Gli antichi greci usavano la parola catastrofe per descrivere il colpo di scena finale di un’opera teatrale che poteva, naturalmente, essere sia lieto che triste.
In una commedia è di rigore il lieto fine: dopo una serie di sospetti e di sventure ogni cosa viene capovolta e tutti si riappacificano e si riuniscono. Quindi la catastrofe di una commedia è un abbraccio o un matrimonio. In una tragedia tutto culmina in un finale terribile: dopo sforzi inenarrabili tutto è capovolto allorché il protagonista viene sconfitto dalle circostanze o dai malvagi avversari. La catastrofe della tragedia è quindi un colpo di scena drammatico, angoscioso, un disastro.
Con la sua improvvisa uscita di scena il vice sindaco delegato alle attività produttive, Filippo Bellomo, ha obbligato il sindaco Gatti a scegliere il finale che oltre all’UDC, il partito che aveva candidato a sindaco il dimissionario Bellomo e al quale per accordi politici spetterebbe l’indicazione del nuovo vicesindaco, coinvolge tutti i partiti della coalizione e la base dell’altro grande partito della squadra di maggioranza. Sono note le lamentele sulla scarsa rappresentanza in giunta del PD che, pur essendo il partito con il più alto numero di consiglieri comunali eletti, ha dovuto accontentarsi di un unico assessore, la cui nomina, fra l’altro, non è mai stata condivisa totalmente. Le “diverse posizioni di pensiero politico” (altri le chiamano correnti) che animano il dibattito interno del PD locale, sono concordi almeno su di un punto: bisogna approfittare dell’occasione offerta dalle dimissioni del vicesindaco per ridistribuire le poltrone all’interno della giunta.
Al sindaco Gatti però, che in campagna elettorale aveva promesso – e poi mantenuto – di nominare un assessore per ogni partito della coalizione a prescindere dal numero di voti raccolti, non va certamente giù il dover fare marcia indietro. Ora ai tanti problemi da affrontare come l’assenza nel C.d.A. dell’ASI; la mancanza di dirigenti; il basso livello dei rapporti con il sindaco di Bari Emiliano; l’attesa della conclusione delle indagini che lo vedono implicato e la popolarità in caduta libera, ha dovuto aggiungere la brutta gatta da pelare della ridistribuzione delle deleghe assessorili e questo lo costringerà ad ammettere, controvoglia, che quella che appariva già come una amministrazione ad andamento lento è in completa paralisi.
Oggi, dopo quasi due mesi, “l’urgenza” sembra risolta; in questi giorni dovrebbe svolgersi una riunione di maggioranza durante la quale dovrebbero essere concordati i nominativi dei nuovi assessori (il condizionale è d’obbligo) e finalmente i modugnesi conosceranno quale catastrofe ha scelto per loro il sindaco Gatti.