E' possibile una Politica nuova per Modugno?

A distanza di un anno dalle amministrative vinte da Magrone è definitivamente chiaro che è giunto il momento di dare inizio ad un nuovo modo di fare politica a Modugno. Il voto dei modugnesi, frastornati come sempre da troppi simboli e liste, ha premiato dei candidati che, seppur in epoche diverse, militavano in partiti politici mentre in campagna elettorale si sono presentati agli elettori come apolitici o meglio ancora lontani ed autonomi dalle volontà degli esponenti dei partiti tradizionali. La sempre più grande distanza degli elettori dai partiti e la ricerca e scelta di nuove aree di “espressione” politica ha fatto sì che i modugnesi riversassero su candidati, all’apparenza, innovativi e al di fuori della politica tradizionale, il loro maggior consenso elettorale. Il positivo risultato conseguito dal candidato Nicola Magrone, forte di una sola parola d’ordine: lotta alla illegalità, si è scontrato però, nel giro di pochi mesi, con la complessità della politica cittadina. L’elezione di Magrone ha dimostrato come la voglia (speranza tradita?) di legalità, per una città come Modugno, nella quale si avvertono ancora oggi grandi, se non troppe, resistenze al cambiamento, può essere considerata come motivo innovatore della politica locale. La città ha bisogno di dimostrarsi in grado di esprimere una politica capace di andare al di là dei favoritismi, del malcostume, dei multiformi interessi di parte e di tutto quanto di negativo hanno rappresentato le passate amministrazioni.

La vittoria della coalizione di Nicola Magrone, pur dimostrando un riscontro popolare positivo, non aveva però nulla di politico in quanto determinata dal voto di contestazione verso le amministrazioni Rana e Gatti. Lo dimostra la scarsa voglia di cambiamento degli stessi eletti che, seppur votati alla distruzione e all’ostracismo della politica tradizionale, non sono animati da nessun progetto politico diverso da quello del potere di veto sulle determine sindacali. Nella sostanza, quindi, a Modugno, a fronte di un costante ed evidente allontanamento dei cittadini dai partiti, ha vinto proprio quella politica che ha governato Modugno negli ultimi decenni, con il risultato che, continuando sulla strada dello scontro, l’amministrazione Magrone non avrà una vita lunga.

Oltre alla ricerca delle alleanze che è costretto a fare per raggiungere una maggioranza che gli permetta di portare, in tempi brevi, a conclusione definitiva il guazzabuglio creatosi sull’urbanistica, il sindaco tra due mesi al massimo dovrà proporre al consiglio l’approvazione del bilancio preventivo. E sarà punto e a capo, se non al commissariamento. In una Modugno dove con l’elezione di Magrone tutto poteva cambiare e invece nulla è cambiato, è sempre più urgente rendere il cittadino parte attiva della città.

Modugno ha bisogno di ripensare a se stessa, al ruolo che dovrà svolgere nella prossima città metropolitana. Deve riappropriarsi della sua dignità politica, non può essere ostaggio di chi si vanta di aver estromesso la città dal consiglio di amministrazione dell’ASI, di chi nulla ha fatto per la salvaguardia dell’ambiente del nostro territorio, di chi in regione apre i cassetti della scrivania una volta ogni quindici anni. Deve farlo senza “tornare al passato”, non dimenticarlo per non ripetere gli stessi errori, guardando al futuro con spirito costruttivo al fine di elaborare, progettare e costruire nuove idee per una città aperta alle sfide, ricca di opportunità, priva di ostacoli, che stimoli costantemente le nuovi generazioni ad affacciarsi alla politica per rinnovarla.

L’attuale classe politica, i suoi protagonisti, tenacemente contrapposti nelle obsolete divisioni di maggioranza e opposizione, ha esaurito il proprio ruolo. Incapaci di ammettere i propri fallimenti hanno distrutto la loro credibilità. E’ necessaria una nuova idea politica, che renda più trasparente e partecipativa la gestione della cosa pubblica. Che porti Modugno fuori dalle secche, dagli steccati ideologici, dalle camarille e consorterie varie. Che superi il vecchio schema degli schieramenti preconfezionati nelle campagne elettorali; che vada oltre gli estremismi ideologici. È il momento per chi può (e un Sindaco può) di chiamare a raccolta le forze vive della città, le intelligenze non appiattite, le forze politiche, imprenditoriali e associative perché si adoperino per la costruzione di un nuovo progetto per Modugno. Magrone può trasformare l’attuale crisi politica (l’abbiamo già detto), in una grande opportunità inaugurando una stagione nuova, di discussione, di partecipazione, di confronto che, anche se esasperato, non è mai inutile ma anzi spesso si traduce in proposte condivise.

