strategiche e di posizionamento. Ciò significa investire sull’identità di Modugno, come riferimento di una più vasta area metropolitana, senza perdere il contatto con la comunità dei cittadini, ma valorizzando in ogni ambito, sia le nuove proposte che le più antiche e positive tradizioni.

Negli ultimi anni a Modugno è progressivamente venuta a mancare l’idea di bene comune. Amministrazioni sorde alle istanze della cittadinanza, incapaci di dialogo con i Modugnesi e con il mondo dell’associazionismo, hanno mortificato il territorio con scelte irresponsabili, costose e dannose, per nulla attente a quelle istanze ambientali, estetiche, sociali e culturali a cui si può e si deve dar voce. Si è privilegiata, come dalle tristi cronache recenti, la strada dell’interesse personale
e/o di gruppo, alimentando un sistema dove la corruzione si afferma anche con il tacere e il far finta di non vedere.
Noi vogliamo restituire Modugno ai suoi abitanti e renderla, insieme a loro, una città migliore.
Le linee guida da noi proposte saranno quelle dettate dal principio di Moralità Pubblica, come elemento imprescindibile dal quale poter sviluppare azioni di coesione sociale, cultura delle relazioni, sostenibilità ambientale e compatibilità economica.
Non abbiamo a disposizione uno spazio neutro, e nemmeno l’ambiente naturale, ma un territorio, ossia uno spazio nel quale sono proiettati lavoro, energia e informazione; uno spazio quindi che è stato ed è utilizzato, abitato, sfruttato, conosciuto e curato dagli abitanti. Pertanto un territorio non può essere considerato una semplice area geografica, non è una cosa, ma un organismo caratterizzato da relazioni.
La nostra proposta poggia su un ripensamento dello spazio, della mobilità e delle possibilità di relazione tra i cittadini come individui e come gruppi.
Oggi le piazze, le strade, i quartieri di Modugno non sono più luoghi di incontro, di relazioni e di cultura, ma luoghi congestionati dal traffico e poco accoglienti per pedoni, ciclisti, mamme e bambini, anziani e naturalmente disabili: niente relazione, niente cultura, niente città. Tutto il disagio ricade maggiormente sui nostri bambini, ai quali viene negato il valore dell’esperienza autonoma, dell’incontro sereno con la bellezza sia dell’ambiente naturale che di quello urbano.
Ogni azione capace di migliorare la vita dei bambini, passando per la famiglia, non può che condurre al miglioramento della vita di tutta la comunità.
Lo spazio pubblico di qualità non è un lusso, ma un bisogno essenziale al pari di scuole e ospedali: isole pedonali, strade residenziali, piste ciclabili, isole verdi e accoglienti, parchi, piazze e centri sportivi, favoriscono l’abbattimento delle barriere architettoniche, generazionali, economiche, sociali e culturali. La strada e la piazza devono ritornare, con accorgimenti studiati e mirati, ad essere centro della comunità, il luogo di incontro e di socializzazione. I vantaggi sociali saranno innumerevoli: più sicurezza per tutti, più tranquillità, ritorno ai negozi di vicinato, aumento delle possibilità di relazioni.
Una città aperta all’incontro e confronto fra generazioni può fornire i presupposti per superare il disagio giovanile, che ha le sue radici nell’assenza di valori e modelli tramandabili. Solo nel confronto critico con le precedenti generazioni i giovani possono capire come riscattarsi dai molti luoghi comuni che li affliggono, riguardo apatia, bullismo, mancanza di indipendenza, e trovare le risorse per ricostruire il proprio mondo. Per cogliere questa straordinaria “ potenzialità di futuro” è necessario creare possibilità d’incontro e di aggregazione.
Ulteriore collante per socialità, integrazione e appartenenza è certamente lo sport. E’ un diritto essenziale anche il poter praticare qualsiasi attività fisica in città, utilizzando aree verdi ed impianti.
Lo sport vuol dire salute. L’amministrazione comunale deve tutelare tale diritto ed incentivare una cultura sportiva rivolta a tutti i cittadini, garantendo anche l’offerta differenziata. Modugno può contare su numerose associazioni sportive, ma manca di adeguate ed efficienti strutture di accoglimento e sviluppo delle diverse attività. Il patrimonio costituito dalle numerose associazioni sportive è una ricchezza da sostenere e promuovere, con trasparenza nella gestione e nell’utilizzo degli spazi pubblici.
Molta attenzione sarà riservata a quegli elementi vitali come: Efficienza energetica, ottimizzazione del consumo dell’acqua, ciclo dei rifiuti, tutela del suolo evitando la cementificazione di aree verdi, riqualificazione di edifici, aree dismesse e parchi, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la riperimetrazione e la riqualificazione del centro storico, e quanto può  e deve essere fatto perche la città di Modugno possa diventare una “ città relazionale “.

