AZZARDATE AFFERMAZIONI

N.B. Pubblico ora quello che era già “pronto” per essere pubblicato sabato mattina, il giorno da dedicare alla riflessione “preelettorale”. Nei giorni precedenti il clima “elettorale” si era già scaldato oltre misura e non volevo interferire più di tanto nella scelta del candidato sindaco da votare.
Lo pubblico ora, alle 15,05 di lunedì 5 ottobre dopo aver votato Nicola Bonasia sindaco, senza aspettare di conoscere il risultato.

Azzardate affermazioni

Ieri sera, negli ultimissimi minuti del suo ultimo comizio elettorale, il candidato sindaco Fabrizio Cramarossa si è lasciato andare ad alcune pesanti affermazioni su Nicola Bonasia, da lui più volte citato come “competitor” sindaco.
L’ancora consigliere comunale, Cramarossa, ha affermato che il nome dell’ing. Nicola Bonasia è inserito fra quelli delle persone coinvolte nel “processo”.
Soggetto, ormai e purtroppo, ai vuoti di memoria causati dall’età, sono ricorso all’aiuto della tecnologia e ho ricercato, fra i tanti file del pc, quello che poteva aiutarmi e ho trovato questo articolo scritto dalla Redazione di Sudcritica – noto ai più come mezzo di informazione dell’ancora sindaco Nicola Magrone – nel quale vengono elencati i capi di imputazione e le persone implicate in quel processo:
https://www.sudcritica.it/sudcritica-modugno/538-gli-associati-di-modugno-7-documenti
Ad una prima, veloce, lettura dell’articolo e dell’elenco degli imputati, non risulta sia inserito il nome del “competitor” sindaco Nicola Bonasia. Una lettura più accurata ha confermato tale primo esito, oltre all’assenza, trattando il processo esclusivamente casi di “reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio”, di qualsiasi riferimento a casi di abuso edilizio, come si è azzardato a dire ieri sera il consigliere Cramarossa.
Questa più accurata lettura mi ha spinto però a ricercare altri articoli di Sudcritica che potessero portare alla memoria gli avvenimenti di quei giorni ed ho trovato questo: https://www.sudcritica.it/politica/288-scandalo-a-modugno che mi fa dire che sarà molto interessante seguire quel “consiglio monotematico sul processo” che il consigliere Cramarossa vorrebbe si svolgesse dopo la sentenza e con la partecipazione di un “esperto” consigliere comunale, come il geometra Losole.
“Magari si fa” questo consiglio monotematico, sono in molti che se lo augurano.
L’altra incomprensibile affermazione di ieri sera, da parte del consigliere comunale Cramarossa, riguardava l’ipotetico conflitto di interesse con l’edilizia, in quanto ingegnere, del “competitor” sindaco Bonasia,
Mah, come a dire che l’operato di un medico è in conflitto di interesse con il mondo della medicina o come per lui, Fabrizio Cramarossa, che è stato consigliere dell’oleificio cooperativo di Modugno per oltre due anni, può esserci conflitto di interessi se parla di rivalutare gli oleifici modugnesi.
Non l’ho capita, sarà colpa del fatto, come ha asserito ieri sera il dott. Cramarossa – ma forse ho capito male – che anch’io, come tutti i modugnesi, sono afflitto da una specie di disagio mentale.
In ultimo fa tenerezza, il dott. Cramarossa, quando assicura che vuole stare lontano dai tribunali (di sicuro sa, come tutti, quanto costa un avvocato) e contemporaneamente, alludendo ad una prescrizione di reato, sottintende che il “competitor” sindaco Bonasia ne abbia usufruito in modo fraudolento; forse perché pensa che a Nicola Bonasia gli avvocati non costano?
Vabbè, capita di gridare a chi si fa prendere dalla vis polemica del comizio e usa parole e discorsi che a mente serena non utilizzerebbe mai. Sono sicuro che Fabrizio Cramarossa, data la sua intelligenza e preparazione professionale, saprà trovare, in queste ultime ore di campagna elettorale, il tempo necessario a riconoscere il suo errore e formulare le sue scuse al “competitor” sindaco Nicola Bonasia, senza dover aspettare di incontrarlo in occasione del primo consiglio comunale.

iella o sfortunate coincidenze?

