La crisi dell'Amministrazione è Politica

Massimo Angiulli

Il “modus operandi” del Sindaco Magrone e della Sua giunta è la causa del momento di crisi odierno.

Da quasi un anno noi consiglieri comunali siamo stati sempre tenuti all’oscuro, non coinvolti, non ci è mai stato chiesto un contributo né una condivisione e compartecipazione a qualsiasi scelta, progetto o atto deliberativo che la Giunta ed il Sindaco hanno posto in essere. Anzi, fincnache gli uffici, in particolare quello TECNICO, hanno adottato un comportamento lesivo della Nostra figura e DEL NOSTRO RUOLO per LEGGE DEPUTATO A tutela e servizio dei cittadini….
Ora la misura è colma!!! con l’approssimarsi della scadenza dell’approvazione del Bilancio preventivo 2014 non possiamo più tollerare e sopportare questo atteggiamento e comportamento del Sindaco che anziché discutere, anzichè dialogare,anzichè confrontarsi con Noi, eletti e depositari della fiducia dei cittadini, assume e continua a condurre solo una campagna denigratoria, offensiva, falsa e tendenziosa a nostro danno dipingendoci come il peggio di questa Città…Solo perché la PENSIAMO E VORREMMO AGIRE DIVERSAMENTE DA LUI….FORSE INVECE il MALE PIU’ GRANDE OGGI E’ PROPRIO LUI….
Di fronte all’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche che è alla base di un Bilancio che a sua volta indica la via maestra della programmazione e delle scelte di una amministrazione, IL SINDACO ed i Suoi Assessori HANNO ADOTTATO SENZA CONSULTARSI, Nè PROPORRE, Nè ASCOLTARE ALCUNA ESIGENZA DEI DIECI CONSIGLIERI, ed anzi hanno posto in essere azioni di tutt’altro contenuto DANNOSE PER LA Città..
Anche il non porre in atto UN DELIBERATO CONSILIARE Votato ed approvato dal Consiglio Comunale del 20 giugno CHE PONE SULLA QUESTIONE urbanistica LA NOSTRA POSIZIONE E LA NOSTRA ALTERNATIVA AL blocco totale e all’idea che TUTTO è ILLEGGITTIMO E DA ANNULLARE, EGLI si è mostrato, OMISSIVO nell’adempiere entro i termini contenuti nel deliberato a concretizzare e rendere operativa quella proposta. E’ giunto anche ad USARE LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO COMUNALE, barattandola come merce di scambio per ottenere il voto favorevole al Bilancio ed ha costretto alle dimissioni senza discussione in Consiglio Comunale privando la città e noi consiglieri comunali del democratico confronto nella garanzia delle prerogative e del ruolo a noi attribuito dalla LEGGE. ED ANZI, INVITANDO la Minoranza, che non ha abboccato, a dargli sostegno senza far emergere la crisi politica in atto da lui stesso CAUSATA…
Ad oggi è stato DIFFIDATO al PREFETTO da una nota firmata da tutti i dieci consiglieri comunali, che si propongono alla città per risolvere e fare politica e non FARE FUMO e OFFESA PERSONALE….Responsabilmente si rendono disponibili a trovare soluzioni avvalendosi, ove non competenti, di figure PIU’ ADEGUATE e PROFESSIONALI…E NON ARROGANDOSI IL DIRITTO DI ESPRIMERE CONDANNE,SOLUZIONI DEFINITIVE E DIFFIDE che si vogliono poi far approvare dal Consiglio Comunale….Perché NASCONDERSI dietro un DELIBERATO che deve essere APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE?Perchè non far fare ad ognuno il suo compito?Perchè Noi oggi dobbiamo assumerci la responsabilità di sollevare e risolvere FATTI, ATTi, che se ILLEGGITIMI sono stati DELIBERATi e resi efficaci da altri soggetti del Passato?Perchè in quindici anni, dove si sono avvicendati tanti Dirigenti del settore Urbanistico del Comune della Regione, compresi diversi ASSSESSORI al ramo di entrambi gli Enti, nessuno ha sollevato quanto oggi si evidenzia?Perchè solo oggi Un Sindaco INTENDE BLOCCARE E FARLO FARE AD UN CONSIGLIO COMUNALE?Perchè non chiama in causa chi è preposto per far questo e magari far pagare a chi ha sbagliato?Se errori ci sono che vengano UFFICIALMENTE evidenziati e se danni ci sono che la giustizia faccia il suo corso…
Perché oggi NOI CONSIGLIERI COMUNALI dovremmo anche accettare di votare un Bilancio preventivo che di fronte ad una mancanza di introiti (oneri concessori e di urbanizzazione) rivenienti dal blocco del settore dell’edilizia, fa ADOTTARE, anche qui senza alcun confronto e coinvolgimento, un AUMENTO SPROPOSITATO SU TUTTO IL FRONTE TASSAZIONE? Perchè far pagare ai cittadini quanto, se acclarato, altri hanno causato? Perché dovremmo Noi ESSERE MAGARI destinatari di Possibili ricorsi e citazione ai danni da parte di chi si sente o si è sentito leso nei suoi legittimi diritti stante la situazione vigente sin qui e da solo qualche mese POSTA ALL’ATTENZIONE PUBBLICA DA PARTE DEL SINDACO ED IL SUO DIRIGENTE ALL’URBANISTICA e ritenuta SOLO DA QUALCHE MESE ILLEGGITTIMA???
Noi PROPRINIAMO E CI PROPRONIAMO PER RIOSLVERE IN MODO DIFFERENTE PER IL BENE DELLA CITTA’…E CHIEDIAMO CHE SIA DATO CORSO IMMEDIATAMENTE ALLA COMMISSIONE TECNICA che è STATA RICHIESTA,VOTATA E DELIBERATA IN Consiglio Comunale e che entro 45 giorni avrebbe dovuto produrre già soluzioni da portarsi in Consiglio per la votazione?…visto che IL CONSGLIO COMUNALE E’ L’UNICO ORGANISMO PREPOSTO PER LEGGE E COMPETENTE IN TAL SENSO….SE SIAMO COLPEVOLI DI QUALCOSA, LO SIAMO DEL SENSO DI RESPONSABILITA’ PERSONALE E POLITICA di voler realmente TROVARE LA SOLUZIONE PIU’ GIUSTA E CONVENIENTE PER TUTTI I CITTADINI e Non SOSTITUIRCI OD AGGIUNGERCI ALLA MAGISTRATURA che già sin qui ha fatto e sta facendo il corso della Storia a Modugno….

