Domande buoni libro per l'anno scolastico 2011/2012

L’assessorato alla Pubblica Istruzione informa che è entro il 20 agosto 2011 è possibile presentare la domanda per l’assegnazione del contributo sui buoni libro per l’anno scolastico 2011/2012, per gli alunni delle scuole secondarie di 1° e 2° grado.

I genitori degli studenti interessati possono ritirare e presentare la domanda per ottenere il beneficio direttamente presso le segreterie delle scuole frequentate dai propri figli a condizione che:
– siano residenti nel Comune di Modugno;

– il reddito I.S.E.E. riferito all’anno 2010 (da allegare alla domanda) non superi la cifra di € 10.632,94.

L’istanza deve essere presentata in autocertificazione (ai sensi del D.P.R. 445 del 2000) a cui deve essere allegata l’attestazione ISEE riferita ai redditi del 2010.
Al fine di semplificare la fase istruttoria da parte delle scuole e dei Comuni e ridurre la produzione cartacea, la Dichiarazione Sostitutiva Unica, verrà chiesta soltanto ai richiedenti sottoposti al controllo di veridicità.

art. estrapolato dal sito del comune di Modugno

Dai sindacati l’appello alla politica : La zona industriale chiede attenzione

“Le aziende sono l’unica risorsa del territorio”. “Vogliamo il bene delle aziende per il bene dei lavoratori. La nostra parola d’ordine è: più attenzione”. L’appello-denuncia arriva da alcuni sindacalisti modugnesi che lavorano e rappresentano le più grandi aziende della nostra zona industriale. Michele Barile (rsu Fim Cisl – Getrag), Raffaele Barile (rsu Fim Cisl – Bosch), Vito Libero (rsu segr prov Cisl – Magneti Marelli) e Nicola Chiusolo (rsu Filctem Cgil – Bridgestone), hanno raccontato le criticità delle grandi aziende in un territorio che poco offre in termini di sostegno e politiche di sviluppo.

“E’ evidente – ha detto Michele Barile – la poca attenzione dimostrata negli ultimi anni dalle amministrazioni”. Barile ha sottolineato la carenza di infrastrutture, lo stato di degrado e abbandono dell’intera area, senza tralasciare il problema occupazione. “Avremmo voluto – ha detto – un’azione più incisiva da parte dell’amministrazione comunale per quanto riguarda le assunzioni. Visto che le aziende ricadono nel territorio di Modugno, il Comune dovrebbe imporre una percentuale d’ingresso. Con la nascita della zona industriale di Bari – ha ricordato Barile – i modugnesi hanno rinunciato alle proprie terre.

Mi risulta che all’ex ufficio di collocamento c’è un accordo che risale all’inizio degli anni ’70 che avrebbe dovuto garantire al territorio di Modugno una certa percentuale di assunzioni, accordo di cui non si è più parlato. In più non siamo stati capaci di sviluppare un indotto in grado di soddisfare le esigenze di queste multinazionali. Il Comune non è stato capace con fiscalità di vantaggio di attirare investimenti imprenditoriali e quello che chiediamo, è un meccanismo che garantisca occupazione a un certo numero di cittadini modugnesi. Raffaele Barile ha invece sottolineato i “notevoli investimenti fatti per la zona artigianale ma non in quella industriale, tenuto conto che sono le grandi aziende a dare lavoro ai piccoli”.

Getrag: tavolo azienda-sindacati per stabilizzare 87 interinali

La Fiom Cgil e la Fim Cisl: “Talloneremo l’azienda”. Il percorso è lento, lungo e forse ricco di ostacoli, ma la terza più grande azienda della zona industriale di Bari, la Getrag, ha iniziato il cammino verso la stabilizzazione di ben 87 lavoratori. Il tavolo sul quale potrebbe firmarsi l’accordo con i sindacati non è nemmeno stato convocato.

Nel 2005 l’azienda assicurò alla Regione Puglia, in cambio di fondi per investire su nuovi prodotti (Por), che entro il 2013 avrebbe raggiunto una forza lavoro a tempo indeterminato di 789 unità (702 quelle attuali più una novantina di interinali). Ipotesi non così remota visto che, nel panorama della nostra zona industriale, la Getrag è tra le poche aziende che sta venendo fuori dalla crisi dopo 4 anni pieni di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. E proprio da novembre 2010 sono cominciate le nuove assunzioni, pur di interinali, che hanno raggiunto circa 90 unità.

