Asi, il sindaco abbandona l'assemblea: "Convocazione illegittima"

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“Oggi ho avuto piena cognizione di quanto il Consorzio ASI possa essere ‘un mondo a sé’.” Comincia così il comunicato stampa del sindaco Gatti in seguito alla convocazione dell’assemblea per la ricomposizione del consiglio di Amministrazione, organo di governo dell’intero Consorzio ASI, convocata in prima convocazione per le 7,00 del 17 novembre 2011 ed in seconda convocazione per le 9,00 del giorno successivo.

 

“Fino a ieri – continuiamo a leggere nel comunicato stampa – limitavo questo mio pensiero alle scelte urbanistiche della zona industriale che sono insite nel Piano Particolareggiato di quella zona. Un Piano che per regolamentazione regionale non è sottoposto alla valutazione preventiva dei Comuni interessati; ne sono conseguite negli anni assegnazioni di suoli per destinazioni anche a forte impatto ambientale e paesaggistico, oltre che disorganiche rispetto alle reali esigenze del territorio e alle stesse aziende della zona industriale”.

Formalmente il Comune di Modugno  contesta la validità della seduta in quanto la convocazione è stata fatta in contrasto con l’art. 12 dello Statuto del Consorzio, che prevede che la lettera di convocazione debba pervenire al Comune almeno 7 giorni prima. “Si tratta di un fatto formale – continua -, ma la forma è anche sostanza. L’osservazione fatta, però, è stata ritenuta di poco conto; e se una cosa così eclatante viene ignorata, non oso immaginare cosa possa essere l’attività del Consorzio nella sua complessità. Ho registrato determinazione e fretta nel proseguire da parte degli altri soci per liquidare subito la questione sulla base di decisioni, a mio modo di vedere, già prese. Forse la libertà dell’amministrazione comunale modugnese è scomoda. Ho deciso di abbandonare la seduta non ritenendola valida e anche per altri impegni già presi e programmati da giorni. Non conosco ancora le evoluzioni e le decisioni eventualmente prese, che, qualsiasi esse siano, paiono illegittime”. “Denuncio ancora una volta la volontà politica messa in atto di espropriare il Comune di Modugno del proprio territorio. E dispiace non aver avuto al nostro fianco l’appoggio delle amministrazioni comunali vicine politicamente. Negli anni passati i nostri nonni subirono per primi gli espropri; oggi, per la seconda volta, è tutta la città a subire. Ma l’Amministrazione comunale di Modugno – conclude Gatti – non resterà inerte. Il territorio di Modugno deve essere amministrato da chi lo conosce, lo valorizza e lo ama: i modugnesi!”.

Pinuccio Vasile si è dimesso

altDimettendosi da consigliere comunale Giuseppe Vasile ha dimostrato ancora una volta di essere un politico di livello superiore a quanti negli ultimi anni hanno occupato le poltrone dell’aula consiliare.

 

Fin dalla sua elezione nel ’95 ha raccolto sempre, per sé e per le liste in cui era candidato, numerosi consensi. Non è mai stato simpatico a tutti, ma non si può certo non riconoscergli l’istinto del politico di razza. Ora ha deciso di dimettersi da consigliere perché ha ricevuto un avviso di garanzia: la procura di Bari sta indagando su di lui e altri consiglieri, tecnici e manager comunali insieme all’attuale sindaco Gatti e all’ex sindaco Rana per fatti che partono dal 2003 a oggi. Chi lo conosce e lo accredita di indubbia intelligenza politica ha la sensazione che con le sue dimissioni Pinuccio Vasile abbia voluto precorrere i tempi, che abbia compiuto, lui prima di tutti gli altri, il gesto che da più parti viene richiesto ai politici nostrani; l’atto iniziale di un processo di dissolvimento dell’attuale classe politica modugnese.

Colpevole insieme agli altri sa di essere giunto alla sua fine politica e dà prima degli altri le dimissioni? Oppure è totalmente estraneo alle vicende e si dimette per dare il buon esempio a chi invece è coinvolto nelle indagini? Oppure sono tutti innocenti e dimettendosi prima delle conclusioni delle indagini sta cavalcando l’onda politica della richiesta di dimissioni che dall’interno del PD e dalle varie associazioni di sinistra vengono indirizzate al sindaco Gatti e ai tre consiglieri Scippa, Pascazio e Di Ciaula?

In tutti i casi le dimissioni di Vasile sono un atto di valenza politica, magari molti si augurano che siano irrevocabili, in ogni caso sarà un impoverimento nell’ agone politica modugnese.

Dimissioni di Vasile, Sante Lomoro torna in Consiglio comunale

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Sante Lomoro

Con le dimissioni di Vasile, scatta in Consiglio comunale il primo dei non eletti della sua coalizione: il 46enne Sante Lomoro candidato con la “Lista di Centro”. Non un “nuovo” della politica. Lomoro è stato consigliere comunale a Modugno in entrambe le amministrazioni Rana, sempre in maggioranza prima nell’Asinello, poi nella Margherita e nel Pd, infine nell’Api.

Pinuccio Vasile si dimette: "Lascio il Consiglio comunale per rispetto nelle istituzioni"

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Giuseppe Vasile

Il consigliere comunale dei Moderati e Popolari, Giuseppe Vasile, si dimette dal Consiglio Comunale di Modugno.

