Vito Paparella (SEL) risponde a Fedele Pastore sul dimensionamento scolastico a Modugno

altA riscontro della nota del Prof. Pastore, da voi pubblicata, relativamente al tema del dimensionamento scolastico e della ipotesi di accorpamento in Istituti Comprensivi delle attuali scuole operanti sul territorio comunale, sento il dovere di intervenire per esprimere un’opinione diversa dalla sua per sottolineare alcuni elementi di condivisione del suo pensiero.

Come già più volte ribadito dall’Assessore alla Pubblica Istruzione dott.ssa Di Ronzo, la proposta iniziale dell’Amministrazione prevedeva un dimensionamento a quattro fondato, come Lei cita, sul criterio della specificità territoriale. A differenza di quanto Lei afferma, tale proposta è stata discussa e posta al vaglio dell’intera compagine amministrativa (maggioranza e opposizione), dei Dirigenti Scolastici e dei Consigli di Circolo (dei quali Le consiglio la lettura dei verbali di assemblea), delle Rappresentanze Sindacali e del territorio. Rispetto al rischio di burocratizzazione e di difficoltà organizzativa che Lei paventa, ritiene forse che i suoi colleghi, Dirigenti Scolastici ed Insegnanti, non avessero contezza della materia trattata? In particolare, al quartiere Cecilia, per il quale la prima proposta prevedeva l’istituzione di un istituto comprensivo (che sarebbe stato il quarto istituto comprensivo), si è tenuto un incontro fra l’intera Giunta, la Dirigenza scolastica, gli insegnanti ed i genitori degli alunni durante il quale è emersa con forza la contrarietà delle parti intervenute all’istituzione di un Istituto autonomo e la volontà di consolidare il rapporto esistente con la scuola media del centro cittadino che ha attive sezioni distaccate.

Come vede, diversamente da quanto afferma, né la politica è rimasta silente, né la proposta è stata costruita ed impacchettata da una casta ristretta: al contrario, come è abitudine della parte politica di riferimento dell’Assessore Di Ronzo (SEL) e dell’Assessore stesso, si è avviato e portato a termine un percorso di condivisione e partecipazione larga che ha determinato una conclusione diversa da quella prospettata dall’amministrazione (quattro istituti comprensivi) della quale non si poteva non tenere conto. Tenga, inoltre nella dovuta considerazione il fatto che, negli scorsi anni si è inteso aumentare la popolazione scolastica invogliando all’iscrizione utenza non Modugnese attraverso l’offerta di servizi che oggi non è più possibile sostenere economicamente (per esempio, il trasporto scolastico). Ciò determinerà nel futuro immediato un calo del numero della popolazione scolastica (circa 300 alunni provenienti dal Comune di Bari). L’Assessorato Regionale competente, deputato a decidere, è a conoscenza del percorso attivato a Modugno e trarrà le conclusioni che riterrà più opportune sicuramente tenendo conto delle esigenze emerse da parte dei cittadini e della proposta iniziale dell’Amministrazione comunale.

La verità omessa, a mio avviso, è che nel recente passato, pur conoscendo le indicazioni legislative in materia, non si è provveduto a redigere ed attuare un piano di edilizia scolastica guardando al territorio che avrebbe consentito, oggi, di ragionare in maniera differente sul dimensionamento rispettando più il pensiero dell’allora Ministro Berlinguer (rendere effettiva la continuità didattica nella scuola dell’obbligo), che quello dei Ministri Moratti, Gelmini e Tremonti (risparmiare tagliando risorse alla Pubblica Istruzione). Infatti solo in presenza di una programmazione a monte, che è mancata nel recente passato, sarebbe stato possibile ragionare, come lei sostiene, anche rispetto ad una ipotesi di previsione di 5 istituti comrensivi. Oggi, pare poco rispondente alla realtà modugnese paventare ipotesi di tal genere anche in virtù del fatto che a lei non sfugge certo il dato che Modugno ha attive solo tre scuole medie (ogni istituto comprensivo deve far capo ad una scuola media). Lei si chiede se era possibile fare meglio: io Le rispondo sicuramente si, se la situazione ereditata fosse stata differente.