“Ora talloneremo l’azienda sulle stabilizzazioni” hanno detto Saverio Gramegna e Michele Barile, rispettivamente Rus Fiom Cgil e Fim Cisl. Da quando la produzione è ripresa a pieno regime, le richieste dei clienti Ford e Renault, per i quali la Getrag di Bari produce i cambi 250 a doppia frizione, sono aumentate e l’azienda non è stata capace di rispondere pienamente a queste richieste. E’ di qualche settimana fa, infatti, la richiesta di nuovi lavoratori per la domenica, quando solitamente lo stabilimento è chiuso e la produzione è ferma.

A Bari, è bene ricordarlo, si producono attualmente i già citati cambi 250 a doppia frizione, i cambi Mitsubishi 452 e pezzi cosiddetti “sciolti” che vengono poi assemblati in Messico. “L’obiettivo dell’azienda – hanno spiegato Gramegna e Barile – è abbandonare progressivamente la produzione di pezzi sciolti e concentrarsi sul prodotto finito, che consente maggiori concentrazioni di risorse con maggiori margini di guadagno”. Addirittura dal prossimo anno potrebbe essere abbandonata anche la produzione del cambio Mitsubishi per concentrarsi sulla produzione del cambio 250 che è un prodotto di nicchia e di alta qualità, prodotto a Bari fin dal 1998.

 Ma non è tutto. Nel centro ricerca e sviluppo della Getrag barese è stato brevettato il volano bimassa che consente di azzerare le vibrazioni del cambio e che, quando entrerà in produzione, renderà il cambio prodotto nel nostro stabilimento di ulteriore qualità. L’obiettivo dei sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl è, accanto alla rivalutazione delle professionalità di cui dispone, il raggiungimento nel breve periodo della serenità all’interno dell’azienda, dopo un lungo periodo di difficoltà. “I lavoratori – hanno concluso Gramegna e Barile – non sono merce messa sugli scaffali della Getrage poi buttata”.

Articolo pubblicato nel numero di Marzo 2011.

Lavoro: 'Finanziare l'ingresso dei giovani nel sistema agricolo'

La Puglia è la regione più orientale d’Italia. Si compone di 6 province con 258 comuni e una densità di popolazione di oltre 4.000.000 di abitanti. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, collinare tra le Murge e il montuso sul Gargano. Il clima è tipicamente mediterraneo con estati calde ed inverni miti. La regione è molto favorevole alla produzione agricola ,ma le fonti ISTAT hanno registrato che negli ultimi anni il PIL ha segnato un incremento positivo solo per il settore terziario. Al contrario enuncia un calo notevole nel settore agricolo: meno 8,8%.

Perchè sono pochi i processi di innovazione e, perché sono scarsi gli incentivi e gli investimenti nell’ambito agricolo?”Queste ed altre le domande che si pongono gli agricoltori,i produttori e gran parte della comunità pugliese. Gli intervistati sono consapevoli del fatto che la regione dispone di un capitale umano altamente qualificato e specializzato. Conta 103.000 studenti universitari e 15.000 nuovi laureati l’anno,nessuno si occupa piu’ di agricoltura. I giovani laureati in merito hanno risposto:lavorare nel settore primario è  faticoso e il guadagno è minimo. Non ci sono basi economiche per ricominciare a credere in questo ambito, ma è anche vero che abbandonando l’agricoltura perdiamo giorno dopo giorno quello che ci caratterizza. La vera identità del territorio a cui apparteniamo”. Solo in poche altre aree d’Italia le vicende dell’agricoltura costituiscono la storia della stessa regione e profondamente connesso alla terra è stato ogni aspetto della vita della Puglia.

La nostra è una delle regioni di maggior rilievo nel settore dei prodotti agricoli ed è posizionata sul podio per la qualità di olio, vino, uva da tavola e grano duro soprattutto nell’area barese. Durante il corso degli ultimi 50 anni si sono realizzate in Puglia importanti trasformazioni economiche e sociali: le leggi sulla bonifica volute e decretate da Mussolini, le leggi sulla riforma fondiaria, quelle sull’intervento straordinario nel Mezzogiorno e le piu’ recenti leggi sul decentramento delle competenze agricole alle regioni. Questi fattori aggiunti alle condizioni ambientali ottimali hanno dato avvio alla trasformazione agricola pugliese. Affinchè questi sviluppi non siano vani è importante conservare  la speranza che i giovani decidano di tornare a lavorare in agricoltura.

