Al quartiere Cecilia gli alunni incontrano il sindaco Gatti

gli alunni  della scuola Ghandi del Quartiere Cecilia hanno incontrato Gatti e Di RonzoAnche i ragazzi della scuola Ghandi del Quartiere Cecilia hanno voluto dire la loro in questo giorno del ricordo della strage di Capaci. Nell’auditorium dell’istituto, che ospita classi elementari e sezioni distaccate della scuola media Francesco Casavola, gli alunni hanno cercato un confronto con le autorità e l’Amministrazione, rappresentata dal sindaco Domenico Gatti e dall’assessore all’Istruzione Elena di Ronzo. Tema dell’incontro non solo la lotta alla mafia, alla criminalità, a tutti i tipi di delinquenza, ma anche una profonda riflessione sull’evento che ha sconvolto studenti e non solo: la morte della giovane studentessa di Mesagne Melissa. I due eventi, quello della morte di Falcone e di Melissa, sembrano ormai intrecciati, anche se la pista dell’atto mafioso a scopo intimidatorio come movente dell’attentato rimane ancora tutta da verificare. Ma perché gli studenti di Cecilia hanno sentito la necessità di scrivere lettere e far volare palloncini per Melissa e le altre vittime di questo folle gesto di violenza? “Forse Melissa ha personificato l’innocenza dei bambini che si trovano, ogni giorno, a combattere contro un mondo che non è a loro misura – ha risposto il sindaco Gatti – non dobbiamo avere troppa fretta nel cercare il colpevole; ciò che si deve fare è cercare di lottare, nel nostro piccolo, contro l’illegalità così come hanno fatto Falcone e Borsellino che, sacrificando la propria vita, hanno dato l’esempio. Questa giornata ha il senso di unire l’Italia e i giovani sotto il segno della legalità. Bisogna crederci e bisogna continuare ad impegnarsi affinché la scuola e le nostre città continuino ad essere un luogo sicuro. Aboliamo la paura e facciamolo con il dialogo, con il ricordo e seguendo l’esempio di questi grandi eroi che, con il loro sacrificio, ci hanno insegnato che la via per un mondo più pulito non è certo quella più facile”.

Modugno celebra il ricordo del giudice Falcone

i rappresentanti delle scuole elementari e medie di Modugno si sono ritrovati al Cisternone per poter dire la loro sulla mafiaUna mattinata di profonda riflessione sulla legalità e sui valori dell’essere civile. Questo 23 maggio, giorno del ricordo, del dolore e dei molti interrogativi irrisolti, è stato trasformato in un momento di inno alla vita, alla solidarietà e alla speranza nel futuro. Guidate dall’assessore all’Istruzione Elena Di Ronzo, che ha vestito i panni di moderatore dell’incontro, i rappresentanti delle scuole elementari e medie di Modugno si sono ritrovati al Cisternone per poter dire la loro sulla mafia, sulla strage che ha visto la morte del magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e tre uomini della scorta. Ma l’hanno fatto con l’ottimismo e la gioia di vivere che appartiene tipicamente ai bambini. I più piccoli che chiedono, che fanno domande alle quali è difficile rispondere, ma che con un sorriso riescono a far intravedere la speranza in un mondo migliore. “La parola ai bambini – ha affermato l’assessore Di Ronzo – sono loro i protagonisti di questo incontro”.

E i rappresentati delle scuole modugnesi Dante Alighieri, Tommaso Fiore, De Amicis, G. Rodari e II E III Circolo didattico Modugno si sono fatti sentire con poesie, cartelloni colorati, temi e pensieri. “E’ fondamentale che i ragazzi imparino che la lotta all’illegalità non è solo quella alla mafia, ma è contro tutti i comportamenti che vanno contro le Istituzioni – ha spiegato ai bambini l’assessore – la scuola deve avere, in questo, un ruolo fondamentale di supporto alla famiglia. Sono i bambini che educheranno gli adulti ad un nuovo modo di pensare e, insieme, potranno gettare le basi per un mondo migliore”.

Presenti all’incontro anche l’ex assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Bari Pasquale Martino che, da ex insegnante, ha affermato che, “nonostante il disvalore cerchi di penetrare nel mondo giovanile, tuttavia rimane e rimarrà sempre una sostanziosa fascia di giovani che combatteranno per la legalità”. Anche l’assessore modugnese in carica ai Servizi sociali e al Lavoro Angelo Mariano ha dato il suo contributo all’incontro raccontando la sua esperienza di vita da ragazzo che, in quegli anni, ha vissuto l’angoscia e la tristezza di quelle morti ma che, con il tempo, ha anche capito che questi grandi eroi non sono morti invano. A chiudere l’incontro l’intervento del sindaco Domenico Gatti che, pur non dimenticando la storia, ha avuto un pensiero per quello che è successo a Brindisi, per la morte di Melissa, una ragazza innocente che ” ha sicuramente fatto paura, ma che non riuscirà mai a minare la solidità e la validità dell’Istituzione scolastica. Non bisogna cedere alla violenza – ha aggiunto il sindaco – la mafia e la criminalità si nutrono di paura e violenza, ma le possiamo sconfiggere noi, in prima persona, camminando con le Istituzioni verso la legalità”.