Dissidenti: 8 domande senza risposte

Pino Oro

Fino ad oggi, 13 Luglio, non si è avuto ancora modo di leggere o ascoltare risposte alle domande che i 10 consiglieri comunali “dissidenti” hanno posto a loro stessi

e che riportiamo qui di seguito:

Cittadini modugnesi
Riteniamo necessario chiarire la nostra posizione in merito alla “cosiddetta questione urbanistica”.
A nostro parere parlare e scrivere di urbanistica è mistificante in quanto si tratta prevalentemente di una “questione amministrativa”.
Con l’atto d’indirizzo che abbiamo presentato e approvato in consiglio comunale, il 20 giugno scorso ci siamo responsabilmente chiesti che cosa accadrebbe se le norme approvate dal “consiglio comunale del primo dicembre 1999” fossero revocate.
Nell’interesse della comunità ci siamo posti le seguenti domande:
1. cosa succederebbe alle imprese e artigiani che hanno cantieri in corso con progetti legittimamente approvati dal comune con le suddette norme ?
2. cosa succederebbe alle famiglie che hanno versato un anticipo per l’acquisto della loro casa regolarmente realizzate con le suddette norme ?
3. le banche continueranno ad erogare mutui per l’acquisto di immobili realizzati con le suddette normative ?
4. cosa succederebbe dal punto di vista amministrativo alle abitazioni già realizzate e regolarmente abitate, se le norme con le quali sono state edificate sono definite illegittime o nulle da qualcuno ?
5. cosa accadrebbe ai progetti approvati e pronti per il ritiro del permesso di costruire ?
6. quali saranno gli effetti sul bilancio comunale dei mancati introiti degli oneri di urbanizzazione ?
7. aumenteranno le tasse comunali ?
8. che fare del piano triennale delle opere pubbliche approvato unilateralmente dal sindaco e dalla giunta comunale, considerato che parte delle opere da realizzare saranno finanziate con gli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione ?

L’elaborazione e successiva discussione per la condivisione delle risposte e la loro successiva pubblicazione necessitano, senza ombra di dubbio, di tutto il tempo finora intercorso dalla pubblicazione del comunicato. Quello che non appare chiaro però è perché i 10 consiglieri hanno scelto di non rimettere sul binario della linea Consiglio Comunale di Modugno – Giunta Regionale Pugliese “il treno deragliato” fin dal 1999. Allorquando nelle numerose riunioni di maggioranza sono state poste alla loro attenzione le uniche due alternative indicate dalla Regione per la soluzione del problema varianti/non varianti, quando cioè è stata messa in evidenza la necessità di scegliere fra la revoca di quella delibera e la richiesta del completamento del relativo iter burocratico, i dieci consiglieri hanno scelto di non scegliere. Demandando ad una commissione tecnica di decidere in loro vece hanno ottenuto il risultato di allungare ulteriormente i tempi della possibile soluzione del problema (ad oggi risulta che nessun passo avanti è stato fatto per l’istituzione di tale commissione di esperti). Non è chiaro neanche se non hanno potuto scegliere per ignoranza (visto le domande che si pongono) o se hanno scelto di non scegliere per mettere alle corde il loro avversario sindaco.
Mentre i dieci consiglieri riflettono, elaborano e discutono fra loro, il tempo passa e chi non ha nulla da fare passa il proprio tempo a ricordare i tempi andati e come si suol dire “chi ha tempo non sprechi tempo” per non perdere inutilmente tempo rilegge quello che è stato scritto a quel tempo:

TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI BARI SEZIONE G.I.P.
ORDINANZA APPLICATIVA DEGLI ARRESTl DOMICILIARI
(Artt.292-284 c.p.p.)
E
DECRETO Dl SEQUESTRO PREVENTIVO E PER EQUIVALENTE
(Art.321 c.p.p. 322 ter c.p., 640 quater c.p.)

