A Modugno la sinistra è "fessa"

A Modugno la sinistra è fessa, rotta, divisa, spaccata, contorta come la pianta con cui si identificava. A Modugno, dove anche i bambini sanno che le “Cornole” sono “di Ruccia”, è diventato un mistero buffo sapere chi, fra i vari gruppi che componevano la maggioranza, ha il diritto di rappresentare la sinistra.

Da bravi eredi di falci e martelli vari si accusano, a vicenda, di aver fatto scappare le vacche ed ora ne cercano le corna fra le poltrone dell’aula consiliare che finalmente libereranno da quello che avevano di più somigliante alla faccia. Nell’aula consigliare di palazzo Santa Croce si assiste da anni ai patetici tentativi di accomodamento da parte di vari esponenti della sinistra consociativa di infelice memoria.

Un susseguirsi di richiami alla unità, al programma comune, allo “stiamo assieme tanto dopo tutto si aggiusta” a cui viene contrapposto un perentorio, unico interrogativo – chi rappresenta la sinistra? – Domanda chiarificatrice dei motivi dello scollamento di una sinistra allo sbando che da dieci anni arranca, schiacciata da una amministrazione inefficiente che come un enorme macigno pesa sulla coscienza di chi non ha rispettato gli accordi raggiunti in campagna elettorale. Domanda che ha messo a nudo il motivo della rottura tra i gruppi, le eterogenee liste civiche che hanno affossato una città di 40.000 abitanti.

Eppure molti hanno creduto nella sinistra modugnese, in quelle persone che hanno ridotto così la città. Ora si attendono gli sviluppi di una situazione in cui iniziano a manifestarsi sotterranee manovre per portare allo scoperto i retroscena e le responsabilità di chi ha impedito che si raggiungessero gli obiettivi indicati nel programma sbandierato nelle trionfali campagne elettorali e votato dalla comunità modugnese di sinistra. Sui muri della città appaiono i primi inviti, indirizzati ai propri compagni di coalizione, ad assumersi la responsabilità del fallimento.

Incombenza lasciata sempre agli altri però. Ben altro servirebbe per risollevarsi dopo questo lungo periodo di non governo che la classe politica espressa dalla sinistra modugnese ha regalato alla città. Le motivazioni di questo insuccesso, sicuramente, sono più di una, l’incapacità amministrativa, l’inaffidabilità politica di chi persegue unicamente obiettivi di “visibilità”, di chi fa politica solo per raggiungere poltrone da assessore, l’immobilità, la rozzezza politica di chi negli ultimi spasmi di agonia amministrativa, invita, nella sua sede politica, i capogruppo consiliari per stipulare un accordo di “tregua politica” (sic !).

Nominato Andrea Mercurio ad assessore all'Urbanistica

Scatta l’ottavo assessorato Mercurio all’Urbanistica Andrea Mercurio, ex assessore modugnese al Bilancio, schierato tra le fila dell’Udc, è tornato in Giunta con la nomina di assessore all’Urbanistica. Non sostituisce nessuno. La delega per questo assessorato, infatti, era ancora nelle mani del sindaco, Pino Rana, che aveva nominato solo 7 assessori. Con questa nomina, ad ormai pochi mesi dalla fine del mandato gli assessori della Giunta modugnese diventano così 8.

Ancora una fumata grigia sull'approvazione dello Statuto Comunale

Quattro sedute andate deserte. Ancora una volta salta il via libera al nuovo Statuto comunale. “Giovani Menti Attive” sul piede di guerra. Può l’approvazione dello Statuto del Comune di Modugno risvegliare passioni politiche improbabili opposizioni e ostruzionismi trasversali? Evidentemente si!

Dopo diverse sedute del Consiglio incentrate sull’argomento, richieste di approfondimenti e rinvii, assistiamo ancora ad un nulla di fatto. Il 28 ottobre, il 9 novembre, il 6 dicembre e il 20 dicembre a Modugno si sono tenuti quattro Consigli comunali, aventi ad oggetto l’approvazione delle modifiche dello Statuto. Se nella prima data non si era raggiunto il numero legale, nelle altre non si è raggiunto il quorum dei due terzi dell’assemblea necessario per l’approvazione delle modifiche. La cosa non è andata giù all’associazione “Giovani Menti Attive”, che ha seguito da vicino l’evolversi della vicenda, particolarmente interessata al passaggio in cui si definisce l’acqua come “diritto umano” e il sevizio idrico come “privo di rilevanza economica”.

