Chi dopo il Commissario Ruffo?

Di incontri, per promuovere il proprio candidato sindaco, se ne sono già organizzati tanti.

Molti non sono stati invitati e qualcuno di questi non se n’è nemmeno accorto. Qualcun altro s’è offeso di brutto; anche perché quel qualcun altro aveva dichiarato al diretto superiore gerarchico di chi ha organizzato gli incontri, nonché ex collega proprio di quel qualcun altro – e in vista della molto probabile candidatura di quel “superiore gerarchico” ai vertici della Regione Puglia – di essere disposto (bontà sua) ad un riavvicinamento con gli esponenti del circolo di Modugno. È evidente che la controproposta di accordarsi direttamente con la locale segreteria politica (ça va sans dire) non è stata gradita; forse perché, data la lunga permanenza di quel qualcun altro e di quel superiore gerarchico nello stesso ordine professionale, la risposta è giunta assolutamente inaspettata.
Continuano a chiedere di conoscere i motivi, veri, per cui oggi a Modugno abbiamo, per l’ennesima volta, un Commissario a palazzo S. Croce. La risposta la sta fornendo proprio il Commissario: i problemi restano problemi finché non si risolvono e si risolvono se si ha la volontà di farlo. Certo un Commissario Prefettizio non deve “scontrarsi” con la propria maggioranza e nemmeno perdere tempo a rendersi antipatico alla minoranza consigliare ma, di sicuro, non spreca il proprio tempo a rendere le cose più difficili di quello che sono o a dire e a cercare di dimostrare che quella modugnese è una comunità da “spaghetti western”. Una comunità di gente poco rispettabile dalla quale è meglio scappare. Una citta in cui i notabili in gilè, spalleggiati da nerboruti armati fino ai denti (come si legge nei sottotitoli), fanno i loro sporchi affari e scelgono il sindaco senza consultarsi con gli unici difensori della gente onesta.
La domanda che invece gli elettori modugnesi dovrebbero porsi è: chi dopo il Commissario Ruffo?
Sperando che qualcuno, visto i precedenti e per dimostrare la sua modernità, non risponda: “Ubaldo Lay, il tenente Sheridan”.

 

IGsC non chiede scusa

La falsa notizia dello scandaloso evento è apparsa alle 23,30 di sabato, 27 settembre, sul sito web di Italia Giusta secondo la Costituzione.

NON CONOSCONO DECENZA –
PROVE DI RESTAURAZIONE A MODUGNO
Feudalesimo. 27 settembre 2014, piazza Sedile di Modugno, comizio elettorale di NCD,”Non Conoscono Decenza, partito senza elettori di Anonimo Alfano” (Massimo Gramellini, La Stampa), occupante abusivo delle celebrazioni cittadine di San Rocco, Patrono della Città. Sul palco della Cassa armonica, al posto del direttore di orchestra e del Santo, da sinistra a destra: Longo, consigliere regionale, Cassano, sottosegretario, Sanseverino candidata da decenni alla carica di Sindaco, Rana, padrone del Comitato feste patronali. In secondo piano, una dirigente scolastica. Una ristrettissima cerchia di amici era presente all’annuncio della candidatura di Sanseverino a sindaco. In paziente attesa, nella stradina accanto, il buon San Rocco.