programma politico di Nicola Magrone Sindaco

Pubblichiamo il PROGRAMMA DEL DOTTOR NICOLA MAGRONE, CANDIDATO ALLA CARICA DI SINDACO DEL COMUNE DI MODUGNO NELLE ELEZIONI DEL 25-26 MAGGIO 2013
PREMESSA
Nel maggio del 2011, i cittadini  di Modugno furono chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale dopo dieci anni di amministrazione guidata dalla stessa persona, Giuseppe Rana.
Italia Giusta secondo la Costituzione, dopo aver svolto il ruolo di osservatore critico dell’esperienza conclusa e nella prospettiva della nuova, partecipò alla competizione. Si trattò, in breve, del tentativo di un Movimento con trent’anni di attività culturale e politica alle spalle di cancellare i dieci anni precedenti, semplicemente deprimenti e insultanti per la comunità modugnese.
Italia Giusta secondo la Costituzione non entrò in consiglio – nonostante un significativo successo del suo candidato sindaco – a causa di una truffa politico-istituzionale messa in opera in suo danno dal Pd e dall’UDC, in breve PDUDC.
Il nuovo sindaco, Gatti, portò con sé in amministrazione e in consiglio il peso della sua posizione di persona sottoposta ad indagini per reati di notevolissima gravità, nonostante il quale Gatti partecipò e vinse alle primarie del suo partito.
La nuova Amministrazione, benché coinvolta (insieme alla precedente) in uno scandalo senza precedente, tirò dritto fino all’arresto del vecchio e del nuovo sindaco (Rana e Gatti), di amministratori, di impiegati comunali, di professionisti, e allo scioglimento del Consiglio comunale.
Hanno scritto i Giudici:
“[…] un più ampio complesso di condotte illecite, nelle quali erano coinvolti sia il Gatti[…] sia un numero davvero elevato di amministratori e pubblici funzionari”[dimostra che] “non si trattava dell’occasionale coinvolgimento di una singola persona in affari illeciti, ma di un autentico ‘sistema’, in cui la strumentalizzazione a fini personali del munus pubblico era diventata la regola. Le condotte illecite […] sono proseguite fino ai primi mesi del 2011, con la vicenda relativa alla (non) approvazione dei progetti urbanistici. […] La capacità dimostrata al Gatti di incidere sulle scelte della Pubblica Amministrazione e sulle determinazioni di soggetti privati che con essa negoziavano rende concreta l’eventualità di reiterazione di condotte illecite, anche in presenza di un mutato quadro istituzionale”. [Ordinanza 27.12.2012 del Tribunale di Bari, pag. 13]
In questo scenario politico, sociale e morale francamente deprimente, si svolgono, a maggio, le elezioni anticipate, nelle quali è ancora una volta presente Italia Giusta secondo la Costituzione con altre significative aggregazioni sociali, culturali e politiche, tutte collegate al candidato sindaco Nicola Magrone.
Tanto premesso, è il caso, per quest’ultimo, di evocare, nella redazione del suo programma di governo locale, le linee programmatiche tracciate in occasione delle elezioni del 2011: identico è lo scenario, identico (anzi aggravato) è lo stato di abbandono del Paese, identica è la questione fondamentale con la quale la comunità deve fare i conti.
Queste, le linee programmatiche tracciate nel 2011:
1.
La premessa dalla quale parte sono partiti unitariamente i soggetti sociali e politici collegati aldr. Magrone quale candidato sindaco di Modugno è non meglio riproponibile che con le stesse parole della Carta Costituzionale italiana del 1948, e nella parte dedicata ai PRINCIPI FONDAMENTALI, nella parte relativa ai DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI e nella parte relativa all’ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA.
Il puntuale riferimento alla Carta Costituzionale da parte dei soggetti politici che propongonoNicola Magrone come sindaco di Modugno intende esprimere il comune convincimento della insuperabile necessità per l’Italia e per Modugno di un adeguamento leale e completo delle comunità locali e dei loro ordinamenti alle regole ed ai principi della Costituzione.
In particolare a Modugno, l’esperienza durata ben dieci anni [oggi ben dodici anni] di sgregolatezza ordinamentale e di imbarbarimento sociale-etico-politico, impone un’autenticarivoluzione nella cultura e nei comportamenti degli amministratori. Essi devono finalmente rendersi conto del dovere di fedeltà ai principi di cui agli artt. 114, 116, 117, 118, 119, 120, 121, 122, 123, 125, 126, 127, 131, 132, 133 della Costituzione i quali, a dispetto delle trasformazioni subite negli ultimi anni per iniziative avventurose del legislatore, restano i punti di riferimento per qualunque attività amministrativa.