!l Giudice per le indagini preliminari, dott. Ambrogio Marrone,
letta la richiesta di applicazione di misure cautelari personali e reali ai sensi degli artt.272 e ss
C.p.p. c 91 D L.vo 271/89 depositati in data 3 4 2012 ed assegnata a questo giudice il 5.4 2012;
visti gli atti del procedimento .sopra indicato in epigrafe, nei confronti di:
(seguono le generalità di 27 persone imputate)
INDAGATI
(seguono i nomi di sette persone, tutti amministratori in carica o ex amministratori del comune di Modugno)
Per i seguenti reati:
ASSOCIAZIONE
A)………. per essersi associati tra loro, anche disgiuntamente, allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio, in particolare reati di concussione, corruzione e falso ( meglio specificati nei successivi capi di imputazione) orientando l’esercizio della funzione pubblica del Comune di Modugno al proprio interesse privato, chiedendo per qualsiasi pratica coinvolgesse il Comune, in particolare nel settore dell’edilizia, il pagamento di tangenti da parte degli imprenditori o imponendo la nomina quali direttori dei lavori di ingegneri e architetti facenti parte del sodalizio, e contrastando l’approvazione dei progetti per i quali non avevano ricevuto il pagamento di tangenti dimostrando di controllare altresì le decisioni del consiglio comunale
Con una durevole organizzazione di persone, consistente:
nella suddivisione dei ruoli e degli specifici compiti fra i partecipi;
nella predisposizione di una rete di collaboratori interni ed esterni all’ufficio pubblico, tutti all’uopo utilizzabili al fine di consentire a ciascuno di essi di conseguire gli illeciti profitti
(seguono altre 296 pagine)

La lettura di quelle pagine, anche a distanza di tanto tempo, è sconvolgente. Le responsabilità politiche di quanto avveniva con l’apporto degli amministratori pubblici hanno reso più facile (e per molti indispensabile= l’elezione a sindaco di Nicola Magrone e di molti dei consiglieri oggi dissidenti e molto indecisi.
Alcune considerazioni frutto del tempo perso a non perdere tempo.

Con lo spostamento al 30 settembre del termine ultimo per votare il bilancio preventivo, viene meno il peso “contrattuale” dei dissidenti. Il sindaco ora ha tutto il tempo necessario per scindere le due questioni che la scadenza del 31 luglio poneva, obbligatoriamente, in contemporanea approvazione. Inoltre sfugge ai più che in caso di ulteriore “sconfitta” di Magrone, il sindaco, vista l’impossibilità di addivenire in tempi rapidi alla soluzione del problema edilizia e per salvaguardare proprio gli operatori edili modugnesi, potrebbe chiedere, alla giunta regionale, l’invio di un “commissario ad acta” per risolvere la questione.
Inoltre, se la volontà dei consiglieri dissidenti è quella di mandare a casa Magrone e donare ai modugnesi un altro lungo periodo di tempo da trascorrere insieme ad un commissario prefettizio per poi presentarsi di nuovo agli elettori, possono chiedere ad altri tre consiglieri di minoranza di unirsi a loro e sottoscrivere le loro dimissioni dal consiglio comunale. Metodo più semplice e veloce di questo non c’è.

Sindaco hai ragione!

Spesso si ha la presunzione (che sia contagiosa?) di essere in possesso del dono della chiarezza. Pensiamo di essere stati chiari nell’esporre il nostro pensiero e diamo per scontato di averlo fatto in modo inequivocabile. E litighiamo. Siamo certi di avere espresso in modo comprensibile la nostra opinione e ci meravigliamo quando ci chiedono di chiarire meglio quanto abbiamo detto; o scritto. Allora cerchiamo di rammentare quanto detto e se per fortuna l’abbiamo scritto, andiamo a rileggerlo e ci rendiamo conto che solo qualche rara volta (porc… un altro attacco di presunzione) non abbiamo esposto chiaramente la nostra opinione. Quando capita, però, la gente lo fa notare e chiede maggior chiarezza.
La complessità dell’argomento “Urbanistica”, di cui tanto si parla e si discute e fa litigare e ci porterà ad un nuovo commissariamento e poi … e poi ha scatenato la guerra anche fra chi vuole la pace e quelli che li accompagnavano eccetera, eccetera, ha fatto sì che non è stata esposta chiaramente, dallo scrivente, l’opinione che il sindaco Nicola Magrone ha ragione: le norme tecniche applicate dal 1999 sono illegittime perché variavano le norme del PRG del 1995 e in quanto variavano sono varianti che proprio perché varianti, devono, per legge, essere approvate dalla giunta regionale. Punto.

