Giovanna Bellino, la donna più suffragata di tutti i tempi

Giovanna Bellino (Facebook)

Giovanna Bellino (Facebook)

Fino alla nomima del presidente del Consiglio, l’incarico spetta a lei in qualità di consigliere anziano.

Eletta alla sua prima partecipazione con 625 voti (proclamazione ufficiale avvenuta lunedì 27 giugno), risultato mai raggiunto nella città di Modugno per il rinnovo del consiglio comunale, la neo consigliera Bellino Giovanna si presenta con la consapevolezza di aver realizzato qualcosa di impensabile per l’esito ottenuto e con quel senso di responsabilità, nei confronti dei moltissimi concittadini che hanno riposto nel suo mandato, quella voglia e quella speranza di un cambiamento che legittimi il popolo della sua sovranità. Diverse sono le idee da poter mettere in atto, sempre a servizio della gente, durante questa legislatura pronta al decollo.

“Si vocifera che non ci siano molti fondi  nelle casse comunali e qualora fosse vero, mi sembrerebbe ovvio e doveroso, che una dimostrazione atta al risparmio nelle varie forme possibili e consentite, debba venire da coloro che occupano lo scranno di Palazzo Santa Croce – ci dice, aggiungendo che, – “il gettone di presenza dei consiglieri comunali, o la riduzione degli stipendi degli assessori e dei dirigenti, ad esempio, potrebbero essere un chiaro segnale di un cambiamento di rotta dell’amministrazione, rivolta ad un avvicinamento ai problemi dei cittadini modugnesi. La  mia campagna elettorale si è basata sul contatto diretto con la gente, tante le problematiche emerse e sempre collegate a questioni inerenti la propria condizione economica. Sicuramente questa proposta non produrrà grandi introiti nelle casse comunali, tanto da determinare un surplus incisivo sul bilancio, ma sicuramente sarebbe un primo e forte segnale dato alla cittadinanza, che tanto si aspetta da questa nuova amministrazione. Se la mia proposta non dovesse essere accettata dai miei colleghi, troverò comunque il modo e la forma per poterla attuare da sola.

Per quanto riguarda la costituzione della nuova giunta invece, abbiamo dato piena fiducia al sindaco Gatti, che contrariamente a quanto accaduto in passato, non ha tenuto conto dei voti dei singoli partiti, né dei candidati eletti, preferendo una spartizione che desse piena visibilità a tutta la coalizione vincente, senza alcun tipo di influenza e pressione alcuna. A questo proposito vorrei infatti sottolineare e sgombrare il campo da ogni dubbio, che la nomina dell’assessore Vacca Saverio, con delega alle Politiche Sociali e del Lavoro e Sanità, nonché unico assessore del Partito Democratico, pur essendo della mia “corrente”, non è stato assolutamente frutto di una mia imposizione, in seguito al conseguimento del mio risultato elettorale, ma è scaturito da una scelta personale del sindaco, ritenendolo valido e competente nel settore a lui attribuito. Non mi sono mai piaciute le disposizioni forzate, tanto che mi preme ricordare che sono stata la promotrice assieme ad altri componenti del mio gruppo, dell’assemblea cittadina per la scelta del candidato sindaco PD, proprio per l’adozione di un metodo più libero e democratico possibile. Saverio Vacca è l’assessore del PD e non di Giovanna Bellino, questo è difficile da crederci se si continuasse a ragionare con le vecchie logiche di partito, ma ovvio e scontato, se tutti cominciassimo a credere che tutto si può e deve cambiare se si ha veramente voglia di farlo e soprattutto a cuore le sorti della collettività. Ritengo che la visibilità si debba costruire sul campo di battaglia, con la gente e per la gente e non per una poltrona assegnata, solo perché garantita, dovuta e pretesa in cambio di numeri.