(nota scritta da Vito Paparella, coordinatore cittadino SEL – Modugno)

L'opinione di Massimo Angiulli sul ridimensionamento scolastico a Modugno

Massimo Angiulli - facebook

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In merito al tema del dimensionamento scolastico il sottoscritto ritiene inopportuno che sia l’amministrazione comunale a decidere senza il contributo utile e necessario dei protagonisti della scuola modugnese. In particolare del tavolo permanente vigente e mai attivato. In esso infatti tutte le figure operanti nel mondo della scuola sono rappresentate.

Ma ancor più le decisioni di tale portata storica e rivoluzionaria che mal si conciliano con la fretta, l’urgenza e la necessità solo di tagliare risorse, ma poco danno di reale beneficio alla scuola tutta, andrebbero concordate e conciliate con le esigenze di tutti. Anche alla luce del parre dell’Assessora dott.sa  DI RONZO che in una pubblica riunione con gli operatori della scuola ha dichiarato la sua volontà ferma per l’istituzione di 4 comprensivi per poi essere sconfessata il giorno dopo da una dipendente dell’ufficio che comunicava per le vie brevi ,agli operatori scolastici presenti a quell’incontro, che la Giunta comunale si era indirizzata invece sui 3 comprensivi. Tutto questo è strano poco chiaro ed ambiguo e lascia spazio a mille dubbi ed ipotesi frutto di superficialità, pressapochismo e interessi diversi da quelli per cui si sta discutendo. Lo dimostra anche l’atteggiamento mostrato dall’amministrazione comunale per altre necessità legate ai servizi da garantire alle scuole del territorio(vedasi mense,trasporti,strutture,sicurezza ecc…)Si parla di risorse ma si dimenticano le PERSONE,GLI ALUNNI LE FAMIGLIE…..  Si deve tener conto,secondo me,In primis del parere dell’utenza e cioè delle famiglie,degli insegnanti e poi dei dirigenti scolastici che insieme all’amministrazione,che poco sa e A CUI MOLTE VOLTE la politica richiede POCA COMPETENZA ,può decidere senza fare scelte errate e poco legate alle esigenze del territorio. Tra l’altro il termine richiesto dalla Regione Puglia non è né perentorio,né sanzionatorio e quindi tale scelta può tranquillamente farsi con tempi più adeguati ed opportuni a far sì che si possa partorire una decisione più adeguata e condivisa da tutti. Quindi il sottoscritto anche in qualità di Presidente del Consiglio ma soprattutto  da genitore richiede una deroga nei tempi almeno sino al 30 marzo 2012,termine successivo alla scadenza delle preiscrizioni, per decidere su basi e dati di fatto più certi e richiede immediata convocazione del tavolo permanente con la presenza necessaria delle famiglie e degli insegnanti di ogni ordine e grado.
Scelte che si possono fare nei prossimi tre anni con adeguata e necessaria modulazione,per il bene e il miglior uso e fruizione del servizio per garantire a tutti il diritto allo studio previsto dalla Costituzione e per garantire a tutto il territorio di ricevere una formazione di qualità,con continuità e didattica e non solo destinato a far ancor più e sempre la didattica una scuola di burocrati,amministratori,contabili e esecutori di ordini amministrativi della politica che nulla ha e deve avere a che fare con l’educazione e la formazione delle generazioni future della nostra città.

Dimensionamento rete scolastica a Modugno

altRiceviamo e pubblichiamo quanto ci è stato inviato dal prof. Fedele Pastore.

Con l’approvazione della delibera sul dimensionamento della rete scolastica modugnese, la Giunta Comunale si è assunta una grande responsabilità nei confronti di migliaia di utenti fruitori e di operatori del servizio scuola nel nostro Comune.
Si è trattato certamente di un’operazione laboriosa e complessa che doveva tener conto di tante esigenze di tanti, ma il ruolo della politica e quello degli amministratori risiede nel salvaguardare gli interessi più ampi, quelli di un’intera comunità. E ridurre a soli tre istituti, comprensivi di scuola materna, elementare e media, dai sei attualmente funzionanti, l’organizzazione e la direzione delle attività delle scuole, appare contraria ai principi di buona funzionalità e controllo di un servizio che deve avere l’ambizione di far crescere, di formare una popolazione di oltre 4600 alunni. Tanti sono quelli attualmente frequentanti le nostre 14 scuole cittadine. E, quindi, non è per nulla fuori luogo ipotizzare serie difficoltà nella formulazione di orari delle attività didattiche mattutine e pomeridiane, controlli di sedi distaccate, assenze quotidiane, utilizzi di ambienti scolastici ecc. ecc. Ogni scuola, ogni dirigente scolastico avrà, quindi, il compito di sovrintendere all’organizzazione di un servizio per circa 1500 alunni, una addirittura per oltre 1600, alla “distribuzione” di personale docente e non docente nelle varie sedi, ai rapporti con le famiglie, alla salvaguardia di suppellettili e tecnologie in dotazione e tanto altro.

