Dall’appello alla rivoluzione elettorale, all’irrilevanza del consiglio comunale; siamo passati, con estrema leggerezza, dal proclama elettorale sull’importanza del voto dei modugnesi, alla certificazione dell’irrilevanza del voto dei consiglieri comunali. Dal “Siate ribelli, siate eversivi, votate in libertà, senza farvi condizionare” concionato in campagna elettorale, si è giunti alla dichiarazione chiara e incontrovertibile della futilità dei consigli comunali.
Il consigliere di maggioranza, Maurizio Panettella, nell’ultimo consiglio comunale, ha chiesto al segretario comunale se tutte le proposte formulate dai consiglieri comunali sarebbero state, in seguito, inserite nel DUP il Documento Unico di Programmazione. Alla domanda del consigliere ha risposto invece l’assessore Banchino che, in sintesi, ha chiarito che i consiglieri comunali possono proporre e votare ogni iniziativa possibile e fantasiosa, una per volta o votarle alla fine tutte insieme nella delibera, ma nel DUP saranno inserite solo quelle che la giunta riterrà fattibili e rispondenti a quello che l’amministrazione ritiene giusto fare. Insomma, i consiglieri possono proporre tutto quello che a loro viene in mente, tanto il loro parere è irrilevante. Decide solo la giunta.
Tradotto in amministrativese, la lingua usata da sempre nelle oscure stanze del palazzo “mi dispiace ma io so io e voi non siete un…”
Categoria: L’opinione
Onestà e disattenzione
Incuriosito da quanto asserito da un ex consigliere comunale durante un convegno, ho cercato di risalire alla documentazione relativa ai fatti segnalati. Gli scarsi riferimenti non hanno reso facile la ricerca ma, cercando a fondo fra le varie cartelle del mio pc, sono riuscito a ritrovare la delibera del consiglio comunale cui faceva riferimento l’ex consigliere: la n° 27 del 28/05/2014.
L’ex consigliere, parlando dell’incoerenza dell’allora e attuale sindaco, capace di “trascinare, coinvolgere le persone” asseriva che Magrone è stato eletto parlando di onestà ma al momento di governare la città si distacca dalla realtà, fino al punto di permettere che “consiglieri comunali hanno presentato emendamenti a favore di cooperative nelle quali loro erano coordinatori, emendamenti per 150 mila euro…”!!!
Un enorme conflitto di interessi, insomma, che a quanto pare è stato denunciato dall’ex consigliere in un esposto alla procura del quale, fino a quel giorno, non ha ancora ricevuto alcun riscontro.
Quando, per “capire” di cosa avesse parlato, ho contattato l’ex consigliere, mi ha detto che non aveva alcuna voglia di approfondire l’argomento “siamo nell’imminenza di una campagna elettorale e sono sicuro che saranno in molti quelli che, per un verso o per l’altro, strumentalizzeranno le mie parole.”
Non restava che chiedere chiarimenti ad altri consiglieri dell’epoca.
Ora non accusate chi scrive di voler approfittare di ogni occasione per parlar male del sindaco, non lo farò. Parlerò, invece, del conflitto di interessi di molti dei consiglieri di allora e di quelli di oggi, e proprio in conseguenza dell’imminente campagna elettorale, mi asterrò dall’indicarli per nome. I diretti interessati, i loro colleghi e sostenitori capiranno di chi parlo e forse capirà anche chi dovrebbe sorvegliare su queste problematiche.
In quel consiglio comunale si votava per l’Adozione del 3° Piano Sociale di Zona anni 2014 – 2016.
- Durante il dibattito in aula un consigliere comunale interviene su progetti presentati da una associazione di cui egli stesso è coordinatore e la di lui moglie, dipendente a tempo indeterminato del comune di Modugno, ne è Presidente. Il consigliere chiedeva, ed otteneva, che venissero effettuate delle correzioni alle indicazioni riportate nella scheda n°34 del P.d.Z. relative ai progetti da lui stesso presentati. L’assessore dell’epoca riepilogava così le cifre “…Poi nella scheda 34 è sbagliato in questo caso il totale, se vedete importo totale programmato ci dà 59.971, ma come potete semplicemente constatare dalla somma dei contributi messi tra parentesi il totale corrisponde a 208.370,46. come si evince leggendo di seguito… “ ed in seguito proponeva che le correzioni chieste dal consigliere/coordinatore/proponente dei progetti, venissero approvate.