Al solerte redattore di Italia Giusta secondo la Costituzione la notizia sarà stata comunicata certamente da qualcuno presente in piazza Sedile che avrà osservato, ma di sicuro non ascoltato, quello che sulla “cassa armonica” allestita in prossimità della scalinata della chiesa del Purgatorio si è celebrato e cioè la “Cerimonia di premiazione – Donne nelle arti e nelle professioni – (guarda foto del manifesto)“ alla presenza del Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Massimo Cassano, del modugnese consigliere regionale Giuseppe Longo, della signora Stella Sanseverino, Consigliera di Pari Opportunità della Provincia di Bari e del Presidente del “Comitato Feste Patronali” il sig. Rocco Rana. Di sicuro l’ora tarda, sommata alla possibilità di pubblicare una notizia non certo qualificante per i propri avversari politici, ha fatto venir meno la volontà di accertarsi della veridicità della notizia.
Notizia infondata quindi, capita a tutti e non raramente di pubblicare notizie non vere, succede, non è il caso di farne un dramma. Una “bufala”, se vogliamo chiamarla così, che sarebbe passata quasi inosservata se non avesse scatenato i malevoli commenti dei più “arrabbiati” frequentatori di Facebook. Il dramma nasce, invece, quando ci si sofferma a leggere tali commenti; fa rabbrividire il livello raggiunto da un commentatore più volgare di altri che, evidentemente non “soddisfatto sessualmente”, usa il linguaggio che userebbe un pruriginoso adolescente in vena di raccontare la barzelletta del mitico Pierino impegnato in una lezione di sessuologia. Arrivare al punto di tirare in ballo i figli delle persone che hanno presenziato alla premiazione fa capire quale sia il livello morale di tale commentatore e bene ha fatto Italia Giusta secondo la Costituzione a “cancellare” tali commenti.

La festa è finita, le statue dei santi sono tornate al loro posto, gli ambulanti pure, nel frattempo IGsC alle 19,43 di domenica ha dichiarato il suo non gradimento A PROPOSITO DELLA MANIFESTAZIONE RELIGIOSA DI IERI SERA IN ONORE DI SAN ROCCO, IL MOVIMENTO ITALIA GIUSTA SECONDO LA COSTITUZIONE NON GRADISCE LA POLEMICA PERSONALE TRA SINGOLE PERSONE. LA DISCUSSIONE E’ BENVENUTA, L’EPISODIO DI IERI SERA E’ INTOLLERABILE POLITICAMENTE E CULTURALMENTE; QUESTO NON SIGNIFICA PERO’CHE SI DEBBANO E SI POSSANO INTRECCIARE POLEMICHE VIOLENTE TRA INDIVIDUI. ITALIA GIUSTA INVITA TUTTI A STARE DENTRO AL PROBLEMA SOLLEVATO E SOTTOLINEA IL SUO RISPETTO PER QUANTI VOGLIONO DISCUTERNE LIBERAMENTE E CIVILMENTE. GRAZIE igSc.

Siamo giunti a martedì mattina e l’ex sindaco Nicola Magrone non ha ancora preso le distanze, come si suol dire, da quei commenti; non rettifica la falsa notizia, non condanna l’intolleranza politica dei suoi sodali, non cerca di portare ad un livello più consono alla sua storia pubblica la cultura dei suoi sostenitori più esagitati ma ancora di più non è assolutamente giustificabile la sua mancanza di solidarietà verso quei genitori fatti oggetto di accuse infamanti per la loro onorabilità e rispettabilità. Se l’estensore di quell’articolo è “Italia Giusta secondo la Costituzione” allora è Nicola Magrone che scrive, se non lo è la responsabilità è sempre sua e tocca a lui chiedere scusa ai figli dei suoi avversari politici, non nemici.

 

