L'ultimo candidato sindaco

Non c’è che dire: sorprendente; ultimo a presentare, ufficialmente, la sua candidatura a sindaco, Nicola Scelsi continua a sorprendere. Sorprendente è il suo rilassato procedere rispetto alla frenetica campagna elettorale dei suoi antagonisti. Sorprendente è la scelta del “venerdì 17” come data di avvio della sua campagna elettorale. Sorprendente, per gli avversari “un fritto misto”, è l’eterogenea composizione delle forze politiche che lo appoggiano (una pietanza, il fritto misto, che Stella Sanseverino, ironicamente, raccomanda a chi invece vorrebbe propinare ai modugnesi il solito brodino insapore). Il candidato sindaco Nicola Scelsi sorprende gli elettori modugnesi, intervenuti al teatro Giuseppe Fava per l’avvio della sua campagna elettorale, esortandoli a diventare “parte di un tutt’uno” nella “città che dobbiamo sognare” invece di tediarli con una barbosa esposizione d’intenti, più o meno mirabolanti, come usualmente si fa in campagna elettorale. Sorprendente è l’elenco delle personalità, politiche, imprenditoriali, sportive, che lo apprezzano e intervengono alla sua manifestazione: Nicola Fusillo, Peppino Longo, Angelo Disabato, Damiano Conserva, Saverio Fiore, Lello Sciannimanico, Angela Barbanente, vice presidente della giunta regionale pugliese, che in una videointervista assicura il suo appoggio a Nicola Scelsi, futuro sindaco di Modugno.

Nicola Scelsi che continua, imperterrito, a sorprendere rimandando la già annunciata inaugurazione del suo comitato elettorale in piazza Sedile ritenendola “una inutile e rinviabile perdita di tempo”.

Per quelli che lo conoscono, però, tutto ciò non è sorprendente: “Nicola è fatto così”, dicono; quello che promette lo fa, ma lo fa “a sorpresa” perché raramente il “quando” di Nicola Scelsi coincide con quello degli interlocutori.

Per molti degli elettori dell’Udc di Peppino Longo, invece, sono sorprese che non entusiasmano tanto (in molti erano presenti ma ancora di più erano gli assenti) e il consigliere regionale dovrà sopportare un’ulteriore mole di lavoro per convincere i più refrattari del suo elettorato a votare un candidato sindaco che non rinuncia a marcare la sua indipendenza da partiti e schieramenti precostituiti.
Sono in molti, infatti, quelli che speravano di votare un candidato sindaco che fosse espressione di quella vasta area moderata rappresentata dall’Udc ed è a questi elettori che Nicola Scelsi dovrà rivolgere la sua attenzione per convincerli a votarlo.

Compito non facile ma neanche impossibile per chi è riuscito a mettere insieme una compagine così variegata da scatenare le malelingue internettiane che la definiscono, come già detto, un “fritto misto”, ma del resto è proprio del variegato insieme dei moderati, presenti in tutti gli schieramenti e forze politiche, che la città sognata dai modugnesi ha bisogno. Pertanto, dopo i moderati a sinistra, al candidato sindaco spetta il compito di convincere gli indecisi tra i “Popolari – uniti al centro con Nicola Scelsi”, lista che rappresenta il partito di maggioranza relativa a Modugno.

Come al solito arriva il "Programma Elettorale"

Gli indicati, gli autocandidati, gli esortati e gli invitati a “offrirsi” come candidato sindaco a Modugno cominciano a parlare di “Programma Elettorale”. A onor del vero Fabrizio Cramarossa, con la sua coalizione, non solo ne parla da mesi ma per futura memoria lo scrive già, mentre gli altri, chi più chi meno, nella fase ancora di elaborazione del testo definitivo, cercano impostazioni e suggerimenti (non sia mai imposizioni) dai loro sostenitori per la stesura dell’importantissimo elenco di promesse elettorali. Escludendo l’ex sindaco Nicola Magrone – che a quanto sembra di capire riproporrà, con qualche leggera variante, il suo sempreverde programma elettorale del 2011, già corretto nel 2013 ma che non ha avuto modo di realizzare nel 2014 per il ripensamento dei suoi ex “magnifici sei o sette” consiglieri (così considerati dai suoi oppositori antichi e moderni) della sua maggioranza, colpevoli, sembra, del reato di “procurata decadenza sindacale” – sono tre (o quattro?) gli altri candidati a sindaco che si apprestano a varare, diversificandola da quella altrui, la loro proposta di taumaturgica risoluzione dei decennali ma sempre attuali e irrisolti problemi di Modugno. C’è Nicola Scelsi che a quanto si sa, proporrà non più di cinque punti programmatici; c’è Saverio Fragassi che propone di non stare né con gli uni né con gli altri; c’è Vito Signorile che dovrebbe proporre quello che sarà proposto dai proponenti frequentatori internettiani dei blog grillini; FI e FdI esprimeranno un candidato sindaco? non si sa ancora ma se ci sarà avrà sicuramente un programma da proporre come tutti gli altri.   
Al solito saranno proposte soluzioni all’inquinamento atmosferico, alla mancanza di lavoro, alla rappresentanza nel CdA dell’Asi e nel consiglio della città metropolitana, alla penuria di aiuti ai disagiati, al traffico, alla speculazione edilizia, alla corruzione, ai problemi dei giovani di oggi e di quelli che lo erano già trenta, quaranta o cinquant’anni fa. Si prometteranno asili nido, trasporti efficienti, scuole sicure, tutti i delinquenti in galera e tanta, infinità onestà nella conduzione della cosa pubblica.