Credo che il sindaco abbia apprezzato questo mio modo di fare. La cittadinanza si aspetta maggiore coinvolgimento, vuole una politica partecipata ed io come gli altri consiglieri, abbiamo il dovere e l’obbligo di farci portavoce dei problemi di tutti, cercando nei limiti del possibile di risolverli. Oggi almeno in ambito locale, il voto viene dato in primis alla persona, oltre che al partito. Ecco perché colgo l’occasione a proclamazione ormai avvenuta, di ringraziare tutti coloro che mi hanno votata attraverso una preferenza, emblema di un attestato di stima, di riconoscenza e di gratitudine nella mia persona, nella mia famiglia, e in quanti coloro mi hanno aiutato a conseguire questo risultato. Spero di non deludere nessuno di  loro”.

Altra fumata nera per l’elezione del Presidente del Consiglio

consiglio comunaleDopo il rinvio del 4 luglio scorso, ieri è andato in scena il secondo consiglio comunale che prevedeva la nomina del Presidente del Consiglio.
All’ordine del giorno erano previsti, tra l’altro, altri quattro punti che attendevano la nomina del vicepresidente del Consiglio, la nomina della commissione elettorale comunale, l’individuazione degli organi collegiali indispensabili e la nomina della commissione comunale per la tenuta degli albi dei giudici popolari di Corte d’Assise e di Corte d’Assise d’Appello.


Si aprono le danze alle 18 e 10 con 23 presenti. Unico assente il consigliere Colucci del PD. L’elezione del Presidente del Consiglio era a scrutinio segreto e alla maggioranza occorrevano almeno 17 voti. Venivano nominati Cavallo dei Moderati e popolari(MeP) e Tedeschi dell’Italia dei Valori(IDV) come scrutatori. Le dichiarazioni di voto erano altresì forti ed eloquenti come il momento prevedeva. Cramarossa capogruppo del PD presentava Scippa come candidato della maggioranza alla presidenza. E faceva notare come lo stesso Scippa “deve essere garante di tutti. La sua nomina oggi è fondamentale per iniziare subito l’attività amministrativa. La città chiama e non ci sono più tempi supplementari. I problemi sono numerosi e chiediamo alle forze di maggioranza di votare in maniera compatta e con senso di responsabilità Scippa”.

Dello stesso avviso era Scelsi della Puglia per Vendola e Vitucci per l’UDC. Dai banchi dell’opposizione era un coro di dissenso per le parole di Cramarossa e Scelsi. Vasile annunciava “scheda bianca per la votazione”. E cosi si arrivava alla votazione che registrava un piccolo clamoroso tonfo della maggioranza:16 voti per Scippa e 8 schede bianche. Dunque ai 6 consiglieri di opposizione si erano aggiunti, evidentemente, due “franchi tiratori” dalla maggioranza. Nulla di fatto e tutti a casa. O forse no. Perché con questo risultato si rinviava il tutto al prossimo consiglio, compresa la nomina del vicepresidente propedeutica alla nomina del presidente. A caldo Conserva consigliere dell’UDC diceva che “non c’era stata un’adeguata comunicazione sul nome del candidato a presidente”. Cramarossa parlava di “autocritica da parte del PD. Il sindaco non ha fatto un’amministrazione col manuale Cencelli e noi avremmo potuto chiedere qualcosa in più essendo il primo partito della città. Invece non l’abbiamo fatto. La mancata elezione del presidente del consiglio è un’occasione sprecata”. Di “occasione sprecata” parlava anche lo stesso Scippa il quale aggiungeva come “ c’era la possibilità di dare un segnale forte alla città. Non ne faccio un dramma. Sarà per la prossima volta”. Vasile invece dichiarava come “la maggioranza non c’è. Invito il sindaco a prendere seri provvedimenti. A Barletta per un caso analogo il sindaco Maffei si è dimesso. Si parte molto male. Io voto per coerenza e non per senso di responsabilità. Non ho nulla contro Scippa ma l’inciucio che avete fatto con l’UDC dimostra come non avete i numeri per governare la città”.

