E’ finito l’anno scolastico: bocciato l’assessore Taldone!!!

COMUNICATO STAMPA PARTITO DEMOCRATICO MODUGNO Ancora una volta l’amministrazione Magrone dimostra una totale incapacità nella gestione della cosa pubblica.
L’Assessorato alla Cultura organizza e finanzia lo svolgimento di un concerto musicale. Non si può più fruire del Cisternone, quindi viene individuato il cortile della scuola De Amicis per lo svolgimento di quell’evento. Ma non basta: si concede altresì l’utilizzo e il bivacco per la notte nella palestra della scuola. Per i musicisti e chissà per chi altro ancora.
Risultato? Rifiuti di ogni tipo nella palestra e nel cortile. E i bagni della scuola, naturalmente, non più agibili.
Amara sorpresa, all’indomani, per i docenti e gli alunni che proprio per la mattina successiva avevano in programma il tanto atteso saggio di fine anno. Ovviamente rinviato, perché nessun servizio di pulizia e bonifica dei locali scolastici era stato nel frattempo attivato.
L’assessore Taldone, intanto, si giustifica affermando che è stata una “debolezza organizzativa”. Noi gli crediamo, perché debole ed inadeguata è l’azione politica e di governo di questa amministrazione, lasciata nelle mani di chi, abituato solo ad urlare e pontificare nei comizi di piazza, ora manifesta la totale inettitudine a governare questo paese.
PERCHÉ È STATO CONCESSO L’UTILIZZO DELLE STRUTTURE INTERNE ALLA SCUOLA? COME MAI LE PULIZIE ED IL RIPRISTINO DEI LOCALI NON SONO STATI SVOLTI PRIMA DELL’ARRIVO DEGLI ALUNNI? CHI SI FARÀ CARICO DELLE SPESE SOSTENUTE PER LA PULIZIA STRAORDINARIA DELLA SCUOLA?
Ci aspettiamo dall’assessore Taldone un gesto di coraggio: SI DIMETTA!!!
Lo faccia come segno di rispetto per gli alunni ed i loro genitori che con fiducia, nella scuola e nelle istituzioni, pensavano di trascorrere una mattina di festa in vista della chiusura dell’anno scolastico.
E MAGRONE? COSA NE PENSA LUI? E’ ANCORA IL SINDACO DI QUESTA CITTÀ? E QUALE MAGGIORANZA LO SOSTIENE?

Renzi in piazza a Bari con Decaro

A quattro giorni dal voto Matteo Renzi è tornato a Bari. Il 12 ottobre scorso aveva iniziato proprio in questa città la sua campagna elettorale per aggiudicarsi la segreteria del Pd e qui è tornato il 20 maggio, oramai premier, in vista delle elezioni europee ed amministrative.
In tantissimi sono accorsi in via Alberto Sordi – la via che costeggia il Petruzzelli – per ascoltarlo. Sul palco è stato accompagnato da Antonio Decaro, Michele Emiliano e Pina Picierno, capolista del PD alle Elezioni Europee nella circoscrizione Sud.
Breve e un po’ commosso è stato l’intervento di Michele Emiliano che ha subito passato la parola al candidato sindaco Decaro preceduto da un ironico Renzi che, in veste di presentatore l’ha introdotto con un “Signori, vi presento il prossimo sindaco di Bari…!”.
Decaro, fiducioso nella sua vittoria al primo turno ha lanciato la sua sfida a Mimmo Di Paola (candidato del centrodestra) e ricordato il suo impegno per la città promettendo ai tanti presenti: “Io non lascerò questa città a una persona che si pulisce le scarpe con lo champagne, che non ha tirato fuori uno straccio d’idea, una cifra, uno studio di fattibilità. Non lascerò Bari nelle mani di una persona che si è triplicato lo stipendio da manager”.
Renzi ha esordito ricordando la bellezza dell’impegno politico e scostandosi dalla campagna per le amministrative di Bari, ha preferito toccare argomenti sull’Europa e l’Italia, sul suo impegno per il Sud e non si è fatto sfuggire neanche una critica verso i “politici ladri” da mandare a casa. Soprattutto, non sono mancate continue frecciatine rivolte a Grillo, ai suoi insulti e al suo usare la rabbia e il disfattismo e far leva sull’indignazione contro cui il Pd oppone “una proposta, un’Italia che vuole farcela, che resiste, che vuole tornare alla guida dell’Europa e che non merita di essere dipinta come un disastro”.
Ha rivolto poi un accorato appello ai cittadini “Vi chiedo di tenere insieme la sfida dell’Europa con la sfida che riguarda la vostra città” invitandoli ad impegnarsi in questi ultimi giorni di campagna elettorale.
Scongiurando un ballottaggio a Bari, ha concluso: “Io spero che domenica questa partita sia chiusa. Non perché essere eletti sindaco al secondo turno sia da meno, ma per restituire l’idea che la politica è proposta, quella che avanziamo noi, non l’ingiuria”.

