Nella bufera giudiziaria che travolge ormai da mesi il Comune di Modugno, si inserisce la vicenda delle cooperative edilizie. Non perché la questione sia agli atti dell’indagine (o almeno non è dato saperlo al momento), ma perché il presidente di una di quelle cooperative, Giuseppe Scognamillo, ex consigliere comunale e candidato sindaco alle scorse amministrative con la lista “Pianeta Solidale”, ha depositato qualche giorno fa in Procura un esposto in cui accusa sindaco, amministratori, ex consiglieri e tecnici del Comune di aver ostacolato l’opera, parlando di “ritardi inspiegabili”, di “burocrazia incomprensibilmente infinita posta in essere da chi ha interesse a ritardare la esecuzione delle opere”.
E lo ha fatto indirizzando la denuncia, contro ignoti pur riportando nomi e cognomi dei presunti responsabili, allo stesso magistrato, Francesco Bretone, titolare del fascicolo sulle presunte tangenti pagate in cambio di concessioni edilizie, in cui sono coinvolte 11 persone, tra cui l’ex sindaco e l’attuale, oltre a consiglieri, funzionari dell’ufficio tecnico e professionisti. A queste accuse, il sindaco, Mimmo Gatti, risponde con una lunga nota a sua firma, definendo quelle dichiarazioni “false e ignobili”. “Come si può affermare – dice Gatti – che una nuova Amministrazione composta da un sindaco e da assessori tutti alla prima esperienza e da un Consiglio comunale rinnovato per il 70% e dell’età media di appena 44 anni, possa avere tra i propri primi obiettivi quello di ostacolare le legittime aspirazioni di una cooperativa edilizia? Comincio a pensare che questo sia un altro tassello di un progetto ben più ampio e che mira a buttare ancora veleno su Modugno. E comincio a pensare che questa Amministrazione sia scomoda. Chi poteva immaginare, infatti, che Modugno un giorno potesse avere degli amministratori di questo tipo? Giovani liberi formatisi politicamente tra la gente e non certo frequentando certi salotti. O certi ambienti in cui lo sfoggio del lusso e l’arroganza rappresentano l’unica ragione di vita. O certi ambienti in cui l’inganno e la truffa sono il pane quotidiano. Ora – continua il sindaco – nel pieno di una bufera giudiziaria già in atto, si sveglia il presidente di una cooperativa edilizia. Giova ricordare che questo sindaco, da assessore all’Urbanistica, negli anni scorsi si è fatto promotore di portare all’attenzione del Consiglio comunale il “Regolamento per l’assegnazione di suoli da destinare all’Edilizia Residenziale Pubblica” e si è battuto per questo. Altro che poteri forti”.
Quindi spiega tecnicamente: “Quando quel regolamento fu approvato si discusse molto su un particolare articolo: quello che affronta il problema del diritto di prelazione per i soggetti attuatori già proprietari di aree (o in possesso di semplici preliminari di compravendita), prima che le stesse fossero destinate a edilizia pubblica. La norma nazionale per “soggetti attuatori” intende cooperative o imprese. Si presentò un rischio: e se le imprese avessero cominciato ad acquisire una serie di preliminari di compravendita cosa sarebbe successo? L’evoluzione sarebbe stata scontata: non ci sarebbero stati più suoli da mettere a bando per le cooperative. Cosa si sarebbe potuto fare allora per limitare questo rischio pur rimanendo negli obblighi di legge? Gli uffici individuarono una soluzione: fissare fino al massimo del 50% il diritto di prelazione in modo tale da rispettare la legge da un lato e assicurare suoli da mettere a bando per le cooperative dall’altro. Così si operò. E a quell’epoca (nel 2005) non esisteva nemmeno la cooperativa che per bocca del suo presidente oggi accusa. Poi nel 2006 viene eletto un consigliere comunale che poi decide di fondare una cooperativa edilizia e si attiva in tal senso. Non conosco precisamente il numero dei soci ma si parla di oltre un centinaio. La cooperativa sigla alcuni contratti di compravendita; presenta il piano di lottizzazione che il Consiglio comunale prima adotta nel 2010 e poi approva nel 2011. Il tutto in vigenza di quel regolamento comunale che nel tempo era stato anche rivisto, ma che aveva visto sempre riconfermare la prelazione fino al massimo del 50% per i soggetti attuatori (cooperative e imprese). E l’attuale presidente, da consigliere comunale, di questi passaggi ne era sempre stato a conoscenza. Poi cosa succede? Pare che succeda che il numero dei soci sia superiore agli alloggi che sono sicuri poter essere assegnati, in virtù del Regolamento Comunale vigente. Il presidente, quindi, per recuperare alloggi, richiama la legge nazionale che non specifica, a dire il vero, se sia giusto fissare una precisa percentuale massima sulla prelazione o se questa debba intendersi al 100%. Gli uffici rappresentano che ciò sarebbe in contrasto con il regolamento comunale in vigore da ben 6 anni ed al quale nessuno ha mai fatto formale opposizione. Si crea tensione nella cooperativa nel momento in cui vengono fuori questi problemi; alcuni soci reclamano la restituzione delle somme già versate (si parla di 60mila euro circa); altri soci cominciano a fare la coda dietro la porta del sindaco per avere spiegazioni; il presidente chiede un incontro ufficiale con l’Amministrazione che puntualmente viene accordato; ci si lascia con l’intesa che la cooperativa con i propri tecnici si sarebbe incontrata con gli uffici e che avrebbero poi approfondito la questione. Ora arriva l’esposto”.
Secondo Mimmo Gatti “un modo per spostare sul sindaco e l’Amministrazione comunale responsabilità che non gli appartengono, accusandoli anche di essere ostaggi di poteri forti. D’altronde come poter arginare la rivolta di soci e di ignare famiglie che, in totale buona fede, hanno versato ingenti somme con l’assicurazione di ottenere una casa a basso costo, e poi si sono ritrovati con l’amara sorpresa di non avere la certezza di poterla ottenere pur avendo versato soldi che non si sa ancora come potranno essere restituiti? Come non provare vergogna per tutto ciò? Non temo gli avventurieri – conclude il sindaco – e vado avanti. Contro i “poteri forti”. Disposto ad affrontare qualunque tipo di indagine e qualunque tribunale. Non lo faccio per me stesso ma per la nostra città”.
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