Giornalisti di professione

“Troppi giornali a Modugno “, hanno detto in molti acquistando “Bari Sud Ovest”. Eppure l’hanno comprato. Per curiosità. Per vedere come era fatto, chi fosse l’editore e il direttore. Troppi giornali? E perché mai temere il pluralismo? Il confronto, la diversità, lo scambio non possono che essere positivi. Tranne in un caso: quando per farsi spazio si inizia a sgomitare, a calpestarsi e spintonarsi, rischiando di farsi del male. Allora no! Non va più bene. Certo il rischio c’è: di strillare la notizia più degli altri per raggiungere prima l’orecchio di chi ti ascolta; di gettare discredito su quanto dicono i colleghi per accaparrasi credibilità; di farsi portatori insani di principi, convinzioni e idee a seconda del “protettore” politico o economico di turno. Nel mondo dell’informazione locale il rischio manipolazione è alto. Molto alto. Un circolo vizioso. E allora? Allora, se giornalismo si deve fare che sia fatto bene. Mestiere difficile, non c’è dubbio. Nonostante i tanti libri guida del mestiere, non esiste un requisito di fondo, indispensabile, che non si impari a tavolino: la correttezza. La correttezza nei confronti di chi ci legge e crede a quello che scriviamo. Approfittare dell’altrui buona fede, forti del fatto di essere dall’altra parte, di poter avere il controllo della notizia, di quello che si dice e di come si dice, non significa essere buoni giornalisti. Questo però, non vuol dire che per fare giornalismo “come si deve” sia indispensabile avere preferenze politiche di palazzo.

Le aziende della Zona Asi di Modugno chiedono aiuto alle Istituzioni

Cosa succede nella zona ASI? Separata dal tessuto urbano delle due città fin dalla sua creazione, circondata da tre linee ferroviarie e dalle ex Strade Statali 96 e 98, l’area industriale di Bari e Modugno non attraversa un buon momento. Abbandonati da tempo i sogni di grandezza nati con ’arrivo di giganti quali Fiat, Bosch, Magneti Marelli, Isotta Fraschini, Philipps, Osram Sud che insieme alle officine Calabrese, alle Fucine Meridionali, alla Pignone davano lavoro a decine di migliaia di operai e impiegati, l’ASI è in crisi di identità. Le grandi fabbriche, se non hanno già chiuso, sono in difficoltà. L’indotto, cresciuto accanto a tali giganti industriali, si è perso per mancanza di strategie comuni idonee ad affrontare la crisi del manifatturiero e abbandonano l’area. Molte aziende sono state smantellate e gli opifici abbandonati. Le infrastrutture, che non hanno mai raggiunto i livelli necessari e più volte richiesti, ormai mostrano il degrado degli anni e della mancanza di manutenzione. Da sempre stretta fra l’autostrada A14, le direttrici ferroviarie Taranto/Bari/Foggia e le varie strade statali, l’area di sviluppo industriale di Bari e Modugno non ha mai avuto dei collegamenti facili con queste importanti arterie; negli ultimi tempi, anzi, i binari che i vecchi progettisti avevano incluso nella viabilità della zona per collegarla al porto e alle ferrovie, vengono coperti di asfalto a dimostrazione della loro inutilizzazione. Del nuovo casello autostradale che doveva essere realizzato nella zona non se ne parla più da anni. La mancanza di innesti alle infrastrutture viarie per un rapido inoltro ed arrivo delle merci ha penalizzato le aziende del comprensorio industriale. Solo le aziende dislocate lungo le ex strade statali hanno potuto usufruire di tale vantaggio; non è casuale quindi la presenza di aziende di trasporto di grandi dimensioni che stanno occupando tutti gli spazi disponibili. Ed è proprio questo l’aspetto più rilevante che si evidenzia a chi attraversa la zona industriale, che di industriale ormai ha ben poco. Le aziende di trasporto, inglobando alle aree che si affacciano sulle grandi strade le aree retrostanti e utilizzando gli ex opifici come deposito merci, stanno trasformando l’ASI in un enorme polo logistico, con gravi ricadute sui livelli occupazionali del territorio. Da Area di Sviluppo Industriale ad Area Senza Industrie?

Vito Carlo Liberio, l’uomo del sindaco Rana, torna in giunta .

