Riceviamo da Nicola Scelsi, unico candidato sindaco attento anche alle email ricevute, le 4 risposte alle 4 domande poste ai fantasmagorici quattro;
(il genio, la torcia, il forzuto e l’invisibile) il già lontano 18 maggio. Dagli altri candidati non abbiamo ricevuto alcun cenno di riscontro. Uno dei candidati ai quali sono state inviate le domande ha addirittura operato una sorta di profilassi immunizzante al proprio sito internet e ha cancellato la richiesta inviatagli; forse per salvaguardare la propria integerrima morale dagli attacchi simil-mafiosi della, solo per lui, ingerente stampa locale.
Pubblichiamo quindi quanto inviatoci da Nicola Scelsi
Caro direttore
le invio le risposte alle sue domande pubblicate su Bari sud Ovest e che mi ha cortesemente inoltrato sul mio sito internet.
1) Premessa: la città di Modugno è attraversata da due strade statali la 96 e la 98, dall’autostrada Taranto Bologna, dalla provinciale n°1 Bari Grumo, dai binari di due imprese ferroviarie: le appulo lucane e la Bari Taranto che fra qualche anno con il nuovo tracciato della R.F.I. circonderà completamente la città. I disagi dovuti a questa eccessiva presenza di linee di comunicazione sono a tutti noti ma ai più sfugge un particolare importante: all’altezza della famigerata centrale, non pochi anni fa, fu realizzato uno svincolo stradale che permetterebbe, se completato, di mettere in comunicazione la zona industriale con la 98, riducendo notevolmente il traffico pesante dei camion che attraversano i quartieri Piscina dei Preti e Porto Torres. Ebbene quello svincolo, che avrebbe dovuto permettere tutto ciò, non è mai stato completato: manca il ponte che scavalca l’autostrada ed il bello è che oltre a non essere stato ultimato, la costruzione del nuovo tracciato ha reso impraticabile il ponte, questo si esistente, posto a qualche metro di distanza che permetteva questo alleggerimento del traffico veicolare.
La domanda quindi è: ne sapete qualcosa?
Modugno ha la zona industriale e artigianale più importante della Puglia proprio perché è uno snodo ferroviario e autostradale di primaria importanza. Negli anni alcune opere fondamentali per completare l’integrazione della città ai quartieri periferici non sono state completate per una serie di congiunture che hanno sempre riguardato i Governi nazionali. In particolare la 96 e la 98 che aveva ben altro interramento da dover fare per collegare Piscina dei Preti e Porto Torres non è stata completata perché – scandalo della Prima Repubblica, Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, riduce i costi per cui l’interramento della 98 non parte dal ponte ma 100 metri dopo e non ricollega i due quartieri. È evidente che proprio lo snodo ferroviario e quello autostradale sono il sintomo di come la politica modugnese non si sia mai seduta al tavolo nazionale e non abbia mai potuto contare nelle scelte di programmazione anche al tavolo regionale. Perché talune opere possano essere riprese in discussione o addirittura rimesse in progettazione è evidente che serve un respiro politico diverso alla città, non solo un consigliere regionale ma anche un assessore ai trasporti che si interessasse dello snodo industriale più importante della Puglia e che portasse queste istanze a Roma.
2) Premessa: i residenti del quartiere Cecilia accusano la classe politica modugnese di scarsa attenzione per i notissimi problemi che quella lontana propaggine della città di Modugno sopporta. Attenzione che invece diventa massima in campagna elettorale. Attenzione derivante essenzialmente dal cospicuo numero di voti che i “Ceciliani” (si può dire?) hanno in dote. È evidente come la questione della soluzione dei problemi di quell’elettorato, solo nominalmente modugnese, abbia costituito per molti politici nostrani un banco di prova; prima per la loro capacità di affabulazione durante i tanti incontri e comizi tenuti in quella contrada e dopo per la (sempre loro) capacità di svicolare dagli (impossibili da mantenere) impegni presi.
La domanda quindi è: visto e considerato che per l’attuale stato delle finanze comunali i problemi del quartiere Cecilia sono e saranno sempre impossibili da risolvere, non sarebbe il caso di promuovere ed appoggiare quel famoso referendum promosso dai residenti del quartiere per diventare territorio di Bari città nell’immediato, senza dover aspettare la concretizzazione della città metropolitana? (e senza paura di perdere i loro voti).