- Nello stesso consiglio comunale, nel dibattito, interviene un altro consigliere, dipendente di una cooperativa sociale di Gravina di Puglia che si occupava, fino all’anno scorso anche a Modugno, di assistenza a quei bambini che le amministrazioni, troppo spesso, preferiscono affidare ai servizi sociali invece di aiutare le loro famiglie a mantenerli (vedi Bibbiano). “Io vedo che comunque si sta facendo un po’ di confusione oggi, soprattutto per quanto concerne l’inserimento nelle varie strutture” e rivolgendosi ad un altro consigliere “quando si parla di previsione, e giustamente poi bisogna parlarne, però quando si parla di risorse umane, di persone, è difficile essere molto precisi. Perché anche segnalare il disagio è complicato. Ti faccio un esempio, parliamo veramente per ipotesi, che ci sia uno sbarco di mille ragazzini tunisini, e 30 sono a carico del Comune di Modugno. Questo è un imprevisto, come fare fronte? Non voglio una risposta, però è un imprevisto che potrebbe capitare. Quindi parlare con determinazione e decisione su previsione, quando si parla di ragazzi io andrei un po’ con i piedi di piombo, tutto qui.” La risposta del collega evidenzia come fossero in tanti a conoscere il conflitto di interessi del consigliere in questione “Scusami Xxxxxxx me lo vieni a dire a me questo discorso, no non perché sia chissà chi, ma il discorso, l’accento non era sui servizi sociali. Perché qui stiamo parlando di implementare i servizi sociali. Però me la tiri Xxxxxxx. Se la spesa del 2013 su 638 mila 404 sono al …” (e qui fa il nome della cooperativa di Gravina di cui il consigliere è stato dipendente fino a poco tempo fa) xxxxxxx, il problema attenzione. Non mi devi rispondere, però sei anche Presidente della commissione servizi sociali che mi dovrebbe rispondere, però non mi puoi rispondere. E la fermiamo qua.”
- Al consiglio comunale, oltre ai due consiglieri di cui sopra, anche un’altra consigliere era in conflitto di interessi – ed avrebbe dovuto astenersi dal dibattito – in quanto una sua sorella era dipendente della stessa cooperativa di Gravina di cui si accennava prima. Escludendo il primo, gli altri due consiglieri sono oggi presenti nella maggioranza. Alla fine del dibattito il P.d.Z. venne approvato con 13 voti favorevoli e sette astenuti. C’è da chiedersi se i tre consiglieri in conflitto di interessi non avessero partecipato ai lavori il piano sarebbe stato approvato? (una curiosità: tre mesi dopo Magrone viene sfiduciato. I tre consiglieri in evidente conflitto di interessi gli restarono fedeli).
- Nell’attuale consiglio comunale sono presenti altri consiglieri comunali il cui mandato amministrativo li pone in conflitto di interessi: uno fa il giornalista, uno è sindacalista in una grande azienda dell’ASI, uno fa il progettista di cooperative sociali e non convoca la commissione di cui è presidente, tutti in conflitto di interessi. I consiglieri comunali, gli assessori e il sindaco, tutti loro dovrebbero sapere di chi parlo.
Chi ricopre cariche istituzionali come quella di consigliere, assessore o sindaco, ha il dovere dell’imparzialità; qualora si presenti la necessità di decidere su interessi personali o professionali suoi, o che riguardano i suoi famigliari più stretti, dovrebbe perlomeno astenersi dal partecipare alle decisioni quando vengono esaminati e posti a votazione questioni che potrebbero procurare loro dei benefici. Come evidenziato sopra, però, questo in quel consiglio comunale, presieduto forse in maniera disattenta dall’attuale sindaco, non è stato fatto.
Non ce la fanno più
E QUESTO QUANDO CADE?
Qualche tempo fa un componente della giunta Magrone, incrociato per strada, dopo aver risposto ad un cenno di saluto, ha richiamato la mia attenzione con un «senta, signor Oro» al quale non potevo far altro che rispondere con un meravigliato «sì? Mi dica», «senta vorrei che lei desse un’occhiata a questi documenti». L’assessore, a questo punto mi ha dato alcuni fogli. (Sono la nota 1 e la nota 2 consultabili cliccando sopra).
