Tersan Puglia, al via il processo: Ministero dell'Ambiente parte civile

altCon la richiesta di costituzione di parte civile del Ministero dell’Ambiente e del Comune di Gravina è cominciato il processo nei confronti di titolari, amministratori e collaboratori della Tersan Puglia di Modugno, accusati di traffico illecito di rifiuti, smaltimento e commercio non autorizzato, gestione di una discarica abusiva, frode nell’esercizio del commercio. I fatti si riferiscono agli anni ’99-2004. Il fascicolo, aperto nel settembre del 2003, riguarda il presunto traffico illecito di rifiuti che dalla Campania venivano trattati nella Tersan Puglia di Modugno e poi smaltiti sulla Murgia barese. In sede di udienza preliminare si era già costituito parte civile il Comune di Modugno.

Grande assente l’amministrazione altamurana che non si è presentata in aula nonostante le numerose interpellanze presentate dai comitati ambientalisti e da alcuni movimenti politici locali. Il processo si sta celebrando davanti alla sezione monocratica del tribunale di Modugno. Il giudice si è riservato sulle nuove richieste di costituzione di parte civile, rinviando ogni decisione al 21 febbraio prossimo, quando sarà citata a giudizio in qualità di responsabile civile anche la società Tersan Puglia.

Amianto all'ex cementeria, denuncia di Italia Giusta

altEx cementeria di Modugno: depositata in Procura a Bari una denuncia del Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione e del partito dei Verdi. Attenzione puntata sulla pericolosità ambientale dello stabilimento, in disuso da anni, e l’assenza di controlli sulle modalità con le quali stanno procedendo le operazioni di smantellamento.

 

“La questione sviluppata nella denuncia – è scritto in una nota – riguarda essenzialmente la forte contraddizione tra il dato della ex cementeria come sorgente molto pericolosa di inquinamento da amianto (dato accertabile sulla base di documentazione ufficiale amministrativa e giudiziaria riportata nella denuncia), e i provvedimenti e le reazioni che l’amministrazione che ha governato Modugno durante il decennio conclusosi a maggio 2011, e l’attuale amministrazione (che Italia Giusta più volte ha evidenziato essere appena un rimescolamento del precedente assetto amministrativo), hanno praticato e praticano con effetti colpevolmente allarmanti. In proposito, la denuncia critica meticolosamente: i comunicati negazionisti dell’amministrazione attuale sulla presenza di amianto inquinante nell’area in questione; i silenzi sulla destinazione d’uso della zona da bonificare miranti a lasciarne ancora indeciso l’utilizzo come suolo per l’edificazione (nonostante le decisioni, documentate nella denuncia di Italia Giusta, del Consiglio di Stato che nega ogni possibilità che sull’area dell’ex cementeria possano essere costruiti complessi abitativi); i provvedimenti d’urgenza per bonificare l’area inquinante presi dalla compagine che amministrava la città prima di maggio 2011. Provvedimenti colpevolmente inutili per la oggettiva e maliziosa irrealizzabilità degli obiettivi in essi prescritti (e, in effetti, com’è indicato nella denuncia, questi provvedimenti sono stati annullati dal Tribunale Amministrativo per motivi di legittimità)”.

Nella nota con cui il Movimento rende nota l’iniziativa legale intrapresa, viene ribadito quindi “l’alto grado di pericolosità per inquinamento da amianto costituito dall’area dell’ex cementificio, paragonabile, secondo Italia Giusta, al caso Fibronit di Bari. Un pericolo che implicherà, se non si adotteranno adeguate contromisure di risanamento, duraturi danni per la salute pubblica e per l’ambiente. La questione della ex cementeria di Modugno – concludono – sarà, inoltre, puntualizzata in occasione di un altro convegno pubblico che Italia Giusta organizzerà per la metà di febbraio 2011”.

Capannone in fiamme a Modugno: Palese chiede chiarimenti a Vendola e Fiore

Rocco Palese (st)

Rocco Palese (st)

“Il deposito andato misteriosamente in fiamme nella zona industriale di Bari per ben due volte nello stesso giorno e nel quale sembra fossero custodite ricette mediche e/o altra documentazione sanitaria sotto sequestro, è in uso o di proprietà o riconducibile alla Asl di Bari o alla Regione Puglia? La documentazione andata distrutta apparteneva alla Regione o alla Asl? Era sotto sequestro? Perché e da parte di chi?”.

Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, chiede al Presidente Vendola e all’assessore Fiore di approfondire, e quindi di riferire al Consiglio Regionale, in merito ad un episodio dai contorni ancora poco chiari.
“Alcuni giornali – scrive Palese nell’interrogazione – riportano la notizia di questo incendio che sarebbe stato appiccato per due volte nello stesso giorno e nello stesso deposito di Via dei Gelsomini nella zona industriale tra Bari e Modugno. In particolare si legge che si  sarebbe trattato di un rogo per bruciare ricette mediche e che sarebbero andati in fumo ‘centinaia di faldoni sotto sequestro. E, ancora, la stampa dice che ‘le fiamme hanno divorato centinaia di faldoni e custodie contenenti ricette mediche’ si afferma che trattasi di ‘un capannone in disuso’ ma poi anche che uno degli aspetti da chiarire ‘riguarda il materiale contenuto nell’archivio che tra l’altro è sotto sequestro’. L’articolo – aggiunge Palese – si conclude con l’ipotesi che ‘forse qualcuno doveva sbarazzarsi di documenti scomodi’. La gravità di queste ipotesi – conclude Palese – è tale da richiedere un immediato approfondimento da parte del Presidente Vendola e dell’assessore Fiore: vogliamo sapere se il materiale distrutto era di proprietà o in custodia della Regione Puglia, di che materiale esattamente si trattava, se e da parte di chi era sotto sequestro, se la sua distruzione possa in qualche modo pregiudicare una qualche attività e/o inchiesta giudiziaria in corso, se vi sia una qualche responsabilità da parte della Asl o della Regione Puglia”.

(comunicato stampa ufficiale – Rocco Palese )

 

ciao Vincenzo

altVincenzo Musceo non c’è più.

Si dice che ultimamente fosse diventato irriconoscibile, che non era più il Vincenzo Musceo che la gente conosceva, il “Presidente”. Qualcuno parlando di lui dice che non era più in grado di articolare la parola, che non riusciva a stare in piedi ma che i suoi occhi trasmettevano la consapevolezza del mondo che lo circondava. Era lucido ma non riusciva più a comunicare il suo pensiero e questo per lui era sicuramente più doloroso di tutto il resto. Era ricoverato già da tempo ma non riceveva molte visite e forse è stato meglio così, gli avrebbero fatto ricordare i tempi andati e questo sarebbe stato quasi uno sgarbo. Il rivedere amici e conoscenti lo avrebbe riportato indietro, con i ricordi, a ciò che non era più.

Non era bello vedere nel suo sguardo quello che si vedeva ultimamente: il dolore della consapevolezza di non essere più quello di una volta. Non è facile ricordare le parole che negli ultimi incontri la gente gli rivolgeva salutandolo, ma molti però erano arrabbiati con lui perché si lasciava andare, non lottava e non accettava alcun aiuto – in questo però ha  continuto ad essere il Vincenzo di sempre – e al vederlo ridotto così usavano un tono di voce non certo benevolo nei confronti di chi lo aveva spinto a ridursi in quello stato.

Uno dei suoi amici quando ha saputo della sua dipartita ha ricordato, con rammarico, che spesso si è dubitato della sua infermità – “fa finta” – dicevano; troppa era la differenza fra il Vincenzo che si conosceva e quello che manifestava i primi sintomi della malattia che lo ha portato via. Il ricordo che conserverà più a lungo di lui è legato al suo pranzo di nozze al quale Vincenzo partecipò con la sua bambina, all’attenzione con la quale la seguiva, a come la guardava. “Spero per il bene della piccola che la gente, parlandole di Vincenzo, non le racconti solo che a volte, negli affari, era capace anche di apparire sgradevole, ma che le dica ciò che Vincenzo Musceo era realmente, un’uomo con un grande cuore.” Non resta altro da dire. “Ciao Vincenzo”

Fumo e fiamme alla zona industriale

altNumerosi cittadini ci segnalano la presenza di fumo e fiamme provenienti da un azienda sita in via dei Gelsomini, nella zona industriale di Modugno. Dallo stato di degrado in cui lo stabile si trovava prima dell’incendio, si potrebbe trattare di un capannone in disuso. Mezzi anticendio e vigili del fuoco stanno operando sulla struttura a partire da questa mattina.

 

Visualizzazione ingrandita della mappaaltalt alt alt alt alt alt alt