Un 34enne cinese ha aggredito con calci e pugni l’ex datrice di lavoro, pretendendo indebitamente 900 euro a titolo di “buonuscita”. E’ stato arrestato dai Carabinieri di Modugno con l’accusa di tentata estorsione e lesioni personali. Una telefonata giunta al “112” ha attivato i militari dell’Arma che si sono precipitati presso l’esercizio commerciale. Lì i militari hanno bloccato l’aggressore e hanno soccorso la vittima, una cinese 42enne. Tratto in arresto, il 34enne, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, è stato associato presso la casa circondariale del capoluogo, mentre la donna, che è dovuta ricorrere alle cure del locale pronto soccorso, è stata giudicata guaribile in giorni 15.
Categoria: Cronaca
Processo Eco Energia: la soddisfazione del Comitato Pro Ambiente
Ora, però, il comitato Pro Ambiente dovrà giocare un’altra partita. Infatti, oltre che sul fronte penale, il rebus-inceneritore si sposta anche sul campo amministrativo. “La società Eco Energia – continua Ferrulli – il 5 marzo scorso, dopo il no del comitato Via (Valutazione di impatto ambientale) all’inceneritore, ha presentato ricorso al Tar Puglia assieme alla Confconsumatori. Già il Tar Lazio nei mesi scorsi ha dichiarato la propria incompetenza territoriale sul ricorso dell’associazione dei consumatori. Sarà un caso ma – aggiunge Ferrulli – entrambi i ricorsi portano la firma dello stesso avvocato, Tommaso Di Gioia. E’ del tutto anomalo come un’associazione nazionale e regionale, a tutela dei consumatori, difenda gli inceneritori del gruppo Marcegaglia dando mandato allo stesso avvocato della società Ecoenergia. Infatti, non risulta che tale iniziativa sia stata intrapresa, ad esempio, per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Campania. Questo è un impianto del tutto inutile: non è più menzionato nel piano regionale dei rifiuti proprio perché, allo stato attuale, in Puglia non vi è alcuna emergenza rifiuti”. Dunque il Comitato, come già annunciato da tempo, si costituirà parte contro interessata anche in questo procedimento amministrativo. “Il Comitato è certamente in grado di sostenere entrambi i ricorsi – conclude Ferrulli -. Abbiamo curato ogni minimo dettaglio, con documenti inediti dal punto di vista archeologico e paesaggistico, del nostro componente Stefano Vernia. Fronteggeremo con la determinazione che ci ha contraddistinto in questi anni, anche i falsi tutori dei cittadini, replicando anche in modo ‘duro’ a quanto fu riportato nel ricorso presentato al Tar Lazio, incompetente in merito a decisioni di competenza regionale”.
Modugno, arrestato pregiudicato. Nascondeva armi e droga
Su ordine di custodia cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura, i Carabinieri di Modugno hanno arrestato Martino Valentino, 25 anni di Modugno, con l’accusa di detenzione illegale di armi clandestine, munizionamento di vario genere, ricettazione degli stessi, nonché detenzione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. I movimenti sospetti di Valentino, già noto alle Forze dell’Ordine, avevano indotto i carabinieri di Modugno ad effettuare una perquisizione nell’abitazione del giovane che alla loro vista si era dileguato senza riuscire a portare con sé il borsone che nascondeva nell’armadio della sua stanza. All’interno i militari hanno rinvenuto: una pistola a tamburo calibro 7.65, una pistola semiautomatica calibro 6.35, numerose munizioni di vario calibro, due giubbotti antiproiettili, due chili e 700 grammi di hashish, 330 grammi di marijuana, sette grammi di cocaina e 240 grammi di sostanza da taglio. Materiale sottoposto a sequestro.
Particolare attenzione investigativa è rivolta alle armi rinvenute. I carabinieri dei Sezione Investigazioni Scientifiche (SIS) del Reparto Operativo del Comando provinciale di Bari stanno effettuando accertamenti balistici per verificare se le stesse sono state utilizzate in azioni delittuose.
(comunicato stampa Procura della Repubblica di Bari)
Eco Energia sotto processo: 4 rinvii a giudizio per l'inceneritore
Saranno processati a partire dal prossimo 2 luglio dai giudici della prima sezione collegiale del Tribunale di Bari, i quattro imputati per i quali il pm della Procura di Bari, Francesco Bretone, aveva chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla costruzione dell’inceneritore di Modugno, centrale elettrica alimentata a Cdr della società Eco Energia srl (Gruppo Marcegaglia). Gli imputati sono il progettista e il direttore dei lavori – Carmine Carella, di Bari, e Nicola Trentadue, di Modugno – il legale rappresentante di Ecoenergia, Antonio Albanese, di Massafra (Taranto) e l’ex dirigente del settore ecologia della Regione Puglia Luca Limongelli. Carella, Trentadue ed Albanese sono accusati di avere, in concorso tra loro, cominciato i lavori dell’inceneritore senza le autorizzazioni previste (parere vincolante dell’Autorità di Bacino, essendo l’area sottoposta a vincolo idrogeologico, e nulla osta dell’Enac per la distanza dall’aeroporto) e per aver violato il vincolo paesaggistico e archeologico. Limongelli invece, è accusato di falso ideologico e abuso d’ufficio, per aver rilasciato parere favorevole di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell’impianto, definendo “erroneamente” le ceneri prodotte dalla centrale come rifiuto non pericoloso.
Nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup Susanna De Felice si sono costituite le parti civili: ammessi il Comitato Pro Ambiente, i comuni di Bari e Modugno e i Verdi di Modugno. I primi tre ne avevano fatto richiesta già il 13 ottobre scorso, mentre i Verdi solo nell’udienza del 13 marzo. Al Comitato Pro Ambiente è stato riconosciuto il diritto “iure proprio” ad intervenire nel procedimento in questione a fronte dell’ampia rappresentatività dimostrata tramite la raccolta di ben 15000 firme a Modugno per le annose vicende ambientali che attanagliano il territorio, nonché del ruolo attivo dimostrato all’interno della procedura amministrativa relativa al rilascio della valutazione di impatto ambientale (Via) per l’impianto in questione da parte del comitato via della Regione Puglia. Il giudice ha riconosciuto rilevante ai fini della decisione anche uno dei fini perseguiti dal comitato quale lo scopo statutario e precisamente quello di “sensibilizzare e mobilitare i cittadini al fine di salvaguardare la salute pubblica e il territorio ogni volta che viene a conoscenza di fatti, attività e volontà atte a favorire la realizzazione di impianti che mettano a repentaglio la salute dei cittadini, causare degrado ambientale o arrecare danno al patrimonio artistico -culturale e/o ai beni patrimoniali dei cittadini”. Il Comune di Modugno è stato riconosciuto quale ente interessato territorialmente, mentre il Comune di Bari in quanto interessato per le eventuali ricadute ed impatti ambientali. I Verdi, invece, per aver dimostrato anch’essi di aver partecipato all’iter procedurale relativo a tale impianto di incenerimento. Il giudice De Felice ha inoltre rigettato la richiesta di rinvio avanzata da alcuni imputati per procedere al ripristino dello stato dei luoghi: sarebbe potuto ben avvenire – ha motivato il gup – già prima dell’udienza e nulla impedisce che avvenga entro la fine del processo senza che sia necessario interromperne i termini.
Chiesa delle Monacelle: i dubbi e le perplessità di Azione e Tradizione
La storia è proseguita tra il 2008 ed il 2010 con uno scambio epistolare tra Mangialardi, la ditta di restauro di opere d’arte “Caputi Jambrenghi” di Bari, la Prefettura di Bari(nella fattispecie il Fec, ossia il Fondo Edifici di Culto) e la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici per la Puglia. “L’oggetto di quelle missive – continua Armenise – era relativo al progetto ed alla realizzazione del restauro di un “Crocifisso ligneo” autorizzato dalla Soprintendenza per un valore di 5000 euro più Iva. Tale restauro lo ha pagato proprio l’associazione “Casavola””. Il resto è storia d’oggi con una lettera inviata a febbraio scorso da parte del dirigente del Fec al sindaco di Modugno Gatti con la quale si intimava la consegna delle chiavi di accesso alla chiesa di San Giuseppe all’arciprete don Nicola Colatorti della Chiesa Matrice.
“La motivazione – ci rivela ancora Armenise – risiede nel fatto che per il dirigente del Fec verrebbe impedito l’esercizio del culto religioso nella chiesa delle Monacelle. Inoltre si faceva osservare che suddetta chiesa custodisce opere artistiche di notevole valore culturale. Infine si chiedeva all’amministrazione di Modugno di rendicontare i lavori di ristrutturazione eseguiti all’interno della chiesa stessa. Il fatto strano è che la Prefettura di Bari fa finta di non sapere che proprio nella chiesa delle Monacelle tra il 25 febbraio ed l’11 marzo sono state celebrate circa dieci messe nell’ambito del programma missionario “Aprite le porte a Cristo” organizzato dalla locale Parrocchia San Agostino ed autorizzato proprio dalla Curia. Infatti il giorno di inizio e di chiusura della manifestazione religiosa vi è stata la presenza del Vicario Generale della Curia di Bari, Mons. Ciavarella e dell’Arcivescovo Mons. Cacucci. Per ciò che concerne i lavori di ristrutturazione interna bisogna ricordare che ben dieci tele erano presenti nella Chiesa delle Monacelle ed ora non ci sono più, nonostante tra il 2004 ed il 2005 il comune di Modugno ne avesse finanziato i lavori di restauro. Oggi sono depositate nella sagrestia della chiesa Matrice. Al loro posto ora si trovano delle copie a colori. Questi lavori di restauro interni furono progettati, previsti in bilancio e mai eseguiti per un valore iniziale di 1.002.584,66 euro. Denaro pubblico del quale l’allora consigliere Bellomo di Forza Italia ne chiedeva il rendiconto all’allora assessore Trentadue. Dunque – conclude Armenise – che ne è stato di quei soldi?. Perché i lavori non sono stati mai eseguiti?. E soprattutto perché le dieci tele continuano ad allocarsi nella chiesa Matrice?.”
Domande, quelle di Armenise, che pongono dubbi e perplessità e che sono state oggetto di una nota molto documentata inviata il 30 marzo scorso alla Prefettura di Bari da parte dell’associazione “Casavola” in risposta alla lettera del febbraio scorso sopra menzionata. Da pochi giorni si è costituito il “Comitato di quartiere le Monacelle”, organizzando una raccolta firme indirizzata al sindaco, al presidente del consiglio ed ai consiglieri, “affinchè – si legge nell’incipit della petizione popolare – l’immobile sito in Modugno in Piazza Romita Vescovo e che ospita la Chiesa di San Giuseppe continui ad essere gestito dall’associazione Musicale “Francesco Casavola” attualmente rappresentata dal sig. Mangialardi Michele per ogni attività artistica, culturale, musicale, e di ogni altra natura conformemente allo statuto dell’associazione stessa ed alle norme costituzionali riguardanti l’esercizio delle libertà di associazione, di manifestazione del pensiero e di religione”. Dopo le festività pasquali l’associazione San Giuseppe delle Mantellate assieme al neo costituito “Comitato di quartiere le Monacelle” organizzeranno una manifestazione per le vie di Modugno a salvaguardia della cultura dei due siti di riferimento.