Come voteranno i modugnesi

Fra qualche ora andremo a votare e lunedì mattina ci diranno come abbiamo votato. Il voto personale di ogni elettore sarà inglobato in quello totale del seggio elettorale in cui ha votato, che a sua volta sarà compreso in quello comunale e così via fino al totale generale che stabilirà chi andrà ad occupare la poltrona a Bruxelles. Saremo inondati da percentuali, da dichiarazioni di vinti e vincitori, da commenti ed opinioni; non necessariamente in quest’ordine ma sicuramente per molte volte. La quasi totalità dei candidati che avremo votato non ce la farà; alla fine però rimarrà in ogni singolo elettore la convinzione di aver votato il candidato o il partito migliore. Analizzando i risultati europei e nazionali sapremo come sarà la nostra vita in futuro. Esaminando i dati su base regionale e provinciale cominceremo magari a scorgere l’orientamento elettorale dei pugliesi per le prossime elezioni regionali, ma l’argomento principale di discussione a Modugno nei prossimi giorni riguarderà l’incidenza che avrà avuto l’amministrazione Magrone sul voto dei modugnesi. Nelle elezioni politiche dello scorso anno oltre un terzo dei modugnesi ha votato per il movimento 5 stelle; tre mesi dopo gli stessi elettori che avevano votato il movimento di Beppe Grillo mandano il candidato sindaco Magrone a partecipare al ballottaggio contro Saverio Fragassi. L’influenza della classe politica locale sulle elezioni politiche è sempre stata notevole qui da noi. Notevole fino al punto di ottenere a Modugno risultati diametralmente opposti a quelli del resto d’Italia, determinati in larga parte dal “livello” dei componenti – sindaco, giunta e consiglieri – dell’amministrazione che reggeva il comune in quel periodo. Come andrà il voto in Italia è difficile prevederlo; certamente però a Modugno sarà interessante.

Sincronismo amministrativo

Con straordinario tempismo l’amministrazione Magrone annuncia l’avvio del progetto “Modugno green city”;

 

nemmeno dieci giorni fa il Pd locale, in un comunicato stampa, evidenziava come in sei mesi la percentuale di raccolta differenziata sia diminuita di un quarto passando dal già scarso 15,49% dell’anno scorso al vergognoso 11,92 attuale ed oggi il sindaco comunica già di aver raggiunto un accordo con una società che si occupa di raccolta differenziata. Del resto già in altre occasioni il sindaco Magrone ha mostrato di padroneggiare l’arte della scelta dei tempi. Dalla vicenda della Ecofuel all’interramento dell’elettrodotto al quartiere Cecilia o con il prolungamento del tratto ferroviario al San Paolo riesce sempre ad occupare la scena finale. Con perfetta sincronizzazione riesce a far coincidere l’uscita dei comunicati della sua segreteria con l’apice dell’attenzione creata dalle varie lamentele, proposte e proteste dell’opposizione. Come il mitologico titano figlio del cielo e della terra Magrone comanda i tempi che questa amministrazione deve rispettare per risolvere i problemi che lui, come tutti gli altri candidati a sindaco in campagna elettorale, ha promesso di risolvere. Si scommette già che a breve strabilierà ancora i modugnesi annunciando la ripresa del monitoraggio della qualità dell’aria – “temporaneamente sospeso” da marzo – o la variante al P.R.G. per la realizzazione del parco urbano sui suoli della Italcementi, visto il rumoreggiare che il Pd fa su questi argomenti. L’opposizione invece brucia i tempi e nel giro di qualche minuto dall’apparire dei comunicati della segreteria del sindaco invade gli scarsi spazi dei social per porre interrogativi e commenti. Qualche interrogativo viene posto addirittura telefonicamente: “ma lasciando raccogliere gratuitamente le bottiglie di plastica, le lattine in alluminio e i contenitori dei detersivi a questa cooperativa – che nessuno conosce e senza alcun bando di gara – non viene a cessare l’eventuale riscossione del corrispettivo dovuto dalla ditta che attualmente espleta il servizio di raccolta della cosiddetta differenziata?”

“Perché – viene chiesto – se questa Sourceland è disposta a concedere in comodato d’uso gratuito tre eco compattatori in cambio dei materiali riciclabili vuol dire che si guadagna molto con la differenziata e allora perché ultimamente è stato affidato il servizio di raccolta della differenziata ad una ditta diversa da quella che fa la raccolta completa? Anche questa lo fa gratis? o paga? e se paga quanto paga e perché adesso non ci devono pagare più?”

chi controlla quanti chili di differenziata raccolgono?

“non ho mai visto nessuno controllare, quando raccolgono la differenziata, se viene portata tutta alla ditta o se si perde qualcosa per strada e quindi ne arriva di meno e per questo le percentuali diminuiscono, perché conviene a chi raccoglie dire che è tutta mischiata, però il comune non controlla quanta immondizia viene raccolta e non controlla la bilancia alla discarica?”

