Nelle elezioni amministrative si vota contemporaneamente sia per il sindaco sia per i componenti del consiglio comunale. Il nome di ogni candidato sindaco è collegato al simbolo di una o più liste di candidati a consiglieri comunali e l’elettore vota una lista e un candidato sindaco.
Votando il sindaco e le liste associate si dà la possibilità ai suoi sostenitori, che si presume abbiano idee simili, di avere la maggioranza anche in Consiglio Comunale.
Una volta eletto il sindaco nomina i suoi collaboratori nella gestione amministrativa: gli assessori della giunta comunale, il vicesindaco, il segretario comunale, i responsabili degli uffici e dei servizi comunali, oltre ai propri rappresentanti presso gli enti di cui il comune è socio (aziende, consorzi, associazioni, fondazioni, cooperative..).
Il mandato del sindaco dura 5 anni ma può decadere prima per vari motivi: proprie dimissioni; scioglimento del consiglio; mozione di sfiducia promossa almeno da due quinti dei consiglieri comunali e votata dalla maggioranza assoluta dei consiglieri per appello nominale; condizioni di incompatibilità con la carica di sindaco.
Il sindaco è il capo del “potere esecutivo” locale, si occupa cioè di decidere come dare attuazione ai progetti e alle pianificazioni deliberate dal consiglio comunale.
Lo strumento operativo del sindaco è l’ordinanza, un provvedimento del tipo “comando” o “divieto” di fare qualcosa, mentre la delibera è della giunta.
Si adottano ordinanze normali per dare attuazione pratica a leggi e regolamenti e ordinanze d’urgenza che il sindaco prende per affrontare un pericolo imminente che mette a rischio l’incolumità dei cittadini o la sicurezza pubblica e che non può essere affrontato con la legislazione ordinaria come le emergenze sanitarie, igieniche ecc. Poiché tali ordinanze sono legate a un’urgenza si caratterizzano per la loro temporaneità e devono essere dettagliatamente motivate.
Il sindaco oltre a condividere le competenze della giunta comunale, che presiede e coordina, agisce direttamente per le competenze che spettano per legge alla sua persona. Come Ufficiale del Governo adempie ad alcuni servizi che sarebbero in realtà di competenza statale, come l’organizzazione delle consultazioni elettorali, i servizi di anagrafe e statistica, gli atti in materia di ordine pubblico e sicurezza (il comandante della Polizia Municipale risponde dei suoi atti direttamente al sindaco, che gli impartisce le direttive generali e vigila sul suo operato);
Organizza gli orari dei servizi pubblici e degli esercizi commerciali, modificandoli anche laddove vi siano esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, della quiete, problemi di traffico o inquinamento. Infine, ma non per importanza, il sindaco opera con tutto ciò che lo statuto gli affida direttamente come per esempio gli espropri, le concessioni edilizie, i gemellaggi, i consorzi ecc.
A partire dal 2008, in risposta alla percezione di diminuita sicurezza da parte dei cittadini e all’impotenza, lamentata dai sindaci, di poter incidere con efficacia sulla sicurezza urbana nelle loro città la legge ha ampliato i poteri di ordinanza del sindaco. Il sindaco poteva emettere “solo” ordinanze per fatti imprevedibili al fine di difendere l’incolumità dei cittadini, introducendo la tutela della sicurezza urbana, da allora, è consentito al sindaco di emettere ordinanze anche su temi quali prostituzione, tossicodipendenza, accattonaggio, abusivismo e decoro urbano (decreto Maroni). Trasformando la dicitura “ordinanze urgenti” in “ordinanze anche urgenti”, il sindaco è stato legittimato a emettere atti su temi che per il loro carattere strutturale non presentano chiaramente caratteristiche di imprevedibilità; ma queste prerogative, se usate male, fanno emergere un deficit democratico che deriva dal fatto che il sindaco viene investito di un potere simil-legiferativo (cioè può emettere regole di convivenza pubblica) che nel nostro ordinamento non dovrebbe avere, in quanto le norme che regolano la collettività devono essere emesse dall’organo che di quella collettività è l’espressione più plurale e cioè il consiglio comunale.
Magrone è il sindaco di Modugno perché ha vinto le elezioni.
I consiglieri della sua maggioranza erano inseriti nelle liste associate al candidato Magrone perché si presumeva avessero idee simili.
La presidente del consiglio è stata eletta dai consiglieri di maggioranza.
Il sindaco, capo del potere esecutivo locale, nei giorni scorsi ha chiesto al consiglio comunale di approvare una sua proposta di soluzione del problema urbanistica di cui tanto si discute. La proposta del sindaco è stata bocciata mentre, invece, una UNA DECISIONE SBAGLIATA (è stata) ADOTTATA DA DIECI CONSIGLIERI DELLA MAGGIORANZA (eletti in quanto si presumeva avessero idee simili a quelle del sindaco) E UNO DELL’UDC IN SINTONIA CON QUEI TECNICI EQUEI PROFESSIONISTI DEL MATTONE CHE SI SONO ARRICCHITI, CEMENTIFICANDO IL PAESE.
Il giorno dopo si è reso necessario un comunicato stampa con il quale I MOVIMENTI ITALIA GIUSTA SECONDO LA COSTITUZIONE, LEGALITA’ E’ LIBERTA’, MOVIMENTO DEMOCRATICO ESPRIMONO LA LORO SOLIDARIETA’ A GIOVANNA BELLINO, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI MODUGNO, PER LA IMMOTIVATA, GRATUITA, INSENSATA E SEMPLICEMENTE INGIURIOSA “MOZIONE DI SFIDUCIA” NEI SUOI CONFRONTI DA PARTE DI DIECI CONSIGLIERI DI INCERTA E PROVVISORIA “IDENTITà POLITICA”. l’INIZIATIVA DI COSTORO NASCONDE IL PROPOSITO DI ATTENTARE ALLA DIGNITA’ STESSA DELL’INTERO CONSIGLIO COMUNALE E DEL COMUNE DI MODUGNO. IL TUTTO PER MOTIVI ALLO STATO SINISTRAMENTE OSCURI.
Ora alla luce di quanto detto dall’assessore regionale Barbanente che, nell’incontro organizzato dal Pd modugnese, in estrema sintesi, ha “dato ragione” al sindaco, come potranno, i dieci consiglieri, far luce sui sinistramente oscuri motivi che li hanno portati a nascondere il proposito di attentare alla dignità dell’intero consiglio comunale dopo che, in sintonia con i tecnici e i professionisti del mattone che si sono arricchiti cementificando il paese, hanno presentato e approvato una decisione ritenuta, dal sindaco e non solo da lui, sbagliata? Se vorranno chiarire la loro incerta “identità politica” lo faranno in maniera definitiva o provvisoriamente fino alle prossime elezioni comunali?
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