Forse sono solo sfortunate coincidenze ma si diffonde sempre più la convinzione che i comizi di “Fabrizio Cramarossa Sindaco di Modugno” portino iella ai suoi sostenitori. Appena accenna a qualche questione a cui tiene in modo particolare, sulle stesse si addensano scuri nuvoloni accompagnati da rumorosi tuoni e fulminee reminiscenze.

Andiamo con ordine. Dopo lo sfortunato accenno alla “guerra dei market”, in uno dei suoi ultimi appuntamenti con i modugnesi, ha accennato al mondo delle cooperative edilizie (fra le quali la “coop. Guido Rossa 2”, che fa bene a dire che ha bisogno di un aiuto da parte dell’amministrazione) richiamando alla memoria dei presenti più attenti le questioni riguardanti gli espropri delle cooperative che hanno realizzato gli immobili alle spalle della chiesa dell’Immacolata. Espropri che, non regolarizzati come previsto dalle norme, ora costringono il comune e quelle cooperative a risarcire con qualche milione di euro i proprietari dei suoli occupati. Tutte le cooperative, esclusa, però, la Guido Rossa, (la prima, non la “2”) che non si capisce perché, unica fra le altre, ha visto accolta l’eccezione della prescrizione e che, pertanto,  solo il comune è stato condannato  al pagamento di oltre 400.000 euro per il suolo occupato. Circostanza questa che ha destato qualche perplessità nei soci delle altre cooperative. Perplessità che aumentano perché a questo proposito si aggiunge la questione scottante che riguarda i criteri per la formazione delle graduatorie delle cooperative edilizie; fatto, questo, non certo “fortunato” per alcuni imputati del processo del quale domani, 30 settembre, nelle aule del tribunale di Bari si celebra una nuova udienza.

Questa la questione: in un torrido 30 agosto 2012, il clima arroventato non solo dal solleone ma anche dalle sempre più allarmati notizie delle indagini a carico dei funzionari comunali e dei politici di loro riferimento, l’allora dirigente del settore urbanistica del comune di Modugno, in una RACCOMANDATA A MANO, protocollata con il n. 40761, indirizzata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, solleva dei dubbi sulle modalità di adozione ed approvazione, da parte del consiglio comunale, del regolamento per la formazione delle graduatorie delle cooperative edilizie. Regolamento approvato solo dai 17 consiglieri presenti nel CC del 21 luglio del 2008 e adottato dall’amministrazione Rana. Tale nuovo regolamento sostituiva quello approvato all’unanimità del CC del 7 dicembre 2005. Nella relazione, il dirigente, con riferimento alla Cooperativa Edilizia fra Lavoratori COEDIL a r.l. – collocata, per effetto del nuovo regolamento, dal 5° al primo posto della graduatoria – fa presente che la compagine sociale di quella cooperativa “comprende fra presidente e vari soci, soggetti aventi relazioni di parentela con persone indagate a seguito delle note vicende urbanistiche che interessano o che hanno interessato il comune di Modugno”.

Risulta, infatti, che il sig. S.R.S. Presidente e Legale Rappresentante della COEDIL, sia il figlio di un ingegnere già assessore all’urbanistica del comune; che il socio, V. L. (che attualmente è stato riconfermato consigliere comunale, primo degli eletti in una lista in appoggio al candidato sindaco Cramarossa) è figlio di un ex consigliere comunale in carica in quegli anni; e infine un altro dei soci della cooperativa, il sig. M.D. sia figlio di uno dei tanti assessori all’urbanistica che negli anni si sono succeduti nelle due amministrazioni Rana.

Forse, per evitare simili “sfortunate coincidenze”, il candidato Cramarossa farebbe bene ad affidare a qualcuno del suo gruppo l’esposizione di argomenti così delicati. Non a qualcuno di quelli che finora sono restati in ombra però.

Eccola di nuovo

Chi o cosa ha reso possibile questo imbarbarimento del confronto politico?