Chiariamo una cosa. Il quartiere Cecilia ha certamente dei problemi difficili da affrontare, ma nessun problema è impossibile da risolvere. Quello che serve è la buona volontà e la collaborazione di tutti: amministratori, cittadini, istituzioni tutte. Io non credo che promuovere e appoggiare il referendum per far diventare il quartiere Cecilia un quartiere di Bari sia la soluzione. Sono convinto – e con me tutti i candidati della mia coalizione – che il quartiere Cecilia meriti di essere considerato come una risorsa. Ho detto che lì dobbiamo diminuire le tasse sulla casa perché sono, ingiustamente, le più alte di Modugno. Dovrebbe essere un quartiere residenziale ma non lo è. Non c’è un parco, un posto dove i bambini possono andare a giocare. Gli adulti e gli anziani non hanno un ritrovo. Dobbiamo farlo, e nel frattempo migliorare gli standard di vita minimi nel quartiere anche attraverso il coinvolgimento dei privati e delle aziende che investendo un minimo in riqualificazione dell’area ne beneficerebbero per prime insieme ai cittadini. Non dobbiamo cedere il quartiere a Bari ma renderlo parte integrante e integrata delle politiche di rilancio della nostra città. Senza paura di perdere voti, perché dobbiamo andare oltre la competizione elettorale momentanea e guardare alle prospettive con la consapevolezza che i problemi ci sono e che noi li affronteremo anche seguendo le indicazioni dei residenti, senza fare promesse se non che ci impegneremo. Senza dubbio dovremo avviare un dialogo con Bari e con il suo Sindaco, che è anche presidente della Città Metropolitana. E faremo anticamera tutte le volte che servirà farla, fino a quando non otterremo le risposte ai problemi che porremo.
3) Premessa: gli ultimi sondaggi relativi all’affluenza elettorale per le imminenti regionali, disegnano un quadro sconsolante prevedendo una astensione superiore al 50%. Un elettore su due non intende recarsi a votare. Le comunali nostrane permetteranno di raggiungere una percentuale di votanti sicuramente superiore al dato che si registrerà nel resto della regione. Percentuale, comunque, che sarà certamente inferiore rispetto alle comunali del 2013 a causa della mancanza di quelle liste di centrodestra che avrebbero sollecitato il voto di quegli elettori che non si identificano in nessuna delle varie coalizioni di centro sinistra o di protesta che monopolizzano l’attuale offerta politica a Modugno.
La domanda quindi è: come intendete, sempre se è nelle intenzioni di qualcuno di voi candidati a sindaco, invogliare l’elettorato di centrodestra modugnese (maggioritario fino a pochi anni fa a Modugno) a votare per voi?
La risposta a questa domanda non può fermarsi solo a come invogliare i cittadini del centro destra modugnese a votare per l’uno o l’altro candidato tirando o meno acqua al proprio mulino. Il fatto che a Modugno il centro destra non abbia un suo candidato sindaco è, a mio avviso, un fatto per nulla positivo. Se facciamo mente locale dobbiamo dire che a Modugno i disastri sono iniziati proprio nel momento in cui è venuta meno un’opposizione e sono nati i gover
ni di salute pubblica. La rappresentanza dell’alternativa è infatti fondamentale per un paese democratico. Va tuttavia anche detto che il centro destra si è annullato da solo.
Per quanto riguarda me e la mia coalizione non nascondo il fatto che alcuni dei miei candidati sono di estrazione di centrodestra. Si tratta di alcune delle menti migliori della nostra città. Persone nuove che hanno deciso di mettersi in gioco per rappresentare le esigenze non di questa o di quella parte politica ma di Modugno, della città e dei suoi cittadini. Lo hanno fatto, come noi, con la convinzione che i problemi da affrontare per uscire da anni di buio e di cattiveria vanno affrontati e risolti sia che si sia di centro destra sia che si sia di centrosinistra. Ma ripeto, sono convinto che non è stata e non è per Modugno una buona soluzione non avere un candidato del centrodestra, come non è stata una scelta lungimirante per Modugno non saper o non voler costruire una sana politica di alternanza. Allo stesso modo dobbiamo riconoscere che anche il centro sinistra non ha dato prova di lungimiranza nel momento in cui ha scelto di non ricorrere alle primarie per la scelta del suo candidato sindaco.