Naturalmente, gli amministratori locali devono riscoprire e riaffermare come punto di riferimento della loro attività l’interesse della comunità che amministrano, scrupolosamente rispettosi dei principi fondamentali precisamente definiti dalla Carta Costituzionale; in particolare: la natura repubblicana dello Stato italiano, l’Italia come Repubblica democratica, il popolo come detentore della sovranità (art.1); il rispetto e la tutela operosa dei diritti inviolabili dell’uomo e l’adempimento da parte dei cittadino del suo dovere inderogabile di solidarietà politica, sociale ed economica (art. 2); l’uguaglianza e la pari dignità sociale di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; il compito della Repubblica – dunque delle autonomie locali soprattutto – di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art. 3); il riconoscimento a tutti i cittadini del diritto al lavoro, la promozione delle condizioni che rendano effettivo questo diritto  e nello stesso tempo il dovere per ogni cittadino di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società (art.4); la rivendicazione ragionata e prudente dell’autonomia locale nel quadro ordinamentale della Repubblica una e indivisibile ed insieme del piú ampio decentramento amministrativo (art. 5); la tutela con apposite misure delle minoranze linguistiche  (art. 6); la libertà di tutte le confessioni religiose (art. 8); la promozione e lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. (art. 9); la promozione del diritto di tutti i cittadini di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale (art. 18); l’agevolazione a professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume (art. 19); il diritto di tutti a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art. 21); la responsabilità diretta dei funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici per gli atti compiuti in violazione di diritti (art. 28); misure di sostegno alla famiglia intesa come società naturale fondata sul matrimonio (art. 29); garanzie di tutela per i bambini con genitori in difficoltà (art. 30); sostegno anche economico finalizzato alla formazione della famiglia e all’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose; protezione della maternità, dell’infanzia e della gioventù (art. 31); tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garanzia di cure gratuite agli indigenti (art. 32); tutela e promozione dell’arte e della scienza e della loro libera
manifestazione e insegnamento (art. 33); garanzia del diritto allo studio e contrasto all’evasione scolastica anche con assegni alle famiglie e con altre provvidenze da riconoscere a seguito di concorso (art. 34); tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Formazione ed elevazione professionale dei lavoratori; libertà di emigrazione; controllo e vigilanza sulle retribuzioni dei lavoratori che in ogni caso debbono assicurare al lavoratore e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Vigilanza sul riposo settimanale dei lavoratori e sul godimento delle ferie; parità tra uomo e donna nel lavoro; misure per garantire l’adempimento della essenziale funzione familiare della donna e di una adeguata protezione della madre e del bambino e per assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione (Art. 35-36); tutela particolare del lavoro dei minori (art. 37); garanzie per l’iniziativa economica privata, indirizzo e controllo della sua finalità sociale (art. 41); garanzia di tutela della proprietà privata (art. 42); garanzia della funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata; misure per lo sviluppo dell’artigianato (art. 45); misure di favore per l’accesso alla proprietà dell’abitazione e alla proprietà coltivatrice (art. 47).
[Su questi principi e su questi impegni si sono trovate completamente d’accordo i soggetti politici collegati, per le elezioni di maggio 2013, al candidato sindaco dr. Nicola Magrone]
Un impegno particolarissimo dovrà essere riservato dalla nuova amministrazione all’esercizio correttamente costituzionale dell’attività del Comune.
Il Comune dovrà [attuare scrupolosamente] il proprio statuto; i suoi poteri e le sue funzioni dovranno essere esercitati secondo i principi fissati dalla Costituzione (art.114); il Comune dovrà attenersi scrupolosamente ai principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza e dovrà favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà (art. 118); il Comune dovrà ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento (art. 119).
La nuova amministrazione di Modugno dovrà assicurare, infine, il rigoroso rispetto dell’art. 97della Costituzione: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge” e dell’art. 98: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.”