Massimo ANGIULLI
Consigliere Comunale”PROPONENTE”in MINORANZA

La Regione (ri)conferma: Magrone ha ragione

Urbanistica, la regione condivide l’intero percorso dell’amministrazione Magrone e conclude ancora una volta: bisogna attenersi alle norme del 1995 Sulle attività edilizie nel Comune di Modugno, l’Ente regionale avverte: se non si osserva il piano regolatore del ’95 non c’è legalità. E riafferma un punto cardine che a Modugno pare ancora non accettato: l’unico soggetto titolato ad approvare varianti al PRG è la stessa Regione.
Per questo, il Sindaco Magrone propone ora al Consiglio una delibera che “in un paese civile risolverebbe il problema urbanistica”.
LA REGIONE PUGLIA SOLLECITA IL CONSIGLIO A DECIDERE SCEGLIENDO SECONDO LE OPZIONI GIA’ FORNITE
Modugno è un Comune nel quale si è costruito per 15 anni – dal 1999 al 2014 – con norme illegittime che la Regione Puglia non riconosce come ‘efficaci e vigenti’. Lo ribadisce ancora una volta la Regione al Comune di Modugno, con una nuova nota (la quinta nel giro di un paio di mesi)  nella quale dà ragione all’amministrazione Magrone, ripetendo che per la Regione Puglia sono “efficaci e vigenti le norme tecniche di attuazione” approvate con il Piano regolatore generale del 1995.
Nella nota, la Regione mette anche in mora il Consiglio comunale che il 20 giugno scorso, “pur prendendo atto che ‘la Regione Puglia ha fornito indicazioni in merito alle possibili modalità di risoluzione delle problematiche connesse con le anomalie procedurali relative al Piano Regolatore generale comunale e alle sue varianti’, non ha inteso adottare alcun provvedimento in tal senso”. Dopo aver chiarito il quadro normativo di riferimento, nella stessa nota, la Regione chiede di conoscere quali iniziative si intendono intraprendere affinché sia garantita la legittimità dell’azione amministrativa in materia urbanistico-edilizia. La nota della Regione è firmata dall’assessore al settore, Angela Barbanente, vicepresidente dell’ente, e dai dirigenti degli uffici regionali Urbanistica e Abusivismo Contenzioso e riafferma un principio per propugnare il quale il sindaco, Nicola Magrone, ha perso la maggioranza che lo sosteneva: nella seduta del consiglio comunale alla quale fa riferimento anche la nota regionale,  quella del 20 giugno scorso, Magrone è stato infatti messo in minoranza da dieci dei 16 consiglieri di maggioranza. Contro la proposta fatta dal sindaco al consiglio (inefficacia delle norme del ’99 e ripristino della legalità con la revoca di quelle norme, decidendo se riadottarle o cancellarle definitivamente), i dieci ‘dissidenti’ hanno invece proposto e votato per la costituzione di una commissione di tecnici che valuti la situazione e proponga il da farsi. Di fatto – afferma Magrone – hanno votato per un “rinvio di molti mesi” della soluzione della questione urbanistica col risultato che oggi, e per lungo tempo, l’ufficio urbanistica comunale non può dare risposte chiare ai cittadini con l’approvazione definitiva dei progetti presentati. E con la conseguenza che oggi la Regione – continua Magrone – sollecita ancora una volta il Consiglio Comunale “a garantire la legittimità dell’azione amministrativa in materia urbanistico-edilizia” e a scegliere, tra le vie già indicate dall’ente regionale, quale strada intraprendere per sanare i profili di invalidità delle norme utilizzate per quindici anni a Modugno.
La scoperta di quello che Magrone, col supporto degli esponenti della Regione, definisce “il vero e proprio ‘sacco’ edilizio compiuto a Modugno” è stata sottolineata già nel maggio scorso dalla stessa Regione Puglia, dopo che il dirigente comunale del settore Urbanistica, arch.Francesca Sorricaro, nominato da Magrone a dicembre 2013, aveva chiesto collaborazione per ‘anomalie’ riscontrate nelle norme di costruzione in vigore nel Comune di Modugno. La Regione, dunque, esaminata la questione, ha rilevato che dal 1999 al 2014 nel territorio di Modugno si è costruito seguendo norme illegittime adottate dal consiglio comunale nel ’99 e mai approvate – come era invece previsto dalle leggi – dalla Regione stessa.
In conseguenza della ‘scoperta’ degli abusi, l’assessore Barbanente ha sottolineato ripetutamente, anche in un incontro pubblico, che per la Regione le norme vigenti sono quelle antecedenti alle norme ‘abusive’ (quindi il Piano Regolatore del ’95)  e ha sollecitato il consiglio comunale di Modugno a prenderne atto e a trovare una soluzione concordata con la Regione stessa.