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Biblioteca Perrone – Incontro con L’ARTE SCRITTA

COPERTINA LIBROLo scrittore Gianni Antonio Palumbo, molfettese, giornalista, collaboratore della Facoltà di Lettere dell’Università di Bari, oltre che poeta e scrittore,

 

ha presentato nella sala del palazzo della cultura Biblioteca Perrone di Modugno, la sua ultima opera, “Vestali in un mondo senza sogni” opera celebrativa sul trentennale della rivista letteraria “La Vallisa” di Bari, una concreta e forte realtà culturale per l’intero centro sud d’Italia, che si occupa in primis di divulgare la cultura di stampo mediterraneo e dei paesi dell’Est, in particolar modo della Serbia, del nord africa e dell’Albania; accogliendo artisti di tutto il mondo, per l’integrazione culturale fra i vari popoli. In più di trent’anni di attività l’associazione barese “La Vallisa”, oltre ai propri incontri con cadenza settimanale presso la centralissima Libreria Roma, i «Lunedì letterari», ha dato vita oltre ai già citati scambi culturali con artisti stranieri ad una rivista, a convegni, traduzioni e pubblicazioni varie. Oltre all’assessore Elena Di Ronzo che ha presentato lo scrittore Gianni Antonio Palumbo alla cerimonia ha partecipato il sindaco Gatti che ha tenuto a sottolineare l’importanza del lavoro svolto in questi anni dall’associazione La Vallisa portando come esempio, il laboratorio organizzato nel supercarcere di Trani, nell’ottica che le carceri devono assolvere al compito maximo del recupero di coloro che hanno commesso reati e non solo alla mera pena detentiva. L’assessore Di Ronzo ha fatto cenno al progetto, da realizzare in collaborazione con l’associazione, per l’incremento dello scambio culturale fra i bambini delle scuole materne e i loro nonni attraverso la lettura di favole, per invogliare i bambini alla lettura di libri.

Il presidente prof Giancane ha dato la propria disponibilità alla fornitura dei libri. Il lavoro svolto in questi anni per l’arte scritta, “la divulgazione della conoscenza e delle opere nell’area mediterranea sono il nostro principale obbiettivo”, ha concluso il presidente. La cerimonia è proseguita con la consegna di una pergamena ricordo da parte del comune di Modugno alla associazione. L’assessore Di Ronzo ha ringraziato tutti coloro che si sono prodigati per la realizzazione dell’incontro, in particolar modo la sig.ra Grazia Cavallo,la sig.ra Angela Gannelli per la lettura di poesie. Alle numerose personalità presenti tra cui l’assessore alle attività produttive, Roberta Chionno e l’ex comandante della Polizia Municipale Nicola Del Zotti, si è aggiunto il saluto del consigliere regionale Peppino Longo che non ha potuto partecipare all’evento per inderogabili impegni istituzionali.

La manifestazione si è conclusa con la lettura di brani del libro e varie poesie lette dai componenti dell’associazione.

Angela Posa – una storia … in Comune

libro di Angela Posa

Il libro di Angela Posa

Per oltre 40 anni al servizio dei modugnesi, 200 targhe, 2.500 encomi, 5 medaglie d’oro e 6 coppe. Una persona che, a Modugno, tutti amano e stimano per modestia, altruismo e buon cuore. Stiamo parlando di Angela Posa, una veterana del Comune di Modugno, oggi autrice del libro ‘Una storia…in Comune’.

D: Una vita dedita al lavoro: 49 anni di servizio come istruttore amministrativo nel Comune di Modugno. Quanto ha contato nella sua vita?
R: Tantissimo. Il lavoro rappresenta molto della realizzazione di una persona. Io ho sentito d’aver dato parte di me stessa agli altri, condividendone dei percorsi.