2.
Il vissuto sociale ed amministrativo del Comune di Modugno, con particolarissimo riferimento all’ultimo decennio [ed oltre, fino al naufragio morale prima che politico dell’Amministrazione Gatti], certifica la sistematica e a volte consapevole violazione dei principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale; giungendo, in molti casi, a livelli di autentico scandalo.
* Il primo, indilazionabile dovere della nuova Amministrazione sarà quello di adeguare alla legislazione attuale lo Statuto comunale. Il ruolo del Consiglio, dei singoli Consiglieri, della Giunta, dei singoli Assessori, è stato negli ultimi dieci anni duramente mortificato. Le Commissioni consiliari esautorate, le Consulte cittadine, promesse a gran voce, rimaste lettera morta [e, se istituite, letteralmente ignorate e vanificate dentro ad un sistema di clientele aggressive]. Ne è derivata una gestione amministrativa quasi clandestina, nemmeno partitocratica quanto addirittura autoritaria e antidemocratica. Nessun cittadino, nessun gruppo di cittadini ha avuto lo strumento e trovato le vie per far sentire la propria voce.
Il caso più clamoroso e violento di disprezzo per gli interessi ed i bisogni della comunità è stata la deportazione dell’ospedale di Modugno al quartiere San Paolo e il disinteresse dell’Amministrazione per l’insediamento nel suo territorio di presidi sanitari compensativi. L’ospedale di Modugno fu tolto grazie ad un vero e proprio colpo di mano, compiuto nella notte, dal Sindaco Vaccarelli e dagli esponenti di tutti i gruppi consiliari, compresi quelli della cosiddetta opposizione. Un caso, insomma, di trasversalismo contro il Paese.
L’oltraggio inferto all’intera comunità di Modugno va, dunque, rimosso. E questo deve essere il primo impegno della nuova Amministrazione comunale.
* Il centro storico di Modugno, devastato e alla fine distrutto dalle vecchie Amministrazioni comunali, è passato per le mani incolte e grossolane delle giunte dell’ultimo decennio [ed oltre] che è arrivata al punto di sradicare le basole su di una strada che porta al Municipio per sostituirle con colate di asfalto sconnesso e inquinante. Uno scempio che grida vendetta e che va immediatamente rimosso.
L’intero centro storico va salvato, per quel che resta. Non si tratta solo di esigenza culturale; si tratta, invece e concretamente, di un’immensa possibilità di lavoro per i nostri lavoratori senza lavoro. Basta guardare anche a molti Paesi limitrofi per rendersi conto della consapevolezza diffusa della necessità di tutelare i centri storici; a Modugno, sembra che il ceto politico sia fermo agli anni dell’avventurismo urbanistico del dopoguerra. Non a caso, un ceto portatore di interessi trasversali minaccia di riaffacciarsi, più ingordo ed incolto di prima, nella scena politico-amministrativa del Paese. La nuova Amministrazione deve fermare questo degrado.
* Bisogna rivedere alla radice l’assetto urbanistico del Paese. Bisogna che si consentano “sopraelevazioni” sostenibili e tollerabili, non arbitrarie e clientelari. Bisogna che gli Assessori all’urbanistica, al territorio, ai lavori pubblici non siano portatori di interessi personali nel compito che verrà loro assegnato. E che si riconoscano ai funzionari tecnici poteri e doveri ben definiti e responsabilità controllabili. Il verde pubblico non deve restare tra gli optionals di un assetto urbano dominato dagli interessi di speculazione. Lo stesso mercato di piazza va armonizzato con l’ambiente cittadino e non necessariamente rimanere deportato in capannoni di perifieria.
La viabilità va studiata e regolamentata senza condizionamenti ad opera di interessi particolaristici o affaristici.
* E’ ormai indilazionabile l’istituzione di una sorta di Difensore Civico (incarico a titolo onorario), figura istituzionale di raccordo e di garanzia tra società e istituzioni. I diritti degli individui e della comunità nel suo insieme non possono essere rimessi, nel loro concreto riconoscimento, alla benevolenza dell’Autorità.
* Bisogna che si istituisca un attrezzato ed efficiente Ufficio legale del Comune per sottrarre al clientelismo l’affidamento di pratiche e di consulenze legali. Nel frattempo, bisogna che si istituisca un albo dei legali disposti ad accettare incarichi dal Comune, da strutturare in modo assolutamente obiettivo, al quale attingere con criterio di rigoroso automatismo il nominativo del professionista. Altrettanto va fatto per gli incarichi di natura tecnica. Gli esempi di incarichi assegnati a legali o tecnici “esterni” avventurosamente e clientelarmente individuati sono infiniti a disarmanti.
* Vanno ripresi i piani di riqualificazione urbana e territoriale, sfuggendo alle  pressioni di gruppi di potere.
* Bisogna scongiurare l’ulteriore impoverimento del suolo agricolo a vantaggio della speculazione edilizia. Sopravvivono nel territorio di Modugno ampie aree destinabili ad insediamenti di natura culturale e turistica. L’area della ex cementeria è una di quelle.
* Bisogna rivendicare per Modugno un ruolo trainante nell’area industriale che fa pagare al Paese solo i prezzi sociali e ambientali senza dargli alcun vantaggio. L’
assurdo insediamento della Turbogas sta a testimoniare l’indifferenza delle recenti amministrazioni per questi problemi se non la connivenza con interessi propriamente privati.
* Gli ultimi amministratori, esattamente come tutti quelli che li hanno preceduti, hanno preferito disperdere il non esiguo patrimonio culturale  del Paese consentendo la demolizione di un cinema di antica tradizione e l’uso privato di altro contenitore di grande pregio.