Se il governo irrobbustisce l’offerta per l’agricoltura con fondi di sostegno,i giovani  ristrutturerebbero le aziende agricole diventando imprenditori e farebbero tesoro dei segreti tramandati dai contadini vecchio stampo.In tal modo l’arte di questo mestiere andrebbe a rinnovarsi nel tempo e ad arricchire la terra che è la nostra punta di diamante. Un sentito in bocca al lupo a tutti i ragazzi che si avvieranno a questa professione.

Aumento spropositato dell’Rc auto: le compagnie assicurative sono “vittime o carnefici”?

Aumenti in vista Rc auto

Il 2011 si prospetta un anno di aumenti, specialmente nell’ambito assicurativo. Infatti, partendo da gennaio 2011, le compagnie assicurative hanno avuto via libera e non hanno perso tempo. Specialmente nel Sud Italia, gli aumenti si sono fatti sentire e gravano sulle spalle dei cittadini. La Campania e la Puglia sono le regioni più colpite.

Gli aumenti sono dovuti all’accresciuto numero di incidenti e all’elevata quantità di truffe ai danni delle assicurazioni. Questo rimedio in realtà, appare del tutto simile ad un cane che tenta di mordersi la coda, attraverso questo tipo di soluzione, infatti, si è catapultati all’interno di un vero e proprio circolo vizioso. Con un aumento così repentino dell’imposta sull’Rc auto, è facile immaginare le possibili conseguenze, tra le quali l’aumento di falsi incidenti, l’aumento dei falsi tagliandi e l’aumento di truffe.

La maggior parte dei cittadini si lamenta, ma anche le Subagenzie non se la passano meglio, poiché per una misera percentuale del 5% sulle imposte assicurative, sono  costrette a subire tutte le lamentele e le imprecazioni degli automobilisti risentiti. A Bari, alcune di queste hanno tentato di spiegare per quale motivo, l’aumento si sia fatto sentire di più nel Sud Italia: “Il differente importo assicurativo tra il  Nord e  il Sud, dipende fondamentalmente dal comportamento dei cittadini di fronte ai sinistri. Su 10 incidenti, 8  automobilisti del Sud si recano in ospedale (molto spesso non avendo subito nessun tipo di infortunio), ottenendo referti medici che riportano l’avvenuto danno fisico.

Al contrario, al Nord Italia, solo 2 su 10 si recano in ospedale. Questo differente tipo di comportamento, ovviamente, grava sulle compagnie assicurative, costrette a liquidare danni, che a volte, sono fittizi.” Dal canto loro, i cittadini vorrebbero che le assicurazioni cercassero di non “fare di tutta l’erba un unico fascio”, di venire incontro a quegli automobilisti che,  durante tutti i loro anni di guida, non hanno mai commesso sinistri di alcuna sorta.  Il Codacons sottolinea che le polizze Rc Auto sono aumentate del 180% nel giro di 15 anni e solo nel 2010 c’è stato un aumento del 15%. Mentre nel 2011 si teme un aumento del 10% secondo la propria classe di appartenenza.

L’Isvap, istituto avente il compito di controllare l’operato delle compagnie assicurative, ha stilato un decalogo, attraverso cui cercare di ridurre l’aumento, spropositato e a volte persino ingiustificato, dell’onere. Nonostante non faccia parte di tale decalogo, l’Isvap vorrebbe tentare di modificare il sistema del bonus-malus. Tale sistema, sulla base delle nuove statistiche, non risulterebbe adeguato alla nuova realtà che si sta delineando. Oggi, il bonus-malus è un sistema tariffario utilizzato per autovetture, motocicli e ciclomotori.

Il premio varia nel tempo, mediante l’attribuzione di un punteggio dipendente dalla condotta di guida del proprietario: ad un punteggio basso corrisponde una condotta di guida migliore e quindi un minor premio da pagare. Ma circa il 92% degli automobilisti appartiene alle prime tre classi e questo porterà sicuramente ad un profondo divario tra la prima e la quattordicesima classe, in quanto le compagnie assicurative tenteranno di recuperare il più possibile, dalle ultime classi. Al momento sembrano non esserci soluzioni e purtroppo, come spesso accade, a pagarne le conseguenze, sono i cittadini.