Fabrizio Cramarossa

È necessario non personalizzare il dibattito ma partire da ogni singola situazione. Durante questi ultimi due anni nei quali ho preso parte alla vita del partito, non ho visto interventi qualificanti. Ad esempio, dalle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale all’ambiente sappiamo che Modugno appare tra i tre comuni per i quali è prevista la realizzazione di un inceneritore. Chi, dell’attuale amministrazione si occupa del problema ambiente? Chi ha risposto o è intervenuto di fronte alla gravità di queste affermazioni che non tengono in considerazione le condizioni già precarie del territorio modugnese? Il mio impegno non è slegato dalla concretezza dei problemi della città. Il candidato sindaco dovrà essere accompagnato da esperti per ogni campo d’intervento. Io annuncerei già tre assessori per gli ambiti principali.

Il parere di Domenico Gatti sul "totosindaco"

Questi mesi hanno portato tutti noi ad un percorso di maturazione collettivo portando alla luce le rispettive posizioni in modo chiaro e netto. Il candidato sindaco ideale dovrà essere, quindi, colui che meglio saprà interpretare le esigenze di tutti e non solo di coloro che l’hanno appoggiato. Considerando che ogni candidato ritiene migliore la propria posizione si pone la necessità, da parte di tutti gli aspiranti di relativizzare i rispettivi punti di vista alla luce di una posizione comune sposata da tutti. Il candidato più forte sarà colui che sarà in grado di porsi come sintesi di tutte le diverse posizioni.

Analisi sulla situazione politica "made in Modugno"

Pd, “confusa chiarezza”: al voto tra qualche mese ma alleanze e programmi in alto mare. Solo nomi. Tre gli aspiranti candidati al ruolo di primo cittadino. Non è ancora chiaro il metodo che il Partito Democratico utilizzerà per raggiungere una sintesi che individui un solo candidato: primarie di partito, di coalizione o direttamente alle urne? All’interno del partito di maggioranza del centro sinistra esiste, da qualche mese a questa parte, un serio problema: l’individuazione di un metodo per decretare il candidato unico del Partito democratico.

Desiderio del coordinatore Lilly Del Zotti e di tutti coloro che frequentano le riunioni aperte del partito democratico di Modugno, è la designazione di un candidato sindaco che rispecchi veramente il desiderio di cambiamento di questo nuovo coordinamento e che, soprattutto, sia voluto dai cittadini. Le possibilità sono molteplici ed ognuna comporta dei rischi di “non democraticità”. Una possibilità è la convocazione ufficiale del coordinamento con relativa votazione con la conseguenza che appena trenta persone, di cui forse solo un terzo assidui frequentatori della vita del partito, si chiuda nella classica “stanza segreta” e decida per tutti come accadeva in passato.

La seconda possibilità è la convocazione – con relativa votazione – dei 203 tesserati del Pd con il rischio, paventato da alcuni, di votazione falsata a causa della presunta presenza di “tessere vuote”. Un’altra possibilità è l’utilizzo dello strumento delle primarie di partito, chiamando in causa la cittadinanza per individuare il candidato del Pd. La conseguenza di quest’ultima scelta, e che dopo le primarie di partito si debbano chiamare una seconda volta gli stessi cittadini per le primarie di coalizione, una terza volta per le amministra- tive e probabilmente un’altra volta ancora in caso di ballottaggio.

L’ultima alternativa, infine, è quella di presentare tutti i candidati del Pd direttamente alle primarie di coalizione. Anche le primarie di coalizione, considerando il fatto che sono aperte a tutti, inclusi gli attivisti di partiti politici dell’opposizione, offrono degli spiragli di inquinamento e pertanto non possono garantire una trasparenza tale da essere ritenute “lo strumento democratico per eccellenza”. I tre aspiranti alla candidatura a sindaco del Partito Democratico sono Domenico Gatti, segretario uscente del Pd di Modugno, Fabrizio Cramarossa, presidente dell’associazione di cittadinanza attiva “Modugno città Plurale” e Saverio Vacca che fu in passato dirigente. Accanto a questi vanno ricordati Antonio Sacco, Vito Del Zotti e Vito Maiorano che hanno da poco ritirato la loro candidatura.