Opinione dello scrivente quindi è che il sindaco, nella sua veste di legale rappresentante del comune di Modugno, ha ragione quando asserisce che non si possono concedere permessi a costruire utilizzando le norme tecniche del ‘99. Punto.

Detto questo ribadisco la mia personale opinione: fra tutte le possibili soluzioni del problema “Urbanistica” il sindaco Nicola Magrone ha scelto proprio quella che ha scatenato l’iradiddio (si può dire?). Forse perché da sempre immerso nell’esame, verifica e giudizio di situazioni determinate da comportamenti illegali perpetrati da malviventi e delinquenti, ha esposto la “sua” soluzione del problema – oggi lo è diventato purtroppo – “Urbanistica” come una sentenza inappellabile. Non solo, nella sua esposizione, ha assunto proprio il suo abitudinario tono inquisitorio, descrivendo gli utilizzatori di quelle norme come criminali incalliti, prevaricatori del bene comune, attentatori della salute pubblica, depauperatori della natura dediti a banditesche attività delittuose, inglobando in un gigantesco groviglio omertoso di convenienti connivenze tutti gli operatori edili della città e chi ha osato proporre soluzioni diverse dalla sua.

Penso di essere stato chiaro ma ripeto quanto già detto in qualche altra “L’opinione”, Magrone hai ragione, ma quanto sei antipatico.

La possibile rivoluzione di Magrone

Nella lingua cinese il termine “crisi” è formato dagli ideogrammi “pericolo” e “opportunità”; la saggezza popolare a noi più vicina ricorda che “la necessità aguzza l’ingegno”. Non è certo il caso di Nicola Magrone del quale, in questi giorni di crisi, si analizza l’operato ma di cui non si discute minimamente l’ingegno, ma è indubbio che la mente viene sollecitata ad esprimersi al meglio proprio nei casi in cui è necessario evitare il pericolo e quando si riconosce un’opportunità. L’uomo è essenzialmente un opportunista e se sopravvive da milioni di anni come specie è anche perché sa sfuggire ai pericoli usando la sua intelligenza ma, come asseriva Aristotele, “l’uomo è per natura un animale politico” e a parte l’animale per natura il sindaco Magrone, più di altri, oggi dimostra essere vera l’asserzione dell’antico filosofo greco.
La crisi della “maggioranza”, il pericolo del fallimento dei suoi propositi elettorali, ha dato al sindaco l’opportunità di porre rimedio alle deficienze del sistema di governo che impedisce la partecipazione diretta dell’intero corpo elettorale alle decisioni che riguardano la città. Costretti, dall’antica e ormai opprimente prassi della divisione fra opposizione e maggioranza, i consiglieri comunali sono obbligati ad esprimere pareri favorevoli o contrari senza tenere in alcuna considerazione il loro intelletto (o peggio, troppo fidandosene, fino al punto di non consultare l’opinione dei loro elettori). Se la maggioranza dei consiglieri di maggioranza (chiedo scusa) è pentita di aver votato, come presidente del consiglio, la signora Giovanna Bellino (già dimissionaria?) non può, per questo, mettere in pericolo l’approvazione del bilancio preventivo, la cui bocciatura procurerebbe alla città danni ben più gravi di quelli che la perdita del tempo necessario alla nomina della commissione da loro voluta (un pretesto?) procurerà all’economia modugnese. Il sindaco Magrone, da martedì 8 luglio, ha la rivoluzionaria possibilità di infrangere la precostituita divisione in blocchi contrapposti del consiglio comunale. Porti in aula i provvedimenti, ne favorisca la discussione accettandone gli eventuali emendamenti migliorativi e ne rimandi l’approvazione al successivo consiglio comunale per dar modo a tutti i consiglieri di consultare, preventivamente, i loro elettori per far sì che questi possano, “finalmente possano”, sentirsi parte della politéia, perché, come osserva Aristotele nella Politica, “il cittadino in senso assoluto non è definito da altro che dalla partecipazione alle funzioni di governo e alle cariche pubbliche”. I consiglieri si dividano in aula solo in favorevoli e contrari; sono stati votati, tutti, per collaborare al bene comune; unico e solo obbligo per loro, in consiglio, sia il vincolo della rappresentanza dell’opinione dei loro elettori.