A palazzo Santa Croce tira un’aria grigia. Cosa sarà successo al sindaco Rana? Nei giorni scorsi sono rientrate alcune spaccature interne alla maggioranza e dopo un lungo confronto con il “leader” dell’Udc Pino Vasile, il sindaco ri-chiama in giunta Vito Carlo Liberio . L’uomo di Rana, colui il quale “cuce” ogni tassello con la maggioranza e con la “presunta” opposizione. Piace politicamente. Silenzioso, operoso e dinamico. Liberio, rientra senza colore politico. Ed ecco, allora la “rabbia” di Vasile. La domanda è d’obbligo? C’è ancora amore politico tra il sindaco Rana e il leader dell’Udc? Dopo le regionali vedremo. Comunque, è giunto il momento di fare una seria riflessione sull’andamento della vita politica cittadina. Fino a quando la politica non ritornerà con le sue regole e con la sua normalità è difficile potersi confrontare. Basterebbe esaminare le diverse prese di posizione che si sono alternate negli ultimi anni. Nel centro destra regna la solita malinconia. Una tristezza profonda. Una mancanza di idee guida. Occorre una forte presa di coscienza sul proprio stato di salute per tentare di smascherare il centro-sinistra, il quale, pur nelle difficoltà, si presenta con più lucidità e con meno prosopopea. Ci si aspetta uno scatto in più da parte di tutti, i quali hanno risorse da far valere e identità da rivendicare, anche sul piano culturale, non solo nel centro-sinistra ma nel Centro stesso. Ad oggi, siamo ancora fermi al punto di partenza.

L'Opinione dell'Editore: La speranza degli Onesti

Molti gli opportunisti che si annidano nei gangli delle amministrazioni locali.
Quando nel 1993 il parlamento nazionale, stremato da decine di arresti e avvisi di garanzia, varò la legge per l’elezione diretta dei sindaci, Mani Pulite aveva già esaurito la sua fase rivoluzionaria. L’inchiesta, nata con l’obiettivo di eliminare i branchi di lupi famelici intanati nei vecchi partiti, in brevissimo tempo aveva realizzato la disintegrazione delle sovrastrutture partitiche e della classe politica dirigente, colpevoli sicuramente di disattenzione se non di connivenza.
La nomina diretta del sindaco doveva realizzare la speranza degli onesti in una Italia migliore, ha trasformato invece i lupi in sciacalli. Le bestie fameliche della partitocrazia che agivano in branchi organizzati con strategie e tattiche finalizzate al portare giovamento alla loro parte, ora agiscono isolatamente, da sciacalli. Il sindaco, una volta espressione di maggioranze garantite dai partiti, è ora ostaggio dei singoli, che agiscono senza alcuna strategia.
La trasformazione ha incrementato il numero degli “a’mme c’sta”, opportunisti che si annidano nei gangli vitali delle amministrazioni pubbliche, che sono diventate la grande tana in cui trovano rifugio le bestie fameliche orfane dei ricoveri della partitocrazia, nell’ombra dei regolamenti e determinazioni dirigenziali, sempre in agguato. Gli “a’mme c’sta”, sguardo assente e sorriso mellifuo, si aggirano nei meandri degli uffici comunali, fra aule consiliari e assessorili, in attesa della vittima.
A’mme c’sta? sibilano al cospetto dell’ingegnere per il progetto, del  commerciante per la licenza. A’mme c’sta? alitano impudicamente negli oscuri antri del palazzo. Nelle prossime elezioni regionali gli elettori potranno fare pulizia. Sapranno sostenere chi merita davvero? Candidati onesti ce ne sono, anche nella nostra città.

E’ ritornato l’amore politico tra Rana e Vasile

Dopo un consiglio comunale monotematico sulla crisi amministrativa e sulle lacune politico-programmatiche, è rinata “l’amicizia” tra Pinuccio Vasile e Pino Rana. Una pace vera? O semplicemente un momento di tregua politica? L’Udc si accomoda alle riunioni di giunta allargata, agli incontri istituzionali e nella scelta dei provvedimenti di palazzo di città. Dunque, la crisi è finita. Anzi, non è mai incominciata. Ecco, allora, baci e abbracci. Non più nemici ma amici. E si tace sulla crepa nella maggioranza, ovvero, sull’allontanamento di alcuni consiglieri, spina nel fianco della giunta Rana. Si tace sull’asse politico del centro-sinistra-udc che ha registrato un contraccolpo che può avere conseguenze sulla serenità dell’amministrazione e che potrebbe mettere in discussione gli equilibri e le future candidature del 2011. Le anomalie sono tante. Tuttavia ora la matematica dei numeri favorisce la maggioranza e per ora il governo cittadino continuerà a lavorare con gli assessori dell’Udc. E’ giunto il momento, dunque, di fare una seria, ma non troppo lunga, riflessione sull’andamento della vita politica cittadina. Fino a quando la politica non ritornerà con le sue regole e con la sua normalità è difficile potersi confrontare. Ci si aspetta uno scatto in più da parte di tutti coloro i quali siedono a palazzo di città. Lo scenario è sotto gli occhi di tutti e intanto gli “autorevoli” sognano poltrone più potenti. Vasile? Rana? Chissà!.