 

Senza dire di graduatorie d’istituto con docenti e non docenti che verranno dichiarati perdenti posto o “spezzonisti” e che dovranno “pellegrinare” da una sede o da una scuola all’altra con tutto quel che ne consegue in fatto di orario di lezione, di continuità didattica e di stress degli insegnanti o di quanti altri coinvolti. Ma non è tutto. Le finalità degli atti regionali mirano, attraverso gli istituti comprensivi, a “sburocratizzare” la gestione delle scuole. Nella fattispecie, così non sarà se si pensa a ciò che avverrà, nella prospettiva, quando non vi sarà corrispondenza di riversamento di iscrizioni dalla scuola materna a quella elementare, alla media.
Si poteva fare meglio? Certamente si potevano prevedere almeno quattro, se non addirittura cinque istituti comprensivi proprio in considerazione di quello che la legge prevede quando si riferisce alle specificità, alle caratteristiche socio-economiche di un territorio. Non si è voluto guardare a quel versante. Purtroppo.
E tutto ciò è avvenuto – va tristemente constatato – nel totale silenzio delle forze sindacali, delle forze politiche. Di quelle imprenditoriali che dovrebbero guardare con attenzione al mondo della scuola su cui si reggerà il benessere e la crescita futuri della nostra comunità.

Come mai è potuto accadere tutto questo? Una ristretta “casta” ha approfittato del problematico contesto in cui versa l’Amministrazione Comunale? Il dott. Giovanni Lacoppola, direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale si esprimeva duramente giorni or sono su una nota testata giornalistica: “in alcuni comuni è prevalso il clientelismo, rispondente esclusivamente alle logiche delle lobbies professionali e politiche, a discapito degli interessi degli studenti, delle loro famiglie, del personale ATA e della scuola nel suo complesso”. E qui a Modugno cosa è avvenuto?
Nella malinconica convinzione che non siano stati considerati gli interessi dei cittadini modugnesi, rimane solo l’auspicio che gli organismi tecnici e politici della Regione Puglia, più volte sensibili alle problematiche scolastiche della nostra città, pongano l’opportuno e indispensabile rimedio a ciò che è stato deliberato.

Modugno 05/01/2012

Gatti come Rana?

altDalle sedi dei partiti che compongono la maggioranza dell’amministrazione Gatti giungono segnali inquietanti.

Quello che negli anni di amministrazione Rana era diventata una prassi per il centro sinistra e cioè: l’entrare in crisi, il discutere su come superarla ed infine varare un nuovo elenco di assessori per andare avanti un altro po’ di tempo prima di: un’altra crisi, altre discussioni ed ancora altri assessori e così via, sembra stia per ricominciare. Il PD modugnese, oggi come allora primo partito della maggioranza, continua a dimostrare di non essere in grado di assumerne la guida.

Sembra stia avvenendo proprio il contrario di quello che nel giugno del 2010, dopo l’ennesima crisi della giunta Rana, il suo segretario cittadino si riprometteva – “non lascerò sfibrare, svuotare ed avvilire questo pd di modugno in estenuanti ed interminabili trattative o rincorse dietro le singole ambizioni di una vecchia logica di visibilità o di potere”. Per tutti gli italiani si prospetta un lungo periodo di sacrifici: disoccupazione, aumento delle tasse, riduzione del potere di acquisto e di sicuro, per i modugnesi, affrontare questa crisi senza un governo cittadino che sappia affrontare le emergenze che si creeranno a breve per la riduzione delle risorse da destinare ai più sfortunati, all’assistenza ai disabili, ai servizi per gli anziani sarà ancora peggio.