Dei tre “aspiranticandidato” ancora in corsa, nessuno accenna a fare un passo indietro in vista di una candidatura condivisa, pertanto, si ritiene necessario un intervento esterno che decida chi dovrà partecipare alle primarie di coalizione per l’individuazione definitiva del candidato sindaco del centro-sinistra. Nel frattempo un articolo apparso sulla Gazzetta riporta per vera la candidatura a Modugno del consigliere comunale di Bari Pinuccio De Santis. La notizia ha lasciato non poche perplessità nel circolo cittadino del Pd.

Satira "politica"

E il polo dov’è?
“scusi mi saprebbe dire il polo dov’è?”
“quale polo, quello degli orsi bianchi o quello dei pinguini?”
“quello del centro destra!”
“in televisione, solo in televisione lo può trovare, perché qui a Modugno di polo ci sono soltanto le magliette, quelle che si mettono in campagna elettorale e si tolgono subito dopo”
“e i partiti?”
“i partiti sono partiti e non si sa dove sono andati”
“ma la politica…”
“quale politica, quella seria o quella dell’a me che ci sta?”
“PDL, FLI, UDC ?”
“in televisione, li può vedere solo in televisione, a Modugno si vedono solo per la campagna elettorale…forse”.

A Palazzo Santa Croce và in scena la "Commedia modugnese"

La città di Modugno, da troppi anni è costretta a chinare la testa, ad abbassare gli occhi, umiliata da amministratori che hanno a cuore solo la loro poltrona. Amministratori che pur di rimanere attaccati alla loro sedia hanno perso la faccia, hanno mancato alla parola data, hanno smentito la sera quello che hanno detto la mattina.

Il sindaco Rana in questi dieci anni, rifacendo e rimescolando innumerevoli volte maggioranze e assessorati è riuscito solo a portare sul palcoscenico di palazzo Santa Croce uno spettacolo buffo. In tutti questi anni abbiamo assistito, nell’aula consigliare, alla rappresentazione della “commedia modugnese” in cartellone ormai dal lontano 2001. Commedia messa in scena da un regista che dopo aver letto la trama, preso da altri pensieri e impegni, ha smarrito il copione in cui erano elencati i ruoli, le battute, i “colpi di scena” e ha dovuto improvvisare assegnando i ruoli ad attori che pur consapevoli della pochezza del canovaccio, hanno scelto di interpretare il proprio ruolo, improvvisando, comportandosi da guitti, da comprimari a cui il perfido commediografo non ha concesso nemmeno una battuta. In tale situazione il regista, alle prime armi, si è assunto la responsabilità di mandare avanti lo spettacolo, la commedia modugnese.

Compito del regista è la scelta degli attori; ma purtroppo erano già stati scelti da altri, – l’assegnazione dei ruoli avviene dopo la valutazione delle capacità dei singoli attori a ricoprire i ruoli che la commedia esige – ma questo, il regista, non è in grado di farlo ed ha assegnato i ruoli principali agli attori a lui più simpatici, non tenendo conto di chi qualche rappresentazione, con altre compagnie in altri tempi, l’aveva già fatta. Certo non va dimenticato che nessuno della compagnia pensava di andare subito in scena, erano tutti sicuri che gli interpreti sarebbero stati altri e anche il regista sarebbe stato diverso.

Ma le liti fra primi attori nell’altra compagine avevano convinto il pubblico a seguire lo spettacolo promesso dalla “Compagnia Olivetana”. Fin dalle prime battute però il regista si è reso conto di non poter controllare i comprimari, tutti cercavano di assumere il ruolo principale, nessuno era contento, contestavano proponendosi come prim’attori della commedia, interrompendo le rappresentazioni e non andando in scena. L’esperienza maturata dal regista gli suggeriva di sostituire gli interpreti principali con attori fino ad allora relegati al ruolo di comprimari.

Risentimento degli amici degli attori sostituiti, rimedio peggiore del male, accontentato uno vanno via in tre. Il regista con enorme pazienza tenta ancora di tenere insieme la compagnia assumendosi tutte le responsabilità e annunciando le dimissioni dal suo ruolo. La sua attuale posizione richiama alla memoria la figura eroica del capocomico nella commedia dell’arte, personaggio autorevole che nel teatro d’altri tempi aveva la responsabilità degli attori, procurava loro vitto e alloggio oltre agli ingaggi per le rappresentazioni; repliche di tragedie greche, commedie, spettacoli di intrattenimento che solo lui decideva di mettere in scena, dove e quando voleva, affidandosi al proprio istinto per accontentare il pubblico a cui dopo chiedeva l’obolo per sé e gli altri commedianti. Tale era il ruolo del Capocomico.