Alla fine degli anni 50, Chiaromonte, un paesino della Basilicata, (loro però preferiscono si dica “della Lucania”) diventa famoso, fra i politologi di tutto il mondo, per il libro di Edward C. Banfield, consigliere politico di tre presidenti repubblicani degli USA , Nixon, Ford e Ronald Reagan.
Il politologo americano, nel suo saggio The Moral Basis of a Backward Society (in italiano – Basi morali di una società arretrata) per trovare le cause della scarsa coscienza civile dei meridionali, del loro mancato sviluppo, della quasi inesistente capacità di partecipare alla modernizzazione capitalista,
analizza il particolarismo, la mentalità e i comportamenti dei cittadini di quel paese – che lui chiama Montegrano – e introduce un concetto diventato poi di uso corrente fra gli analisti politici “familismo amorale”.
Un concetto che l’autore usa per definire l’atteggiamento etico di quei paesani; non solo dei contadini e dei proletari ma anche della debole borghesia. I montegranesi anteponevano i loro vantaggi particolari, il “bene di se stessi” al bene della collettività. Atteggiamento dal quale Banfield fa discendere le politiche clientelari e la scarsa efficienza delle istituzioni pubbliche che affliggono ancora oggi i meridionali.

Modugno come Montegranaro?
Cosa rende impossibile lo sviluppo di quella coscienza civica la cui mancanza, a Modugno, ha devastato la politica della comunità modugnese?
Le triviali esternazioni degli ultimi giorni, il “lodevignottere” su facebook e i “vaffanculo” durante il consiglio comunale, propagati da una ben individuata e unica fonte, sono il segno della distruzione che tale familismo amorale, ben radicato a Modugno, riesce a determinare nella nostra città.
Quando nel 2013 l’attuale sindaco, avvolto nell’alone della incorrutibilità,  superò al ballottaggio l’altro candidato Saverio Fragassi – che poteva contare solo sulla sua onestà – in molti pensarono che a prevalere fra i due fosse stato il più qualificato.

Modugno, negli anni precedenti, era sprofondata nei meandri più bassi della cattiva amministrazione, del clientelismo, della corruzione; i modugnesi scelsero di porre un ex magistrato alla guida dell’amministrazione con la speranza che avrebbe posto rimedio a tali problemi.
Una speranza mal riposta? Gli ultimi sproloqui sembrano confermare che nulla è cambiato, forse addirittura tutto va peggio di allora.

La sapete l’ultima?

I modugnesi, come i contadini ignoranti nelle barzellette, vengono trattati come clienti buoni solo a sopportare le “pene” delle condanne.
Ai contribuenti modugnesi non vengono comunicati i pareri negativi formulati dai giudici amministrativi del TAR Puglia contro questa amministrazione. L’ultimo, speriamo non solo in ordine di tempo, è quello che ha visto condannare non gli amministratori comunali bensì tutti i contribuenti modugnesi al pagamento delle spese del procedimento, oltre all’onorario del legale designato da questa amministrazione a rappresentarci in giudizio.
Gli amministratori della cosa pubblica modugnese ci avevano “costituito” in giudizio contro la società “Habitat Costruzioni S.r.l.” che aveva presentato l’ennesimo ricorso contro questa amministrazione per vedere riconosciuti i propri diritti. Per maggiore chiarezza questo il link del TAR e quello della determina di conferimento incarico all’avvocato.
La vicenda che vede la comunità dei contribuenti modugnesi “soccombere” e pagare le spese dei vari ricorsi persi da questi amministratori, ha origini antiche.
Tutto inizia oltre 10 anni fa, con la volontà di un imprenditore edile locale di porre fine alle “interessate attenzioni” che subiva da parte di altri amministratori, politici e tecnici dell’epoca, che da tempo lo vessavano con richieste sempre più esose per porre fine agli “intralci tecnici” che impedivano, di fatto, la sua attività imprenditoriale. Per questo imprenditore, però, le indagini prima e gli arresti poi ai quali molti degli attuali imputati nel processo che ne è conseguito furono sottoposti, non gli hanno permesso di tornare a svolgere regolarmente la sua attività. Un altro “muro di gomma” gli è stato eretto intorno: le cavillose e capziose attenzioni riservate ai suoi progetti edilizi da parte dei responsabili all’urbanistica comunale nominati dall’attuale amministrazione. Cavillosità e capziosità sempre “condannate” dal Tar Puglia nelle sentenze sui vari ricorsi presentati dall’impresa.   

Non solo, anche in consiglio comunale sono state frapposte cavillose e capziose attenzioni alle legittime istanze dell’impresa. Vale per tutti il comportamento tenuto da un consigliere comunale del Pd locale –  in un consiglio  nel quale si discuteva proprio dell’oggetto dell’ultimo ricorso al T.a.r. vinto dall’impresa Habitat.