Succede, a volte, che chi non sopporta più di essere trattato male da qualcuno, incontrando una persona che ha sempre contrastato quel qualcuno, forse per calcolo o forse per l’effettivo superamento del suo livello di sopportazione, approfitta del casuale incontro per sfogare tutta la sua amarezza, raccontando le varie angherie e prevaricazioni subite.
Dopo aver dato una veloce e sommaria lettura alle due note, molte erano le domande che volevo porre ma il tempo e il luogo non erano idonei, eravamo per strada, pertanto si è convenuto di incontrarci in un altro momento e lontano da occhi indiscreti. Quello che segue è la sintesi di quello che è emerso durante il successivo incontro.
Dopo i convenevoli e le tipiche domande senza alcuna importanza poste da entrambi per “rompere il ghiaccio”, il dialogo si è svolto più o meno come lo trascrivo qui, con in più alcune precisazioni.
Oro – «Assessore, ho avuto modo di leggere i documenti che mi ha lasciato. Era da tempo che sentivo parlare degli argomenti trattati in quelle due note di Lombardi ma non avevo riscontri certi. Ho approfondito le questioni di cui si fa cenno e ora ho anche la delibera e il verbale al quale si riferiscono oltre ad una nota inviatavi il 21 maggio che dovrebbe conoscere. Prima di affrontare l’argomento però le chiedo come pensa che dovrei divulgare queste notizie; è un “tanto per sfogarmi” che dovrei mantenere riservato come una “confidenza personale” o ne posso scrivere liberamente?».
Assessore – «Sig. Oro, quello che le chiedo è solo di mantenere il riserbo sul mio nome. Non ho alcuna voglia di impelagarmi in una “guerra” con Nicola Magrone, collaboro con lui da tempo e non voglio che tutto quello che ho fatto vada perso»
O. – «va bene, cercherò di non far capire lei chi è». (È per questa ragione che ho elaborato un po’ il dialogo) «Mi dica però le ragioni di questo incontro»
A.- «non mi sento più a mio agio in questa amministrazione, si sono venute a creare delle situazioni nelle quali non mi ritrovo e che non riesco a contrastare e né tantomeno ad impedire. Come quelle, gravissime, descritte nei documenti che le ho dato l’altro giorno»
O. – «Ok, cominciamo da questi, il 21 maggio e il 2 agosto scorso avete ricevuto le note di cui sopra, ne avete discusso in giunta o in incontri informali fra di voi?»
A. – «no, dal 2 agosto ad oggi non c’è stata alcun incontro di giunta» (l’incontro è avvenuto prima del 20 agosto)
O. – «ma non ne avete nemmeno parlato fra di voi, informalmente?»
A. – «no»
O. – «scusi se glie lo dico ma queste note, specialmente quella che riguarda il verbale, denunciano una situazione di estremo degrado della legittimità degli atti amministrativi. Chiedere una permuta del cento per cento per una particella che non è di proprietà del comune in cambio di un immobile da adibire a “centro anziani” su uno stabile ad uso commerciale, appare quasi come una concussione perpetrata a danno dell’impresa edile. Impresa edile che denuncia pure una anomala dilatazione dei tempi per il rilascio di un permesso di costruire. Ho scaricato la delibera n° 59 del 7 maggio di quest’anno» (procedimento di adozione variante al PdL, vedi sopra) «nella quale si intima al comune di concludere entro 10 giorni, cioè entro il 12 agosto, l’iter di approvazione definitiva del procedimento. Ad oggi lei mi dice che la giunta non si è riunita, quindi?»