Magrone accontentaci

Gli elettori modugnesi subiscono oggi le conseguenze della “genialata” con la quale, nel 2011, si impedì la nomina a consigliere comunale di Nicola Magrone. L’appoggio nel ballottaggio fornito a Mimmo Gatti senza l’ufficializzazione dell’”apparentamento”, ossia della dichiarazione del collegamento dell’allora candidato sindaco con ulteriori liste rispetto a quelle del primo turno, bloccò di fatto l’elezione a consigliere comunale dell’attuale sindaco Magrone. In molti, allora, tirarono un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo: un ex magistrato come Magrone in consiglio comunale, dicevano, avrebbe rotto i …contratti da tempo stipulati; come poi quegli stessi contratti abbiano portato al commissariamento dell’amministrazione comunale è una storia di cui se ne occupa la magistratura. Tale “genialata” però, alla luce di quanto accade oggi, dimostra la scarsa visione strategica della classe politica locale. Il mancato confronto/scontro tra Magrone e gli altri consiglieri comunali ha impedito all’elettorato modugnese di constatare la reale valenza politica dell’ex deputato. Le accuse di mancanza di ogni pur minima volontà di giungere a soluzioni condivise che larga parte dei consiglieri di maggioranza gli rivolge; l’antipatia che suscita fra gli elettori quando, esprimendo un parere diverso dal suo, ipso facto diventano sospettati di immonde connivenze e omertose complicità, sono solo alcuni indicatori del valore politico del sindaco. Eppure, specialmente a sinistra, ricordavano bene il risultato delle politiche del 1996 quando, da deputato in carica, non seppe raccogliere, nel suo collegio uninominale e proprio dagli elettori che lo avevano eletto due anni prima, i voti necessari per la conferma. Quelle elezioni furono vinte dall’Ulivo di Prodi ma a Modugno, nella sua città, l’Onorevole Magrone riuscì a superare il suo antagonista, Rosario Polizzi, solo per quattro voti, mentre fu sopravanzato dal suo avversario di circa duemila voti nel computo totale del collegio elettorale. I motivi? gli stessi che gli vengono contestati oggi. Meglio, quindi, sarebbe stato per gli elettori modugnesi avere Nicola Magrone in quel consiglio comunale che vedeva Mimmo Gatti sindaco succedere a Pino Rana; molto probabilmente quelli che oggi lo contestano come sindaco non si sarebbero candidati nelle liste che lo appoggiavano. Così come è certo che Magrone, frequentandoli in aula come consigliere, non avrebbe mai e poi mai candidato o accettato di candidare nelle sue liste persone che oggi lo contestano. Non possono esserci dubbi su questo.
Il “che fare” di Magrone è chiaro da tempo ed è, chiedo scusa per il termine usato, sacrosanto. Quello che non è accettabile è l’”ipse dixit” che pretende gli altri debbano recitare riportando il suo pensiero o riferendo delle sue ordinanze.
Più volte, pur apprezzando profondamente gli obiettivi che intende raggiungere, abbiamo espresso delle critiche sul modo di governare del sindaco; critiche del resto che non fanno certo “ombra” al primo cittadino. Restiamo, però, alquanto sorpresi allorquando ci viene riferito che, tramite alcuni dei suoi consiglieri e personaggi a lui più vicini, il sindaco ha sondato la disponibilità dei consiglieri di opposizione ad approvare il bilancio di previsione che a giorni dovrebbe essere portato in aula. Sorpresi sì ma alquanto scettici. Può mai essere che Nicola Magrone chiede ai consiglieri di opposizione di correre in suo soccorso demandando ad altri tale incombenza? Lo stesso Nicola Magrone che ha sempre accusato i suoi predecessori di aver creato a Modugno il partito unico degli affari ora cerca di creare una maggioranza alternativa a quella che lo ha eletto? Impossibile. Se fosse vero verrebbe meno la stima nell’uomo Magrone. Se lo facesse però pubblicamente, se chiedesse in consiglio comunale a tutti i consiglieri di votare il bilancio preventivo, prescindendo dalla loro qualità di opposizione o maggioranza, al solo scopo di evitare di danneggiare ulteriormente la città, smentirebbe tutti coloro i quali non lo reputano capace di quel sano pragmatismo necessario per governare una città come Modugno. E ci farebbe tutti contenti.