Pur messo in minoranza e dopo un appello, caduto nel vuoto, anche ai gruppi di opposizione in consiglio (centrodestra, Pd, Udc), Magrone resta fermamente intenzionato “a favorire il ripristino della legalità” e auspica che il consiglio deliberi in modo da sgombrare “con urgenza” il campo dalle norme illegittime. Per questo, ha presentato una nuova “proposta di delibera” dopo quella bocciata circa un mese fa: “in un Paese civile – conclude – farebbe uscire, secondo legalità e giustizia, l’intera comunità dalla brutale crisi che la va soffocando”.
A proposito della crisi politica nella quale è piombata l’amministrazione in conseguenza della scoperta degli abusi edili, Magrone sottolinea che si tratta di “un sinistro paradosso”. “D’incanto, si creano – afferma il sindaco – gruppi consiliari attestati sulla difesa del vecchio regime urbanistico, arbitrario e istigatore di clientele e di favoritismi, improvvisamente il sindaco diventa il nemico da abbattere. A rispondere dei quindici anni di arbitrio urbanistico, non vengono chiamati i sindaci e i tecnici dell’epoca ma il sindaco di oggi. Il quale, a differenza dei suoi ‘colleghi di prima’, non ha fatto finta di non vedere e di non sapere; visto e saputo, ha intrapreso, in sintonia perfetta con la Regione Puglia, la via del risanamento e del rimedio. E sia. Resta il fatto che il paese è quello lasciatoci da amministratori, per così dire, distratti, oggi agitatori sociali in difesa di interessi personali, professionali e imprenditoriali”.
Che la ‘questione urbanistica’ a Modugno fosse una vera e propria ‘grana’ per il sindaco eletto solo un anno fa non era imprevedibile: Magrone si è infatti trovato a gestire un ufficio urbanistico disastrato, che era stato al centro degli ‘affari’ contestati nel novembre 2012 a due sindaci Pd, consiglieri Pd e Udc e dirigenti delle passate amministrazioni, arrestati per gravi reati legati a tangenti di imprenditori edili, compresa l’associazione per delinquere. Era tuttavia meno facile da prevedere che Magrone fosse messo in difficoltà su questo genere di questioni proprio da consiglieri che in campagna elettorale avevano aderito al suo programma di “ripristino della legalità e dei diritti costituzionali”.
La Regione Puglia, nell’ultima nota inviata al Comune di Modugno, entra anche nel merito anche della propria eventuale partecipazione – prevista dai consiglieri ‘dissidenti’ – alla Commissione di esperti votata dal consiglio comunale del 20 giugno: “[…] deve anzitutto evidenziarsi che la partecipazione della Regione ad un organismo consultivo comunale in materia di pianificazione – si afferma nella nota – non appare in alcun modo ammissibile al di fuori di una espressa previsione di legge, a maggior ragione trattandosi  di piano sottoposto alla disciplina della Legge Regionale n. 56/1980, ai sensi della quale la Regione medesima svolge funzioni di controllo della pianificazione comunale e di approvazione del PRG e delle sue varianti. L’Amministrazione regionale, competente in materia di approvazione del PRG, si trova pertanto in palese situazione di incompatibilità con tale organismo”.
Inoltre, nell’ultima nota regionale, ribadendo che sono inefficaci le norme approvate dal consiglio comunale nel 1999, perché contengono “inequivocabilmente aspetti di variante al prg non efficaci in as
senza di deliberazione di approvazione da parte della Giunta Regionale”,  si sottolinea ancora una volta che risultano ugualmente inefficaci altre norme che hanno introdotto modifiche riguardanti le costruzioni in “aree libere” utilizzando una deliberazione della giunta regionale del 2005 che approvava invece varianti riguardanti sopraelevazioni.
Secondo i tecnici, in molte parti, le norme ritenute illegittime utilizzate per costruire a Modugno negli ultimi 15 anni sono state pesanti per gli spazi comuni: hanno, per esempio, alterato il rapporto tra altezza degli edifici e larghezza stradale, privato il paese del verde necessario, inserito in aree destinate ad attività industriali altre destinazioni d’uso. In altri casi non hanno tenuto delle prescrizioni della Regione, per esempio riguardo a sopraelevazioni (dove era previsto si potesse costruire un solo piano ne sono stati costruiti tre o quattro) o a ristrutturazioni (consentendo di abbattere edifici anche quando non era possibile). Nel caso delle “aree libere” è stato, per esempio, eliminato il vincolo di 500 metri quadrati per il “lotto minimo” edificabile consentendo quindi edifici di tre-quattro piani anche su superfici di un centinaio di metri quadrati.