Ma questo è un problema che purtroppo, come tanti altri, va ascritto alla mancanza di un’etica della politica. Un’etica che va ricostruita insieme a un’intera classe politica e a un’idea di governo e alternativa che è fondamentale in una democrazia.
Come candidati sindaci abbiamo bisogno di essere credibili con le nostre proposte per cambiare Modugno più che di individuare un elettorato specifico a cui rivolgerci. Dobbiamo smettere di gridare al lupo cattivo in un’asfittica guerra volta a infangare gli avversari senza mai dire una sola parola su quello che si intende fare per il bene di questa città. Dobbiamo essere in grado di portare le nostre istanze agli altri gradi istituzionali: dalla città metropolitana al Governo nazionale, passando per tutti i livelli intermedi. Perché non possiamo pensare di essere uomini soli al comando. Questo è quanto di peggio si possa fare per Modugno. Quanto di peggio si possa insegnare ai nostri figli. Dobbiamo sapere che per risolvere alcune questioni non possiamo fare a meno degli altri: non di chi ha la bacchetta magica, perché nessuno la possiede, ma di chi semplicemente ha la possibilità di darci una mano. Penso alla vertenza OM che va affrontata a livello nazionale ma in generale tutta la zona industriale e artigianale che è sì complessa da gestire ma è anche una tra le più importanti d’Italia e ha il diritto di essere considerata nella stessa misura di quella dell’Italsider di Taranto.
Come voglio invitare l’elettorato di centro destra a votare per noi? Come invito tutto il resto dell’elettorato. Ho promesso ai miei figli, lo dico quando incontro gli elettori, l’ho detto pubblicamente e lo ripeto anche qui, sarò un sindaco che starà in mezzo alla gente. La porta della stanza del sindaco sarà aperta perché è la prima cosa che ci chiedono i cittadini. Hanno bisogno del riavvicinamento della politica e della trasparenza alla città. Una città, però, non la cambia una sola persona. La cambiamo se tutti insieme la vogliamo cambiare, se riusciamo ad arrivare al cuore di quelle persone che come noi amano Modugno e facciamo capire loro che noi davvero mettiamo l’anima in quello che facciamo. Io ho scelto di governare la mia città perché con il tempo che ho sottratto e che sottrarrò ai miei figli voglio restituirgli l’orgoglio di una città migliore e sono convinto che questa sia una sfida che possiamo vincere.
4) Premessa: la crisi economica che attanaglia le attività produttive fa da contraltare al surplus finanziario degli istituti di credito che salassano le aziende con la richiesta di sempre più alte garanzie per la concessione di crediti a tassi sempre più alti. Credito molto spesso necessario per la sopravvivenza delle aziende e degli addetti alla produzione e delle loro famiglie. I Confidi (i consorzi di garanzia collettiva dei fidi) permettono alle comunità attente allo sviluppo del loro territorio di abbattere il costo del denaro tramite la promozione della cooperazione e dei consorzi fra le aziende del territorio con delle convenzioni stipulate con la partecipazione del comune e degli istituti di credito.
La domanda quindi è: come intendete procedere, se è nel vostro interesse farlo, per promuovere ed incrementare la collaborazione tra aziende del territorio e gli istituti di credito?
Uno dei compiti prioritari della politica modugnese è fare rete con le aziende. Nel nostro programma abbiamo inserito appositamente la creazione di un distretto delle imprese creative. Mettere in rete le aziende significa prima conoscere quali sono le aziende sul nostro territorio, successivamente capire quali sono le loro esigenze e poi arrivare all’idea della cooperazione. Senza la collaborazione e la capacità di fare rete non si può nemmeno arrivare a pensare alla possibilità di avviare con la Regione, attraverso fondi comunitari, una misura che possa essere importante non solo per le aziende che insistono sul territorio di Modugno ma di tutta la regione in generale. E comunque rimane che molte aziende possono accedere ai finanziamenti attraverso Puglia Sviluppo che ha il suo sportello proprio in territorio di Modugno ma molte aziende modugnesi non lo sanno. Il rapporto con gli istituti di credito invece è chiaro che è un rapporto privato tra le aziende e gli stessi istituti in cui il Comune poco può fare se non dare degli strumenti di trasparenza e concertazione con il presidente dell’ASI, il presidente della Città Metropolitana e della Regione per trovare insieme misure adeguate alla tutela delle aziende.
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