In “sintetica” sintesi.

Segnali di debolezza da IGsC

L’inusuale accettazione del “suggerimento” presentato da F.d’Italia-An di sorteggiare fra i disoccupati i nomi degli scrutatori per le europee; l’affanno con il quale in aula riesce a bocciare le numerose proposte presentate dalla pur brancaleonica minoranza; le lamentazioni di vari consiglieri che chiedono un maggiore coinvolgimento nella “gestione del bene comune” fanno dubitare sulla tenuta della maggioranza in consiglio comunale.
IGsC nel suo comunicato stampa, ribaltando sull’opposizione la responsabilità di aver fatto venir meno il numero legale necessario per lo svolgimento del consiglio comunale del 16 aprile, dichiara esplicitamente che in quella occasione la maggioranza non aveva i numeri per approvare “quegli importanti regolamenti in materia urbanistica” la cui promessa utilizzazione come strumenti di moralizzazione urbanistica “sta letteralmente terrorizzando i soliti uomini e ceti di affari”. Quali affari e quali uomini però non ci è dato sapere e uno dei motivi per cui questa maggioranza è diventata tale è quello che in campagna elettorale era stato promesso di fare luce sulle numerose “oscure iniziative” presentate al secondo piano di via Rossini.
Dichiarare che l’opposizione agisce con “insistita spregiudicatezza” e “opera a Modugno unicamente per porre ostacoli all’amministrazione” tentando ogni volta di far venir meno il numero legale, rafforza ancora di più la convinzione che il sindaco Magrone non sempre può contare su tutta la maggioranza.  
Se i consiglieri di minoranza, seppur divisi e in conflitto fra loro, “invece di contribuire al dibattito democratico” (restando in aula per assicurare la bocciatura delle proprie proposte?) tentano di fermare l’attività dell’amministrazione, fanno quello che tutte le opposizioni “democratiche “ fanno; se “applicando tatticismi frutto di una vecchia politica e di vecchi partiti” cercano di far saltare l’amministrazione è proprio perché hanno “interesse per i reali bisogni del paese”.
Se il sindaco Magrone, invece di chiedere all’opposizione una “critica costruttiva”, facesse luce sui nomi dei terrorizzati soliti uomini e sui loro affari – aggiungendo i nomi e gli affari che stanno a cuore di chi gli fa venir meno il numero legale – farebbe quello che ha promesso in campagna elettorale: “rendere Modugno una città giusta secondo la costituzione”.

Le spine del cardo

Dopo un “bisindaco” inamovibile e un sindaco “Highlander” rimasto alla fine “solo uno”,

Modugno si ritrova ad avere come sindaco quello che, stravolgendo una frase del compianto Don Nicola Milano, sembra un “cardo selvatico che irto e solo s’erge, signore di Modugno”.
Se i suoi predecessori “brillavano” per qualche iniziativa ritenuta “oscura”, al sindaco attuale imputano l’oscura teleconduzione di brillanti annunciatori consiliari.

Nicola Magrone viene visto, dalla minoritaria rappresentanza consiliare, come l’onopordum illyricum (onoporno maggiore – che se lasciato crescere indisturbato si impadronisce di tutto il terreno, creando inattraversabili giungle) e affermano che, proprio come il suddetto cardo, politicamente, concede solo radici, foglie, coste, midollo del fusto, capolini e qualche profondo quesito. Come quello che impegna da giorni l’intera politica modugnese: ma secondo voi quelli che hanno dichiarato in un comunicato stampa che il “già parlamentare e oggi Sindaco affida la mera lettura di scarne e scarse proposte di provvedimenti, (di testi preconfezionati), a teleguidate signorine buonasera”, lo hanno fatto “con tutto il rispetto per la figura femminile”, sì o no? È dal 23 aprile scorso che si parla solo di questo ed ad essere sinceri non se ne può più di discutere su “quanto sia greve e sessista apostrofare come signorina buonasera la più giovane di tutti i consiglieri” mentre si ha netta, invece, la sensazione che tutta la discussione sia un artificio per distogliere l’attenzione da quanto i consiglieri di minoranza affermano nel comunicato e cioè:
– i consiglieri assenti il 16 aprile avevano già espresso, in una comunicazione protocollata alcuni giorni prima, le loro perplessità in merito ad alcuni provvedimenti dell’amministrazione;
– il conseguenziale sfaldamento della maggioranza;
– che è per questo che Il 16 aprile la maggioranza non aveva i numeri per riunirsi;
– i provvedimenti all’ordine del giorno del 16 aprile, propagandati dal sindaco come strumenti di moralizzazione urbanistica, sono adempimenti richiesti da una legge regionale che ne impone l’adozione e che potevano essere già adottati da tempo, senza costi per la comunità;
– che data l’inconsistenza dell’azione amministrativa la coalizione del sindaco non è in grado di governare la nostra città;
– la pomposità autoreferenziale della propaganda pagata con soldi pubblici ha del ridicolo;
– e che speriamo tutti che da quel ridicolo non venga ricoperta la città intera.