La risposta del centro-destra al comizio di Renzi a Bari

Nonostante il 20 maggio ci sia stato un bagno di folla per Renzi a Bari, con tanto di sonori applausi e sventolamento di bandiere di partito per l’intero arco del comizio, le reazioni e i commenti post serata da parte del centro-destra, specie rivolti a chi l’ha accompagnato sul palco – Emiliano e Decaro – non si son fatti attendere.
“Povero Decaro, non ha davvero più nulla da dire. Gli restano gli insulti come ultima carta da giocare. Che figura!”, è stato il primo commento twittato da Mimmo di Paola, candidato per il centrodestra barese e maggior competitor di Decaro in questa corsa per la poltrona di sindaco barese.
Contro le parole di Decaro si è anche scagliato l’intero movimento “Impegno Civile” di Mimmo Di Paola che sui social network ha scritto “20 minuti di insulti e poi concludere dicendo “noi non ci facciamo insultare. Una vergogna di candidato! Questa gentaglia deve andare a casa e lasciare Bari alle persone per bene”.
E’ presto giunto anche il secco commento di Luigi D’Ambrosio Lettieri, coordinatore cittadino di Forza Italia Bari, sulla serata:
“La sinistra pensa di calare l’asso con un premier male accompagnato dalla Picierno #checongli80€cifailaspesa. E invece mostra di non avere neanche un punto. Tanto livore, un mare di menzogne e solo scartine”.
Lettieri non si risparmia neanche sul sindaco uscente e nella nota diffusa all’indomani del comizio, commenta: “Emiliano non si smentisce mai e stasera ha confermato quello che è: il recordman delle frottole. Ha esordito al comizio di Renzi, venuto in soccorso di un Decaro a corto di idee e pieno di livore, dicendo . Praticamente è la visione ricevuta in sogno di come sarà Bari tra poco, quando ad amministrarla sarà il centrodestra con Mimmo Di Paola sindaco. Perché la città di oggi è tutt’altro che un modello di sviluppo e di buone prassi. È in cima alle classifiche per l’aumento della disoccupazione e trasporti da terzo mondo”.
Aggiunge, poi, in chiara risposta alla promessa che Decaro ha fatto sul palco ai cittadini baresi, quella di non lasciar Bari nelle mani di Di Paola:
“Al candidato di Emiliano e di una sinistra fabbrica di clientele diciamo che noi non lasceremo la nostra amata Bari nelle mani di chi, in ossequio alla continuità dell’uso e abuso della cosa pubblica come bancomat elettorale, non ha sentito la necessità di dimettersi da parlamentare per dedicarsi alla campagna elettorale in tutta libertà e dedicarsi alla città che vorrebbe governare”.

Azzeramento della TASI – Un bluff

Un comunicato stampa del Partito democratico

AZZERAMENTO DELLA TASI: L’ENNESIMO BLUFF DEL SINDACO MAGRONE!!

Il sensazionalismo del sindaco Magrone non conosce limiti: dopo aver promesso tutto e il contrario di tutto in questi undici mesi di amministrazione, ora ci racconta la favoletta dell’azzeramento della TASI.