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DEL SINDACO MAGRONE

Solidarietà di La Puglia per Vendola alla Bellino

La  mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Comunale di Modugno, Giovanna Bellino, presentata da un nutrito gruppo di consiglieri eletti nella maggioranza, rappresenta un inaudito attacco alle istituzioni. Con l’intenzione di colpire il Sindaco il suddetto gruppo di consiglieri ha ritenuto di coinvolgere un organo istituzionale nella guerra politica.

Il Presidente del Consiglio Comunale ha un compito di garanzia e la stessa legge prevede la sua revoca solo in caso di motivazioni serie di inadempienza nello svolgimento delle sue funzioni. Nella mozione di sfiducia stranamente non si parla di tali motivazioni che a nostro giudizio non esistono. Quindi la discussione della mozione, qualora fosse avvenuta, sarebbe stato un processo in cui l’imputato non sarebbe stato al corrente dei suoi capi di imputazione: questo è assurdo in una società civile come quella in cui viviamo.

La “Puglia per Vendola”, esprime la sua solidarietà a Giovanna Bellino per l’attacco personale ricevuto e pur apprezzando la sensibilità con cui ha presentato le sue dimissioni per evitare che l’istituzione fosse destabilizzata, ritiene che ella debba ritirarle immediatamente, costringendo i presentatori della mozione  a scoprire le carte del loro assurdo gioco politico.

Auspichiamo che anche il Sindaco, che noi abbiamo sempre lealmente sostenuto sulla base del mandato elettorale, e che sappiamo non essere d’accordo con quelle dimissioni, tenti con forza di persuadere la Bellino affinché ritiri le sue dimissioni.

Movimento La Puglia per Vendola


Una nota di Nicola Loiacono

Nicola Loiacono

Alcune considerazioni a margine di un editoriale di Pino Oro.
Non sono mai intervenuto finora nella polemica a mezzo stampa che per un anno ha animato i media modugnesi perché penso che la politica debba essere svolta nei luoghi deputati. Semmai i media possono essere luoghi di riflessione più ampia e partecipata su alcuni argomenti importanti per la città. Ma il livore, il linguaggio scurrile, l’aggressione continua che hanno caratterizzato i comunicati di quest’ultimo anno, sono molto lontani dal considerarsi una utile riflessione.

L’editoriale del direttore è, invece, una buona occasione per provare a ragionare sulla triste vicenda politica modugnese.