I duecento giorni di campagna elettorale a Modugno

Non sono mille, come i giorni necessari a Renzi per cambiare l’Italia, o quattrocento come quelli che Giovanni Guareschi trascorse in carcere, rimanendo uguale a se stesso, mentre il belpaese cambiava. Non sono neanche trecento come quelli che Alex Bellini ha impiegato per attraversare a remi l’oceano Pacifico preoccupandosi solo dei cambiamenti climatici, ma i duecento giorni che ci separano dalla terza consultazione comunale in quattro anni si annunciano come un periodo intasato dai propositi e dalle promesse di cambiamento dei già numerosi candidati a sindaco. Nei vari gruppi, associazioni e circoli variamente politicizzati o politicanti della città è già iniziata la corsa a chi arriva primo a candidarsi come sindaco. Notevole il fermento per definire le strategie e le alleanze idonee per la conquista di palazzo S. Croce. Personaggi pervasi dalla fregola elettorale tornano ad assicurare i propri sodali sulle loro innate doti taumaturgiche. Come tanti Cagliostro spargono al vento profezie elettorali occultandole in oscure frasi colme di allusioni a notizie e fatti di loro esclusiva conoscenza. Si annunciano iniziative liberatorie, innovazioni egualitarie, ritorni all’antico splendore, rivendicazioni identitarie. Si promettono amori eterni e sicure prebende in cambio di una semplice scritturazione, segreta, quella di un cognome sulla scheda elettorale.
Siamo, ancora una volta, in campagna elettorale.
Si ha l’impressione però che gli avvenimenti degli ultimi anni non abbiano insegnato nulla.
Nessuno si preoccupa di analizzare i motivi che hanno spinto una larga parte dell’elettorato modugnese a preferire l’intransigente Magrone al moderato Fragassi nel ballottaggio dello scorso anno; nessuno si preoccupa di capire cosa realmente occorre fare per rimediare al tanto discusso problema urbanistico; quali sono le urgenze reali; quali sono le cose che è possibile fare.
Negli oltre quaranta programmi politici presentati dai vari candidati a sindaco degli ultimi 20 anni erano previste sempre le stesse cose, elencate in maniera diversa o scritte con diversa enfasi ma essenzialmente erano sempre e soltanto le stesse cose: promesse. Ben poche di quelle promesse sono state poi realizzate dai 5 sindaci eletti. Perché?
C’è qualcuno che si preoccupa di stilare un programma realizzabile? Che parli di benessere comune come sommatoria del benessere di tutti e non del bene comune che fa comodo solo a quelli che lo rivendicano?
C’è qualcuno che si preoccupa di sapere quanti sono i disoccupati a Modugno? E quante sono le famiglie in difficoltà? Quante sono le industrie del territorio, gli artigiani, i commercianti in crisi? Di cosa hanno bisogno gli anziani, i ragazzi, le famiglie?
Magrone nel giro di pochi mesi non aveva più la maggioranza, perché? Quali sono i veri motivi? Ora che l’urbanistica è ancora bloccata non c’è nessuno, fra chi lo contestava dentro o fuori palazzo S. Croce, che ammette di aver sbagliato a non dirgli “va bene, hai ragione, cerchiamo di rimediare nel minor tempo possibile, tutti insieme, ricordati però, Magrone, che il tuo voto vale quanto quello di ognuno degli altri consiglieri comunali”. Nemmeno Nicola Magrone ha il coraggio di ammettere la sua insufficienza in “amministrazione politica” resa evidente dalla sua propensione ad emulare quei personaggi dei quali Ignazio Silone così parlava con Indro Montanelli:“Ciò che mi colpì nei comunisti russi, anche in personalità veramente eccezionali come Lenin e Trotsky, era l’assoluta incapacità di discutere lealmente le opinioni contrarie alle proprie. Il dissenziente, per il semplice fatto che osava contraddire, era senz’altro un opportunista, se non addirittura un traditore e un venduto. Un avversario in buona fede sembrava per i comunisti russi inconcepibile” e così, arroccato nella sua “Fortezza Bastiani”, in attesa delle future vittorie politiche, l’ex sindaco si addestra, insieme ai suoi sodali, nella difficile arte dell’amministrazione cittadina.