Ritrovarsi dopo appena sei mesi con un sindaco in balia di qualche consigliere con il mal di pancia, con un vicesindaco dimissionario, con l’ufficio tecnico che sembra essere diventato il porto delle nebbie in cui i tecnici e gli operatori attendono le sentenze del TAR per orientarsi nel disbrigo delle pratiche a loro affidate. Non basta la buona volontà per essere dei bravi amministratori, per fare il sindaco non basta vincere le elezioni e questo Mimmo Gatti lo ha capito; ora caro sindaco tiri fuori le sue doti nascoste e si attrezzi per governare la città, metta in pratica il proposito del segretario del partito da cui si è sospeso “…la democrazia e la partecipazione corrono sempre il rischio dell’inquinamento ma i giochetti offendono ancor di più la dignità e l’intelligenza degli iscritti di un partito che sia capace anche di scelte impopolari ma fedeli ai valori del centrosinistra e, talvolta, scelga anche di perdere, conservando la propria dignità (….) la strategia politica non mascheri il mercimonio (….) il compromesso non venga elevato al rango di mediazione, arte sempre da esercitare con la massima oculatezza e il massimo confronto“.

Poi se proprio non ci riesce faccia il bel gesto di andarsene a casa portandosi dietro i suoi “compagni” di sventura. Farsi ricordare per un gesto così eclatante sarebbe senz’altro più dignitoso che ripetere la lunga agonia dell’amministrazione che l’ha preceduta.

Dimissioni del vicesindaco, crisi o rilancio?

altCon le dimissioni di Filippo Bellomo verrà meno la coesione politica dell’attuale maggioranza? Il sindaco Gatti a chi affiderà l’incarico di vicesindaco? Saranno necessarie lunghe contrattazioni fra i vari referenti dei partiti che compongono l’attuale maggioranza o sarà l’UDC a comunicare il nominativo del nuovo vicesindaco? E manterrà la delega alle attività produttive o ci sarà una ridistribuzione degli incarichi?

Le modalità con le quali saranno date le risposte ai tanti interrogativi suscitati dall’uscita di scena di Filippo Bellomo daranno la misura definitiva delle qualità politiche dell’attuale maggioranza. Tempo per dimostrare di essere in grado di governare la città, il sindaco Gatti e i partiti che lo appoggiano, ne hanno avuto ma i risultati non sembrano all’altezza delle aspettative di quanti hanno votato per loro. La mancanza di iniziative e di risultati denunciata dall’ex vicesindaco è causata dalla crisi che ormai pesa su tutta l’Europa o è dovuta a carenze della maggioranza? L’estromissione dal consiglio di amministrazione dell’ASI del rappresentante del comune di Modugno non è un fatto da poco però iniziative in merito non se ne vedono, ha ragione quindi Bellomo quando dice che l’amministrazione è ferma?

I partiti e i movimenti politici che compongono la maggioranza sono gli stessi che compongono la maggioranza alla regione Puglia con in più, a Modugno, L’UDC di Peppino Longo che a Modugno è nato e ci vive; allo stato attuale però non sembra che l’amministrazione Gatti ne abbia saputo trarre alcun vantaggio. Non è solo Bellomo che dice che questa maggioranza non funziona. Questa maggioranza, ha ricevuto dagli elettori il mandato a governare per cinque anni la città; deluderà i propri elettori dimettendosi, come ha fatto Filippo Bellomo, dando così ragione a quanti ne criticano l’operato o approfitterà dell’attuale momento di crisi per attrezzarsi ed operare per dare alla città quelle risposte di cui l’ex vicesindaco denuncia la mancanza? Il sindaco Gatti saprà rimediare alle evidenti lacerazioni interne del suo partito e ricreare le sinergie che tanto gli sono state utili in campagna elettorale?

Il PD coinvolgerà i consiglieri regionali che hanno contribuito alla nomina a sindaco di Mimmo Gatti e presentare un fronte unico per rimediare allo scippo dell’ASI perpetrato a danno dell’intera città di Modugno dal sindaco di Bari Emiliano? Insomma l’azione di Bellomo è il segnale di inizio della crisi politica di questa giunta o le sue dimissioni da vicesindaco sono l’onesta ammissione dei propri limiti? Si è dimesso perché la giunta non funziona o perché ha capito di non avere le capacità che la gente gli attribuiva? E il sindaco Gatti darà ragione a Bellomo dimettendosi o rilancerà l’azione politica della maggioranza dandogli torto? In entrambi i casi finalmente saranno date delle risposte.