Un minor gettito di circa 800 mila euro per le casse comunali che questa amministrazione dice di voler bilanciare con l’aumento dell’IMU sulla seconda casa e genericamente con un “correlato incremento dell’addizionale IRPEF”.

A QUANTO AMMONTA QUESTO INCREMENTO? QUALI SCAGLIONI DI REDDITO NE SONO INTERESSATI?

Sulla base di quali valutazioni contabili, in assenza di un esatta indicazione di quei valori, gli Uffici hanno espresso come “favorevole” il parere di regolarità tecnica di quella proposta?

Tante domande a cui questa amministrazione, abituata a governare con populistici lanci di agenzie di stampa, e solo con quelli, NON SA RISPONDERE.

Il Partito Democratico di Modugno è favorevole ad ipotesi di riduzione o azzeramento della TASI, purché accompagnate da SERIE, CONCRETE, SOSTENIBILI, proposte di compensazione dei minor introiti prospettati.

Per queste ragioni, il Partito Democratico di Modugno ha espresso voto CONTRARIO alla fumosa proposta di azzeramento della TASI.

CANILE COMUNALE, PARCO URBANO EX CEMENTERIA, INNOVAZIONE TECNOLOGICA, RISANAMENTO AMBIENTALE, RILANCIO IMPRESE IN CRISI, INTERRAMENTO ELETTRODOTTO ZONA CECILIA: CON QUALI RISORSE QUESTA AMMINISTRAZIONE INTENDE REALIZZARE  LE PROPRIE SCELTE POLITICHE ANNUNCIATE A MEZZO STAMPA, SE NON E’ CAPACE DI DIRE COME FAR QUADRARE IL BILANCIO, PER ESEMPIO CON L’AZZERAMENTO DELLA TASI?

QUESTA AMMINISTRAZIONE INTENDE SERIAMENTE GOVERNARE IL PAESE O CONTINUARE IMPUNEMENTE A RACCONTARE CHIACCHIERE?

A Modugno maestri di democrazia telefonata

Disertano il consiglio comunale ma strillano sulla carta stampata

Le dichiarazioni dei consiglieri di minoranza Fabrizio Cramarossa (Pd) e Lella Ruccia (Movimento senza fili) apparse oggi sulla ‘Gazzetta del Mezzogiorno’, a proposito del Consiglio Comunale del 30 aprile scorso, con il quale è stato approvato il bilancio 2013, tracciano una plastica ed esemplare rappresentazione di doppiezza politica. “La relazione del bilancio consuntivo è stata data per letta e votata dalla maggioranza in cinque minuti, impedendo la discussione in Consiglio” e “Siamo al limite della deriva democratica” sono solo alcuni dei numeri da avanspettacolo con cui, da mesi, questi consiglieri si esercitano: esercitazioni tuttavia stantie, noiosa escalation di volgarità assortite. I consiglieri Cramarossa e Ruccia, infatti, non erano in Consiglio Comunale il 30 aprile: il primo aveva giustificato la propria assenza preannunciando che sarebbe mancato anche nella seduta prevista per l’eventuale seconda convocazione (5 maggio), la seconda era invece assente ingiustificata. Curioso, quindi, che a lamentarsi della mancanza di democrazia siano gli stessi disertori del dibattito democratico.

Ne consegue che, nelle loro analisi “per sentito dire” di quanto avvenuto in Consiglio, le sciatterie maligne sovrabbondano. Quello che non dicono è che, al momento della relazione del bilancio consuntivo, in aula c’era solo e soltanto la maggioranza, visto che tutti i consiglieri di minoranza presenti all’appello iniziale (in tutto 4, sui 9 complessivi) avevano abbandonato i banchi nel tentativo, rivelatosi poi maldestro, di far saltare il consiglio. La maggioranza conosceva bene la relazione dell’assessore per averla ampiamente dibattuta nelle sue riunioni preconsiliari: non aveva dunque altro da fare se non approvare il bilancio. Come ha fatto.

Comunicato di Italia Giusta secondo la Costituzione