La "giostra calcinculo" dei comizi a Modugno

Replicare a Magrone; questa la richiesta di quella parte di elettori modugnesi che, dopo averlo votato come sindaco, ora sono intimamente soddisfatti per il suo declassamento a semplice cittadino e approvano l’operato di quei consiglieri che l’ex primo cittadino aveva contribuito ad eleggere con il premio di maggioranza. Replica che in realtà è una controreplica, necessaria per chi ha scelto di spiegare le proprie motivazioni in una conferenza stampa – convocata oltretutto al di fuori del territorio cittadino – piuttosto che in un pubblico comizio. Motivazioni, è utile il ribadirlo, diverse tra chi ha occupato i banchi dell’opposizione e chi era parte consistente della maggioranza; tra chi ha raccolto l’occasione di mandare a casa un sindaco che non ha votato e chi si è accorto, in ritardo, di aver scelto male il suo candidato sindaco.
Forse sarebbe necessario indire più di un comizio affinché, ognuno dei “dimissionari”, possa spiegare le proprie motivazioni, che sono diverse anche fra i vari consiglieri che hanno firmato le dimissioni; diverse fra chi avrebbe volentieri firmato – sarebbe stato il 14° – ma non ha potuto perché era in vacanza e chi, pur essendo un intransigente oppositore, non ha votato ma ha provato ad emulare il console Quinto Fabio Massimo, il “Temporeggiatore” della seconda guerra Punica; con lui sarebbero diventati 15. Differenti motivazioni anche fra i 10 dissidenti, solo 7 di loro hanno firmato – sarebbe interessante conoscere le motivazioni degli altri 3 – e si arriva a 18 motivazioni diverse per spiegare cosa? I cinque minuti iniziali di ognuno servirebbero per ribadire, ancora e per l’ennesima volta, che l’urbanistica non centra nulla; poi aggiungiamo altri cinque minuti per le motivazioni personali e per gli inviti a rivotarli e giungiamo, come minimo, a quattro ore di replica a Magrone. Più della durata della “Corazzata Potëmkin” e come dice Fantozzi “Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca!”. La replica poi sarebbe seguita dalla controreplica e come succede osservando i seggiolini di una grande “giostra calcinculo”, vedremmo girare continuamente, fino alla nausea, sempre gli stessi volti, senza alcuna possibilità, per chi ne avesse voglia, di darglielo davvero un calcio in culo.
Ai cosiddetti “firmatari” le motivazioni delle loro dimissioni sono state fornite dallo stesso Magrone. Chi era all’opposizione aspettava dall’anno scorso l’occasione di mandare a casa Magrone, appena hanno raggiunto il numero necessario di firme lo hanno fatto; completando il loro compito di oppositori. Agli altri consiglieri dimissionari Magrone aveva promesso di cambiare la città secondo un programma politico elaborato nel 2011 e integrato con alcune innovazioni, nel 2013. Programma Politico articolato in una premessa, due articoli e parecchie note e rimandi alla costituzione italiana che è stato avviato solo e soltanto nei punti relativi alla tanto stradiscussa questione urbanistica.
Il resto, per Magrone e per tutti i più arrabbiati frequentatori di Fb, non conta e i consiglieri si sono contati.
Leggere per credere

Magrone – avversato dalla sinistra e incompreso a destra

L’otto settembre è una data che suscita, a distanza di 71 anni, vari sentimenti nell’immaginario collettivo. 

E qui a Modugno sarà ricordata ancora a lungo, in quanto concomitante con il comizio che Nicola Magrone terrà, fra qualche ora, in Piazza Sedile – Giove pluvio permettendo – e che si annuncia pieno di “tuoni e lampi” (per rimanere sul meteorologico).

L’invito, personalissimo, che rivolgo ai modugnesi è di partecipare numerosi a questo appuntamento che di fatto è la vera apertura della campagna elettorale che in primavera ci vedrà impegnati a scegliere l’ennesima amministrazione cittadina.

Un altro invito, altrettanto personalissimo, lo rivolgo a quelle persone che nella data dell’8 settembre vedono la fine di un epoca che al di là di tutte le brutture che ogni dittatura purtroppo compie, era caratterizzata dal rispetto verso le leggi e le istituzioni. Rispetto basato sull’amore verso la terra dei propri padri e sull’onore di appartenervi.

La speranza, sempre personalissima, è di vedere qualche striscione esposto da elettori di destra a favore di chi ha fatto del rispetto della legalità, da sempre uno dei valori fondanti della destra italiana, il motivo della sua lotta politica.  Sono convinto che non andrà delusa.