Magrone Restart

La “padronanza” della scena, il timbro tenorile e la modulazione della voce sarebbero stati già sufficienti a Nicola Magrone per tenere viva l’attenzione degli intervenuti, nella sala “Al Laghetto”, all’incontro organizzato da IGsC. Aggiungendo a tutto questo l’esposizione dei motivi per i quali, secondo il suo punto di vista, è stato posto fine alla sua amministrazione, ha portato e mantenuto in alto l’interesse dell’uditorio. Con alcune, piccole, inesattezze dovute alla veemenza dell’esposizione – caratteristica di chi è convinto di avere ragione – l’ex sindaco non solo ha ribadito quanto già detto in altre occasioni ma ha posto l’accento sulla inopportunità delle dimissioni dei tredici consiglieri che hanno interrotto il suo mandato. La grande capacità oratoria del ricandidato sindaco di IGsC (insieme a Legalità è Liberta e Modugno Democratica) ha conquistato e avvinto l’attenzione del già entusiasta elettorato presente in sala, che ha dimostrato il proprio apprezzamento applaudendo a più riprese il discorso.
Un discorso denso di riferimenti precisi alle cose fatte – decise quasi sempre all’unanimità dal consiglio comunale – e alle cose non fatte perché impedite dalle ormai famose dimissioni dei “tredici” (“absit iniuria verbis”); qualche messaggio (cifrato per l’altrui privacy) indirizzato a qualche elettore “refrattario” per convenienza; un chiarimento sul mancato trasferimento del mercato settimanale e l’area ceduta in comodato d’uso da un’azienda edile di Modugno; un mistero da svelare come quello relativo agli oneri pecuniari (circa due milioni) che la società Sorgenia, con una nota indirizzata al comune pochi giorni prima del commissariamento, dichiarava di essere disposta a corrispondere e che non si sa ancora se siano stati pagati o meno e nemmeno se sia stata inviata una risposta ai proprietari della centrale; e molto altro ancora. Qualche apprezzamento a chi gli è stato vicino e a chi lo è tuttora. Qualche negativo apprezzamento (a volte addirittura pesante – e questo per molti è il suo limite politico) sui personaggi politici locali è stato fatto infarcendo il discorso di quei passaggi ironici, se non addirittura comici, che i suoi fans richiedono e che hanno divertito il pubblico che ha apprezzato e lungamente applaudito il conclusivo “se non avete alcun interesse a votarmi… allora votatemi”.

La Speranza è "dura" a morire

Si torna a sperare. È proprio vero, non bisogna mai smettere di sperare. A meno di una settimana dal previsto arrivo di aria fetida dalle aule di giustizia barese, un soffio di aria pulita è arrivato ieri sera in corso Umberto a Modugno. L’inaugurazione della sede del movimento “Cittadini senza fili” non sarà proprio la “svolta” politica che in tanti a Modugno sperano ma costituisce certamente un positivo segnale di esistenza in vita della classe politica locale. Seppur costretti dalle dimensioni del locale in un minuscolo (in metri quadri) raduno e a una inusuale e fino a qualche giorno fa indesiderata aderenza, la folta rappresentanza della classe politica locale si è ritrovata numerosa in un incontro che sarà ricordato come un grande evento. Erano presenti con Peppino Longo, Simona Vitucci e Antonio Campanale dell’Udc, Marco Corriero e Matteo Brunetta di Adesso Modugno con dignità, Massimo Angiulli, Piero De Benedictis, Stella Sanseverino del Ncd, Fedele Pastore, altri ex consiglieri come Raso, Gadaleta e altri ancora che la mancanza di spazio ha costretto a restare fuori. L’accettazione dell’invito al dialogo e all’apertura di un ampio confronto che la padrona di casa, Lella Ruccia dopo i saluti e i ringraziamenti, ha rivolto a tutte le forze politiche presenti è stata unanime. Un cenno di rammarico per la mancata partecipazione dei rappresentanti locali del Pd, nel discorso della rappresentante dei Cittadini senza fili, ha fatto notare che non tutte le forze politiche della città erano presenti. Queste assenze, unite al grado di coerenza con le dichiarazioni espresse negli interventi di ieri sera, determineranno in futuro se questo incontro sarà ricordato come il grande inizio o come la grande occasione mancata. Noi continuiamo a nutrire grandi speranze.

Civiltà possibile o bar Barie?