Per tali motivi il gruppo ha ritenuto opportuno dire la sua. In un comunicato stampa, solleva un’eccezione di carattere formale e procedurale sulle sedute del Consiglio, domandandosi “come mai non si è scelto di applicare il quarto comma dell’articolo 6 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali” che così recita: “Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo Statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie”.

Ma le obiezioni dell’associazione non si limitano a sottolineare questo passaggio formale. Il comunicato spiega anche la necessità di inserire una dichiarazione sull’acqua intesa come bene comune: “L’associazione […] ritiene che siano di notevole importanza le modifiche da approvare. Infatti tra queste si enumera il riconoscimento sia del diritto all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile, sia del servizio idrico come privo di rilevanza economica. È rilevante tale modifica perché, a seguito della futura approvazione, non solo la città di Modugno sarebbe il secondo paese della Regione Puglia, dopo il Comune di Altamura, a riconoscere tale diritto, ma anche perché si porterebbe a compimento la volontà popolare, poiché ricordiamo che, da gennaio a marzo 2010, sono state raccolte 1922 firme con le quali i cittadini modugnesi hanno chiesto questo riconoscimento”.

Pierpaolo Ventrella: 'Bisogna cambiare la classe dirigente'

“A Modugno serve discontinuità rispetto al passato: se non cambia la classe dirigente non cambiano i problemi” «Non siamo per i sogni che restano nel cassetto: è necessario un programma sintetico di cinque o sei punti che vanno affrontati assolutamente nel primo anno di legislatura» Sulle alleanze: «dialoghiamo con tutti ma cerchiamo un dialogo con Pdl e Udc»

Il 17 ottobre, nel palazzo dei Vigili, è stato presentato a Modugno il nuovo movimento di Fini, Generazione Italia, dal quale nascerà a gennaio il partito politico Futuro e Libertà. Alla presentazione alla stampa e ai cittadini erano presenti il presidente cittadino, Pierpaolo Ventrella, che abbiamo intervistato in vista delle prossime elezioni amministrative, e i due vicepresidenti pro-tempore, Massimiliano Fricchione e Michele Bitetto. Ventrella, 42 anni, modugnese, ha cominciato a fare politica 23 anni fa. Era nel Msi e ricopriva in quegli anni l’incarico di segretario del Nucleo del Fronte della Gioventù.

Anche a Modugno esiste ormai Futuro e Libertà. Il sud, la Puglia, e Bari in particolare, sono storicamente terreno fertile per quelli che oggi chiamiamo finiani. Del resto questa è stata la regione di Pinuccio Tatarella, lo stesso fratello, l’eurodeputato Salvatore Tatarella, è stato fra i primi sostenitori di Generazioni Italia. Questa è la regione che con Pinuccio Tatarella ha sperimentato il primo laboratorio di una destra che andava oltre, che si apriva alla società civile e diventava destra di governo. E’ a Bari, in Puglia, che Pinuccio Tatarella ha tracciato la linea di Alleanza nazionale. Quindi è qui che c’è uno dei terreni politici più fertili dove far fiorire il movimento politico di Fini. A Modugno, parlando di numeri, che adesioni ha raccolto fino a questo momento Fli?

L’adesione in terra di Bari in genere è molto forte anche perché circa l’80% degli ex An è confluito in Futuro e Libertà. E poi il movimento sta avendo successo tra chi prima non si era mai affacciato in politica ed anche ex forzisti. Non si può considerare Fli una nuova An. E’ un nuovo contenitore di un partito di destra di cui si sentiva l’esigenza. Il Pdl, per sua stessa definizione è un partito di centro moderato, per cui chi ha sempre militato nella destra era orfano. A Modugno ci sono già una trentina di adesioni a Generazione Italia, che poi confluiranno automaticamente in Futuro e Libertà dopo il congresso nazionale del 14 e 15 gennaio a Milano, quando il movimento si trasformerà in partito. A Modugno degli ex An in 4 siamo confluiti in Fli, gli altri due, Ventura e Liberio, sono rimasti nel contenitore del Pdl.

Quali sono secondo lei i pregi ed i difetti dell’attuale esperienza di governo? Se e dove ha sbagliato e cosa ha fatto di buono negli ultimi 8 anni?