* Va portata a compimento l’acquisizione al patrimonio comunale del complesso monumentale di Balsignano. In realtà continua così a disperdersi una grandissima possibilità di rilancio culturale di Modugno e di occupazione di molti giovani.
* Sui quartieri della Città vanno fatte scelte radicali, a cominciare da quello Cecilia: o li si armonizza con l’intero tessuto urbano e sociale o si consente loro di acquisire la necessaria autonomia amministrativa e sociale.
* Bisogna che si istituisca un vero Ufficio comunale per l’occupazione giovanile: che guidi i nostri ragazzi nella ricerca del lavoro e li sottragga alla mortificazione della clientela e della sistematica offesa alla loro dignità.
* I problemi della distribuzione commerciale vanno risolti democraticamente: i tentativi ripetuti di riferendum sull’insediamento di ulteriori ipermercati nel nostro territorio sono falliti; anzi si sono concesse tutte le autorizzazioni. Si promettono, così, posti di lavoro e si costringono alla chiusura un’infinità di piccoli esercizi commerciali e di piccole imprese artigianali. L’intero Consiglio comunale si è da tempo stranamente convertito alle ragioni dell’ipermercato, tradendo programmi e attese dei cittadini.
*  [questa parte è integrativa del testo del 2011] A Modugno negli ultimi dodici anni non vi è stata la possibilità di proseguire l’istruttoria legata alle misure regionali (assegno di cura,assegno di prima dote, assegno per l’assistenza indiretta e così via); non sono state realizzate attività legate alle politiche per l’infanzia; della porta unica di accesso, nemmeno l’ombra. Non si è addivenuti nemmeno all’individuazione di una forma transitoria di gestione del trasporto delle persone disabili. Nulla è stato fatto per il contrasto alle dipendenze. Non vi sono state le condizioni per attivare altri obiettivi previsti nel Piano Sociale di Zona 2010-2012 per quanto importanti nel contesto dell’accrescimento della capacità di risposta ai bisogni dei cittadini.
Eppure, sia la legge 328/00 che la legge regionale sul “sistema integrato di interventi e servizi sociali” danno ai comuni un ruolo centrale per realizzare il “sistema locale della rete di servizi sociali“.
Molto, quindi, si può fare per arginare la disperata situazione: si dovrebbe prevedere, in ogniarea di disagio, un gruppo di monitoraggio dove si incontrino periodicamente rappresentanti delle ASL, dei Comuni, del volontariato e referenti tecnici dei progetti… Non sempre le lacune del settore sono state imputabili alla solita mancanza di risorse.  Al contrario, è anche accaduto che alcuni progetti non sono stati realizzati perché le risorse sono rimaste inutilizzate!!
Il Comune dovrà coinvolgere e responsabilizzare il settore non-profit. I soggetti del Terzo settore sono inseriti dalla legge tra gli “attori” sia della programmazione che dell’organizzazione del sistema integrato (art. 1 comma 4) sia dell’erogazione dei servizi (art. comma 5). Succede invece, a Modugno, che il Terzo Settore viene chiamato solo in prossimità di scadenze amministrative dettate dalla Regione, insomma quando proprio è ncessario per legge.
Gli obiettivi della nuova amministrazione comunale: Progetti individuali per le persone disabili;Sostegno domiciliare per le persone anziane non autosufficienti; Sostegno delle responsabilità familiari; Assegni di cura e altri interventi a sostegno della maternità e della paternità responsabile; Conciliazione tra il tempo di lavoro e il tempo di cura; Servizi di sollievo per anziani; Sostegno alla genitorialità, anche attraverso la promozione del mutuo aiuto tra le famiglie; Servizi per l’affido familiare; Prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare, anche con benefici di carattere economico; Dipendenze; Immigrazione; Salute Mentale; Nuove Povertà.
Si ripartirà, dunque, dalla Riorganizzazione totale dell’Ufficio di Piano dotandolo di professionalità che vengano dal mondo del III Settore; da un’attenta analisi dei bisogni; dalla possibilità di favorire la creazione di lavoro attraverso l’incentivazione alla creazione di imprese giovanili.
Per l’assistenza, un buon esempio viene da altri Comuni che hanno creato modelli di affidamento dei servizi sociali ( “voucher” attraverso sistemi di accreditamento e carta dei servizi).
* [Ancora a integrazione del programma del 2011:] occorre la realizzazione di una rete gratuita di connettività wireless per la diffusione tra i cittadini del WiFi pubblico, promuovendo la cultura digitale e il diritto di accesso gratuito a internet. Inoltre, data la mancanza di trasparenza adottata sinora a Modugno, non è noto ai comuni cittadini quali software siano utilizzati dalla amministrazione: qualora non sia già utilizzato l’open source, è assolutamente necessario che lo si utilizzi, insieme con azioni per snellire procedure amministrative e favorire l’informazione e la comunicazione ai cittadini delle iniziative, di qualsiasi natura, dell’amministrazione.
Di là dai singoli punti del programma, Modugno ha bisogno di una guida autorevole, politicamente e culturalmente omogenea. Ha bisogno di amministratori che non abbianopersonali interessi da tutelare e che abbiano, anche per questo, la capacità di amministrare per un’intera legislatura. Sinistre vicende degli ultimi due anni (minacce a consiglieri, dimissioni allarmanti di assessori e di consiglieri e così via [sfociati negli arresti del 2012]) dimostrano che la questione morale e criminale, a Modugno, è lontana dall’essere stata risolta. E questa è, su tutte, la “questione modugnese”. Un Paese che non può essere amministrato da pochissimi potentati economici ormai non solo “per interposta persona” ma addirittura direttamente. La “questione modugnese” è questione democratica ma anche e soprattutto questione morale.