Come al solito agli elettori sarà demandato un unico compito: quello di scegliere, nella cabina elettorale, chi votare.
Come al solito saranno votati, voteremo, i migliori.

I politichetti dalla scarsa caratura morale

Se è vero che per un Politico, serio, sono sufficienti poche parole per influenzare positivamente l’opinione pubblica in un comizio o in una sala conferenze – non è difficile, ci sono frasi che ogni elettore vorrebbe sentirsi rivolgere – è altrettanto vero che sono sufficienti solo pochi incontri per valutare la reale“caratura morale” di un politico. Che a volte dimostra di essere solo la “caricatura” di un politico.

E altrettanto vero è che (ahinoi) la morale varia, variano i valori morali, quello che una volta era moralmente riprovevole per un politico, oggi viene accettato, se non addirittura esaltato, come essenziale qualità necessaria per raccogliere voti. Per chi, avanti negli anni, ricorda ancora il “severo sguardo” genitoriale con cui si veniva accolti giungendo in ritardo al pranzo domenicale – unica occasione in cui  l’intera famiglia poteva e riusciva a riunirsi – o il pressante interrogatorio materno cui si veniva sottoposti per l’accertamento delle responsabilità in caso di pur innocenti e infantili marachelle, non può rimanere indifferente quando il politichetto di turno, ritenendo il proprio “tempo” più importante di quello altrui e “coglionando” chi, invano, l’ha atteso, giustifica il proprio ritardo con delle scuse infantili e ridicole, come quelle di una volta, buone solo a far ridere la mamma, che dopo aver duramente rimproverato il monello lo abbraccia perché “la mamma è sempre la mamma”.

La morale pubblica cambia, si adegua seguendo l’esempio delle persone più in vista e purtroppo oggi quelli che si mettono più in vista sono i politichetti che si pavoneggiano sulle nostre strade in vista della imminente competizione elettorale. I nonni di chi oggi è avanti negli anni, hanno trasmesso ai loro figli quella moralità che oggi, sprezzantemente, è classificata come arcaica. Loro osservavano i precetti morali trasmessi dai loro genitori, il rispetto e la disciplina, principali virtù dei notabili cittadini dell’epoca dei quali seguivano l’esempio. Chi di anni ne ha tanti ha ricevuto, come indivisibile eredità dei propri genitori, gli stessi precetti morali che oggi, caparbiamente, cerca di trasmettere; purtroppo però non hanno dei buoni esempi da indicare ai propri eredi. Così, spesso, per non rimpiangere troppo le antiche virtù, gli “arcaici” si accontentano di rinfrescare la memoria immergendosi nella lettura dei classici. In questa campagna elettorale, ormai entrata nel vivo, sembra siano sempre più attratti dall’ “Attico” del De viris illustribus di Cornelio Nepote, che non tratta di abusi edilizi ma di un “Uomo” che la nostra classe politica non sembra in grado di emulare.

Ne diamo un minuscolo assaggio:

(Attico) … Non diceva bugie e non riusciva a sopportarle. Pertanto la sua giovialità non era priva di rigore, e la sua serietà non priva di affabilità, così che era difficile
capire se i suoi amici lo temessero o piuttosto lo amassero di più. Tutto ciò che gli veniva chiesto lo prometteva con cautela, poiché giudicava insignificante e non generoso chi prometteva ciò che non era in grado di dare. Ma una volta che aveva detto di sì, aveva tanto scrupolo nel mantenere la sua promessa che sembrava trattasse un affare suo anziché uno affidatogli. Non abbandonò mai una questione dopo averla intrapresa, perché riteneva che fosse in gioco la sua reputazione, la cosa più cara che aveva.