C’è il bar Roma e c’era quello dello sport, c’è quello centrale, esiste addirittura quello piccolo e c’era, una volta, pure quello chiamato, con un vezzeggiativo, baretto; manca il bar Barie. Il motivo è noto, non c’è perché non ci sono clienti disposti a frequentarlo; se qualcuno osasse frequentarlo dimostrerebbe, al di là di ogni ragionevole dubbio, di non poter far parte della civiltà possibile.
La civiltà possibile può promettere, per iscritto, ma non mantenere per ben due volte la promessa, di realizzare una “rivoluzione nella cultura e nei comportamenti degli amministratori” della città; che una volta eletta “il primo impegno della nuova Amministrazione comunale” sarà quello di rimuovere “L’oltraggio inferto all’intera comunità di Modugno” causato dal “caso più clamoroso e violento di disprezzo per gli interessi ed i bisogni della comunità” … “la deportazione dell’ospedale di Modugno al quartiere San Paolo” e poi dimenticare tutto ciò perché è al di qua del confine oltre il quale c’è bar Barie.
La civiltà possibile può promettere di “rivedere alla radice l’assetto urbanistico del Paese” o di sistemare il “mercato di piazza (che) va armonizzato con l’ambiente cittadino e non necessariamente rimanere deportato in capannoni di periferia” e quindi può bloccare i muratori e scordarsi dei fruttivendoli forse perché lavorano dove, nella cartografia in uso, è annotato “hic sunt leones”, zona bar Barie insomma.
La civiltà possibile può impegnarsi anche a partire “dalla Riorganizzazione totale dell’Ufficio di Piano”, organizzare un incontro con i propri concittadini per promettere ai meno fortunati l’apertura di una mensa e non aprirla mai, mentre un’altra mensa, pur non facendo parte della civiltà possibile, funziona egregiamente fornendo, gratis, oltre 30 pasti caldi al giorno, ma nonostante ciò la civiltà possibile afferma di essere l’alternativa giusta al bar Barie tanto da poter dire, ai cittadini più fortunati, che siccome “Sopravvivono nel territorio di Modugno ampie aree destinabili ad insediamenti di natura culturale e turistica” molto presto avranno la possibilità di andare a prendere una boccata (si dice così) di aria buona in un parco da realizzare su di un’area di proprietà privata; mentre qualcun’altro dichiara che probabilmente, chissà, forse siamo sicuri che è poco probabile che, su quell’area, sia stato eliminato del tutto il pericolo dell’amianto.
Tutto ciò è consentito farlo perché è civiltà possibile non bar Barie.
Visto e considerato, quindi, che altre scelte non sono ammesse e che molti non vogliono scegliere la civiltà possibile, vuol dire che dalla prossima primavera a Modugno sarà attivo bar Barie, nel quale i modugnesi potranno cercare di dimenticare le promesse fatte da civiltà possibile.

Accordo fatto fra Pd e Udc per le regionali

Per il Partito democratico di Michele Emiliano la partecipazione dell’Udc pugliese alle primarie del centro sinistra di domenica prossima è una scelta strategica.  All’opposizione nel governo Vendola, l’Udc regionale ha onorato l’impegno assunto con i propri elettori di salvaguardare innanzitutto gli interessi della comunità pugliese, votando, in più di un’occasione, le proposte ritenute utili allo sviluppo della regione Puglia presentate dalla maggioranza di sinistra e lo ha fatto perché è rimasta fuori dagli obsoleti recinti ideologici.
Quella che per il presidente Vendola è stata solo una scelta tattica – accetto i tuoi voti quando mi servono – e che è stata criticata come collaborazionismo dalle altre forze e partiti di opposizione, per l’Udc Puglia è sempre stata una scelta strategica, finalizzata al rendere più moderata la politica economica dell’amministrazione Vendoliana.
La partecipazione dell’Udc alle primarie per la scelta del candidato presidente della regione conferma, ancora di più, la tendenza del Pd ad andare verso il rafforzamento del proprio consenso elettorale (nei numeri più che nelle fuorvianti alte percentuali causate dalla scarsa affluenza alle urne) aprendosi alla maggioranza dei moderati delusi dalla falsa moderazione dei Silviocultori e spaventati dalle Grillinate.
La valenza politica della partecipazione dell’Unione di centro alle primarie di domenica 30 novembre va ben oltre quella, pur importante, data dal sostegno che gli elettori dell’Udc daranno alla candidatura di Emiliano, perchè quello dato dal Pd pugliese è un segnale di apertura verso i moderati, verso quelli che non credono più nella politica dei salotti chic e non vanno più a votare.
Il candidato Michele Emiliano vincerà le primarie del centro sinistra e sa benissimo che i voti degli elettori dell’Udc sono certamente utili ma non indispensabili per vincerle. Altrettanto bene, però, sa che per governare la regione Puglia – che è ancora più importante che esserne eletto presidente – serve il voto dei moderati pugliesi ed è per questo che ha stretto un accordo con il partito che più degli altri li rappresenta. Sa bene che il consenso elettorale dell’Udc va ben oltre le percentuali ad una cifra ottenute negli ultimi anni, percentuali dovute alla scarsa affluenza alle urne degli elettori moderati e non al loro venir meno come numero.
Proprio la scarsa affluenza degli elettori moderati fa schizzare verso l’alto le percentuali del Pd e questo Emiliano lo sa, come sa bene che il segretario nazionale del Pd nonché presidente del consiglio Matteo Renzi ha indicato ed intrapreso da tempo una politica basata più sulla cooperazione fra le diverse forze politiche che sulla contrapposizione ideologica.
Cosa comporterà questo accordo per Modugno? Non è facile rispondere. Gli elettori dell’Udc a Modugno sono sempre stati un numero consistente; è dell’Udc l’unico consigliere regionale che la città abbia mai espresso. Gli elettori dell’Udc sono orgogliosi di aver eletto Peppino Longo e parteciperanno alle primarie di domenica in modo massiccio, perché sanno che il loro voto è importante per assicurare la presenza dei moderati nel prossimo governo della regione Puglia.