A. – «queste sono domande da porre all’assessore Benedetto. È lei che fa e disfa tutto quello che riguarda l’urbanistica e che dovrebbe “salvaguardare” l’amministrazione e tutti noi della giunta, sorvegliando che vengano applicate le giuste procedure e regolamenti edilizi. Spesso però noi assessori non ci sentiamo tutelati abbastanza e temiamo che siano state commesse delle irregolarità. come quella della particella di cui si parla nelle note. Negli ultimi tempi è andata a Roma per definire, con la società Autostrade, la proprietà di alcune aree per il progetto del rondò fra via Roma e viale della Repubblica. Non ha risolto nulla e la realizzazione del rondò ora è bloccata e non si sa quando e se mai si farà»
O. – «non mi è stato possibile consultare la delibera per il rondò, la delibera n° 42 del 26 marzo scorso, non è visionabile sull’albo pretorio. Inoltre mi risulta che è bloccato anche il cantiere del centro commerciale su viale della Repubblica, perché il proprietario di un supermercato concorrente si oppone alla sua costruzione»
A. – «non solo quel cantiere è bloccato; ce ne sono altri, basta andare in giro per la città e se ne trovano tanti, come quello vicino ai vigili urbani, dove è prevista la realizzazione di tre villette, mi pare che ora sia bloccato fino alla fine dei lavori del raddoppio delle FAL, mi pare per una questione di distanze»
O. – «ma quel suolo non era di proprietà della moglie di un consigliere comunale di maggioranza?»
A. – «sì e mi dispiace dirlo ma lui lo vendette per pochi euro perché gli dicevano che su quel suolo non si poteva costruire, invece hanno rilasciato il permesso»
O. – «certo che questo sindaco e questa assessore all’urbanistica sono bravi a rendere difficile se non impossibile la realizzazione delle infrastrutture utili alla città, vedi come è ridotto il parco, le strade, le piscine…»
A. – «le piscine, ma lo sa che è solo colpa del sindaco se le piscine sono ancora chiuse? C’è voluto più di un anno per fargli capire come poteva essere risolto il problema delle piscine; ora sta perdendo tempo per concludere come s’è deciso di fare»
O. – «e del teatro e della casa di riposo che dovevano essere realizzate in via Paradiso nel comparto C3 ne avete mai parlato?»
A. – «in tutti questi anni questa è la prima volta che ne sento parlare»
O. – «non ci credo, possibile che non ha mai sentito parlare di quella lottizzazione abusiva?» (a questo punto, faccio leggere all’assessore, sul mio hipad, alcuni documenti relativi alla questione C3. Quelli qui allegati) «non sa che quella questione è inserita fra le altre del processo che vede coinvolti i due sindaci precedenti, Rana e Gatti insieme ad altri politici, professionisti e alcuni tecnici dell’ufficio tecnico di Modugno? Eppure è proprio grazie a quello scandalo che Magrone è riuscito a diventare sindaco»
A. – «mi creda, il sindaco non ne ha mai parlato e nemmeno l’assessora Benedetto ne ha mai fatto cenno. Eppure mi risulta che sia parente dell’ex sindaco Pino Rana; infatti la madre della Benedetto, è cugina di Pino Rana»
O. – «addirittura, la vicesindaco Benedetto è parente dell’ex sindaco Rana; certo che Nicola Magrone ci tiene alla famiglia, alle parentele. A proposito, il trullo, che fa, lo abbatte? Il Tar, all’inizio di giugno» (il 4 giugno, leggi sentenza del Tar qui) «ha rigettato il ricorso contro l’abbattimento del trullo, e sono passati i due mesi durante i quali si poteva opporre appello alla sentenza. Non è stato fatto e quindi ora si dovrebbe procedere all’abbattimento ordinato già nel novembre/dicembre del 2017. Così come si dovrebbe procedere all’abbattimento anche di quella vecchia costruzione vicina al parco S. Pio, i cui proprietari si dice siano parenti, per parte di madre, di Nicola Magrone. Anche per quella costruzione c’è una sentenza del Tar» (la n° 1322 del 18 ottobre 2018 qui allegata) «che è stata posta alla vostra attenzione e di cui si accenna nell’allegato alla delibera n° 59 del 7/5/19 di approvazione della variante per la maglia “N” alla quale accennavamo prima»
A. – «di questa faccenda l’assessore Benedetto non ha ritenuto opportuna chiarire gli aspetti urbanistici che tale sentenza del Tar ha comportato, per il trullo, invece, ma lo sa lei che due anni fa siamo stati oltre tre mesi che non si parlava d’altro che del trullo? Mentre ora non se ne parla più. Tutto a causa del nipote…»
O. – «a proposito, è vero che Nicola Magrone vuole candidare il nipote, Paolo Magrone, a prendere il suo posto da sindaco?»
