Scognamillo sugli insulti all'assessore Pastore: "Un atto di estrema viltà"

 

Dopo l’affissione degli otto striscioni per ricordare i martiri delle foibe, sette dei quali contenenti insulti destinati all’assessore comunale alla cultura, è giunta unanime dalle forze politiche modugnesi la solidarietà a Fedele Pastore.

“E’ stato un atto di estrema viltà – ha commentato Giuseppe Scognamillo consigliere comunale dei Comunisti Italiani – nei confronti di un intellettuale prestato alla politica nella nostra città e che negli anni ha contribuito ad arricchire con iniziative e impegno costante il mondo scolastico e culturale di Modugno. Un politico – ha detto Scognamillo riferendosi a Pastore – mai messo in discussione nella sua onestà. Quelle scritte sono il gesto inaccettabile di pazzi malinconici che appartengono a culture soppresse e che vogliono macchiare l’immagine di un servitore delle istituzioni e soprattutto, dei cittadini”.

Il programma politico di Peppino Longo

 

“Lavorerò per una sanità meno malata”. Forse l’unico elemento invariato di questa ormai viva campagna elettorale è la candidatura di Peppino Longo, noto imprenditore modugnese (dal 1998 al 2000 è stato nel Consiglio dell’Asi contribuendo a sbloccare la lottizzazione della zona artigianale), aspirante consigliere regionale dell’Udc.

Già candidato alle scorse elezioni regionali di cinque anni fa con il centrosinistra a sostegno di Nichi Vendola, lo rivediamo correre (o meglio concorrere) per un altro presidente.Fortemente deluso, infatti, dagli ultimi 5 anni di governo regionale, Longo ammette: “Ho fatto negli ultimi cinque anni un percorso politico che mi ha portato fin qui.

Commissario politico per la Margherita e poi segretario dello stesso partito. Ancora delegato nazionale del Partito Democratico nella sua fase costituente. Dopo tutto quello che ho fatto sono stato messo da parte. Non perché pretendessi di ricoprire un ruolo, ma per l’impegno di Modugno alla candidatura di Vendola.

Ed eccomi infine all’Udc: il partito che più si identificava con la mia idea di politica unita a una formazione cattolica. Se eletto – ha detto ancora Longo – porterò in Consiglio regionale tutte le emergenze della nostra città: dall’ambiente alle opere pubbliche”. Pochi ma decisivi i punti del suo programma elettorale: vivibilità del territorio, sicurezza, una scuola più moderna, i giovani e il lavoro e infine (ma non ultima) una sanità meno malata. Quello che Longo ci ha tenuto a sottolineare è il suo desiderio di una politica vera, sana e utile per Modugno.

In cerca di consensi per una poltrona in Consiglio Regionale

 

E’ partita la competizione elettorale in cui si confronteranno Vendola, Palese e la Polibortone. In città la politica locale è già in fermento per sostenere i candidati di partito. Che confusione. E’ la solita storia che si ripete.

Nomi variabili (neppure troppo), anni che passano, problemi che restano e candidature che incombono. Sono le elezioni. I 3×6 super colorati e “sorridenti” già coronano le nostre strade. E sino a fine di marzo ne vedremo sicuramente delle belle. Una campagna elettorale accesissima quella appena cominciata.

Ma soprattutto speriamo chiarificatrice della gran confusione pre-candidature. Walzer di nomi che hanno solo contribuito ad alimentare la sfiducia nei confronti dei protagonisti della politica e della politica stessa. Dopo le tanto attese primarie del centrosinistra in cui ha (stra) vinto Nichi Vendola sul suo avversario Francesco Boccia con il 73% delle preferenze (Modugno in linea con la media regionale: 1.100 voti per Vendola, 300 per Boccia), è cominciato poi il “lotto” dei nomi per il candidato del centrodestra (finalmente tutti o quasi d’accordo sul salentino Rocco Palese) e la più volte annunciata e poi smentita alleanza con i partiti di centro (candidata presidente Adriana Poli Bortone di “Io Sud” sostenuta dall’Udc di Casini).

Nomi e accordi che tutti dicono non essere importanti rispetto ai programmi, ma sui programmi ancora troppo poco è stato detto. Sui nomi invece, si è fantasticato, ragionato, calcolato; un esercizio di politica a cui si sono allenati anche gli stessi elettori. Il centrosinistra si è “divertito” con le possibili candidature alle primarie. Il Pd aveva fatto scendere in campo addirittura il sindaco di Bari, Michele Emiliano, fino alla scelta (perdente) di Francesco Boccia (già sconfitto da Nichi Vendola nelle stesse primarie per la medesima candidatura a presidente della Regione nel 2005).

Molti si domandano i motivi della nomina di Serafino Bruno a City Manager

A Modugno da qualche mese non si fa che parlare d’altro: la nomina di Serafino Bruno, già avversario del sindaco Giuseppe Rana nella corsa alla poltrona di primo cittadino nel 2006, a Direttore Generale. Un incarico da ben ottomila euro al mese per tredici mensilità. Ma com’è andata davvero?

Siamo ad agosto 2009. Più precisamente il 12 agosto. Mentre la città di Modugno sonnecchia e boccheggia, il sindaco Rana avverte un’esigenza talmente urgente da scomodare l’intera Giunta: occorre cambiare il regolamento per assumere il Direttore Generale. Ma quali eventi catastrofici incombevano su Modugno quel 12 agosto? Un attentato in stile kamikaze? Uno tsunami dalla vicina Palese? Un’invasione di cavallette? Leoni feroci scorazzavano per Piazza Sedile? Nulla di tutto questo.

Rana e la sua giunta hanno stabilito che da quel 12 agosto sarà il sindaco a scegliersi il Direttore Generale con un’espressione latina: intuitu personae. Immaginate lo sgomento sui volti degli assessori nel comprendere cosa avesse voluto dire Rana. Ma abbiamo motivi per ritenere che, comunque, sapessero già dell’assunzione di Bruno ad ottobre senza avviso pubblico e senza bando come se si stesse scegliendo un idraulico. Ma la questione più triste dell’intera faccenda risiede nelle motivazioni. O meglio nell’assenza di motivazioni.

E’ scritto infatti nella delibera di Giunta n. 87/09 “che la necessità di modificare il Regolamento dell’ordinamento degli Uffici risiede nell’urgenza di nominare il Direttore Generale” Siamo alla fiera campionaria della pazzia eretta a sistema di governo. La verità é che la nomina di un Direttore Generale é contenuta già nell’accordo PD-UDC del dicembre 2008 col quale nacque l’inciucio in salsa modugnese. E non ci raccontassero che il nome di Bruno non era già circolato. Non possiamo credere che la nomina sia avvenuta leggendo solo il suo curriculum vitae. Totò che voleva vendere la Fontana di Trevi diceva: “Cà nisciun’ è fess’!”. Non sarà latino ma non necessita di alcuna traduzione.