Civiltà possibile o bar Barie?

C’è il bar Roma e c’era quello dello sport, c’è quello centrale, esiste addirittura quello piccolo e c’era, una volta, pure quello chiamato, con un vezzeggiativo, baretto; manca il bar Barie. Il motivo è noto, non c’è perché non ci sono clienti disposti a frequentarlo; se qualcuno osasse frequentarlo dimostrerebbe, al di là di ogni ragionevole dubbio, di non poter far parte della civiltà possibile.
La civiltà possibile può promettere, per iscritto, ma non mantenere per ben due volte la promessa, di realizzare una “rivoluzione nella cultura e nei comportamenti degli amministratori” della città; che una volta eletta “il primo impegno della nuova Amministrazione comunale” sarà quello di rimuovere “L’oltraggio inferto all’intera comunità di Modugno” causato dal “caso più clamoroso e violento di disprezzo per gli interessi ed i bisogni della comunità” … “la deportazione dell’ospedale di Modugno al quartiere San Paolo” e poi dimenticare tutto ciò perché è al di qua del confine oltre il quale c’è bar Barie.
La civiltà possibile può promettere di “rivedere alla radice l’assetto urbanistico del Paese” o di sistemare il “mercato di piazza (che) va armonizzato con l’ambiente cittadino e non necessariamente rimanere deportato in capannoni di periferia” e quindi può bloccare i muratori e scordarsi dei fruttivendoli forse perché lavorano dove, nella cartografia in uso, è annotato “hic sunt leones”, zona bar Barie insomma.
La civiltà possibile può impegnarsi anche a partire “dalla Riorganizzazione totale dell’Ufficio di Piano”, organizzare un incontro con i propri concittadini per promettere ai meno fortunati l’apertura di una mensa e non aprirla mai, mentre un’altra mensa, pur non facendo parte della civiltà possibile, funziona egregiamente fornendo, gratis, oltre 30 pasti caldi al giorno, ma nonostante ciò la civiltà possibile afferma di essere l’alternativa giusta al bar Barie tanto da poter dire, ai cittadini più fortunati, che siccome “Sopravvivono nel territorio di Modugno ampie aree destinabili ad insediamenti di natura culturale e turistica” molto presto avranno la possibilità di andare a prendere una boccata (si dice così) di aria buona in un parco da realizzare su di un’area di proprietà privata; mentre qualcun’altro dichiara che probabilmente, chissà, forse siamo sicuri che è poco probabile che, su quell’area, sia stato eliminato del tutto il pericolo dell’amianto.
Tutto ciò è consentito farlo perché è civiltà possibile non bar Barie.
Visto e considerato, quindi, che altre scelte non sono ammesse e che molti non vogliono scegliere la civiltà possibile, vuol dire che dalla prossima primavera a Modugno sarà attivo bar Barie, nel quale i modugnesi potranno cercare di dimenticare le promesse fatte da civiltà possibile.