Al che prendeva la parola il sindaco Gatti il quale subito esordiva con un “me l’aspettavo. Sapevo che sarebbe andata cosi. Tuttavia abbiamo 16 voti favorevoli dunque la maggioranza c’è ed è coesa. Invito caldamente chi non accetta il nome di Scippa a dirlo chiaramente e a non celarsi nel voto segreto”. A queste parole Vasile rispondeva con “è un’arroganza da parte sua questa”, mentre Romito del PDL diceva che “tutto questo è inquietante. Un sindaco non può dire già di sapere come andrà a finire. E noi che cosa ci facciamo qui?. A questo punto si potevano risparmiare 5000 euro e non fare il consiglio”. Lo stupore del momento veniva messo da parte con gli altri tre punti all’ordine del giorno. Valerio(UDC), Colucci(PD) e Cavallo(MeP) venivano eletti componenti della commissione elettorale con 21 voti favorevoli. Liberio(Api), Scelsi(PpV) e Libero(MeP) erano nominati come supplenti. Successivamente Tedeschi (IDV) e Romito(PDL) con 23 voti favorevoli erano eletti componenti delle commissione comunale per la tenuta degli albi dei giudici popolari di Corte d’Assise e di Corte d’Assise d’Appello. Infine su proposta del consigliere Cramarossa, con 21 voti favorevoli veniva approvata la proposta di accorpamento della III e della V commissione per averne in totale cinque anziché sei.

Tutto ciò come atto di indirizzo da proporre in un prossimo consiglio. E si concludeva cosi un altro travagliato consiglio comunale. La sensazione è che la maggioranza abbia evidenziato alcune significative crepe alle quali il sindaco dovrà rimediare per il bene della città. L’opposizione, dal canto suo, segna una piccola vittoria con la consapevolezza che per ribaltare la situazione più che una vittoria di Pirro ci vorrà una battaglia delle Termopili dove nel 480 a.c. 300 spartani vendettero cara la pelle contro 3 milioni di persiani.

 

 

Modugno – illegittimo il City Manager

Serafino BrunoTorna d’attualità la questione della nomina a city manager dell’ex candidato sindaco Serafino Bruno. Alla nuova amministrazione comunale, guidata dal neo sindaco Domenico Gatti, è arrivata nei giorni scorsi la comunicazione, ufficiale, della illegittimità dell’incarico affidato all’allora consigliere comunale.

Il comunicato dà definitivamente ragione all’esposto presentato da Giancarlo Ragnini, portavoce della locale sezione del Partito dei Verdi e Gianvito Armenise responsabile del Movimento Politico Cattolico “Azione e Tradizione”. Quello che preoccupa non poco l’ente locale è la possibilità, derivante dalla illegittimità della nomina, che tutte le determinazioni a firma del city manager Bruno vengano dichiarate nulle. Le innumerevoli iniziative, le concessioni e i dinieghi, le ordinanze intraprese dall’ex candidato sindaco sono da considerare come carta straccia.

L’ex city manager potrebbe a breve essere costretto a rimborsare gli stipendi incassati. L’amministrazione comunale potrebbe essere costretta, se chiamata in giudizio da qualche azienda che si è sentita danneggiata da ordinanze a firma di Serafino Bruno, a rimborsare le somme percepite a seguito di verbali e multe pagate. City Moda, l’azienda costretta a rimanere chiusa la domenica a seguito di una ordinanza del city manager (non è un gioco di parole) potrebbe chiedere i danni derivanti dai mancati guadagni sofferti a causa di un provvedimento diventato illegittimo  oggi per allora.

In attesa di pubblicare il documento in questione appena ne verremo in possesso in quanto di interesse pubblico, alcune considerazioni diventano necessarie. Le varie “eredità Rana” diventano sempre più ingombranti e pesanti per Mimmo Gatti. L’eredità che porterà vari consiglieri comunali a difendersi in tribunale lascerà segni evidenti sull’immagine politica dell’attuale maggioranza; il livello morale della città lasciato in eredità da Pino Rana è talmente basso che sembrano tornati i tempi dei vari commissariamenti prefettizi degli anni ottanta e novanta;

il pantano, ereditato da Gatti, nel quale sguazzavano i tanti amici di Rana, (è un gioco di parole) potrebbe trascinare a fondo, definitivamente, i tanti volenterosi che lottano per uscire dalle sabbie mobili di una amministrazione che per lungo tempo è stata gestita illegittimamente.