“La mia decisione -dichiara Vasile- seppur non condivisa dai colleghi di partito, è dovuta a ragioni personali e politiche che ritengo doveroso raccontare a chi mi ha sostenuto e mi sostiene con piena fiducia e a tutti i cittadini. Sto vivendo con grande serenità la vicenda giudiziaria che mi riguarda. Confido pienamente nella magistratura, ma le dimissioni sento di doverle presentare. Preferisco -prosegue- essere indagato da normale cittadino piuttosto che da consigliere comunale, per il profondo rispetto che nutro verso le istituzioni. Ma soprattutto perchè la politica, quella vera, quella a servizio della città e di tutti i cittadini, si può fare anche senza ricoprire alcuna carica istituzionale. Ritengo altrettanto doveroso evidenziare la mia indignazione rispetto allo scenario politico che attanaglia la città, il tentativo di una fantomatica auto sospensione dal Partito Democratico inscenata Sindaco Mimmo Gatti, dal presidente del Consiglio Scippa e dai consiglieri Di Ciaula e Pascazio. Questo modo di fare politica è diventato inadeguato nei riguardi di una società attenta alle vicende politiche. Anzi, è diventato perverso perchè non aprendosi a confronti con la realtà, ha fatto svanire l’entusiasmo iniziale, cercando di radicarsi con posizioni di chiusura, diventando ancor peggio del sistema che inizialmente si era proposto di combattere. Dall’ascolto si è passati alla chiusura dell’arroganza, dalla vivacità alla staticità, dalla fiducia e dall’entusiasmo per le novità alla paura di ogni minimo cambiamento. Il tutto per mantenere posizioni di presunto potere, dimostrando un morboso attaccamento alla poltrona. Orgoglioso di aver ricoperto in questi anni il ruolo di consigliere comunale di questa mia città che amo e di essermi sempre battuto nei limiti delle mie possibilità-conclude Vasile- mi dimetto da consigliere comunale”.

Modugno Città Plurale: "Grande è la preoccupazione"

altAlla luce degli ultimi avvenimenti giudiziari piovuti sull’amministrazione comunale della città di Modugno, “Città Plurale” un’associazione che da anni promuove e sensibilizza la partecipazione cittadina alle problematiche del territorio locale, ha fatto sentire la sua voce attraverso un suo comunicato.

“L’Associazione ‘Modugno Città Plurale’– cita l’intervento – avverte la necessità e il dovere di esprimere le proprie valutazioni intorno alle vicende politiche e giudiziarie che hanno riguardato la città di Modugno negli ultimi mesi, ma anche di contribuire ad una efficace programmazione dell’attività amministrativa. Per quanto riguarda l’aspetto specificamente politico, l’associazione non può ignorare le forti contraddizioni e i grossi limiti che hanno caratterizzato il quadro politico-amministrativo nella nostra città negli ultimi mesi.

In primo luogo, si deve osservare che la composizione del nuovo Consiglio Comunale appare fortemente squilibrata tra maggioranza (18 consiglieri tra centrosinistra e UDC) e minoranza (6 consiglieri di centrodestra), e questo in virtù di una maliziosa e furbesca operazione politica che ha evitato, in sede di ballottaggio, l’apparentamento ufficiale tra centrosinistra e UDC. Molti elettori avrebbero probabilmente compiuto differenti scelte di voto se questo apparentamento fosse stato doverosamente formalizzato. In secondo luogo, la composizione della nuova giunta comunale appare ancora ispirata più a deprecabili logiche verticistiche e non partecipate di spartizione e di rappresentanza politica, che non a criteri di sicura competenza, autorevolezza e affidabilità. In terzo luogo, anche a causa del rinnovato accordo con l’UDC, la nuova amministrazione sembra collocarsi su una linea di tranquilla continuità con quella precedente (seconda amministrazione Rana), senza segnali significativi di innovazione sia sul piano programmatico che su quello dell’etica pubblica e della partecipazione democratica: una amministrazione povera di idee, prima ancora che di fondi, che, al contrario, proprio dalla grave crisi economica e sociale in atto dovrebbe essere indotta a sollecitare e ricercare l’impegno e la collaborazione delle notevoli risorse intellettuali, civili e umane, di cui pure dispone la nostra comunità, al fine di realizzare una politica diversa, preoccupata del bene comune, che sia all’altezza delle grandi sfide che sono di fronte alla città.

Non si può tacere, da ultimo, la grande preoccupazione, nostra e di tutti i cittadini modugnesi, per la vicenda giudiziaria che ha investito molti esponenti del ceto dirigente della nostra città (Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, consiglieri comunali di diverso schieramento, dirigenti e funzionari del Comune di Modugno), accusati di concorso in concussione in ordine ad autorizzazioni edilizie concesse dal 2003 ad oggi. Si tratta di una grave accusa che inficia la credibilità dell’attuale Consiglio Comunale e che getta un’ombra pesante sull’attività amministrativa degli ultimi anni, sfociata in quel famigerato “governo istituzionale” trasversale che ha sottratto per qualche tempo alla città una normale e vera dialettica democratica, la trasparenza degli atti pubblici, il controllo di legalità: una oscura e marcia operazione politica della quale, oltre all’ex-sindaco Rana, porta un peso rilevante di responsabilità anche il Partito Democratico. Questo partito, che alle elezioni è risultato di gran lunga il più forte all’interno della coalizione di centrosinistra, rischia di apparire in realtà come il perno intorno al quale ruota un nuovo sistema di potere che ha ancora il suo collante negli interessi legati allo sfruttamento edilizio del territorio; né le forze sane e autenticamente democratiche, che pure in esso sono presenti, sembrano in grado di prevalere e portare a compimento il processo di rinnovamento e di risanamento avviato nell’ultimo anno. Di qui la grave crisi di fiducia dei cittadini nei confronti dei loro amministratori passati e presenti, rivelatasi in maniera significativa nella bassissima partecipazione al voto di ballottaggio del maggio scorso (52% di votanti, con il 4% di schede bianche o nulle, che fanno di Mimmo Gatti un sindaco votato dalla minoranza del corpo elettorale)”.