Accordo fatto fra Pd e Udc per le regionali

Per il Partito democratico di Michele Emiliano la partecipazione dell’Udc pugliese alle primarie del centro sinistra di domenica prossima è una scelta strategica.  All’opposizione nel governo Vendola, l’Udc regionale ha onorato l’impegno assunto con i propri elettori di salvaguardare innanzitutto gli interessi della comunità pugliese, votando, in più di un’occasione, le proposte ritenute utili allo sviluppo della regione Puglia presentate dalla maggioranza di sinistra e lo ha fatto perché è rimasta fuori dagli obsoleti recinti ideologici.
Quella che per il presidente Vendola è stata solo una scelta tattica – accetto i tuoi voti quando mi servono – e che è stata criticata come collaborazionismo dalle altre forze e partiti di opposizione, per l’Udc Puglia è sempre stata una scelta strategica, finalizzata al rendere più moderata la politica economica dell’amministrazione Vendoliana.
La partecipazione dell’Udc alle primarie per la scelta del candidato presidente della regione conferma, ancora di più, la tendenza del Pd ad andare verso il rafforzamento del proprio consenso elettorale (nei numeri più che nelle fuorvianti alte percentuali causate dalla scarsa affluenza alle urne) aprendosi alla maggioranza dei moderati delusi dalla falsa moderazione dei Silviocultori e spaventati dalle Grillinate.
La valenza politica della partecipazione dell’Unione di centro alle primarie di domenica 30 novembre va ben oltre quella, pur importante, data dal sostegno che gli elettori dell’Udc daranno alla candidatura di Emiliano, perchè quello dato dal Pd pugliese è un segnale di apertura verso i moderati, verso quelli che non credono più nella politica dei salotti chic e non vanno più a votare.
Il candidato Michele Emiliano vincerà le primarie del centro sinistra e sa benissimo che i voti degli elettori dell’Udc sono certamente utili ma non indispensabili per vincerle. Altrettanto bene, però, sa che per governare la regione Puglia – che è ancora più importante che esserne eletto presidente – serve il voto dei moderati pugliesi ed è per questo che ha stretto un accordo con il partito che più degli altri li rappresenta. Sa bene che il consenso elettorale dell’Udc va ben oltre le percentuali ad una cifra ottenute negli ultimi anni, percentuali dovute alla scarsa affluenza alle urne degli elettori moderati e non al loro venir meno come numero.
Proprio la scarsa affluenza degli elettori moderati fa schizzare verso l’alto le percentuali del Pd e questo Emiliano lo sa, come sa bene che il segretario nazionale del Pd nonché presidente del consiglio Matteo Renzi ha indicato ed intrapreso da tempo una politica basata più sulla cooperazione fra le diverse forze politiche che sulla contrapposizione ideologica.
Cosa comporterà questo accordo per Modugno? Non è facile rispondere. Gli elettori dell’Udc a Modugno sono sempre stati un numero consistente; è dell’Udc l’unico consigliere regionale che la città abbia mai espresso. Gli elettori dell’Udc sono orgogliosi di aver eletto Peppino Longo e parteciperanno alle primarie di domenica in modo massiccio, perché sanno che il loro voto è importante per assicurare la presenza dei moderati nel prossimo governo della regione Puglia.

L'importanza di finirla

Che il finire sia importante lo diceva, anzi lo cantava Mina

quando, ancora graffiante “Tigre di Cremona”, concludeva con “l’importante è… finire” una allusiva canzone degli anni ’70 dell’ultimo secolo del millennio scorso. Il tempo passa ma il messaggio, pur importante, non sembra essere stato percepito nella sua interezza dalla nostra classe politica. Siamo già in campagna elettorale per le prossime amministrative e si continua a parlare di urbanistica. Un argomento importante, una faccenda intricata di cui, chi più chi meno, molti si dicono depositari della “vera Verità” sull’argomento. Dopo tanto parlare però non si capisce ancora se hanno ragione quelli che cercano di dimostrare come sia tutta una montatura o quelli che dicono che a Modugno una certa classe imprenditoriale si sia illecitamente arricchita con norme illegittime. Si continua a parlare di norme illecite in quanto non approvate dalla regione e si ascoltano altri che dichiarano non necessaria l’approvazione regionale. Non si sa se hanno ragione coloro i quali raccontano come sia stata legittima l’approvazione di quella famosa delibera consigliare del ’99 o se hanno ragione quegli altri che raccontano come tutto si sia svolto per favorire un imprenditore in particolare. Altri ancora, forse meno smemorati, partono proprio da quel famoso anno 1999 e disegnano un altro scenario, raccontando gli avvenimenti dei giorni immediatamente precedenti quello in cui il consiglio comunale dell’epoca approvò quelle famose norme.
Iniziano parlando del precedente consiglio comunale del 12 novembre ‘99 e di come furono eletti i membri della commissione edilizia comunale dell’epoca. (leggi la delibera)
Commissione edilizia che nulla eccepì durante il consiglio comunale che il successivo 1° dicembre deliberò la “Presa d’atto ed approvazione dei testi delle Norme tecniche di Attuazione e del Regolamento Edilizio del Vigente PRGC aggiornati, coordinati e integrati secondo il disposto delle più recenti leggi e norme in materia edilizia e urbanistica e in conformità delle modificazioni introdotte dalla deliberazione di G.R. n. 5105 del 21.11.95 di approvazione del PRGC.” (leggi la delibera)
Dicono, gli emuli di Pico della Mirandola, che all’epoca dei fatti se non si era d’accordo sulle delibere consigliari si poteva ricorrere, “gratuitamente”, al parere del CO.RE.CO. – il comitato regionale di controllo (un organo previsto da una legge del febbraio 1953 in attuazione dell’art. 130 della Costituzione) – al quale erano attribuite funzioni di controllo sugli atti delle province, dei comuni e degli altri enti locali. Altro che l’attuale, costoso, ricorso al TAR.
Rivolgendosi alle persone che pur ricoprendo allora la carica di consigliere nulla hanno eccepito, nessuna protesta o proposta di chiarimenti hanno posto all’attenzione del consiglio comunale o sugli organi di stampa che già da allora, come oggi, venivano utilizzati essenzialmente per “darsi ragione”, i dotati di ferrea memoria chiedono: come mai le norme approvate e non contestate nel ’99 – sia dal consiglio comunale che dalla commissione edilizia dell’epoca e quindi ritenute legittime – si siano trasformate in uno strumento utile allo sfruttamento e alla cementificazione del territorio? Se quelle Norme Tecniche di Attuazione, che la regione non ha approvato, hanno reso possibile lo scempio urbanistico che oggi viene denunciato, perché non sono state contestate già allora? Perché nessuna azione eclatante come quelle alle quali assistiamo da mesi è stata intrapresa allora? Perché nessuno ha proposto appello al CO.RE.CO contro quello strumento urbanistico oggi ritenuto palesemente truffaldino?
Il tempo a disposizione per chiarire la vicenda non è stato utilizzato nella giusta maniera.
Ora che supinamente subiamo (è proprio il caso di dirlo) la decisione di un altro Commissario, che nel breve volgere di alcuni mesi ha già posto le basi per la soluzione del “problema urbanistica” con buona pace di tutti – smemorati e mirandoliani – è giunto il tempo di finirla con questa storia e cominciare a parlare di come incrementare lavoro e salute, di come diminuire tasse e traffico non dimenticando scuola, disoccupati ed indigenti.
Ma sarebbe fare Politica e sembra proprio che sia già da molto tempo che questa è…finita.