Il programma con il quale l’odierno candidato sindaco si presenta è sostanzialmente quello qui evocato; nulla di quanto prospettato e sollecitato nel 2011 è stato se non realizzato anche solo accennato con atti e gesti significativi. La frustrazione della popolazione, vilipesa da amministratori senza scrupoli, è un dato di fatto non più ignorabile e va affrontata con severe condotte moralmente e politicamente ineccepibile dei nuovi amministratori.

Parla il candidato Magrone

Nicola Magrone

Intervista a Nicola Magrone, candidato sindaco a Modugno – 27/4/2013  – (1° Parte) a breve il link dell’audio;

Giudice Magrone, Lei ripropone la sua candidatura alla poltrona di sindaco di Modugno, a capo di una coalizione di sette liste. Quali sono le ragioni della sua ricandidatura (era già candidato sindaco alle precedenti amministrative) e quali sono i punti salienti del suo programma?
Questa domanda che lei mi fa è giusta. Questa domanda però nasconde nella sua formulazione un involontario nascondimento di ciò che è successo nel 2011. Sembra quasi una domanda asettica, ma non è così. Nel 2011 io mi sono candidato, non sono entrato nemmeno in consiglio comunale, non sono stato nominato per via di quell’accordo – che io definisco ignobile – tra UDC e PD. Per quel gioco, Bellomo che si prese il seggio della minoranza ma che era già della maggioranza, non si apparentò all’unico scopo di non far entrare me. Questa visione da cacciatori, da predatori è una visione delle cose, della politica, della vita, della società che io credo debba essere rimossa totalmente. Io non sono entrato nemmeno in consiglio comunale con circa 3.000 voti che ebbi da solo praticamente, da solo e con l’effetto che entrò al posto mio Vito Carlo Liberio, che era un inquisito (glielo dico con grande modestia, con grande senso della misura). Fu una scelta molto dura, con un accordo così infame (fuori Magrone, dentro Liberio) che era un bluff rispetto alle regole della competizione elettorale (Bellomo era di maggioranza, si finse di minoranza per beccarsi il posto e poi fece il vice-sindaco addirittura, altro che minoranza!). Il posto andava al candidato sindaco di minoranza e Bellomo era di maggioranza. Questo episodio sembra un aneddoto di piccola dimensione, una “vicenduola” di paese, ma in realtà nasconde una fatto gravissimo: la paura che io mettessi anche un piede nel comune, quasi fossi un criminale, un pericolo pubblico (i pericoli pubblici sono i criminali) sono gli amministratori corrotti, non un procuratore della repubblica, un magistrato che vuole partecipare alla vita pubblica.  A Modugno erano già tutti inquisiti poi sono stati tutti arrestati. Era una chiusura totale del pd e udc,  questa  chiusura strettissima. Ma che pericolo rappresentavo? I giudici poi hanno scoperto che erano degli associati per delinquere e quindi tutti temevano la mia presenza in comune … questo tipo di domanda me la fanno tutti, vuol dire che tutto questo è stato rimosso. E’ una domanda che si fanno nel paese.
Lo faccio perché non mi piace come è stato ridotto questo paese. Non sono più un magistrato, scrivo libri, scrivo su riviste, faccio altro. In qualità di cittadino mi sento in dovere di intervenire. Questo comune è stato sciolto e chiama tutti alle proprie responsabilità. Lo so che rischio ancora una volta che non entri in consiglio, mi metteranno delle trappole.
Non devo avere nulla, non percepirò nulla, lo avevo già detto che se fossi in teoria eletto sindaco non avrei percepito un euro, lo farei come dovere civico, come contributo al paese. Disporrei che questo gruzzolo che si accumula nei mesi venga affidato ad un funzionario pubblico e quindi gestito per le esigenze più drammatiche. Capisco che molti si candidano proprio per guadagnare due lire e quindi questo viene percepito come uno scandalo, anche dirlo è uno scandalo. Queste ragioni – in sintesi – mi portano a ricandidarmi.

Conosce i suoi avversari, suppongo. Quali sono i motivi principali per cui gli elettori di Modugno dovrebbero votare per Lei?
Siamo ad un punto di svolta nel paese. Sono quasi 15 anni che siamo amministrati da questo ceto politico. 10 anni di Rana, due di Gatti..e sono di estrazione identica, PD, UDC. Questi 12-15 anni di pessima amministrazione, per giunta poi segnata da questo fatto di criminalità, di devianza, di degrado morale e così via…  ebbene, io credo che chiamino ad una svolta radicale. Chi deve esprimere il sindaco in questo momento? Il pd ancora che ha messo il paese in questa situazione. Nessuno chiede di punire, di fustigare. C’è chi è preposto a giudicare. Sul piano politico, però, queste persone sono state le prime che si sono dimesse, nessuno le ha cacciate dal comune. Quindi la conseguenza politica per primi l’hanno tratta loro stessi. E’ la stessa cosa che dico io. Non bisogna discriminare. Devono fare un passo indietro. Ci troviamo però di fronte alle stesse forze politiche che insistono con il pretendere che il comune debba tornare nelle loro mani, e questo è inaccettabile.
Giudice Magrone, dal punto di vista politico, economico e sociale, quali sono le soluzioni che Lei propone ai singoli casi che attanagliano la vita della città?
La prima cosa da fare con lealtà e rispetto per tutti – senza darsi il tono di quello che può risolvere tutto, sarebbero balle! – è prendere atto di questo scenario: noi abbiamo assistito al nostro comune preso, gestito, fatto proprio come se fosse una cosa privata. La prima cosa da fare è di ristabilire un livello di moralità;  non per fare il fondamentalista dico però che in Italia nasca ma ritengo deve nascere il ‘terrore’ nell’amministratore che se si appropria della cosa pubblica dei frutti del potere deve essere punito. Io sono per una tendenza per uno sforzo sì di tutelare quello che c’è di industriale ma sono anche però per tutelare un ritorno alla cultura della agricoltura. Le fabbriche le fanno e le chiudono..la Bridgestone ci tiene per il collo.
A Modugno non c’è un gesto di recupero delle proprie tradizioni, di questi valori. Basta guardare questo centro storico, è un corpo di reato, noi viviamo in mezzo agli scarafaggi. L’igiene delle strade manca. Se non superiamo questo punto chi amministra la cosa pubblica deve essere controllato, ispezionato, non deve avere conflitti d’interessi, siamo in mano agli imprenditori, la città deve essere in mano ai cittadini. Nessuno di noi è cattivo o buono. Sono i ruoli che devono essere rispettati, il bene comune, il patrimonio comune l’ente comune deve essere amministrato da persone che da quell’ente non devono avere motivo di trarne alcun vantaggio. Questa e’ la condizione preliminare.