Modugnesi onesti e di buona volontà, coraggio, il tempo è galantuomo.

Nasce il Partito per il Sud

io sudPubblichiamo quanto inviatoci dal coordinatore regionale di IO SUD prof. Rosario Polizzi

Quattordici Parlamentari 10 deputati e 4 senatori. E´ questa la consistenza del nascente partito per il Mezzogiorno che vedrà la luce il prossimo 14 Luglio a Bari dalle esperienze politiche di “Io Sud” di Adriana Poli Bortone, “Forza del Sud” di Gianfranco Miccichè e “Noi Sud” di Arturo Iannaccone. “Vista anche la disponibilità del premier Berlusconi, sono già in fase di studio – annuncia Adriana Poli Bortone – numerosi emendamenti alla manovra finanziaria che saranno presentati a breve, perché così come è il provvedimento non contiene nulla di concreto per il Mezzogiorno. Le nostre battaglie andranno dall´introduzione della territorialità delle imposte alla tutela dell´agricoltura, che in Italia non può ridursi al problema volutamente non risolto delle quote latte del nord che procurano sistematicamente un danno alle finanze dello Stato e quindi ai cittadini, a partire da quelli del Sud”. “Alla Costituente del nuovo soggetto politico – continua la senatrice – saranno inoltre presenti il capogruppo di Coesione Nazionale – Io Sud al Senato Pasquale Viespoli, e i rappresentanti di numerosi movimenti e associazioni del Meridione. Tra questi Tommaso Romano e Nino Sala del partito Tradizional popolare e Rocco Monaco dell´associazione dei consumatori Utelit Consum”. Alla Camera,oltre a Miccichè, i rappresentanti del nascente partito sono Giuseppe Fallica, Maurizio Iapicca, Ugo Grimaldi, Francesco Stagno D´Alcontres, Marco Pugliese e Giacomo Terranova di “Forza del sud” e Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Americo Porfida di “Noi sud”. Al Senato, oltre a Poli Bortone, si potrà contare anche su Salvo Fleres, Mario Ferrara e Roberto Centaro di “Forza del sud”.

Da che parte stanno?

aula consiglio ModugnoNuova amministrazione, vecchio problema. L’amministrazione Rana ha lasciato una pesante eredità. A fronte di una scarsa produzione di fatti, l’amministrazione uscente ha lasciato una enorme incombenza, pesante come un macigno.

 

Le svariate e stravaganti maggioranze che si sono succedute in questi anni, frutto di uno scarso senso di appartenenza dei consiglieri comunali, hanno fatto scuola. Il neo sindaco Gatti nel consegnare le deleghe, una per ogni forza politica che ha contribuito alla sua elezione, ha voluto lanciare un messaggio chiaro: “da una parte chi ha vinto, dall’altra chi ha perso”. Sembra però che lo “stiamo tutti con tutti” di Rana memoria, sia un messaggio ancora più forte. Alla prima occasione nella quale dimostrare coesione e unità d’intenti, l’elezione del presidente del consiglio comunale, la maggioranza ha mostrato i primi segnali discordanti.  Fra i primi provvedimenti che il consiglio comunale affronta, quello dell’elezione del presidente dell’assemblea è il più importante, perché offre l’occasione per mandare un segnale di coesione agli avversari e agli elettori. Partire con un rinvio della votazione per la nomina del presidente dimostra che non tutto è stato chiarito, che ci sono malumori, che c’è qualcuno che chiede qualcosa o ha ottenuto meno di quanto chiedeva. In ogni caso sono segnali di scarso amore per la propria parte. Forse perché l’unica che conoscono e difendono è la parte loro?