Il programma di lotta all’illegalità e di rispetto delle regole del Sindaco Magrone ha vinto le elezioni anche sulla spinta di una protesta contro la classe politica precedente. Per conto mio penso che quella protesta fosse meritata, non per questioni giudiziarie nel cui merito non voglio entrare, ma per un sistema di gestione del potere asfittico e autoreferenziale che ha caratterizzato i dodici anni precedenti. A quel programma anche il cosiddetto “gruppo dei dieci” ha aderito. Leggo oggi che il portavoce di questo gruppo, Massimo Angiulli, desidererebbe una nuova giunta e un nuovo programma. Dunque la questione è più generale, il tema del contendere non è più la vicenda urbanistica! Bene, i contorni si definiscono meglio e il dibattito può svolgersi con più chiarezza.

Angiulli sostiene di non aver mai condiviso il percorso politico del Sindaco, nonostante sia stato eletto proprio nella sua lista principale. Comunicarlo a mezzo stampa dopo un anno forse è tardivo, ma l’importante è che ora è ufficiale. Dunque il percorso politico di questa amministrazione è stato sbagliato fin dall’inizio. E’ lecito chiedere più precisione al gruppo dei dieci? Cosa, in particolare ma anche in generale, è stato sbagliato? E perché ora, a distanza di un anno, quando tutto il quadro appare ormai irrimediabilmente rotto, si fanno queste affermazioni? Perché non prima, quando si era in tempo per eventualmente correggere la rotta?

Ma ormai siamo qui. Nuovo programma, dunque. Sempre se è lecito, qual è questo nuovo programma su cui possiamo avviare una riflessione alla luce del sole? Forse è la famosa questione di metodo? Certo se il metodo consiste nell’impallinare un compagno di strada per il solo fatto di essere stato leale alla causa c’è da fare attenzione.

Mi rendo anche conto che un ragionamento sereno con l’altra parte del Consiglio Comunale è impedito dalle posizioni intransigenti di alcuni. E’ tutto normale, per carità! Non vorrei che la responsabilità dei mali della maggioranza ricada sull’opposizione. E’ evidente però che dalla città giunge un grido disperato contro un altro commissariamento: penso che bisognerebbe tenerne conto senza inutili arroccamenti formali. Che significa “prima dimissioni poi si parla”? Se c’è la necessità di parlare, facciamolo alla luce del sole, in Consiglio ma anche fuori, chiarendo i ruoli di ognuno senza infingimenti o tattiche preelettorali. O si vuole l’umiliazione dell’avversario? Non voglio credere che siano questi i sentimenti che animano quei Consiglieri.

Insomma io non so se tutto è perduto oppure no. La strada è certamente strettissima e io sono pessimista.

Nicola Loiacono

Elettrodotto al q. Cecilia

Interrogazione rivolta al sindaco su Interramento elettrodotto Linea Primaria A.T. 150KV d i RFI S.p.A.

Al     Sindaco
Alla   Segretaria Generale
Ai     Componenti O.I.V.
Ai     Presidenti Commissioni Assetto del Territorio
Ai     Consiglieri Comunali
AL    Assessore LL.PP
Al     Assessore all’Ambiente
p.c.   Alla Responsabile del Servizio Ambiente
p.c.   Alla Consulta per l’Ambiente

Oggetto: Interrogazione

Interramento elettrodotto Linea Primaria A.T. 150KV d i RFI S.p.A.

Un elettrodotto a 150KV di RFI proveniente dal q.re San Paolo di Bari (nell’area compresa tra via Sardegna e via Olbia) interferisce per circa 900 metri con 3 campate tra i sostegni n. 440 e n. 443 nel q.re Cecilia di Modugno tra le abitazioni di via Liguria , via La Pira, via Molise tra due ali di fabbricati con le corde dei conduttori a una decina di metri dai balconi . Sul percorso di questo elettrodotto si sono registrate morti sospette da leucemia fulminante e leucemia infantile, per cui i residenti sono comprensibilmente preoccupati .
Nell’anno 2000 Ferrotramviaria S.p.A. ottenne un finanziamento parziale per prolungare la linea del metrò dalla Fermata Ospedale S. Paolo sino alla stazione denominata delle Regioni fronte stante ex Carrefour S. Paolo. In fase di progetto tra le interferenze con la linea ferroviaria fu considerato anche l’elettrodotto, che pertanto doveva essere spostato in altra sede ovvero da interrarlo dal sostegno n.440 al n.445 (2 tralicci nel territorio comunale di Modugno e i restanti in territorio comunale di Bari).