Il consigliere di opposizione, attualmente impegnato a proporre la sua persona come primo cittadino, inspiegabilmente soccorreva la responsabile del servizio urbanistica di questa amministrazione mettendole a disposizione la propria “memoria storica” riguardo alla vicenda; oltre a rimpinguare la scarsa documentazione in possesso degli uffici con vari documenti del suo archivio personale. Una “opposizione costruttiva” che ha permesso di rinviare per altri tre anni l’approvazione dello stesso progetto che oggi il T.a.r., ancora una volta, ha certificato essere legittimo.

Il 17 giugno scorso, i giudici del T.a.r. Puglia, nella loro sentenza, hanno assegnato, all’amministrazione, un termine di 60 giorni affinché provveda in modo espresso sull’istanza della società ricorrente Habitat (decorso inutilmente detto termine, nei successivi 60 giorni vi provvederà il Prefetto di Bari con tutti i poteri dei competenti organi di indirizzo politico e tecnici del Comune) e hanno “condannato”, tutti i contribuenti modugnesi, al pagamento delle spese del giudizio, liquidate in euro 700,00, oltre Iva, c.p.a. e rimborso del contributo unificato che vanno ad aggiungersi agli oltre 4.800 euro per l’avvocato difensore dell’ente.

In tutta questa vicenda il contribuente modugnese si sente come il cliente dell’avvocato nella barzelletta raccontata da Gigi Proietti, che chiedeva al suo difensore perché “se vinceva la causa a metterlo in c… all’avversario dovesse partecipare anche l’avvocato, mentre se perdeva sarebbe stato solo lui a prenderlo in quel posto”.

Anche i sindaci “vanno correndo”

Il dott. Paolo Marra ci ha inviato una sua riflessione.

Non solo i medici e gli operatori sanitari stanno lavorando per gli altri sacrificando la propria esistenza. C’è qualcun altro che corre da tutte le parti dalla mattina alla sera. Rischiando pure parecchio. Se non fisicamente, ma anche questo succede, di sicuro professionalmente e non di rado patrimonialmente.
Un grazie? Si, capita che se lo sentano dire; non sempre, ma qualche volta capita. Meno male. Molte di più sono però le volte che subiscono critiche. Anche aspre. Provenienti, generalmente, da chi fa poco e parla tanto, quasi sempre per esprimere sterile dissenso, quasi mai per dare una mano.
È la politica “minore”, quella dei Sindaci e degli assessori dei piccoli comuni che nessuno ascolta, che dispongono di poche risorse finanziarie e meno ancora umane peraltro in costante riduzione.
Quella dei Sindaci che dialogano con chi li ha eletti e pure con chi non li ha votati; no, non a distanza o, come si dice adesso, “on line”, ma proprio sull’uscio di casa previa scampanellata al citofono. E se l’argomento non si esaurisce lì, anche strada strada nel tragitto casa – palazzo municipale.
Dove, ogni santo giorno, trovano sulla scrivania Gazzetta ufficiale. E circolari. E risoluzioni. E note dalla Prefettura. E richiami dalla Ragioneria generale dello Stato se non direttamente dalla Corte dei conti. Di tutto, purché serva a complicar loro la vita. Spesso inutilmente.
Sono quelli che in caso di emergenza possono farsi aiutare da 4/5 vigili urbani si e no e, se è proprio necessario, da altrettanti “volontari autentici” della pro loco.
Hanno capito, ben presto in verità, che al partito al quale sono iscritti è meglio non chiedere niente. Lí dentro, infatti, sono interessati a ciò che fanno solo per verificare, ed eventualmente tagliar loro le gambe, se per caso stanno alzando un po’ troppo la testa travalicando i confini del paese.
Ah sì, certo, continuano a percepire l’indennità, ma evitano di suddividerla per il numero di ore lavorate e così evitano pure di auto interrogarsi: “chi me lo fa fare?”
Donne, il più delle volte! Elette, un po’ a sorpresa, mettendo in riga tutti i capobastone locali, increduli perché bastonati essi stessi alle ultime elezioni.
Le vedi, in questo triste periodo, che arrivano a sera stanche, angosciate, stremate.
Ma niente paura. Si sa: domani mattina, quando il gioco si farà ancor più duro, scenderanno regolarmente in campo.

Paolo Marra