 

Chi dopo il Commissario Ruffo?

Di incontri, per promuovere il proprio candidato sindaco, se ne sono già organizzati tanti.

Molti non sono stati invitati e qualcuno di questi non se n’è nemmeno accorto. Qualcun altro s’è offeso di brutto; anche perché quel qualcun altro aveva dichiarato al diretto superiore gerarchico di chi ha organizzato gli incontri, nonché ex collega proprio di quel qualcun altro – e in vista della molto probabile candidatura di quel “superiore gerarchico” ai vertici della Regione Puglia – di essere disposto (bontà sua) ad un riavvicinamento con gli esponenti del circolo di Modugno. È evidente che la controproposta di accordarsi direttamente con la locale segreteria politica (ça va sans dire) non è stata gradita; forse perché, data la lunga permanenza di quel qualcun altro e di quel superiore gerarchico nello stesso ordine professionale, la risposta è giunta assolutamente inaspettata.
Continuano a chiedere di conoscere i motivi, veri, per cui oggi a Modugno abbiamo, per l’ennesima volta, un Commissario a palazzo S. Croce. La risposta la sta fornendo proprio il Commissario: i problemi restano problemi finché non si risolvono e si risolvono se si ha la volontà di farlo. Certo un Commissario Prefettizio non deve “scontrarsi” con la propria maggioranza e nemmeno perdere tempo a rendersi antipatico alla minoranza consigliare ma, di sicuro, non spreca il proprio tempo a rendere le cose più difficili di quello che sono o a dire e a cercare di dimostrare che quella modugnese è una comunità da “spaghetti western”. Una comunità di gente poco rispettabile dalla quale è meglio scappare. Una citta in cui i notabili in gilè, spalleggiati da nerboruti armati fino ai denti (come si legge nei sottotitoli), fanno i loro sporchi affari e scelgono il sindaco senza consultarsi con gli unici difensori della gente onesta.
La domanda che invece gli elettori modugnesi dovrebbero porsi è: chi dopo il Commissario Ruffo?
Sperando che qualcuno, visto i precedenti e per dimostrare la sua modernità, non risponda: “Ubaldo Lay, il tenente Sheridan”.

 

IGsC non chiede scusa

La falsa notizia dello scandaloso evento è apparsa alle 23,30 di sabato, 27 settembre, sul sito web di Italia Giusta secondo la Costituzione.