Già anni fa le precedenti Amministrazioni comunali di Modugno avevano fatto intendere ai residenti del q . re Cecilia che l’interramento della linea ad alta tensione che attraversa il quartiere, era una soluzione concretamente acquisita: infatti gli amministratori comunali avevano più volte convenuto sul fatto che i tralicci rappresentano una condizione di pericolo che condiziona la vita dei residenti e sono dei detrattori sociali. Quindi il l 0/05/2007 fu firmata un’intesa per la risoluzione dei tralicci tra Regione Puglia, Comune di Modugno, Comune di Bari, RFI S.p.A. e Ferrotramviaria S.p.A .:
la Regione Puglia dichiarava la sua disponibilità per un finanziamento : considerato sia l’interesse ambientale e paesaggistico manifestato dai Comuni per l’interramento dell’elettrodotto nel tratto citato…;
il Comune di Modugno dichiarava : partecipando al bando di gara per l’accesso ai finanziamenti regionali stanziati nell’ambito PIRP …..sta promuovendo un programma finalizzato al miglioramento del contesto economico, sociale e ambientale del territorio del quartiere Cecilia; in tale ambito ha fatto la richiesta pe r la sostituzione del tratto di elettrodotto ricadente nel quartiere Cecilia di detto Comune con un cavidotto interrato;
nel Protocollo d’Intesa RFI S.p.A. dichiarava che avrebbe effettuato l’interramento solo dopo aver ottenuto il finanziamento regionale e sommariamente ne descriveva le modalità ;
Ferrotramviaria S.p.A. dichiarava che l’iter amministrativo relativo alle spese pe r l’interramento…non interferisca con la cantierizzazione del Prolungamento ferroviario;

Il sindaco di Modugno dell’epoca sottoscrisse l’intesa per la risoluzione dei tralicci nel tratto di elettrodotto ricadente nel quartiere Cecilia con un cavidotto interrato: come già detto questo avrebbe migliorato il contesto economico , sociale ed ambientale del territorio del q. re Cecilia. Nell’intesa si legge che il Comune di Modugno si sarebbe impegnato a ricercare fondi in ambito del Programma Integrato Riqualificazione delle Periferie (PIRP); allorché il 14 maggio 2007 nell’O.d.G. della seduta comunale si doveva Adottare il PIRP – zona Cecilia, in seduta non si presentò alcuno.
Intanto il 2008 Ferrotramviaria S.p.A. per sopravvenuti costi procedeva ad una rimodulazione del progetto sdoppiandolo in due lotti: l o lotto da Fermata Ospedale S. Paolo a Stazione Cecilia Modugno, 2° lotto da stazione Cecilia a stazione delle Regioni Bari. I residenti del q. re Cecilia avendo compreso che ormai la risoluzione dell’elettrodotto presentava delle difficoltà, facevano istanza di interramento dell’elettrodotto agli amministratori comunali invocando il principio di precauzione e il diritto alla tutela della salute. Terminato l’iter amministrativo della progettazione il 17 marzo 2012 la Giunta Comunale di Bari approvava il progetto definitivo e il Quadro Economico del l0 lotto prolungamento ferroviario in territorio di Modugno dall’ospedale al q. re Cecilia ma nella delibera e nel Quadro economico, mai si parla di interramento elettrodotto. Del 2° lotto a parte un finanziamento parziale, non vi è altro. A giugno dello scorso anno si avviavano i lavori del l o lotto della linea ferroviaria dalla Fermata Ospedale alla Stazione Cecilia.

Il dott. Magrone sindaco di Modugno ha dichiarato che è interesse primario dell’amministrazione comunale liberare gli abitanti del quartiere Cecilia dall’inquinamento elettromagnetico prodotto dall’elettrodotto; nel contempo ha chiesto alla Regione Puglia di individuare le risorse finanziarie necessarie all’ultimazione del prolungamento della metropolitana nell’utilizzo dei fondi comunitari della programmazione FESR 2014/2020. Successivamente interpellato sull’argomento, ha chiarito che prolungamento della metropolitana e interramento dell’elettrodotto sono contestuali, parti di un progetto unitario, cioè elementi di un’unica infrastruttura e all’interno di questo progetto dovrà essere finanziato dalla Regione Puglia l’interramento dei tralicci.