Lei viene da una carriera in magistratura ricca di meriti personali e professionali, così come di soddisfazioni. Si è occupato anche di casi che sono venuti alla ribalta nazionale come quelli di Elisa Claps e di Palmina Martinelli, nonché quello della tragedia della scuola di S.Giugliano. Quale è la sua visione del potere giudiziario e in particolare, sul rischio di commistioni tra magistratura e potere politico?
Io credo che bisogna rifarsi ai principi costituzionali, c’è un’autonomia rispetto al potere politico della magistratura e la magistratura deve fare in modo di tenersela cara questa autonomia e per tenersela cara deve fare in modo di non scantonare lei per prima. Per preservare non deve invadere non c’è il minimo dubbio che la magistratura che mette il becco ovunque e soprattutto la strumentalità a volte di certe iniziative rispetto all’attività politica. So bene che è ormai una malattia in Italia che nessuno sa stare al posto suo, questo non significa che io non possa dire la mia ma devo avere l’accortezza di non forzare la mano mai rispetto a situazioni che possono avere un risvolto politico, ma lo devono fare sempre lo devono fare col cittadino comune. Insomma il mestiere del giudice è un mestiere del riconoscimento dei diritti del cittadino delle garanzie del cittadino, non è quello grossolano di leggere le carte e capire. Il suo ruolo è quello di tendere ad accertare la verità attraverso la difficil
issima cruna del rispetto delle regole dei diritti di ciascuno. Ci sono stati gli anni di mani pulite, per esempio in cui il dovere  di iscrivere una persona nel registro degli indagati non veniva adempiuto perché il fatto di avere sei mesi ritardando le iscrizioni è un’operazione immonda. Il rispetto dei ruoli e delle regole è fondamentale nel mestiere del giudice. Io ricordo che quando vedevo un film giallo con mia madre in televisione, lei azzeccava prima chi era l’assassino, io mai. Lei con l’intuito, ci arrivava d’istinto. Io dovevo passare attraverso il meccanismo logico del ‘tenuto conto che’…io perdevo e lei vinceva! È vero anche che bisogna strappare questo Csm, è un emanazione politica e questo certamente influenza nelle scelte, tutto questo non lo risolve attraverso piccoli provvedimenti; io non sono mai stato iscritto a nessuna corrente non devo dire grazie e nessuno. Io mi auguro che non se approfittino i malandrini.
Il giustizialismo…Non si può fare nello stesso posto lo stesso ruolo. I giudici devono chiedere di poter girare, un giudice deve chiedere di poter variare la sede, la magistratura deve potere regolamentarsi. Il giudice deve sapere tutto di tutti. Sono convinto che in Italia i capi degli uffici non devono stare in quel posto più di otto anni. Quella legge l’ho fatta io quando ero parlamentare. Ho fatto il pendolare per vent’anni da Potenza a Modugno. Io sono preoccupato e la legge sulla temporaneità degli incarichi l’ho fata io.

Lei è stato deputato dal 1994 al 1996 con l’Italia giusta secondo la Costituzione. Come ricorda la sua esperienza a Roma?
Pessima. Il parlamento è fatto in modo tale che il parlamentare non conta nulla. I gruppi, cioè i partiti, decidono e tu sei una pedina, un mero strumento, oggi è ancora peggio. Oggi non vince nessuno con  questa legge elettorale,  i parlamentari sembrano degli impiegati assunti dai partiti. E’ un esperienza che non rinnego mi ha arricchito culturalmente ma se lei mi chiedesse se io la volessi rifare onestamente le direi di no.
Lei oltre ad essere un profondo conoscitore ed esperto della nostra Costituzione, ne è anche un sostenitore appassionato. Può spiegare ai nostri lettori, soprattutto ai più giovani, il perché di questo interesse e di questa passione?
Io credo che l’importanza della nostra costituzione sia data da un insieme di norme che fissano un criterio democratico non soggettivo, questi sono i binari entro i quali le istituzioni devono muoversi. Lei sa che la costituzione è stato approvata nel ‘48 alla caduta del fascismo, del nazismo, degli stati totalitari in risposta a quelle tragedie che erano state appena consumante e fu fatta non solo da una parte politica e questo è il segreto che la rende fondamentale, la fecero comunisti, cattolici, liberali, lo sforzo fu quello di trovare il punto d’incontro, di equilibrio, di vivere insieme che non tralasciasse nessuna angolatura culturale; io dico che il totalitarismo è il nostro nemico oltre al comunismo totalitario.
Noi ci chiamiamo l’Italia giusta secondo la costituzione per questo motivo, esiste da 30 anni, il concetto  di giusto non è soggettivo. Noi vogliamo che l’Italia sia più giusta. Il criterio, il metro deve essere oggettivo lo abbiamo fatto 33 anni fa.
Tornare indietro alla costituzione. Sono stato amico di don Tonino Bello ed anche lui che
(*)non era un conservatore non buttava a mare tutto il passato, c’era stato molto di orrido ma non tutto era da buttare. Tornare alle ragioni
Stiamo vivendo un periodo di nerissima recessione economica (si vedano, da noi, i casi emblematici di OM e Bridgestone). Modugno, che rappresenta il centro manifatturiero per eccellenza della provincia barese, è chiamata a risollevare le sorti dell’occupazione e dell’economia locale. A questo scopo, quali possono essere le leve sulle quali agire a livello politico per risorgere? Qualche parola anche sul ruolo del consorzio ASI che gestisce la zona industriale..
Molti imprenditori hanno usufruito di finanziamenti pubblici per aprire le loro fabbriche, nessuno di loro è venuto gratis qui (vedi Bosh, Getrag, ecc.) poi vanno via de-localizzando le produzioni perché altrove guadagnano di più. Questa politica inoltre propagandista questa retorica fatta di retorica deve finire. Bisogna dare un contributo vero. Io da giurista senza microfoni, luci senza ribalta, vado lì per trovare soluzioni.