A. – «Paolo? Non credo, lo zio Nicola non lo stima molto; invece in molti pensiamo che voglia appoggiare la candidatura a sindaco della Benedetto»
O. – «e gli attuali consiglieri di maggioranza voterebbero per la Benedetto sindaco? Non mi pare che sia molto amata»
A. – «in effetti viene vista da molti come l’assessore “so tutto io”, si infila in ogni discussione e spesso molti di noi assessori hanno dovuto, diciamo così “calmarla” e chiederle di non interferire nei nostri assessorati»
O. – «negli ultimi tempi ho visto un po’ di “maretta” tra la giunta e i consiglieri di maggioranza; specialmente nell’ultimo consiglio comunale. Ma c’è unità di intenti o i consiglieri cominciano a prendere le distanze da voi assessori e dal sindaco?»
A. – «ho capito a cosa si riferisce, alle dichiarazioni del consigliere Pazienza contro l’assessore Alfonsi; tutta opera di Nicola Magrone che non vede di buon occhio la relativa indipendenza non solo di Antonio ma anche quella di molti di noi assessori»
O. – «beh la neo assessora alla cultura è stata difesa da Magrone in aula, a proposito come arriva a Modugno l’avvocato Leandro?»
A. – «arriva a seguito della vicenda del trullo, è lei che ha curato la vicenda del procedimento contro quelli che hanno reso di dominio pubblico la notizia dell’abuso edilizio del trullo»
O. – «Ho capito, la questione che riguarda i due consiglieri comunali del Pd, oltre a due architetti dell’Ufficio Tecnico comunale, a un esponente del Pd locale e un noto giornalista di Bari, tutti compreso me, Pino Oro, che la sto ascoltando»
A. – «già, anche per questo voglio che lei scriva quello che le ho detto, non si può premiare qualcuno affidandole un incarico, remunerato dall’amministrazione comunale»
O. – «mi dia il tempo di raccogliere e mettere in ordine un po’ di documenti e pubblico tutto quanto. Arrivederci e grazie»
A – «grazie e arrivederci. Signor Oro, stia attento a quello che scrive, Nicola Magrone sa essere molto vendicativo»
O. – «ma no, cosa può succedermi? ha visto gli ultimi sviluppi a Roma? il M5S abbraccia i reprobi del Pd e non succede niente. Può essere pure che alla fine io e il sindaco ci abbracciamo e se io abbraccio Nicola Magrone cosa vuole che possa succedermi, non è mica contagioso»
La sindrome del “supereroe”
Come già troppe volte accaduto in questi anni, negli ultimi giorni l’amministrazione occupa il palcoscenico mediatico modugnese interpretando, con narcisistico piacere, il ruolo del supereroe. Come Goldrake Ufo Robot negli anni ottanta, o Superman mezzo secolo fa, poco prima della catastrofe finale irrompe sulla scena in aiuto dei modugnesi in pericolo. Lo ha fatto con la Newo; dopo aver partecipato, per più di un anno, ad incontri e conferenze di servizio, la mattina firma il verbale della concessione del Nulla Osta regionale alla realizzazione del termovalorizzatore e il pomeriggio, con voce rotta dalla commozione, comunica la ferale notizia durante il consiglio comunale; ora lo fa dichiarando che “proprio in virtù dell’impegno del Comune di Modugno e della sua collaborazione con l’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa), è ormai noto da parecchi mesi che le emissioni sono perlopiù addebitabili a un’azienda dell’area industriale che si occupa dello smaltimento di carcasse animali”.
Cioè, l’amministrazione di Modugno già da parecchi mesi sa qual’è l’azienda che ammorba l’aria ma non lo comunica ai modugnesi.
Poi, però, si vanta, come fanno tanti vanagloriosi supereroi, di essere l’amministrazione del Comune di Modugno che “è tra i pochi Comuni della Puglia che – con lo scopo di evitare disagi e danni ai cittadini – ha da subito eseguito quanto previsto dalla legge regionale 32 del 2018 che disciplina le “emissioni odorigene”, in particolare instaurando una intensa attività con Arpa”.
Ma in cosa consiste questa intensa attività con ARPA? Non è possibile sapere.