Considerando l’esistente si osserva: il progetto del lo stralcio della linea ferroviaria è stata completamente finanziato da CIPE e Regione Puglia P.O. FESR 2007-2013 e deliberato definitivamente; ad oggi, l’interramento non è stato effettuato per la mancanza di progetto e finanziamento , lo scavo della galleria e della Stazione Cecilia è completato, il traliccio impatta visivamente sul complesso stazione, le campate dell’elettrodotto in normale servizio interferiscono sulla stazione, e detto, per la cronaca che più di due mesi fa nelle prime ore antimeridiane una macchina operatrice nel cantiere di Ferrotramviaria ha incidentalmente toccato una fase della linea A.T. provocando un fortissimo botto con evidenti bagliori generati dalla scarica elettrica, con un conseguente disservizio della rete telefonica delle abitazioni circostanti P.za Falcone e Borsellino . Tale anomalia, prontamente risolta da Telecom, ha fatto ben percepire ai residenti per la prima volta la vicinanza delle proprie case a una rete ad alta tensione . E’ evidente che non c’è nulla di contestuale o di unitario tra prolungamento della metropolitana e interramento elettrodotto
–    Il progetto definitivo lo lotto della linea metropolitana dall’ospedale al q. re Cecilia – realizzato da Ferrotramviaria SpA – è stato cofinanziato da Ministero Infrastrutture e Trasporti legge trasporto rapido di massa, e Regione Puglia P.O. FESR2007- 2013;

–    a differenza del progetto della metropolitana, sia il progetto che l’interramento della linea ad A.T. – che RFI S.p.A proprietaria della rete elettrica avrebbe dovuto realizzare con fondi PIRP – ad oggi non hanno copertura finanziaria;

–    nella delibera del Comune di Bari di approvazione del progetto definitivo del prolungamento ferroviario dall’ospedale al q. re Cecilia e nel Quadro Economico – nella cosiddetta tipologia di opere o di lavoro – non è riportata la voce interramento elettrodotto né il relativo importo;

–    nel territorio comunale di Modugno i lavori della metropolitana che vanno dall’ospedale al quartiere Cecilia sono a buon punto e l’elettrodotto aereo continua a interferire sul cantiere. In
fatti nel protocollo d’intesa, Ferrotramviaria chiedeva che l’iter amministrativo relativo alle opere d’interramento dell’elettrodotto non “interferisse’ con la cantierizzazione del Prolungamento ferroviario, in quanto vincolato a scadenza temporale del finanziamento P.O.R. e CIPE.

Dunque due opere strutturali con distinte progettazioni , distinti soggetti attuatori degli interventi, distinte fonti di finanziamento con tempi certi per i lavori della ferrovia pari a 51O giorni consecutivi così come riportato in gara d’appalto? Per l’interramento dei cavi nessun progetto, nessuna fonte di finanziamento, nessuna modalità e tempi di realizzo dei lavori; oggi come ieri il cavidotto è solo una chimera da inseguire.

Il sindaco con questa sua convinzione di unitarietà del progetto, alquanto singolare, stravolgendo alcuni punti essenziali del precedente Protocollo d’Intesa, disattendendo le istanze avanzate da sempre dai residenti che chiedono l’interramento dell’elettrodotto di RFI S.p.A. per la salvaguardia della loro salute e in applicazione al principio di precauzione , il l O aprile
u.s. con un roboante comunicato della sua segreteria annuncia alla stampa che alla presenza dell’Assessore Regionale Giannini ha ottenuto la definizione dell’accordo tra RFI S.p.A. e Ferrotramviaria S.p.A. per interrare l’elettrodotto : nel comunicato stampa nessuna certezza su tempi , modalità di realizzo sia della costruzione della ferrovia, sia dell’interramento linea A.T.; non si conoscono costi e coperture finanziarie, esecuzione e fonti di finanziamento.

Vana è la richiesta fatta agli uffici di competenza comunali di Modugno del testo dell’accordo. Nel sito istituzionale del Comune di Modugno nessuna notizia, si deduce, dunque, che il testo dell’accordo annunciato dal sindaco Magrone sottoscritto tra le parti non esiste.
Ancora: il sindaco si sostituisce agli amministratori baresi nel chiedere finanziamenti per opere che ai residenti del suo Comune non apporteranno alcun vantaggio (se non notevolissimi disagi per un ipotetico scavo della galleria ferroviaria che attraverserà le vie centrali del q. re Cecilia), dando cosi l’impressione di voler fare gli interessi di RFI S.p.A. e Ferrotramviaria S.p.A. anziché dei modugnesi del q. re Cecilia. Fatto più grave si sottrae al suo dovere di amministratore quando trasferisce ad altri l’onere di ricercare finanziamenti per l’interramento della linea elettrica finalizzato alla tutela della salute pubblica dei cittadini modugnesi.

Sembra inverosimile che non venga colto il senso della richiesta dei cittadini i quali, ben informati e non più disposti ad accettare promesse illusorie, inquadrano la questione interramento tralicci giammai all’interno dei lavori di prolungamento della ferrovia, cioè di ipotetiche future opere strutturali in mente Dei , bensì come fatto prioritario, imprescindibile, immediato, finalizzato al godimento di un loro diritto fondamentale quale è quello alla salute.