[(*) – grazie per la correzione ndr.]

 

Pino Oro – un candidato

Pino Oro

Con la ufficializzazione delle liste elettorali chiediamo a Pino Oro, candidato nelle liste UDC, quali sono le priorità per Modugno:
“Non è un momento facile per Modugno. Non possiamo più fare finta di niente. Abbiamo però un’occasione d’oro per cambiare le cose e possiamo cambiarle lavorando, mettendo la politica al servizio della città. Rendere vivibile la città, i suoi spazi pubblici, significa difendere il bene comune e i nostri bambini. Recuperando il senso della solidarietà, della pulizia e della condivisione uniti per Modugno ne possiamo uscire più forti. Divisi non possiamo cambiare niente. Facciamolo per i nostri figli, per il loro futuro. Il recupero della zona industriale di Modugno che mostra un’antica promessa di sviluppo del nostro territorio è un’occasione d’oro per rimboccarci le maniche e darci da fare. La chiave del rilancio imprenditoriale della nostra città è la collaborazione. Abbiamo bisogno della creatività dei giovani, di ritrovare lo spirito modugnese I fondi europei vanno cercati e spesi per fare rete, dobbiamo creare il “made in Modugno” un marchio di qualità per unire i nostri eccellenti artigiani e vincere la sfida dei mercati nazionali ed esteri. È un ‘occasione d’oro, uniti per Modugno, per creare nuovi posti di lavoro. I problemi non si risolvono con le chiacchiere o con le promesse e gli ultimi scandali lo dimostrano. La politica non deve essere padrona, la politica ha il dovere di servire e assistere le famiglie e le persone. Va ritrovata la solidarietà, vanno ritrovati i nostri valori di comunità. I servizi sociali hanno necessità di programmazione e i fondi devono essere spesi saggiamente. La pulizia, la sicurezza, i trasporti vanno monitorati e resi trasparenti e accessibili a tutti.
Abbiamo il dovere di provarci, ogni giorno, offrendo il nostro servizio alla città. Uniti per Modugno con trasparenza e sensibilità. È un ‘occasione d’oro”

le prime liste elettorali

Arrivano le prime liste elettorali,

in attesa dei simboli ufficiali pubblichiamo gli elenchi dei candidati al consiglio comunale, iniziamo da

Cambiamo Modugno

Cramarossa Domenica detta Chella
Accettura Giuseppe
Altobello Bartolomeo
Baccaro Mafalda detta Barbara
Bia Titania
Bonasia Nicola
Caputo Rossana
Chiusolo Antonio
Cirone Donato
Dentamaro Stefania
D’Ostuni Maria
Lomoro Sante detto Santino
Longo Annamaria
Manzari Rosa
Marinelli Mariapia
Masi Filippo
Mastromarco Michele
Maurelli Antonello
Pastore Teresa
Rella Nicola
Santeramo Barbara
Scardigno Antonio
Schiralli Pasqiua detta Rita
Trentadue Vincenzo

pubblichiamo anche la

lista UDC


Barile Raffaele (Indipendente)
Pascazio Carmela
Ficocelli Nicola
Fragassi Nicola
Spagnuolo Rosaria
Giovannelli Giuseppe
Musceo Francesco Adriano
Lacalamita Rosangela
Quaranta Biagia Giusy
Franco Michele
Silvestri Bartolomeo
Viale Stefano
D’Ambrosio Giuseppe detto Galluccio
Oro Giuseppe
Maglietti Giovanni
Sciannimanico Arcangelo detto Lello
De Benedictis Mariateresa
Bozzi Leonardo
Trentunzi Anna Maria
Fiore Giovanna Antonia
Campanale Antonio
Ventrella Michele
Mangialardi Giuseppe
Rubino Isabella