Per chi vuole approfondire:

Magrone Restart

La “padronanza” della scena, il timbro tenorile e la modulazione della voce sarebbero stati già sufficienti a Nicola Magrone per tenere viva l’attenzione degli intervenuti, nella sala “Al Laghetto”, all’incontro organizzato da IGsC. Aggiungendo a tutto questo l’esposizione dei motivi per i quali, secondo il suo punto di vista, è stato posto fine alla sua amministrazione, ha portato e mantenuto in alto l’interesse dell’uditorio. Con alcune, piccole, inesattezze dovute alla veemenza dell’esposizione – caratteristica di chi è convinto di avere ragione – l’ex sindaco non solo ha ribadito quanto già detto in altre occasioni ma ha posto l’accento sulla inopportunità delle dimissioni dei tredici consiglieri che hanno interrotto il suo mandato. La grande capacità oratoria del ricandidato sindaco di IGsC (insieme a Legalità è Liberta e Modugno Democratica) ha conquistato e avvinto l’attenzione del già entusiasta elettorato presente in sala, che ha dimostrato il proprio apprezzamento applaudendo a più riprese il discorso.
Un discorso denso di riferimenti precisi alle cose fatte – decise quasi sempre all’unanimità dal consiglio comunale – e alle cose non fatte perché impedite dalle ormai famose dimissioni dei “tredici” (“absit iniuria verbis”); qualche messaggio (cifrato per l’altrui privacy) indirizzato a qualche elettore “refrattario” per convenienza; un chiarimento sul mancato trasferimento del mercato settimanale e l’area ceduta in comodato d’uso da un’azienda edile di Modugno; un mistero da svelare come quello relativo agli oneri pecuniari (circa due milioni) che la società Sorgenia, con una nota indirizzata al comune pochi giorni prima del commissariamento, dichiarava di essere disposta a corrispondere e che non si sa ancora se siano stati pagati o meno e nemmeno se sia stata inviata una risposta ai proprietari della centrale; e molto altro ancora. Qualche apprezzamento a chi gli è stato vicino e a chi lo è tuttora. Qualche negativo apprezzamento (a volte addirittura pesante – e questo per molti è il suo limite politico) sui personaggi politici locali è stato fatto infarcendo il discorso di quei passaggi ironici, se non addirittura comici, che i suoi fans richiedono e che hanno divertito il pubblico che ha apprezzato e lungamente applaudito il conclusivo “se non avete alcun interesse a votarmi… allora votatemi”.

La Speranza è "dura" a morire

Si torna a sperare. È proprio vero, non bisogna mai smettere di sperare. A meno di una settimana dal previsto arrivo di aria fetida dalle aule di giustizia barese, un soffio di aria pulita è arrivato ieri sera in corso Umberto a Modugno. L’inaugurazione della sede del movimento “Cittadini senza fili” non sarà proprio la “svolta” politica che in tanti a Modugno sperano ma costituisce certamente un positivo segnale di esistenza in vita della classe politica locale. Seppur costretti dalle dimensioni del locale in un minuscolo (in metri quadri) raduno e a una inusuale e fino a qualche giorno fa indesiderata aderenza, la folta rappresentanza della classe politica locale si è ritrovata numerosa in un incontro che sarà ricordato come un grande evento. Erano presenti con Peppino Longo, Simona Vitucci e Antonio Campanale dell’Udc, Marco Corriero e Matteo Brunetta di Adesso Modugno con dignità, Massimo Angiulli, Piero De Benedictis, Stella Sanseverino del Ncd, Fedele Pastore, altri ex consiglieri come Raso, Gadaleta e altri ancora che la mancanza di spazio ha costretto a restare fuori. L’accettazione dell’invito al dialogo e all’apertura di un ampio confronto che la padrona di casa, Lella Ruccia dopo i saluti e i ringraziamenti, ha rivolto a tutte le forze politiche presenti è stata unanime. Un cenno di rammarico per la mancata partecipazione dei rappresentanti locali del Pd, nel discorso della rappresentante dei Cittadini senza fili, ha fatto notare che non tutte le forze politiche della città erano presenti. Queste assenze, unite al grado di coerenza con le dichiarazioni espresse negli interventi di ieri sera, determineranno in futuro se questo incontro sarà ricordato come il grande inizio o come la grande occasione mancata. Noi continuiamo a nutrire grandi speranze.