Noi siamo stati spesso abituati, nel Mezzogiorno in genere, ad avere tante chiacchiere avendo in cambio spesso zero. Al Nord c’è un movimento politico, la Lega, nato dal territorio e radicato sul territorio. E quando un uomo politico della Lega prende un impegno con gli elettori, con la sua gente, lo mantiene. Parliamo di rifiuti e ambiente, solo per fare un esempio. Io sono stato consigliere comunale dal 1997 al 2001 con la giunta Bonasia. Abbiamo iniziato in quegli anni la differenziata investendo nelle scuole. Dopo un anno e mezzo siamo stati premiati dalla Regione con incentivi economici. Siamo stati il primo Comune della Provincia di Bari ad essere premiato in quegli anni per essersi dimostrato virtuoso nella raccolta differenziata. In 23 anni che faccio politica mi sono reso conto che a Modugno il problema fondamentale è sempre lo stesso: la classe dirigente. Se non cambia la classe dirigente, non cambiano i problemi. Un politico non può essere un buon amministratore. Sono passato da dirigente di partito, a sbraitare in piazza a fare l’amministratore. Lo sbalzo è tremendo. Gestire la res publica non è gestire un partito o i desiderata dei propri sostenitori. Vendola, per esempio, è un ottimo politico ma un pessimo amministratore, basti vedere il buco provocato dalla sanità. A Modugno gli ultimi due bilanci sono sotto la lente d’ingrandimen to della Corte dei Conti. P e r fare un altro esempio prendiamo il Palazzo ex direzione scolastica, nel centro storico. Nell’amministrazione Bonasia riuscimmo a fare approvare il progetto per la ristrutturazione come museo archeologico in accordo con l’Apt provinciale. Quel progetto è rimasto bloccato per anni finché si sono persi i fondi. E ancora il villaggio neolitico, rimasto un sogno nel cassetto. Potrei raccontare tanto altro su questa amministrazione ma non serve perché è sotto gli occhi di tutti. Un governo per essere buono deve avere e dare certezze. Un governo che cambia assessori ogni tre mesi non è stabile. Anche perché per fare una programmazione un assessore ha bisogno di tempo. Gli elettori sono sfiduciati. Va cambiata la classe dirigente. E per questo motivo io ho scelto di dare il buon esempio non candidandomi. Io voglio occuparmi del partito e non ricoprire più ruoli, lasciando spazio agli altri e ai giovani. Futuro e Libertà è nel centrodestra nonostante abbia preso le distanze dal Pdl.

A livello comunale l’alleanza è comunque fuori discussione o proporrete una vostra linea politica autonoma con un’eventuale candidatura diversa da quella del Pdl? Ci sono ipotesi di apparentamento con altri partiti per esempio del centro, come del resta sembra che stia accadendo a livello nazionale? Quali sono i rapporti con gli altri partiti presenti sul territorio, in particolare col centrosinistra e quindi col Pd?

A livello comunale le cose sono completamente diverse dal quadro nazionale. An qui ha sempre fatto politica e lavorato con gli amici di Fi e quindi del Pdl, con il quale abbiamo condiviso ideali e importanti battaglie in Consiglio comunale. Quindi vederli come nemici o avversari risulta difficile. Come del resto con l’Udc. Con il loro attuale candidato sindaco, Pinuccio Vasile, abbiamo condiviso tantissimo in aula. Quello che dovrebbe accomunare le forze politiche che sono rimaste fuori dall’amministrazione Rana è il tentativo di creare una discontinuità rispetto al passato. Questo è un momento di confronto. Io ho il diritto e il dovere di dialogare con tutti. Certo non con gli amici del Pd, sebbene sarebbe un confronto interessante, ma politicamente poco sensato. Al momento quindi non ci sono ancora ipotesi di apparentamenti o alleanze. La mia intenzione come Futuro e Libertà a Modugno è creare un progetto che possa portare intorno ad un tavolo sia il Pdl che l’Udc. Un progetto aperto anche ai partitini come il nostro: Io Sud, socialisti del centrodestra, Mpa, tutti quei partiti che si affacciano nella galassia del centrodestra.

L'opinione di Saverio Vacca

Molti di coloro che frequentano il partito temono che a causa della stanchezza derivata dal protrarsi inconcludente di questi mesi, io decida di lasciare il Pd per iniziare un’avventura personale fuori al partito. Anche se negli ultimi tempi non ho militato direttamente nel partito, il mio senso di appartenenza al Partito democratico è fuori discussione.

Il candidato sindaco deve essere il frutto delle idee guida individuate dal partito. Il metodo di scelta del candidato del Pd, se non si raggiungesse una sintesi, dovrebbe essere quello delle priaperte alla città in modo da coinvolgere il cittadino e renderlo partecipe sin dal primo momento della corsa elettorale. Se il Pd presenta più aspiranti candidati non trasmette spaccature interne ma offre più opportunità mostrando diversi percorsi frutto di esperienze variegate.