Però, “Per ora, chiede a Regione Puglia e a Città Metropolitana che le sofferenze dei cittadini siano finalmente tenute nel giusto conto, senza alcuna strumentalità: Regione Puglia e Città Metropolitana diano massima priorità ai controlli sulle emissioni e riducano drasticamente le quantità autorizzate di produzione – fino alla chiusura dell’attività, nell’ipotesi peggiore – ogni volta che le misurazioni rilevino emissioni che provocano disagi alle popolazioni”.
Insomma abbiamo una amministrazione che affida ad altre amministrazioni la salvaguardia della salute dei modugnesi e lo fa dando pure le direttive su come lo devono fare. Altrimenti sarà costretta, ancora una volta, ad intervenire all’ultimo momento: proprio come Jeeg robot d’acciaio.
…e ridono pure
Come se avessero assistito ad un’opera buffa di Molière o a una di quelle mise en scène del teatro parigino della “Comédie Italienne”, il cui motto fin dal XVII secolo è “castigat ridendo mores”. Insomma una arlecchinata, realizzata e interpretata ad arte. Per come siamo ridotti dovremmo piangere, invece molti si lasciano andare a ridanciani commenti o a video rivendicazioni alla “è tutto merito nostro”. Quello dell’ultimo consiglio comunale non era uno spettacolo comico, un’opera satirica o un musical hollywoodiano finalizzato al “correggere i costumi ridendo”. Era un dramma, la rappresentazione tragica del disvelamento del come vengono determinate e rispettate le linee politiche del consiglio comunale. La recita di una tragedia nella quale, fra l’altro, non c’era niente di preparato, di studiato, di concordato; c’era tanta improvvisazione ed impaccio. Non una farsa quindi, dalla quale trarre qualche utile insegnamento, per “correggere” quel «familismo amorale» di cui scrive Edward Banfield in “Le basi morali di una società arretrata”, che da sempre impedisce lo sviluppo della coscienza civile, uno dei cavalli di battaglia elettorale di Nicola Magrone, dal quale, come previsto, è stato disarcionato.
Quello al quale si è assistito in consiglio comunale era la rappresentazione del tragico epilogo di una scelta politica. Danilo Sciannimanico, Maurizio Panettella, Maiullari Teresa e Priore Innocenza, quattro anni fa, scelsero di affidare all’attuale sindaco il compito di promuovere e sviluppare, fra i modugnesi, una diversa coscienza civica. Già dal motto della lista elettorale, «Per Modugno, Magrone», era chiara la motivazione della loro scelta: individuavano nell’allora ex sindaco Magrone, l’unica personalità in grado di far riemergere Modugno dal fango della palude nella quale era stata portata dagli amministratori precedenti. Una scelta politica frutto di una giovanile ignoranza sui trascorsi politici del sindaco Magrone che ha sempre massimizzato per sé i vantaggi delle sue elezioni a discapito degli interessi di chi lo votava. Magrone, da sempre, antepone la salvaguardia della propria immagine al bene della collettività, spesso considera quest’ultimo una alternativa, ed è inutile dire che sceglie sempre la prima. Per questa ragione accentra su di sé tutte le decisioni dell’amministrazione pubblica lasciando, invece, credere agli assessori di averne la delega. Instillando, così, nell’opinione pubblica, dubbi sulle loro capacità se non addirittura sulla loro correttezza ed onestà.
Cosa avverrà ora? Cosa farà Magrone? Facile intuirlo, lo ha già fatto nell’ultimo consiglio comunale quando ha accusato il consigliere Panettella di essere, forse, portatore di chissà quali oscuri interessi. Ripetendo, così, quello che fece nel 2014, quando accusò (solo accusato, mai provato) di mai chiarite nefandezze politiche i 13 consiglieri comunali, molti della sua stessa maggioranza, che firmarono da un notaio, come è previsto dalla legge, le dimissioni che lo rimandarono a casa. Facile prevedere, quindi, quello di cui saranno accusati nei prossimi giorni l’assessore Sciannimanico, il consigliere Panettella e chiunque altro oserà metterlo in discussione; sarà un altro siparietto comico. Del resto in molti, a Modugno, sono ormai adusi a raffrontare queste commedie magroniane con quanto veniva rappresentato nel film di Monicelli con Alberto Sordi, “Il marchese del Grillo”. In particolare quando il protagonista “ridendo” ribadiva la propria posizione dominante con un «mi dispiace, ma io sò io e voi non siete un cazzo».
E mo continuate a ridere.