Fra le prerogative che ognuno ha vi è quella di non rispondere alle domande e il sindaco lo sa bene; ciò non toglie però che la carica che ricopre prevede l’onere di rispondere, personalmente, agli interrogativi di carattere politico che gli vengono posti; tanto, in ogni caso, sempre spine di cardo saranno.

Quattro ore per dire che sono d’accordo

Questo è il tempo che ci hanno messo per “dichiarare” di essere d’accordo;

certo negli ultimi minuti c’era ancora chi veniva informato di non aver capito e chiedeva se per questo motivo dovesse ritenersi “deficiente” ma, alla fine, grazie alla “piacevole” ripetizione di quanto già detto dal sindaco, i rappresentanti della maggioranza sono riusciti a spiegare finalmente in modo chiaro due cose essenziali: 1° che nella dismessa cementeria l’amianto c’era e c’è ancora e 2° che le tonnellate di amianto portato via “forse” non sono state asportate con i giusti criteri di sicurezza; ed è su quel “forse” che si è discusso a lungo. Il consigliere di maggioranza Ragnini, primo firmatario della richiesta di un consiglio comunale che discutesse del caso cementeria, proponeva nel suo atto di indirizzo (alla fine ritirato con unanime approvazione) la sospensione dell’abbattimento della fabbrica fino all’accertamento della regolare procedura dei lavori di demolizione.
In un primo momento l’atto di indirizzo proposto dal consigliere Ragnini sembrava non dovesse essere accolto in quanto non protocollato nei tempi utili (tre giorni prima), ma grazie alla benevola intercessione del sindaco che, pur rimarcando l’irritualità della procedura, si diceva favorevole a tale tardivo accoglimento, è stato possibile per il “verde” consigliere comunale leggere in aula, a beneficio del pubblico e dei consiglieri presenti (tutti), il suo “atto di indirizzo”. Sicuramente incoraggiata dalla indulgente concessione al consigliere Ragnini anche la sua collega Longo ha presentato un atto di indirizzo non preventivamente protocollato, senza per questo incorrere nella reprimenda della presidenza.
La relazione in premessa di tale atto di indirizzo, successivamente adottato e fatto proprio dall’intero consiglio comunale, è apparsa subito, anche ai meno attenti, frutto di una lunga ricerca svolta da più persone e che ha potuto contare sull’apporto autorevole di professionisti che hanno potuto raccogliere le informazioni (quelle non misteriosamente sparite) presso gli uffici di varie amministrazioni.
Molto significativa l’enunciazione da parte del sindaco della sua ferma volontà di non procedere alla formalizzazione di una ordinanza sindacale per il blocco dei lavori di demolizione dei manufatti della cementeria, non essendo serio il chiedere di bloccare tali lavori dopo che le precedenti amministrazioni ne avevano concesso le varie autorizzazioni; ed è proprio questo riferimento alle vecchie amministrazioni che è diventato il tema sotterraneo, oscuro della discussione: noi ci siamo da poco, l’amianto c’è sempre stato mentre un vostro assessore addirittura ha detto il contrario e lo ha detto in un modo per cui è stato necessario consultare la maggior parte della letteratura italiana per capire cosa avesse detto – a questa ironica tirata ha fatto il paio un’ironica enunciazione di auguri sull’utilizzo di un fantomatico “tesoretto”, ammonticchiato dalla presente amministrazione che potrebbe essere usato per l’acquisto dell’area della cementeria per poi trasformarla in un parco urbano.
Il parco: altro argomento sul quale sono tutti d’accordo e unanimemente ne auspicano la realizzazione; salvo poi dibattere, contrapponendosi sui due fronti, sul come realizzarlo. Il sindaco dice – e molti della maggioranza piacevolmente ripetono – che è possibile determinare, da parte della sua amministrazione, il cambio di destinazione urbanistica dell’intera area o quanto meno usare tale prospettiva come forte argomento di contrattazione in un futuro incontro con la proprietà della cementeria, ed invece, dall’opposto schieramento, si avanzano dubbi sulla fattibilità di quanto più volte asserito ma sono d’accordo che è una “pensata” intelligente
Tutti sono d’accordo che l’amianto c’è; tutti sono d’accordo sul fatto che “forse” i controlli sui lavori di smantellamento sono inadeguati; tutti sono d’accordo che bisogna fare il parco; tutti sono d’accordo sull’utilità di discutere su tutto questo; ma è proprio necessario riunirsi ed impiegare tanto tempo per dirsi d’accordo?