D: ‘Storia in…Comune – mezzo secolo tra la gente e per la gente’ edito da Litopress. Perché l’idea di un libro?
R: Ho voluto creare una raccolta di ciò che la gente mi ha manifestato.
D: Dovendo dare delle priorità, ha contato di più il desiderio di carriera o di mutuo soccorso?
R: La professione e la dedizione si sono a un certo punto, intersecate fra loro. All’occorrenza, senza badare alle difficoltà, realizzavo tutto come fattibile.
D: La carriera ha preso il sopravvento sulla sua vita personale? Come è riuscita ad equilibrare il suo ruolo di professionista, moglie e madre?
R: La carriera non ha tolto nulla alla mia vita personale, poiché ho cercato di dare sempre ad ognuno il suo spazio, alzandomi presto al mattino per preparare da mangiare e pulire la casa, prima di recarmi al lavoro, piuttosto che essere approssimativa.
D: Una persona come lei, si realizza avendo un supporto alle spalle?
R: Sì, Lavoro e preghiera.
D: Qual è stata la reazione della famiglia, rispetto a questo suo modo di interagire?
R: Sono stata scoraggiata: mi ha sempre detto che non avrei dovuto aspettarmi riconoscenza anzi, a volte ingratitudine;  ma io ho solo cercato di applicare i principi di Dio.
D: Cosa l’ha spinta ad andare oltre, a dare cioè, più di quello che era il suo dovere?
R: Nel prossimo vedevo l’immagine di Dio e pensando a mio figlio fuori sede, mi immedesimavo nelle situazioni altrui.  Una volta in particolare, ho raccolto la firma di un ragazzo che era a casa ammalato e non poteva sottoscrivere un documento per una graduatoria nelle liste di collocamento. L’ho sempre fatto con chiunque fosse impossibilitato, senza discriminazione alcuna.
D: Amministratori, politici, magistrati, avvocati, giornalisti, colleghi, religiosi, insegnanti, militari, cittadini. E ancora: televisione, carta stampata, Internet. Riconoscimenti della collettività tutta. Cosa produce in lei  tutto questo?
R: Mi fa sicuramente piacere che la gente abbia stima nei miei confronti, ma vorrei avere aspirazioni di puro altruismo. Un esempio è rappresentato dai tanti extra-comunitari che non ho  mai visto come un intralcio, ma come figli, anche quando si sono rivolti a me, nel momento in cui ero già in pensione.
D: Il suo rapporto con i colleghi com’era e come è cambiato, in seguito a questa notorietà?
R: Non sempre c’è stata approvazione, ma ho sempre creduto che non sono le ore di lavoro che contano, ma la qualità.
D: Quindi è solo frutto delle nostre velleità, del nostro estro o c’è qualcosa di più che ci può spingere oltre?
R: L’umiltà. Il fatto di sapere che dovremmo avere l’obbligo morale di aiutare gli altri. Se siamo dotati di talenti materiali e morali, dovremmo dare.
D: E’ un incentivo provenuto dal dolore che l’ha investita?
R: Stranamente, quando ho perso mio figlio, questo atteggiamento si è incrementato: ore di lavoro in più non retribuite, tempo dedicato alla gente anche fuori orario.
D: Sappiamo che attualmente, continua ad occuparsi di volontariato nell’ambito del Comune.
R: Lo faccio autonomamente. Per essere utili non ci vogliono  né associazionismi, né corporazioni. Si opera e basta. Se abbiamo qualcosa in più rispetto agli altri, è solo merito di Dio.
D: Quale messaggio darebbe oggi, ai tanti giovani inoccupati o ai disoccupati di mezza età?
R: E’ chiaro che ognuno ha delle aspirazioni nella vita, ma ci si deve confrontare con l’attuale momento storico; allora secondo me, bisogna anzitutto riporre fiducia in Dio, poiché a Lui, nulla è impossibile e,  accettare qualunque onesta possibilità si presenti. Si rileva nel mio percorso di vita: non percepii alcuna retribuzione per i primi due anni al servizio del Comune di Modugno, come risulta dalla dichiarazione del capo ufficio di Stato Civile e Anagrafe dell’epoca, a pagina 50 del mio libro.  
D: Quali sono i suoi progetti per il futuro? Insomma Angela, che cosa farà da grande?
R: Aiutare il prossimo con tutte le mie possibilità ed essere in pace con me stessa, per non avere nulla da rimproverarmi.

“La crisi…alziamo il velo mediatico”: giovedì seminario nella sala Beatrice Romita

Il Comitato “Modugno in…dignità” organizza per giovedì (alle 18.30 nella sala “Beatrice Romita”) il seminario “La crisi…alziamo il velo mediatico”. Sarà l’occasione per presentare, per la prima volta alla città, il gruppo direttivo del Comitato “Modugno in…dignità”.

Nella prima parte del seminario si parlerà dell’attuale situazione di Modugno ma anche di mafia con il ventennale della strage di Capaci, nella quale morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Sarà dedicato anche un momento alla recente disgrazia avvenuta a Brindisi con la scomparsa della 16enne Melissa Bassi.

Nella seconda parte relazionerà Antonio D’Elia, esperto in comunicazione e fisica quantistica, che illustrerà la parte più nascosta e misteriosa dell’attuale crisi economica. Per l’occasione abbiamo ascoltato il segretario del Comitato Vito Signorile: “Possiamo continuare a fare le vittime ma  questo non ci aiuterà a risalire la china. E’ arrivata l’ora di agire, usando la forza che ognuno di noi ha quando vuole perseguire la vera felicità”. Emblematica anche la foto dell’evento in cui, da un aforisma cinese, la crisi può essere vista sia come un pericolo per le vite degli uomini ma anche come un’opportunità di risalita. Un po’ come l’“araba fenice” che risorgeva sempre dalle sue ceneri dopo la morte.