L'importanza di finirla

Che il finire sia importante lo diceva, anzi lo cantava Mina

quando, ancora graffiante “Tigre di Cremona”, concludeva con “l’importante è… finire” una allusiva canzone degli anni ’70 dell’ultimo secolo del millennio scorso. Il tempo passa ma il messaggio, pur importante, non sembra essere stato percepito nella sua interezza dalla nostra classe politica. Siamo già in campagna elettorale per le prossime amministrative e si continua a parlare di urbanistica. Un argomento importante, una faccenda intricata di cui, chi più chi meno, molti si dicono depositari della “vera Verità” sull’argomento. Dopo tanto parlare però non si capisce ancora se hanno ragione quelli che cercano di dimostrare come sia tutta una montatura o quelli che dicono che a Modugno una certa classe imprenditoriale si sia illecitamente arricchita con norme illegittime. Si continua a parlare di norme illecite in quanto non approvate dalla regione e si ascoltano altri che dichiarano non necessaria l’approvazione regionale. Non si sa se hanno ragione coloro i quali raccontano come sia stata legittima l’approvazione di quella famosa delibera consigliare del ’99 o se hanno ragione quegli altri che raccontano come tutto si sia svolto per favorire un imprenditore in particolare. Altri ancora, forse meno smemorati, partono proprio da quel famoso anno 1999 e disegnano un altro scenario, raccontando gli avvenimenti dei giorni immediatamente precedenti quello in cui il consiglio comunale dell’epoca approvò quelle famose norme.
Iniziano parlando del precedente consiglio comunale del 12 novembre ‘99 e di come furono eletti i membri della commissione edilizia comunale dell’epoca. (leggi la delibera)
Commissione edilizia che nulla eccepì durante il consiglio comunale che il successivo 1° dicembre deliberò la “Presa d’atto ed approvazione dei testi delle Norme tecniche di Attuazione e del Regolamento Edilizio del Vigente PRGC aggiornati, coordinati e integrati secondo il disposto delle più recenti leggi e norme in materia edilizia e urbanistica e in conformità delle modificazioni introdotte dalla deliberazione di G.R. n. 5105 del 21.11.95 di approvazione del PRGC.” (leggi la delibera)
Dicono, gli emuli di Pico della Mirandola, che all’epoca dei fatti se non si era d’accordo sulle delibere consigliari si poteva ricorrere, “gratuitamente”, al parere del CO.RE.CO. – il comitato regionale di controllo (un organo previsto da una legge del febbraio 1953 in attuazione dell’art. 130 della Costituzione) – al quale erano attribuite funzioni di controllo sugli atti delle province, dei comuni e degli altri enti locali. Altro che l’attuale, costoso, ricorso al TAR.
Rivolgendosi alle persone che pur ricoprendo allora la carica di consigliere nulla hanno eccepito, nessuna protesta o proposta di chiarimenti hanno posto all’attenzione del consiglio comunale o sugli organi di stampa che già da allora, come oggi, venivano utilizzati essenzialmente per “darsi ragione”, i dotati di ferrea memoria chiedono: come mai le norme approvate e non contestate nel ’99 – sia dal consiglio comunale che dalla commissione edilizia dell’epoca e quindi ritenute legittime – si siano trasformate in uno strumento utile allo sfruttamento e alla cementificazione del territorio? Se quelle Norme Tecniche di Attuazione, che la regione non ha approvato, hanno reso possibile lo scempio urbanistico che oggi viene denunciato, perché non sono state contestate già allora? Perché nessuna azione eclatante come quelle alle quali assistiamo da mesi è stata intrapresa allora? Perché nessuno ha proposto appello al CO.RE.CO contro quello strumento urbanistico oggi ritenuto palesemente truffaldino?
Il tempo a disposizione per chiarire la vicenda non è stato utilizzato nella giusta maniera.
Ora che supinamente subiamo (è proprio il caso di dirlo) la decisione di un altro Commissario, che nel breve volgere di alcuni mesi ha già posto le basi per la soluzione del “problema urbanistica” con buona pace di tutti – smemorati e mirandoliani – è giunto il tempo di finirla con questa storia e cominciare a parlare di come incrementare lavoro e salute, di come diminuire tasse e traffico non dimenticando scuola, disoccupati ed indigenti.
Ma sarebbe fare Politica e sembra proprio che sia già da molto tempo che questa è…finita.