Come tutti sappiamo la salute è un diritto fondamentale dell’individuo , diritto primario e assoluto. L’Organizzazione mondiale della sanità la definisce come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solamente !’assenza di malattia o di inabilità” , ovvero una condizione di armonico equilibrio funzionale, fisico e psichico, dell’organismo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale. La Regione Puglia in una determina di VIA del 15.01.2008, quando approvava la costruzione della ferrovia metropolitana, dichiarava che lo spostamento dei tralicci in altra sede avrebbe eliminato una situazione di pericolo che condiziona la vita dei residenti. Infatti, chi vive in prossimità dell’elettrodotto non si sente tranquillo e questo incide sul benessere psico-fisico cui fa riferimento I’OMS.
I residenti del q. re Cecilia hanno più volte invocato e il diritto alla tutela della salute in applicazione al pr ipio di precauzione in materia di elettrosmog. Ricordo che il principio di precauzione si applica non a pericoli già identificati ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza scientifica certa. Cito la ormai nota sentenza del Consiglio di Stato n.4227/2013: ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa , l’azione dei pubblici poteri debba tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali.
Per questo l’interramento dell’elettrodotto diventa un fatto prioritario , imprescindibile , da rendere immediato, finalizzato al godimento di un diritto fondamentale quale è quello della salute. Si sappia che per fare la linea ferroviaria dall’ospedale sino al quartiere Cecilia sono passati 15 anni; si può affermare che l’interramento dunque vincolando l’interramento dell’elettrodotto ad un ulteriore prolungamento della ferrovia, ci vorranno altri 15 anni per eliminare i tralicci , in barba alla precauzione dal rischio elettrosmog.

Pertanto, ritenendo il diritto alla tutela della salute un diritto fondamentale delle persone che vivono al q. re Cecilia, diritto prioritario e irrinunciabile non subordinato a ipotetiche opere strutturali, si chiede di prendere atto delle istanze presentate da anni dai residenti del quartiere che invocano il principio di precauzione recentemente suffragato dalla sentenza del Consiglio di Stato n.4227/2013 già ritenuto valido in altre circostanze da questa Amministrazione comunale. Il Comune di Modugno come nel 2007 nell’ambito delle proprie competenze amministrative si adoperi a ricercare finanziamenti per l’interramento dell’elettrodotto nel tratto ricadente nel territorio di Modugno, e anziché cruedere alla Regione Puglia di finanziare opere strutturali vantaggiose per Ferrotramviaria e RFI, si impegni per tutelare gli interessi dei residenti del q. re Cecilia affinché l’elettrodotto venga interrato in tempi ragionevoli e indipendentemente dalla realizzazione di progetti oggi inesistenti. In tutta questa vicenda l’Amministrazione comunale consideri inoltre che i residenti del q. re Cecilia sin dal 1994 hanno versato imposte comunali sugli immobili in misura superiore rispetto a tutti gli altri residenti il territorio comunale senza aver ottenuto nulla in cambio in termini di riqualificazione urbana o genere di servizi tali da migliorare gli standard urbani qualitativi e quantitativi e dunque migliorare la qualità della vita dei residenti: sarebbe ora di rendere concreto anche il principio di giustizia sociale.

SI CHIEDE :

–    È possibile invocare il principio di precauzione?

–    Per quanto tempo ancora il quartiere Cecilia deve convivere con una situazione di pericolo che condiziona e mette a rischio la salute pubblica dei residenti e in particolare dei bambini che frequentano Ja .Scuola d’infanzia Collodi e il Centro Parrocchiale di S.Pietro, entrambe strutture vicinissime all’elettrodotto?

–    Quest’amministrazione ritiene prioritaria la salute pubblica degli abitanti del q. re Cecilia oppure la realizzazione di infrastrutture per la mobilità utili al territorio extra comunale di Modugno?

–    Ci sono risposte certe sui i tempi e i modi di rimozione dei tralicci n.4Sl e o.452 di RFI nel territorio comunale di Modugno?

–    Si possono ricercare fondi diversi per il risanamento dell’inquinamento elettromagnetico, tenuto conto che i contribuenti del quartiere Cecilia sin dal 1994 versano imposte comunali sugli immobili in misura più elevata rispetto al restante territorio modugnese?

–    Secondo il principio di precauzione e in attesa che venga realizzato il cavidotto, il Comune di Modugno può chiedere a RFI S.p.A. di disalimentare temporaneamente il tratto di elettrodotto interferente il q. re Cecilia fermo restando la possibilità di riattivarlo io emergenza con decisione del gestore Terna?

I Consiglieri Comunali
Matteo Bru
netta    Giuseppe Pascazio
Giuseppe Lacalamita    Mario Scaramuzzi