NON CONOSCONO DECENZA –
PROVE DI RESTAURAZIONE A MODUGNO
Feudalesimo. 27 settembre 2014, piazza Sedile di Modugno, comizio elettorale di NCD,”Non Conoscono Decenza, partito senza elettori di Anonimo Alfano” (Massimo Gramellini, La Stampa), occupante abusivo delle celebrazioni cittadine di San Rocco, Patrono della Città. Sul palco della Cassa armonica, al posto del direttore di orchestra e del Santo, da sinistra a destra: Longo, consigliere regionale, Cassano, sottosegretario, Sanseverino candidata da decenni alla carica di Sindaco, Rana, padrone del Comitato feste patronali. In secondo piano, una dirigente scolastica. Una ristrettissima cerchia di amici era presente all’annuncio della candidatura di Sanseverino a sindaco. In paziente attesa, nella stradina accanto, il buon San Rocco.

Al solerte redattore di Italia Giusta secondo la Costituzione la notizia sarà stata comunicata certamente da qualcuno presente in piazza Sedile che avrà osservato, ma di sicuro non ascoltato, quello che sulla “cassa armonica” allestita in prossimità della scalinata della chiesa del Purgatorio si è celebrato e cioè la “Cerimonia di premiazione – Donne nelle arti e nelle professioni – (guarda foto del manifesto)“ alla presenza del Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Massimo Cassano, del modugnese consigliere regionale Giuseppe Longo, della signora Stella Sanseverino, Consigliera di Pari Opportunità della Provincia di Bari e del Presidente del “Comitato Feste Patronali” il sig. Rocco Rana. Di sicuro l’ora tarda, sommata alla possibilità di pubblicare una notizia non certo qualificante per i propri avversari politici, ha fatto venir meno la volontà di accertarsi della veridicità della notizia.
Notizia infondata quindi, capita a tutti e non raramente di pubblicare notizie non vere, succede, non è il caso di farne un dramma. Una “bufala”, se vogliamo chiamarla così, che sarebbe passata quasi inosservata se non avesse scatenato i malevoli commenti dei più “arrabbiati” frequentatori di Facebook. Il dramma nasce, invece, quando ci si sofferma a leggere tali commenti; fa rabbrividire il livello raggiunto da un commentatore più volgare di altri che, evidentemente non “soddisfatto sessualmente”, usa il linguaggio che userebbe un pruriginoso adolescente in vena di raccontare la barzelletta del mitico Pierino impegnato in una lezione di sessuologia. Arrivare al punto di tirare in ballo i figli delle persone che hanno presenziato alla premiazione fa capire quale sia il livello morale di tale commentatore e bene ha fatto Italia Giusta secondo la Costituzione a “cancellare” tali commenti.

La festa è finita, le statue dei santi sono tornate al loro posto, gli ambulanti pure, nel frattempo IGsC alle 19,43 di domenica ha dichiarato il suo non gradimento A PROPOSITO DELLA MANIFESTAZIONE RELIGIOSA DI IERI SERA IN ONORE DI SAN ROCCO, IL MOVIMENTO ITALIA GIUSTA SECONDO LA COSTITUZIONE NON GRADISCE LA POLEMICA PERSONALE TRA SINGOLE PERSONE. LA DISCUSSIONE E’ BENVENUTA, L’EPISODIO DI IERI SERA E’ INTOLLERABILE POLITICAMENTE E CULTURALMENTE; QUESTO NON SIGNIFICA PERO’CHE SI DEBBANO E SI POSSANO INTRECCIARE POLEMICHE VIOLENTE TRA INDIVIDUI. ITALIA GIUSTA INVITA TUTTI A STARE DENTRO AL PROBLEMA SOLLEVATO E SOTTOLINEA IL SUO RISPETTO PER QUANTI VOGLIONO DISCUTERNE LIBERAMENTE E CIVILMENTE. GRAZIE igSc.

Siamo giunti a martedì mattina e l’ex sindaco Nicola Magrone non ha ancora preso le distanze, come si suol dire, da quei commenti; non rettifica la falsa notizia, non condanna l’intolleranza politica dei suoi sodali, non cerca di portare ad un livello più consono alla sua storia pubblica la cultura dei suoi sostenitori più esagitati ma ancora di più non è assolutamente giustificabile la sua mancanza di solidarietà verso quei genitori fatti oggetto di accuse infamanti per la loro onorabilità e rispettabilità. Se l’estensore di quell’articolo è “Italia Giusta secondo la Costituzione” allora è Nicola Magrone che scrive, se non lo è la responsabilità è sempre sua e tocca a lui chiedere scusa ai figli dei suoi avversari politici, non nemici.